EXTRA
La sala studenti, quella sera, era intrattenuta dal lieve vociare degli studenti che la occupavano: non molti ma comunque abbastanza da prendere tutti i posti più appetibili.
Leanne ed Ethan erano seduti in uno degli angoli più appartati e condividano un unica poltrona, sufficiente per entrambi ma abbastanza piccola da costringerli vicini.
"Pesi," scherzò Leanne, mentre lui faceva ciondolare la testa sulla sua spalla.
"È il peso dell'amore," strofinò la punta del naso contro il suo collo, facendola tremare per il solletico. "Profumi di buono."
"'Menomale," rispose lei, "Sarebbe molto sgradevole se puzzassi, non trovi?"
Ethan rise e scosse la testa divertito. "Te ne sono grato, effettivamente. Non so se sarei riuscito a stare con una fidanzata puzzona."
Leanne mosse la spalla su cui era appoggiato, indispettita. "Tu non sei mica un fiore quando finisci gli allenamenti, eh."
"Infatti mi stai almeno a un metro di distanza e io mi faccio subito la doccia, così che posso tornare a darti fastidio."
Leanne scosse la testa, esasperata e divertita allo stesso tempo. Cominciò a passargli una mano tra i capelli, scombinandoglieli e pettinandoglieli ripetutamente, godendosi quel momento di tranquillità.
Dopotutto, era sempre così raro e difficile trovato un momento per stare solo loro due insieme da soli e, soprattutto, in cui erano entrambi propenso a lasciarsi andare a un po' di romanticismo e coccole - al solo pensiero, Leanne storse il naso.
Visto che era entrambi l'antitesi dell'amore - come non mancava mai di far notare Annabeth - era raro, se non impossibile, trovarli in pubblico e in atteggiamenti affettuosi. Anche perché, si disse Leanne, quelle sporadiche volte in cui succedeva arrivava sempre qualcuno a interrompere.
Come quando Josh aveva annunciato di volersi bruciare vivo dopo averli visti o Anthony aveva iniziato a fare foto a raffica. Con il flash. Nei suoi occhi.
Assurdo.
Era ormai convinta che se solo fossero stati vicini per troppo tempo, vi sarebbe stata la collisione dell'universo.
Tanto per toccarla piano, eh.
Ma la cosa più divertente era successa qualche settimana prima quando una studentessa di qualche anno più piccola, che si era presa una cotta per Ethan, gli aveva chiesto di uscire. Lui, intenerito, le aveva spiegato dell'esistenza di Leanne e la ragazzina aveva risposto: "Leichi?"
"Sai," fece Ethan, riportandola alla realtà e stringendo la presa intorno al suo corpo, "In questo momento vorrei fossimo solo noi."
Leanne abbassò la testa verso di lui, percorrendo con lo sguardo l'insieme di braccia e gambe che erano diventati per entrare contemporaneamente nella poltrona - che, come aveva fatto notare Ethan ringraziando platealmente, almeno presentava l'appoggio anche per le gambe. Altrimenti, le aveva detto, ti avrei lasciata a terra, Stellina.
"Da soli?" ripetè Leanne e alzò le sopracciglia. "Per fare cosa?"
Lo vide alzare la testa per guardarla meglio e mettere su un' espressione malandrina.
"Tante cose, Stellina," mormorò allusivo e le sfiorò la guancia con il sorriso.
Leanne si morse il labbro inferiore mentre una sensazione di calore attraversava lo stomaco. Con un'occhiata veloce alla sala e agli studenti, che con suo grande sollievo erano sempre di meno, si mosse in avanti e lo baciò.
Ethan represse un mugolio, sorpreso dal suo scatto improvviso, e rispose con partecipazione. Schiuse le labbra e, immancabile come sempre, le mordicchiò lievemente il labbro inferiore.
Leanne, a quel punto, piegò le estremità delle labbra verso lato e cominciò ad accarezzargli la lingua con la sua, in un gioco lento e piacevole.
Si ritrovò a dare mentalmente ragione al ragazzo, perché in quel momento non avrebbe voluto altro che che far sparire tutti quanti.
"Dylan, non guardare, è porno."
Leanne a quella voce si staccò di scatto, rischiando di cadere all'indietro ma venendo prontamente salvata da Ethan.
"Ma che cazzo," borbottò Ethan e si voltò verso i suoi amici. "Vi sembra il caso?"
"Non essere così scorbutico, Et," rispose Dylan, per nulla scalfito dal suo tono.
