11. Si salvi chi può
Leanne rientrò in casa di corsa, chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo, e lesse il messaggio che le aveva inviato Annabeth.
Sto facendo un giro, mi ha chiamata mia sorella... sarà una cosa lunga
Ignorando la possibilità concreta che l'amica potesse non vedere il messaggio essendo a telefono, digitò velocemente:
Devo parlarti. Subito. Allarme bomba.
Era stata forse troppo avventata?
Aveva mantenuto la calma mentre Daniel l'aveva riaccompagnata e, soprattutto, aveva finto indifferenza quando Ethan aveva cercato di attirare la sua attenzione. Tirandole il pallone addosso, ovviamente.
Sempre un signore dalla maturità invidiabile.
"Mamma," urlò, "Sono a casa." Si affacciò nella cucina e s'immaginò la mamma arrabbiarsi perché aveva dato per scontato che potesse essere lì, "Mamma, sono..." si bloccò, vedendo un post-it attaco al frigo.
Finisco tardi a lavoro. Riunione. Cucinate voi.
Avrebbero ordinato la pizza, senza dubbio. Non si fidava della cucina dei suoi fratelli e lei era decisamente disastrosa.
Sbuffò e cominciò a cercare il numero della pizzeria sui tanti fogli attacchi sul frigorifero. Sentí la porta di casa aprirsi e, senza voltarsi, parlò:
"La mamma non torna a cena," comunicò, ricevendo solo silenzio in cambio. "Jim? Noah?"
Il fratello continuava ancora a non parlare.
"Insomma," con uno scatto si girò, trovandosi davanti Ethan. "Ah, pensavo fossi..." lasciò cadere la frase.
Sussulto alla sua vista e fece un passo indietro, cozzando contro il bancone della cucina. Non era pronta a trovarsi faccia a faccia con lui, non dopo le recenti considerazioni.
"Ti sentivamo urlare da fuori," disse lui, indicando un punto imprecisato alle sue spalle. "La tua voce soave è sempre una delizia," si chiste la porta della cucina alle spalle e si avvicinò a lei.
Smettila di fare la bella statuina e dí qualcosa.
Imponendosi di sembrare naturale, alzò gli occhi al cielo e sbuffò. "Questa abitudine di seguirmi inizia a diventare preoccupante, sai?"
"Non posso farci niente, sono irrimediabilmente attratto da te"
"Sei un maniaco," rispose Leanne, incamminandosi verso l'uscita della stanza. "E io non ho alcun motivo che mi spinga a stare qui con te."
Ethan, però, non era dello stesso avviso. Con un movimento veloce della mano le afferrò il polso e se la tirò contro.
"Anche questa cosa di buttarti addosso," fece Leanne, cercando di mostrarsi indifferente. "Non è che mi faccia impazzire così tanto. Inizi a diventare ripetitivo."
"Tu e Daniel state insieme?" chiese Ethan, puntando gli occhi dritti nei suoi e non accennando a lasciare la presa, né ad allontanarsi da lei.
Ma guarda tu! Doveva iniziare a rispettare lo spazio vitale delle altre persone.
"Non vedo cosa t'importi, non è certo una cosa che ti riguarda se Daniel e io stiamo insieme o meno."
"M'importa," ribatté Ethan con veemenza. "Mi interessa così tanto che non dormo la notte, per cui te lo chiederò ancora una volta: stai con Daniel?"
"Perché non lo chiedi alla tua amica Jane?"
"Leanne," supplicò lui con occhi stanchi e la voce che tremava.
Avrebbe potuto mentire, si disse Leanne. Lui non l'avrebbe mai saputo e Daniel si era mostrato così gentile e comprensivo che sicuramente, se gliel'avesse chiesto, le avrebbe retto il gioco. Ma, come un fulmine a ciel sereno, le tornarono in mente le parole di Josh: dovevano smettere di farsi la guerra o non avrebbero mai risolto nulla, e lei aveva un assoluto bisogno di mettere fine a quella storia fatta di ripicche, tiri bassi e veleno.
Ethan era riuscito a conquistare il suo cuore e, piano piano, ogni aspetto della sua vita con una facilità disarmante; e ora, tutto quel groviglio di incomprensioni, li stava allontanando sempre di più.
