capitolo 16. Tempo di chiarimenti
"Questo lo metti?" chiese Leanne, indicando un prendisole blu.
Annabeth si girò verso di lei, indecisa. "E' così carino," commentò e si voltò a guardare la valigia, già stracolma di vestiti al punto tale da non poterla chiudere.
"Potremmo togliere il jeans e..."
"No," obiettò Annabeth, con un tono che non ammetteva repliche. "Quel jeans mi sta davvero bene."
Leanne guardò i vestiti pensierosa. "Annie, sarai da Rebecca solo per un paio di giorni, il tempo che vado alla premiazione di Julian."
"E quindi?"
"E quindi," le fece notare con pazienza, "Non credo che avrai il tempo materiale per indossare tutto quello che ti sei portata."
"Ma, Len, devi sempre prevedere tutti i possibili cambiamenti del tempo, una possibile festa e anche..."
"Annabeth, siamo in pieno agosto. Ti assicurò che non nevicherà."
L'amica sbuffò, indispettita dalle sue parole. "E va bene, non porterò questo bellissimo prendisole."
Leanne si avvicinò e le diede una pacca sulla spalla, in segno di conforto. "E' un gran peccato però, è davvero carino. Sarebbe uno spreco lasciarlo a casa, non trovi?"
Annabeth si voltò verso di lei e, con una caricatura della sua voce, parlò: "Leanne, cara, vuoi forse portartelo tu?"
"Oh," squittì, saltandole al collo, "E' un'idea fantastica, Annie. Grazie, grazie, grazie."
"Che falsa che sei," rise Annabeth, spingendola via. "E aiutami a chiudere la valigia, siediti sopra che io provo a tirare la cerniera."
Con un salto, Leanne si buttò sui vestiti dell'amica ("Leanne, che diamine, fai attenzione!") e alzò le gambe per fare spazio ad Annabeth.
"Annie."
"Che c'è?"
"Annie."
"Cosa vuoi?"
"Annie."
Con uno sbuffo, Annabeth alzò la testa verso di lei e la guardò contrariata: "Dimmi, Leanne!"
"Ma tu sei sicura che non ce l'hai con me?" chiese con un sorriso timido. "Intendo perché vado da Ethan e ti lascio sola."
"Per la milionesima volta, no. Stai tranquilla, mi farà piacere stare un po' con Rebecca."
"Quindi non sono una pessima amica perché ti ho lasciata tutta l'estate da sola?"
Annabeth alzò gli occhi al cielo, affettuosa: "Len, non è tutta l'estate ma neanche due settimane. E poi sono stata con Rebecca e Josh, non sei mica tu la mia unica amica." Leanne la spintonò, offesa. "Anche se non credo ti perdonerò per avermi lasciata sola con James, mi ha traumatizzata a vita."
"Oh, Annie, sei la migliore," Leanne, con una risata, la abbracciò. Cominciò a dondolarsi e, per la foga, perse l'equilibrio. Ormai stesa a terra, si voltò verso Annabeth al suo fianco: "Dì, Annie: non è che vuoi sposare qualcuno della mia famiglia?"
"E perché mai dovrei?" si tolse alcuni capelli dal viso e la guardò stranita.
"Così saresti ufficialmente della famiglia."
"Non credo di essere interessata, scusa," fece Annabeth. "A meno che Marcus non abbia cambiato idea su di me."
"Bleah," fece Leanne, "Marcus è troppo grande. Che ne dici di Noah?"
"Ti prego, no. Poi ci troveremmo a fare uscite a quattro: migliori amici con migliori amici."
Il viso di Leanne si trasformò in una smorfia disgusta alla prospettiva di un'uscita tra lei, Annabeth, Noah ed Ethan. "Meglio di no, hai ragione," si strinse nelle spalle. "Allora vediamo cosa ne pensa Josh, mi sembra l'unica soluzione."
"Non abbiamo altra scelta."
Annabeth allungò una mano verso la sua, stringendogliela affettuosa. Sentiva il suo respiro nel silenzio della stanca e, con piccolo sorriso, pensò che era veramente fortunata. Un'amica così, come Annabeth era per lei, se la sarebbe tenuta stretta per ancora molto tempo.
Matrimonio o meno con un membro della sua famiglia (anche se niente le avrebbe vietato di parlare con Josh e Marcus).
"Annie," chiamò.
"Mmh..."
"Me lo faresti un favore?"