"È la tensione sessuale repressa," Anthony annuì alle sue stesse parole e Leanne strinse le labbra in una linea sottile. "L'abbiamo fatto per voi, piccioncini."
"Per noi?" ripetè scettico Ethan.
"Certamente, ancora un po' e sareste diventati lo spettacolo di punta della sala studenti."
Leanne arrossì e sentí un ondata di caldo incendiarle le orecchie, mentre Ethan la scostava gentilmente. Si mise seduto composto, sistemandosi il colletto della camicia e passandosi una mano tra i capelli per sistemarli.
"Non esageriamo," borbottò in imbarazzo.
"Guardalo, Dylan, il cucciolo è arrossito."
"Non ti fa tenerezza, Ant?"
"Dite un po', voi due," parlò Leanne, dopo essere tornata a respirare normalmente . "Dove li avete lasciati Matt e mio fratello?"
"Hanno detto che non erano d'accordo e dovevamo lasciarvi stare," rispose Dylan. "Che noiosi, vero?"
"Ah," Anthony sorrise, "Tuo fratello invece ha annunciato che si andava a esorcizzare dopo il vostro porno."
"Cazzo, Anthony," lo richiamò Ethan, non riuscendo però a reprimere un sorriso e Dylan scoppiò a ridere.
"Va bene," Leanne alzò le mani in segno di resa. "Credo che per stare sia abbastanza, io vado."
Dylan, premuroso, le porse una mano per aiutarla ad alzarsi e lei gli sorrise grata. "Non vuoi rimanere un po' con noi?"
Scosse la testa. "Credo di essere troppo imbarazzata in questo momento."
"No, Lenny-Penny," s'intromise Anthony, beccandosi un' occhiata da tutti e tre per il nomignolo usato. "Lo sai, è come se fossi la ragazza di tutti noi, non ce n'è bisogno."
"La smetti con questa cosa?" Ethan gli tirò un piccolo calcio.
Leanne rise e gli strinse una spalla affettuosa. "Non preoccuparti, vicino al al camino ci sono Annabeth, Josh e Michael. Vado da loro."
"Buonanotte, Len," salutò Dylan con un buffetto affettuoso.
"Ciao, piccolina," Anthony le diede un veloce abbraccio.
"Buonanotte, ragazzoni," rispose Leanne, con il tipico appellativo con cui si riferiva a loro. "Ehi tu, buonanotte," picchiettò la mano sulla testa di Ethan e si allontanò.
Si voltò un ultima volta indietro, incontrando lo sguardo sconsolato di Ethan e un suo occhiolino, prima di raggiungere Annabeth e Josh.
"Guarda, Annie," fece Josh, non appena la vide. "Leanne ha smesso di divorare la faccia di Ethan e ci sta raggiungendo."
Annabeth, che fino a quel momento le aveva dato le spalle, si girò verso di lei e diede una piccola spinta al ragazzo per farlo smettere.
"Mi dispiace," le disse, "Ho cercato di fermali ma..."
"Non fa niente," minimizzò Leanne, sedendosi accanto al cugino e poggiando la testa sulla sua spalla. "E tu non preoccuparti," si rivolse al ragazzo, "Sei sempre l'unico uomo della mia vita."
"Sì, io insieme a Noah, James e tuo padre."
"Ho un cuore molto grande, c'è spazio per tutti," gli fece gomito, invitandolo ad abbracciarla. "Allora, che si dice?"
"Forse il professor Barry è malato," annunciò Michael.
Leanne, a quelle parole, spalancò gli occhi emozionata e sul punto di piangere.
"Quindi domani non farà lezione?"
"Potrebbe darsi," Michael si strinse nelle spalle ma venne subito placcato da un abbraccio di Leanne.
"Oh, Mike, mi hai resa così felice che potrei sposarti."
"Quando vuoi," scherzò il ragazzo.
"Piano eh," s'intromise Josh e si unì al loro tono ilare. "Non vorrei che Ethan si ingelosisse e l'ultima volta non l'ha gestita esattamente bene," mimò il segno di un pugno.
Leanne alzò gli occhi al cielo. "La storia con Jason è acqua passata e un pomeriggio abbiamo anche chiarito, tutti e tre," specificò. "Comunque, a onor di cronaca, Ethan non è un tipo geloso o appiccicoso."
"Voi cos'avete fatto?" chiese Michael e la guardò meravigliato.
"Ma se fino a qualche minuto fa vi sarebbe servita una camera privata," ribattè invece Josh.
"Cretino," le guance le andarono a fuoco e cominciò a fissare ostinatamente il pavimento.