Era incredibile il potere che, inconsciamente, lui riusciva a esercitare sulla sua vita.
"No, non stiamo insieme," mormorò allora, dopo una lunga battaglia interiore, "E non ne ho intenzione ."
Sentì la presa che la cingeva allentarsi e vide distintamente le spalle di Ethan rillarsi. "E tu..." il ragazzo si schiarì la voce, "Tu l'hai... Leanne, vi siete baciati?"
"Non credo sia il caso fare questa conversazione, finiremo col dirci cose sbagliate e ferirci."
"Ho bisogno di saperlo," rispose lui e si avvicinò al suo viso. "Devo... voglio... ti prego, dimmelo."
Leanne sospirò profondamente e abbassò lo sguardo, non riuscendo più a reggere quello del ragazzo. "Sí, è successo. L'ho baciato io."
Ethan chiuse gli occhi, cercando di trattenere con scarsi risultati una smorfia di dolore. A quella vista, una piccola parte di Leanne si trovò a godere più del previsto: non sembrava così sofferente l'altro giorno, quando stava tranquillamente abbracciato a Jane.
Si aspettava forse che lei rimanesse lì in sua attesa? Dopo quello che aveva fatto.
"Va bene," lo vide annuire. "Te l'ho chiesto io, grazie per essere stata sincera."
"Era così importante saperlo?"
"Lo era, perché sono giorni che ci penso. Continuavo a immaginare voi due che..." Ethan scosse la testa, "Vi baciare, vi abbracciate e io... io impazzisco al solo pensiero di te e qualcun altro. Vorrei solo poter tornare indietro nel tempo e cambiare le cose, facendo le cose in modo giusto questa volta."
"Già, lo vorrei anche io," mormorò Leanne mentre una stretta le chiudeva la gola e sentiva le lacrime farsi strada. "Però non si può, sarebbe troppo facile tornare indietro e risolvere."
Noi non stiamo più insieme e io ho baciato Daniel, ormai fatta."
"Ma non ha importanza, per me. Davvero, Len, non fa niente se vi siete baciati, posso passare oltre."
Lei spalancò gli occhi, tutto si sarebbe aspettata meno che quello. "Sei forse impazzito? Vuoi dirmi che riusciresti restò ancora a uscire con lui sapendo che mi ha baciato?"
Perché io no, Ethan. Il solo pensiero di te e Jane mi annienta.
"Cazzo, Leanne. Certo che mi importa, questa cosa mi distrugge così tanto che vorrei solo uscire e... distruggere titto, urlare e dimenticare questa cosa. E non sarebbe sufficiente, perché mi sento morire al solo pensiero," Ethan mosse il braccio e Leanne si ritrovò a poggiare le mani sul suo petto, cercando una distanza ormai illusoria. "Ma tu sei più importante. Maledizione, Leanne, ti sto dicendo che non mi interessa perché mi manchi così tanto che, in confronto, questa è nulla. Sono disposto a passarci sopra, perché vederti ogni giorno lontana da me mi sta logorando."
"Ethan, non posso," un piccolo singhiozzo le sfuggì dalle labbra e si odio per quella debolezza che non era riuscita a nascondere. "Io non riesco a dimenticare, non hai idea di com'è stato per me."
"Se solo mi lasciassi spiegare," la pregò il ragazzo. "Non dico di non avere colpe, sono un idiota e hai ragione, ma se provassi a capire..."
"Non voglio," rispose Leanne. "Non voglio ripensare a tutto quello perché sono stata uno schifo, Ethan. Tu dov'eri, eh?" Una lacrime le sfuggi, accarezzandole la guancia, e subito la mano di lui accorse ad asciugargliela, attardandosi più del dovuto. "Vedi, io sono sicura che se ti dessi la possibilità di spiegarmi, ti perdonerei. Ti basterebbe chiedermi scusa e io avrei già dimenticato tutto, ma non so se sono disposta a farlo. Non è giusto!"
Ethan poggiò la fronte contro la sua, inspirando profondamente e sfiorandole il viso col respiro. "Ho bisogno di te, sono venuto qui solo per te e, ti giuro, che non ho intenzione di demordere. Dovesse volerci anche un anno intero, Len, io non me ne vado," le portò una mano dietro la nuca e, senza darle il tempo di ribattere, premette le labbra contro le sue.