"Un altro?"
"L'ultimo giuro," Leanne si alzò sul braccio e guardò l'amica. " Puoi distrarre Ethan mentre parlo con Noah e James?"
Annabeth annuì e si mise seduta. "Andiamo dai, mi si è distrutta la schiena sul pavimento... brutta cosa l'età che avanza."
🎈🎈🎈
Leanne attese di vedere Annabeth salire al piano di sopra con Ethan - ufficialmente aveva bisogno che lui le prendesse una cosa nell'armadio troppo alto - ed entrò in salotto.
James e Noah erano entrambi seduti sul divano, il primo con il telefono in mano e il secondo intento a inveire contro il televisore.
"È inutile," commentò svogliatamente James, "Sei scarso e anche i giocatori si sono ribellati."
"Ma stai un po' zitto," rispose Noah, premendo con più forza del dovuto uno dei tasti del joystick.
"È bello vedere che il tempo passa ma voi siete sempre gli stessi," commentò Leanne, "Nello stesso posto e a fare la stessa cosa. Dite un po', ma vi siete mai alzati dall'inizio dell'estate?"
Noah alzò lo sguardò verso di lei, con una tenera espressione imbronciata: "Siamo anche usciti ogni tanto, eh."
"E lo faremo anche stasera," James allungò le gambe, senza voltarsi a guardarla.
"Che vita piena," scherzò lei. "Posso parlarvi un attimo?"
"È successo qualcosa?" s'informò premuroso Noah.
"Volevo solo informarvi che oggi parto con Ethan, vado per un po' di giorni da lui per la cerimonia del fratello."
James si voltò verso di lei con il telefono dimenticato al suo fianco. "Tu cosa, scusa?"
"Mamma e papà lo sanno?" chiese invece Noah.
Leanne si avvicinò, sedendosi sul tavolino così da essere di fronte ai fratelli.
"Lo sanno, ne abbiamo parlato ieri sera e sono d'accordo. Però volevo parlarne anche con voi."
"Bene," fece James, "Io non sono d'accordo."
Noah, al contrario, continuava a osservala in silenzio, e Leanne desiderò riuscire a decifrare la sua espressione imperturbabile.
"Jim, per favore, ascolta quello che vi devo dire," James annuì e Leanne si mise più comoda. "Io vi devo delle scuse."
"E perché mai?"
"Perché sono stata egoista, Jim. Ho lasciato che voi vi intrometteste nella relazione tra me e Ethan, facendo sì che cambiasse la vostra opinione su di lui."
"Len," James le posò una mano sul ginocchio, "Tu non ci hai costretto a fare nulla, lo sai?"
"E invece si, perché sono vostra sorella ed è scontato che voi siate dalla mia parte, e vi adoro per questo ma non è giusto." Si rivolse a Noah con aria colpevole: "Ethan è il tuo migliore amico e io ho fatto sí che tu ti trovassi in mezzo a noi due, non avrei mai dovuto permetterlo."
"Leanne, stai dicendo una marea di stronzate," la interruppe bruscamente James. "Tu hai sofferto per colpa di..."
"Di Ethan, James. Del nostro amico Ethan e, per quanto mi costi ammetterlo, un po' di colpe le ho anche io," ci penso su. Okay, forse stava esagerando: lei era la vittima!
"Sei forse ammattita?" chiede James, sempre più nervoso.
"Ascolta, non voglio negare che lui abbia sbagliato, anche perché lo sa benissimo da sé e non intende negarlo né giustificarsi. Però è anche vero che io non gli ho mai dato modo di parlarmi, di provare a spiegarmi perché aveva fatto quello che aveva fatto."
Leanne si strofinò le mani sulle gambe, cercando di infondersi coraggio per continuare il discorso: parlare di sentimenti con i suoi fratelli era sempre stato difficile, e in quella situazione particolare lo era più del solito.
"Tu sai vero?" chiese a Noah, il quale si limitò ad annuire. "Allora, adesso capisco perché hai deciso di farlo venire... certo, avrei preferito che mi parlassi, che lo faceste entrambi - tu e quell'idiota del tuo amico, intendo -, ma capisco."
James, a quel punto, indisposto per essere stato ignorato, sbuffò sonoramente e cominciò a sbattere il piede per terra.