Annabeth le lanciò un veloce sguardo e alzò le sopracciglia. "Josh, non la mettere in imbarazzo."
"Non lo sto facendo," si difese lui, rivolgendosi poi all'amico. "Giusto?"
"No, amico, tranquillo."
Uomini, loro sì che erano una certezza.
"Sono tua cugina, non ti fa strano?" chiese Leanne, curiosa, e alzò la testa per osservarlo.
"Non credo," si strinse nelle spalle. "Voglio dire, non è che ti vengo a chiedere dettagli o che tu mi racconti. Non mi interessano, sono cose tue ma non vuol dire che non sappia che accadono."
Leanne deglutì sonoramente mentre i dubbi cominciavano ad assalirla. Ignorò gli occhi di Annabeth puntati sulla sua figura e cerco di mostrare indifferenza.
"Come sei profondo stasera," lo prese in giro Michael.
"Sarà la luna piena. Tu che dici, Annie?"
"Dico che siamo solo all'inizio del mese, la luna adesso a stento si vede."
"Come sei pignola," Josh la punzecchiò con la punta del piede. "Tanto lo so che mi vuoi bene."
"Purtroppo si," rispose Annabeth sorridendo e gli lanciò una pallina di carta.
"Ehi," esclamò Michael, portandosi una mano all'altezza del mento. "Hai colpito me, non lui."
Sia Josh che Annabeth scoppiarono a ridere sonoramente alla vista della sua espressione sbigottita. Leanne, invece, osservava pensierosa un punto imprecisato della stanza, mentre le parole del cugino che le vorticano nella testa.
"Len, va tutto bene?" chiese Annabeth, accorgendosi del suo umore.
Certo che sì, stava solo avendo un breve e istantaneo attacco di panico.
"Certo," annuì, "Solo un po' di pensieri, niente di più."
Josh poggiò i gomiti sulle ginocchia e si sporse verso di lei. "Non sarà per quello che ho detto, vero? Su te ed Ethan," Leanne scosse debolmente la testa. "Ma Len, non devi imbarazzarti solo perché fai... cose col tuo ragazzo."
Ah.
"Lo so, lo so," cercò di sembrare naturale. "È assolutamente normale."
Vero?
Come aveva fatto a non pensarci? Era stata una stupidata. Josh quella sera le aveva aperto un mondo: non era possibile che a Ethan andasse bene scambiarsi qualche bacio e nient'altro, per di più che venivano sempre interrotto.
"... io se avessi una ragazza, starei sempre a..."
"Mike," lo interruppe Annabeth, "Ti prego di non finire lo frase o stasera non riuscirò a dormire."
"Volevo solo dire che le terrei sempre la mano," scherzò allora il ragazzo, accompagnata dalla risata di Josh. "Ethan sì che è fortunato."
Ma se sembrava una monaca di clausura.
Le stava venendo un velato attacco di panico. Incontrò lo sguardo confuso di Annabeth, la vide aggiustarsi gli occhiali sul naso e indirizzarle un'occhiata carica di domande.
Scosse la testa per minimizzare la cosa e accenno un sorriso.
"Mike, che schifo! È pur sempre mia cugina," si lamentava, nel frattempo, Josh.
Oh, andiamo. Lei era in piena crisi melodramma e loro continuava a parlare normalmente?
Si voltò velocemente verso Ethan, immerso in un torneo di carte con gli altri, e si soffermò sulla sua espressione tranquilla.
Beato lui.
Sembrava non avere preoccupazioni, mentre lei invece aveva lo stomaco sottosopra e un incredibile mal di testa: si sforzava di ricordare se Ethan le avesse mai lasciato intendere di voler andare oltre, ma sembrava quasi aver cancellato i mesi che avevano trascorso insieme in prenda all'ansia fulminea che stava provando.
Si stava meglio quando si era single, su questo Leanne non aveva dubbi.
Un minuto prima si convinceva che si stava facendo prendere dal panico e quello dopo tornava a iper ventilare.
Punto focale dei suoi pensieri, uno solo: ma lei era pronta?
"Leanne, ci sei?"
No, era morta.
🎈 🎈 🎈
"Si può sapere che hai?" chiese Annabeth.
"Ma niente," Leanne si strinse nelle spalle e raccolse lo zaino da terra. "Che devo avere?"
"Non lo so, dimmelo tu. Arrivederci, professore."
Seguí l'amica e uscirono dall'aula. Portò le braccia verso l'alto e si stiracchiò, godendosi la fine della giornata scolastica.
"Leanne," la richiamò Annabeth, "Mi vuoi rispondere?"
"Annie, non ho niente da dire."
"Ma per piacere," alzò gli occhi al cielo. "È tutto il giorno che studi e non è proprio da te."
"E che palle," sbuffò Leanne. "La verità è che ieri sera..."
"Ehi, bellissime," la interruppe una terza voce.
Si voltarono simultaneamente alla loro destra, incontrando il sorriso di Ethan.
Grazie, Karma. Sei sempre il mio amico più fidato.
"Ciao," mormorò lei e alzò una mano verso di lui, in segno di saluto.
"Finito lo studio matto e disperato?"
"Sì, finalmente," rispose Annabeth e gli andò in contro con una pacchia sulla spalla. "Io vado in camera a posare alcune cose," annunciò. "Te la lascio, va bene?"
Leanne si voltò verso di lei in panico, cercando di trasmetterle i suoi pensieri. Operazione, chiaramente, che finì con un espressione confusa dell'amica e una esasperata da parte sua.
"Io vado," fece Annabeth guardandola un ultima volta senza capire.
"Ti toccherà la mia compagnia," Ethan attirò la sua attenzione. "Prometto di non prenderti in giro neanche una volta."
Leanne trattenne un sospiro sconsolato e gli si avvicinò, sconfitta all'avversione che il mondo aveva contro di lei.
Le parole di Josh e Michael continuava a vorticarle nella testa e, ora che era con Ethan, non riusciva a fare a meno di chiedersi se anche lui la pensasse come loro: che volesse di più e non gliel'avesse mai detto?
Perché in quel caso, ne era sicura, le cose sarebbero andate in una sola direzione: lei l'avrebbe respinto mentre la coglieva un infarto, Ethan inizialmente si sarebbe mostrato paziente per poi scocciarsi e lasciarla. Da lì il declino verso la disperazione sarebbe stato tutto in discesa, creandole un disturbo ossessivo complessivo a causa dei fantasmi del passato che non riusciva a superare. Ben presto sarebbe stata in capace di mostrarsi affettuosa verso chiunque, dice tanto un semplice guscio vuoto e i suoi fratelli l'avrebbero internata da qualche parte.
E si chiude il sipario.
Stava forse esagerando?
"Terra chiama Leanne, c'è ancora qualcuno qui?" le picchiettò l'indice sulla fronte.
"Sí, scusa," scosse la testa per scacciare via le immagini apocalittiche che le si erano presentate. "Ti va un caffè?"
"Non tanto," le lasciò un veloce bacio e propose: "Passeggiata?"
Leanne annuì e lascio che allungasse una mano verso di lei, facendo sfiorare le loro dita.
"Com'è andata l'interrogazione?"
"Normale," rispose lei. "Niente di eccezionale ma comunque sufficiente."
"Allora ho passato il test da insegnante part-time?"
Ridacchiò. "Sto ancora valutando."
"Posso fare qualcosa per aiutarti nella scelta?" alzò solo angolo della bocca, guardandola di sottecchi.
"Ho le idee chiare, non ti preoccupare."
"Non lo faccio mai," le passò un braccio intorno alle spalle, "Sono consapevole delle mie qualità."
"Ma quando sei egocentrico?" lo prese in giro e si rilassò.
Con Ethan era sempre tutto più facile. Riusciva a tranquillizzarla e farle dimenticare ogni preoccupazione con un solo sorriso.
Aveva una piccola camomilla personale e sempre a portata di mano, e non lo sapeva.
"Usciamo?" le chiese e si fece da parte per lasciarla uscire. "Finalmente le belle giornate, odio il freddo."
"Questo perché sei una persona scomoda e d'inverno devi mettere troppi strati di vestiti."
"Per questo, sí," confermò e si strinse nelle spalle. "E perché adesso finalmente non metterai più quel brutto cappello color melanzana."
Il suo cappello era bellissimo.
Leanne si soffermò a guardarlo e percorse con gli occhi il profilo della sua figura: aveva il viso rivolto verso l'alto e le labbra piegare in un sorriso.
Un raggio di sole ricadeva proprio su di lui e gli illuminava le tante e piccole lentiggini che gli ricoprivano il naso. Una volta le aveva baciate una a una, mentre lui la stringeva in un abbraccio: era stato uno dei primi pomeriggi insieme e in cui aveva desiderato che il tempo non passasse mai.
Adesso, però, il peso dei dubbi la stava allontanando da lui.
"È successo qualcosa?" chiese Ethan continuando ad avere lo sguardo rivolto al cielo.
Leanne scosse la testa.
"Guarda che non ti vedo se scuoti la testa."
La conosceva sempre troppo bene. Ma come faceva?
"Non è successo nulla, perché?"
"Non so, mi sembravi un po' strana. E quando un Stellina non splende come sempre me ne accorgo," si voltò verso di lei, aprendo lentamente gli occhi.
"Va tutto bene, sono solo un po' stanca."
"Capito," annuì e allungo un braccio verso di lei. "Vieni con me, ho un'idea."
Leanne fece per rispondere e fermarlo, perché in quel momento aveva troppi pensieri e non riusciva a essere di compagnia, ma lui fu più veloce. La prese per mano e la tirò con se, cominciando a correre fino ad allontanarsi dal centro del cortile.
"Ethan," Leanne rise, "Ma dove stiamo andando?"
Il ragazzo si guardò intorno e se la strinse contro. "Propri qui."
Era maledettamente carino e lei non poteva fare a meno di guardarlo, con tutti i capelli mossi dal vento e gli occhi verdi e grandi a un passo da lei.
"Qui?" ripetè lei scettica.
Ethan annuì e mosse qualche passo, spingendola all'indietro fino a farla scontrare contro un albero.
"Che hai da fare?"
"Ora? Niente perc..."
"Perfetto," Ethan sorrise e la baciò.
Le passò una mano dietro il collo in una carezza e schiuse le labbra per approfondire.
Leanne gli circondò la schiena con un braccio e se lo spinse contro, inclinando la testa verso l'alto. Una mano del ragazzo le sfiorò i fianchi fino a superarli, aspettò qualche secondo e si allungò fino al sedere.
Fece aderire i loro copri e rese il bacio più passionale, quando a Leanne tornarono tutti i dubbi della sera prima.
Come se fosse appena stata scottata, si allontanò velocemente. Ancora una volta aveva agito senza pensare.
O forse, sarebbe stato più corretto dire che aveva agito pensando decisamente troppo.
"Ho fatto qualcosa?" le chiese confuso e preoccupato. "Ti sei fatta male o..."
Accidenti, no.
"No, no. Assolutamente no," chiarì frettolosamente. "Tu sei..." perfetto, estremamente carino e dolce. "Oggi ho la testa da un'altra parte," concluse dopo un momento di indecisione. "Devo studiare, scusami."
Corse via lasciando in mezzo al cortile della scuola e senza dargli il tempo di replicare, troppo confusa.
Era una stupida, aveva rovinato tutto come sempre e ora chissà Ethan cosa avrebbe pensato.
Ma soprattutto, perché nessuno le aveva mai detto quanto fosse difficile avere un ragazzo? Avrebbero dovuto inventare un manuale per principianti:
10 piccoli passi se non sai affrontare il Grande Passo.
Potevo mai aspettarci che Leanne smettesse di farsi prendere dal panico?
Una piccola utopia a cui ci eravamo aggrappati, ma tanto lei si nutre di ansia e dramma quindi non cambierà mai.
Che dire? Come avete visto , cerco sempre di posizionare gli EXTRA in relazione al capitolo che lo precede come tematica, e spero che questo vi faccia piacere ma che soprattutto vi stiano piacendo questo "salti indietro".
Il prossimo capitolo sarà sempre un extra, perché altrimenti sarebbe uscito un capitolo di 6000 parole e non mi sembrava il caso, ho pensato che mi avreste tirato qualcosa in testa.
Sabato invece si torna alla storia principale, e vi dico già che ci stiamo avvicinando alla metà della storia (e la seconda parte è quella che ho preferito scrivere, sappiatelo!)
Questi cuccioli ci regaleranno delle gioie, ma non è ancora questo il momento.
Ma passiamo ai momenti che preferisco:
Cosa ne pensate delle ansie di Leanne? Le avete provate anche voi o la trovate esagerata? ->
Quanto siamo innamorate di Ethan e del suo essere così orso abbraccia tutti che non ce lo aspettavamo? ->
Quanto ci è mancato James? QUANTO? ->
E soprattutto, avete qualche supposizione sul sequel su di lui ? ->
P.s. Sono stati giorni movimentati: visite mediche arretrate, esami in arrivo, compleanno di zia e quindi conseguente ansia sull'uscita (sadness, sono molto ipocondriaca), ma prometto di mettermi con calma e rispondere a tutti i vostri bei commenti arretrati.
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