Cavolo, se l'era mancato.
Incurante di ciò che si erano appena detti e della sua volontà di non voler cedere alle sue scuse, Leanne gli portò le braccia dietro le spalle e lo strinse. Inconfondibile e immancabile come sempre, Ethan le mordicchiò il labbro inferiore prima di approfondire il bacio. Finalmente!
"Dio, Leanne, cosa mi fai," mormorò, prima di tornare a baciarla.
Non era sicura se fosse una domanda o una semplice esclamazione, ma comunque non aveva intenzione di rispondere, troppo presa dall'usare la bocca in tutt'altro modo.
Una mano di Ethan, non più timida come un tempo ma irruenta e decisa, s'infilò sotto la stoffa della sua maglietta e cominciò ad accarezzarle la schiena.
Ah! Leanne cercò di trattenere un piccolo (e per lei assolutamente imbarazzante) gemito ma, a giudicare dal sorriso in cui si incurvarono le labbra del ragazzo, non dovette esserci riuscita.
Sentì distrattamente delle voci distinte e lontane da fuori e, improvvisamente, fu come se fosse stata riportata bruscamente alla realtà.
James e Noah stavano rientrando e li avrebbero trovato così. I suoi fratelli che l'avevano consolata silenziosi e senza mai fare domande, erano lì fuori e quello davanti a lei era Ethan.
E lei fino a qualche minuto prima aveva affermato, con molta sicurezza, di non volerlo perdonare.
Un po' di polso, ragazza, e che diamine.
Si staccò bruscamente da quell'abbraccio e, nonostante il caldo che stava caratterizzando quell'estate, si sentì come esposta a un ventata di gelo improvvisò.
Ethan la guardò confuso, mordendo le labbra arrossate e gonfie dalla foga con sui si erano unite a lei. "E' successo qualcosa? Ho sbagliato qu..."
"No," lo interruppe lei, "Non hai fatto niente, non più del solito. Sono io, non dovevo baciarti. Questo non dove succedere, io..." una morsa le impedì di parlare e sentì le guance bagnate. "Non posso, non ci riesco. Non ancora."
Ethan fece un passo verso di lei con espressione contrita e vide il suo sguardo soffermarsi sui suoi occhi ormai pieni di lacrime. Leanne capì che se fosse rimasta anche solo un secondo di più il ragazzo l'avrebbe abbracciata e, cosa ancora più grave, lei l'avrebbe lasciato fare.
Perchè tornare tra le sue braccia e stringerlo nuovamente a sé era stato come tornare a respirare dopo mesi di apnea. E l'aria non le era mai sembrata così bella.
"Devo andare," mormorò Leanne, fermando qualsiasi sua intenzione, e corse al piano di sopra. Per la foga inciampò in uno scalino, sussurrando a denti stretti un'imprecazione, e una volta arrivata alla sua stanza vi si chiuse dentro. "Merda, merda, merda."
Qualcosa le diceva che Josh, quando quel pomeriggio le aveva suggerito di parlare con Ethan e chiarire, non intendesse esattamente quello.
Ma dove diamine era Annabeth? L'avrebbe aspettata nascosta sotto le coperte, e soprattutto, barricata dentro. Nel caso a Ethan fosse venuta l'assurda idea di tornare alla carica.
🎈 🎈 🎈
Quando Leanne era salita in camera sua e aveva preso la decisione, più che matura, di chiudervisi dentro non aveva certo immaginato ciò che questo avrebbe significato.
A cadenza di cinque minuti sia James che Noah si alternavano fuori la sua porta, cercando invano di convincerla a uscire. Ethan, ringraziando il cielo, non aveva neanche provato ad avvicinarsi e lei non poteva che essergliene grata.
Si portò le coperte fin sopra la testa mentre sentiva distintamente James andarsene, dopo averle detto che se solo l'avesse voluto avrebbe parlato lui con Ethan. Come poi aveva intenzione di parlargli, Leanne poteva solo immaginarlo.