"Jim, il motivo per cui Ethan e io ci siamo lasciati è..." Leanne si fermò, pensado bene alle sue parole e a ciò che voleva dire. Ma soprattutto, pensando per davvero al motivo che lì aveva portati a quel punto. "Il motivo, Jim, è che siamo inesperti."
Ora tutto le sembrava chiaro, come se fosse arrivata alla fine di un rompicapo particolarmente difficile e ne riuscisse a vedere il quadro completo solo alla fine.
"Non significa nulla," borbottò James, concentrato ad ascoltarla e a capirla.
Leanne provò un moto d'affetto per entrambi i suoi fratelli, così diversi eppure sempre ugualmente impegnati a dare il massimo per lei e Ally.
"Significa che siamo piccoli e siamo entrambi la prima vera relazione dell'altro. E la verità è che a stare insieme a qualcuno, a impegnarsi a condividere e condividersi per davvero non ce lo insegna nessuno," Leanne sorriso, nella mente solo il pensiero di Ethan e di come si era spogliato del suo orgoglio per lei in cerca del perdono. "Ho commesso degli sbagli e anche Ethan perché per la prima volta entrambi abbiamo sentito il desiderio di confrontarci con qualcun altro, e credo che questa sia una cosa grandiosa, nonostante le conseguenze che ci sono state."
"Siete tornati insieme?"
A parlare, inaspettatamente, era stato Noah. Leanne lo guardò attentamente, notando come a differenza di James avesse aspettato a lungo prima di parlare: erano sempre stati così, uno tremendamente impulsivo e l'altro sorprendentemente riflessivo.
Per un attimo si chiese se Noah in segreto non ce l'avesse con lei.
"No, ma non escludo che in futuro possa succede. Non so le cose come andranno e neanche voglio dirlo a voi, perché ancora un volta finirei per influenzarvi," prese un respiro profondo, abbassando la testa per non guardarli. "Lo avete capito, vero, cosa intendo?"
Ci fu un attimo di silenzio, in cui Leanne temette che entrambi l'avrebbero lasciata sola dopo quel suo teatrale e femminile discorso, quando James attirò la sua attenzione:
"Certo che capiamo, pulce. Hai fatto tanti giri di parole, ma alla fine l'abbiamo capito quello che volevi dire."
"Tanti giri di parole?" prese la parola Noah con un sorrio, "È stata logorroica da far paura."
Leanne si buttò tra i due fratelli, portando le braccia a circondare le loro spalle in un abbraccio.
"Va bene, va bene," tossicchiò James, in imbarazzo. "Adesso basta, o se ci vede la mamma penserà che ci vogliamo bene."
"Sia mai," esclamò Noah, "Poi comincerebbe a dire che siamo maturati."
"E che è fiera di noi," concluse per lui Leanne. "Non possiamo permetterlo, chiamerebbe subito anche Ally per la foto di famiglia." Si staccò da loro, felice di come avevano accolto le sue parole. "Allora io vado, devo ancora chiudere la valigia."
Si alzò in imbarazzo, sentendo che il momento era finito e che potevano tornare al solito rapporto anafettivo di sempre.
E menomale, altrimenti si sarebbero dovuti disconoscere a vicenda.
"Mi raccomando," si fermò un'ultima volta prima di uscire dal salotto. "Che questa conversazione rimanga tra noi, va bene?" I due ragazzi annuirono, complici. "E, vi prego, smette di sentirvi obbligati ad avercela con Ethan."
Diede loro le spalle e si mosse verso la sua stanza, solo dopo aver sentito le ultime parole di James. "Coraggio, metti play e dammi il joystick: ti insegno come gioca un vero uomo."
Scosse la testa e sorrise, certe cose non sarebbero cambiate proprio mai.
Parlare con James e Noah, incredibilmente, l'aveva aiutata a schiarirsi le idee: era partita con l'idea di spiegare qualcosa a loro, ma l'unica che aveva davvero capito era lei. Forse era proprio questo a cui si riferiva suo padre, quando la sera prima le aveva parlato.
Ma, soprattutto, avrebbe dovuto chiamare Josh e ammettere con lui che aveva avuto ragione: chissà che, a chiarire con Ethan molto prima, non avrebbero evitato molte delle discussioni che invece ne erano venute.
Chi l'avrebbe mai detto, alla fine, che il più saggio sarebbe stato proprio suo cugino.
Con le nuove consapevolezze che la conversazione appena avvenuta le aveva dato, Leanne si affacciò alla porta della sua camera, trovandovi solo Annabeth.
"Ehi," salutò, "È andato tutto liscio?"
Annabeth, che fino a quel momento dava le spalle alla porta, si girò verso verso di lei. Portò un dito alle labbra e, indicando il telefono, le fece segno di non parlare.
"Sí, mamma, non preoccuparti," la vide annuire e alzare gli occhi al cielo. "Certo che sto aiutando la signora Adams."
Leanne fece due passi indietro, alzò entrambi i polli verso l'alto e uscì dalla stanza, chiudendo la porta. Si guardò brevemente intorno nel corridoio e, non appena il suo occhio cadde sulla camera di Noah, un'idea le balenò in testa.
Con passo incerto si avvicinò e senza bussare entrò. Ethan era lì, chinato sulla sua valigia e con la maglietta leggermente alzata dalla posizione in cui era.
"Disturbo?" gli chiese, annunciandosi.
Il ragazzo alzò la testa di scatto, voltandosi verso di lei e aprendosi in un sorriso, "Stellina, sei una visione oggi."
Leanne si appoggiò allo stipite della porta, divertita. "Il solito scemo," scherzò. "Hai preparato tutto?"
Ethan annuì, mettendosi seduto dritto. "Stavo facendo le ultime cose, poi è tutto pronto."
"Bene," disse lei e si grattò la punta del naso, "Allora, sei uno di quelli che in viaggio dorme o potrò contare sulla tua compagnia?"
"Aspetta," alzò le sopracciglia verso l'alto, incredulo. "Hai deciso di venire?"
Leanne annuì. "Circa ieri sera, poco dopo la nostra conversazione."
"E hai aspettato così tanto per dirmelo per puro diletto?"
"Diciamo così," rise, "E poi, era davvero divertente il modo in cui mi guardavi: sembravi Willow quando fa qualcosa di sbagliato e aspetta solo di essere scoperto."
"Bell'accostamento," commentò Ethan, "In futuro vedrò di ricordarmene."
Leanne si strinse nelle spalle e infilò le mani nelle tasche dei pantaloncini. "Ci vediamo tra qualche ora, allora. Porta le carte, mi raccomando."
Ethan annuí. "Leanne, aspetta"
"Dimmi," rispose lei, fermandosi sul posto.
"Sono davvero contento che tu abbia deciso dei venire."
"Anche io, Et."
🎈
Buongiorno, buongiorno, buongiorno.
Eccovi col capitolo prima della tempesta, alias il weekend a casa Powell -> mi sentite urlare? Ne vedremo delle belle.
Ma passiamo a questo capitolo:
💄 il trio dei fratelli è sempre il mio preferito alla fine, adoro scrivere di loro e farli interagire. Hanno (come dice anche un Leanne) una sorta di rapporto anafettivo ma alla fine sono sempre pronti a scattare l'uno per l'altro.
Adoro il loro rapporto e vorrei davvero approfondire quello tra Noah e James, così complesso e spinoso.
Vi sono piaciute queste scene?
💄 Annabeth! Cara, dolce, innocente Annabeth. In questa storia ha avuto poco rilievo rispetto al primo, come d'altronde un po' tutti i personaggi. Mi sono voluta soffermare maggiormente sulle dinamiche tra Ethan e Leanne, andando ovviamente a discapito degli altri personaggi.
La amo, che posso farci? Fatemi scrivere un capitolo interamente su di lui
💄Ethan: in questo capitolo è stato un po' sottotono per favorire la dinamica dei fratelli, ma vi posso assicurare dal prosssimo capitolo avremo solo capitoli Ethan-centrici. Molti hanno commentato facendogli i complimenti per la maturazione subito dal primo libro e io ne sono davvero orgogliosa.
Leanne è si più consapevole dei suoi sentimenti, ma lei lo era anche nel primo volute: è stata lei a "cercare" Ethan e venire rifiutata per paura.
Ethan invece ha fatto notevoli passi avanti da quando gli ha sfiprato l'attacco di panico per aver quasi baciato Leanne xD Ethan é un po' il mio cucciolo indifeso e io la mamma che lo guarda crescere
💄come sempre vi invito a seguirmi sulla pagina Instagram dedicata alla storia _amiss_wattad, dove cerco di mettere ogni giorno anticipazione, punti di vista nuovi e rivelazione sulla storia su James
💄che dire più? Preparatevi ai prossimi capitoli, coso gossip girl
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