"Len," Noah, che aveva appena sostituito il fratello, bussò lievemente alla sua porta. "Per favore, esci?" Leanne si chiuse in posizione fetale e non accennò minimamente a rispondere. "James sta per avere una crisi di nervi," le comunicò, "Ed Ethan sembra sull'orlo del suicidio."
Per quanto la riguardava Ethan poteva ancora affogare, non si sarebbe certo alzata per lui. Era stanca di come la faceva sentire e di come sembrava manovrarla con dei piccoli gesti: come se lei fosse lo stupido e vuoto burattino e lui chi ne muoveva i fili.
Da fuori la porta arrivarono dei rumori, prima che Noah riprendesse la parola: "Mi dispiace, Len," sospirò. "Ho sbagliato e in tutto questo tempo non ti ho ancora chiesto scusa. Pensavo davvero che far venire qua Ethan fosse la cosa giusta, ma non mi sarei dovuto mettere in mezzo. Sei la mia sorellina e avrei dovuto pensare prima a te."
Leanne si morse il labbro inferiore, indecisa se rispondergli o meno. Le parole del fratello erano riuscite a smuovere qualcosa in quel guscio vuoto che era diventata dopo il bacio con Ethan e, si rese conto, aveva un urgente bisogno di un abbraccio.
"Si può sapere che sta succedendo?" disse una voce e Leanne tese l'orecchio per sentire. "Insomma, me ne vado per una mezz'ora e Leanne si barrica in casa, Ethan sembra un morto che cammina e James... beh, James è James."
"Annabeth," esclamò Noah, "Finalmente, sono ore che ti chiamiamo."
"Avevo il telefono scarico," si giustificò Annabeth e Leanne, al suono della sua voce, desiderò alzarsi e correre da lei. La sua amica era arrivata, finalmente! "Ora sono qui, comunque. Tu vai giù a evitare che James salti addosso a Ethan, qui ci penso io."
Dei passi si allontanarono e Leanne si rilassò, intuendo che l'amica avesse preso in mano la situazione. Sarebbe stata un'ottima madre, senza dubbio.
"Leanne," fece Annabeth, "Sto per entrare, conto fino a tre. Uno, due..." e la porta si aprì.
"Non hai detto tre," mugulò Leanne, alzando di poco la testa per guardarla.
"E tu non hai chiuso davvero a chiave."
"Lo sai che ho paura di rimanere dentro, poi," Leanne si strinse nelle spalle e si spostò di lato, facendo silenziosamente posto ad Annabeth.
La ragazza si tolse le scarpe con un calcio e posò la borsa sulla scrivania, avvicinandosi al suo letto. Scostò le coperte sotto le quali era sprofondata, incurante del caldo afoso, e le si stese accanto.
"Si muore di caldo qui sotto."
"Lo so."
"E' ora di cena."
"Lo so."
"Hai intenzione di uscire, prima o poi?"
"Ethan è ancora in salotto?" chiese Leanne, voltandosi a guardare l'amica.
"Sarebbe strano il contrario, è vostro ospite."
"Allora credo che rimarrò qui," convenne. "L'ho baciato."
"Intendi recentemente o nel corso dei mesi passati?" chiese Annabeth e Leanne le tirò un pugno sulla spalla.
"Due ore fa, per la precisione. Stavamo discutendo, credo, non ne sono sicura. Non lo so più ormai, litighiamo così tanto che non vedo più la differenza."
"Fa molto maschio alfa, non trovi?"
"Annie! Ma da che parte stai?"
"Dalla tua, che domande. Ma Ethan che ti prende e ti bacia appassionante, beh... è figo."
Leanne alzò gli occhi al cielo, stringendo un coniglietto di peluche. "Non ho mai detto che è stato un bacio appassionante."
"Per averti fatta barricare nel letto, dev'essere stato il miglior bacio che tu abbia mai ricevuto," convenne Annabeth e Leanne non potè che darle ragione.
Quel bacio le aveva acceso come un fuoco dentro e, se si concentrava, poteva ancora sentire la pressione delle labbra di Ethan sulle sue.
Che bacio! Accidenti a lui.
Leanne sospirò e si appoggiò contro la spalla dell'amica, pensierosa. "Che devo fare, Annie? Aiutami tu."
"Non posso," disse Annabeth e portò una mano a carezzarle i capelli. "O meglio, io un'idea personale ce l'ho ma tutto questo non dipende da me. E' la tua vita, la tua relazione e il tuo ragazzo."
"Non è il mio ragazzo," obiettò debolmente Leanne.
"Qualunque cosa sia, credo tu debba guardare dentro te stessa e capire che ruolo ricopre Ethan nella tua vita. E soprattutto chiederti che ruolo vuoi che abbia."
"E se me lo dicessi tu? Sono sicura che sai bene cosa è meglio per me."
"Te lo puoi scordare," Annabeth interruppe le carezze per tirarle un affettuoso buffetto. "E' una tua scelta e per carità, per amor di tutti noi che viviamo sotto il vostro stesso tetto, falla il più presto possibile."
"Fosse facile," borbottò Leanne. "Dovremmo scendere, vero?"
"Non sarebbe una cattiva idea, credo che James potrebbe irrompere da un momento all'altro."
"Si fa sempre prendere dal panico, dovrebbe iniziare a gestire meglio le situazioni."
"Sono d'accordo," Annabeth annuì. "Tu, però, potresti iniziare a non darti alla fuga ogni volta che non sai come affrontare una situazione."
"Touchè. Annie?"
"Mh?"
"Prima di scendere, puoi farmi i grattini ancora due minuti?"
"Certo che sei viziata, eh" scherzò Annabeth e avvolse un braccio intorno alle sue spalle, abbracciandola.
Rimasero in quella posizione per svariati minuti, in cui Leanne non potè impedirsi di pensare a tutta quella situazione. E poi aveva fame e, per colpa di quell'idiota di Ethan, stava rimanendo digiuna.
Accidenti a lui!
"Annie," disse Leanne, dopo un po', "Ma non poteva piacermi un ragazzo bello, simpatico, intelligente e soprattutto maturo? Uno di quelli che ti portano i fiori la mattina e i cioccolatini senza che ci sia un vero motivo."
Oh, ma stava descrivendo Daniel. Peccato l'avesse rifiutato per il cavernicolo che stava al piano di sotto.
"Intendi il classico principe azzurro che salva la principessa dalla torre maledetta?" chiese l'amica e Leanne annuì. "E ti andrebbe bene anche con la calzamaglia e il mantello?"
"Un principe azzurro moderno, Annie. Magari con la moto, và! Poi se è ricco tanto meglio."
"Non dire sciocchezze, Len, quelli non esistono davvero."
Ah beh.
🎈 🎈 🎈
Oggi si sbircia un po' il telefono di Noah che, come vedete, in preda al panico ha deciso di riempire Annabeth di messaggi.
Come promesso e annunciato, i capitoli cominciano a farsi più "interessanti" dal punto di vista Lethan (non ricordo chi coniò questo termine ma mi piace da matti.)
Le cose purtroppo sono ancora ben lontane dall'essere risolto e noi ancora non abbiamo idea di cosa sia successo tra di loro, ma almeno abbiamo avuto un bacio.
Habemus baciuuuus!
Passiamo ora alle mie solite domande: qualcuno ha pensate a qualche altro motivo per cui i Lethan si sono lasciati?
Ci aspettava che si baciavano?
Ma soprattutto - e questa è una cosa per cui ho timore -, cosa ne pensate dei Lethan in questa versione più"profonda"? Sono un po' lontani dai due ragazzi del primo libro, che scherzavano insieme, litigavano ed erano un po' allergici all'amore: qui hanno avuto modo di scoprire cosa provano l'uno per l'altro, cosa significa realmente stare insieme e sopratutto perdersi.
Vi piacciono ugualmente?
Vi annuncio inoltre che sto cercando di portare "fatta" la storia di James per quando questa sarà conclusa, così da non far passare troppo tempo. Purtroppo però ormai è iniziata la sessione estiva e io ho tempo solo per piangere.
Nel frattempo, eccovi la copertina ufficiale (si spera, cambio più volte idea dei calzini 😂😂):
Come vedete è ben diversa dalla prima che avevo proposto che, sebbene come idea mi piacesse, era fin troppo scura. Certo, ho dovuto rinunciare a trovare "persone" che rispecchiare la mia idea di personaggi ma si fa quel che si può.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro