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8· Troll nei sotterranei e feste nei dormitori

- Alla fine vieni? – Ali alza lo sguardo dalla rivista che sta leggendo da quando ha finito di studiare, alla ricerca di qualcosa da mettere questa sera.
Fred e George hanno organizzato una festa dopo-banchetto, per festeggiare tutto tranne Halloween, ne sono sicura.
- Non lo so... Non sarei maleducata se, dopo aver rifiutato la proposta di Jason, ci andassi? 

Non lo avevo mai visto questo qua, fino a stamattina. Si è avvicinato a me, si è seduto e, dopo avermi levato la fetta di torta ai mirtilli dalla lista dei desideri - se l'è mangiata -, mi ha chiesto se, per caso, mi andasse di andare alla festa che "i gemelli" organizzavano nella Stanza di qualcosa, probabilmente delle Necessità, con lui. Ovviamente gli ho detto di no. Non lo conosco, e ho sempre trovato Halloween come una festa inutile.

- Vai giù a dirgli che hai cambiato idea. E che ti va, di andarci con lui.
- Ma Ali... Non lo conosco! – ribadisco, sfilandole irritata la rivista dalle mani.
Chi è che legge ancora Moda secondo Adelaide? Persino io so che ormai si fa affidamento su Gin consiglia abiti per ogni occasione. 
- Ancora questa storia? – Jo esce dal bagno, i capelli legati in due codini bassi. – Kenzie, te l'ho già detto, digli di sì e non rompere. Non importa a nessuno, tanto meno a lui se non vi conoscete.
- Ma come minimo vorrà baciarmi.

Sbatto il piede in terra, irritata. Non voglio baciarlo, né nessun altro essere dotato di testosterone che abita in questo Castello.
- E tu lasciati baciare – suggerisce Ali.
- Questo consiglio fa vomitare. Io non voglio baciarlo.
- Oh, andiamo, ancora con questa storia? Su, Kenzie. Non ricominciamo e scendi di sotto. Vagli a parlare; per favore.
Jo mi mette le mani sulle spalle e, dopo che Ali ha agitato una mano in direzione della porta, facendola aprire, mi spinge fuori.

Il corridoio è pieno di gente. Molte ragazze dal terzo anno in su si scambiano consigli sugli abiti da indossare, mentre quelle del secondo e del primo le guardano, ammirate. Ho come la sensazione che sarà una lunga serata, e che me ne pentirò. Assolutamente.
- Scusami, Angelina!
Fermo la ragazza che ho riconosciuto come quella per cui George ha una cotta colossale mentre corre verso quella che presumo sia una sua amica, con un vestito arancio da cocktail. Le metterà in risalto la carnagione. Ha fatto una buona scelta. Osservo le maniche a sbuffo, con una fila di brillantini trasparenti sul bordo; il bordo finale della gonna che le dovrà arrivare più o meno sopra al ginocchio.

Si ferma, lanciandomi un'occhiata interrogativa.
- Sei Mackenzie, giusto?
- Kenzie, sì. 
- E' tutto ok?
- No. Cioè, sì. Volevo chiederti se per caso avessi visto Jason. 
- Jason?
- Alicia dice che segue dei corsi con noi – mi stringo nelle spalle, guardandole i capelli acconciati stranamente.
- Ma quale, quello dai capelli neri?
Annuisco distrattamente, cercando di capire cosa, dopo le trecce, ci sia in quell'insieme di elastici e di capelli girati e annodati tra loro.
- E' giù, con Fred e qualcun altro.
- Okay, grazie mille. Quel vestito comunque è bellissimo. 

- Grazie! – sorride allegra, raggiungendo l'amica. 
Scendo le scale velocemente, cercando i capelli rossi di Fred. Cavolo, insieme a loro c'è anche Logan. E... quei due non sono forse Finn e Wood? 
Fantastico. Sarà un momento epico.
Infilo le mani in tasca, sospirando profondamente. Okay, ce la posso fare. Comincio a camminare, fermandomi alle spalle di Fred e picchiettandogli l'indice sulla spalla destra.
- Sì? – si gira, alzando le sopracciglia vedendomi. – Kenzie! Scommetto che hai cambiato idea!
- Be', Fred, sì, però il punto è che... – guardo i ragazzi del gruppo, sorvolando Wood. Mi ha dato fastidio il suo comportamento dell'altra sera. – Hai visto Jason?

Scorgo Logan stringere le labbra e Finn lanciare un'occhiata a Wood che doveva sembrargli furtiva ma che non lo è assolutamente. 
- Jason? 
Sgrana gli occhi, rialzando le sopracciglia. Uhm, credo che per lui farlo sia un vizio come per Wood e Harriett sorridere.
- Sì, Jason.
- Un attimo. Ehi, Jas! C'è qualcuno che ti cerca! – esclama, quando il suo amico si è girato, indicandomi.
Jason saluta con un cenno del capo i ragazzi con cui stava parlando e viene verso di noi.
- Ehi. Tutto okay?
- Okay; vengo.

- Vai... dove, esattamente? – esclama Fred al mio fianco.
- Stai zitto, Fred. Ti va ancora bene o...?
- Va bene, Mackenzie. Va bene.
- Okay, bene.
- Bene – ripete, accennando un sorriso.
Faccio un cenno con la mano ai ragazzi allontanandomi. Mi fermo, e mi volto di nuovo verso di loro. Mi stanno guardando tutti.
- E' Kenzie, comunque – chiarisco, guardando Jason. Ha dei begli occhi.
- E' alle nove e mezza, per tua informazione, Kenzie.
- Grazie.

Ritorno in camera, lo sguardo basso e le mani nelle tasche. Le ragazze mi passano accanto, trilli allegri aleggiano nei corridoi del Dormitorio; mi imbatto in Angelina, di nuovo. Mi sorride, l'amica mi guarda, scuote la testa, e ricomincia a illustrare i punti-forza del look di Angelina. Bah. Io non capisco cosa ci sia di divertente nel decidere insieme alle amiche come vestirsi. Fosse per me andrei in giro in pigiama costantemente. 

Apro la porta della stanza, ritrovandomi davanti un turbinio di vestiti e colori. Jo indossa un tubino azzurro e, a giudicare dalle sue movenze, lei e Ali hanno messo su una sfilata di moda improvvisata. 
- Ehi, Kenzie, che te ne pare? – Jo mette le mani sui fianchi, un sorrisetto sulle labbra. 
Qualche paillette puntella il tessuto, riflettendo la luce emessa dalla lampada; in vita, dove una cintura bianca stringe il vestito, una rosa azzurra in quello che, da qui, sembra veltro, ravviva l'abito. Ha una spaccatura sul lato destro che si interrompe poco prima del bacino. Le sue gambe - Dio, quanto vorrei avercele io - sono avvolte in dei collant rosa pelle e ai piedi porta delle ballerine azzurre.
- E' orrendo. Scusate, ma non è comunque troppo presto? Sono le quattro! E pure il corridoio è pieno di ragazze.
- Non è troppo presto. Guarda quanti vestiti dobbiamo provare! – Ali fa un gesto stizzito verso la pila di abiti sul suo e sul letto di Jo. Alcuni li hanno messi anche sul mio, di letto. – Bene. Quindi, sì, Kenzie ha ragione. Questo vestito è orribile. Prova questo, Jo.

Prende dal mucchio un vestito rosa pastello e glielo lancia. Jo lo prende al volo, correndo verso il bagno. 
- E tu, invece, vedi se questo ti sta e ti piace.
Mi passa un abito verde, indicandomi con l'unghia appena smaltata - ci son boccette di smalto ovunque - il paravento a righe azzurre e verdi che ha tirato fuori dall'armadio. O dal baule. 
- Non mi piace il colore.
- Tu provalo e basta, Kenzie. Su, forza.
Alzo gli occhi al cielo, rifugiandomi dietro al paravento. Mi levo i jeans e la maglietta e tiro giù la zip dell'abito. Stringo gli occhi, ignorando quella voce nella mia testa che mi urla di lasciar perdere e di andare in jeans. Tanto non mi vedrà nessuno. Sono quasi tentata di farlo, quando mi ricordo che, purtroppo, ho detto a Jason che sarei andata con lui.

Infilo il vestito dalla testa, cercando di tirare l'orlo il più in basso possibile. Sono sicura sia di Ali e gli abiti che si mette alle feste sono pezzi di stoffa che bastano a malapena per coprirle il sedere. Le spalline mi cadono giù, troppo larghe, e i lembi finali della cintura nera, attaccata per un pezzo sulla schiena, scivolano verso il basso, sfiorandomi le cosce. Li avvolgo attorno alla vita, stringendoli e facendoli girare attorno al mio corpo, cercando di fare un fiocco sul retro. 
- Ali? 
- Sì?
- Puoi venire un secondo?
- Arrivo.

Sento le suole delle sue ciabatte grattare sul parquet e poco dopo appare accanto a me.
- Tutto okay?
- Mi stringi le spalline, per favore?
- Certo.
Armeggia con i ganci sulle spalline, facendoli scorrere verso l'alto.
- Va bene così?
- Sì, grazie.
Schiocca la lingua sul palato, passandosi una mano tra i capelli.
- Posso rifarti il fiocco?
- Ah ah.
Lo scioglie, lo avverto dal mio ritorno al "respiro decisamente molto meglio". Mi fa girare, passando la cintura attorno alla vita senza stringere troppo e la riporta sulla schiena. Intreccia i lembi, tirando gli anelli finali del nodo e sistemandoli.

- Okay, fatto. Vatti a vedere allo specchio – mi spinge fuori dal paravento. – Jo, hai fatto?
- Sto arrivando, un secondo!
- Kenzie.
- Eh.
- Prova queste. 

Tende verso di me un paio di scarpe nere col tacco. Le infilo, dirigendomi verso lo specchio.
L'abito mi ricade dolcemente sui fianchi, mettendoli in evidenza. Le spalline, abbastanza spesse, riconducono a uno scollo a barca, ricoperto di brillantini verde chiaro. Il busto è ricoperto di tulle e aderisce perfettamente al mio petto - anche troppo, direi. La gonna è a palloncino e mi arriva poco sotto le ginocchia. 

Le scarpe riprendono il colore della cinta, ma quel fiocco sul lato sinistro non mi convince.
- Non mi piace – chioso, voltandomi verso Ali.
Lei schiocca di nuovo la lingua, fissando contrariata la pila di vestiti sul letto di Jo. Ne adocchia uno che sembra piacerle e me lo porge. 
- Vedi se va bene con le scarpe. 
- Non ce l'hai più basse? Oppure... non posso metterci quelle, sotto? – indico le sue Superga bianche, appoggiate al bordo del letto.
Alza un sopracciglio, scuotendo la testa.
- No. Tieni queste.

Le guardo. Sono ballerine, nere, con un tacco molto molto più basso di quelle che porto ai piedi.
- Va bene. Grazie. 
Raggiungo di nuovo il paravento, levandomi il vestito verde e infilando quello viola. Sfilo le scarpe dai piedi e metto le ballerine. Sono un po' larghe, ma penso che potrebbero andar bene lo stesso.
Esco dal paravento e, nello stesso momento, Jo esce dal bagno. Ha in mano il vestito azzurro e quello rosa pastello azzurro.
- Non mi piace – diciamo in contemporanea tutte e tre. 
Sembra una Fata Confetto.

La scollatura è a cuore, la gonna troppo lunga ed è cosparso di brillantini e paillette rosa.
- Era più bello quello azzurro – commenta Ali.
- Non ce n'hai uno verde?
- Ce l'aveva Kenzie.
Jo mi guarda, mordendosi un labbro.
- A me non piaceva, ma a te starà sicuramente meglio.
Glielo lancio, sperando davvero che arrivi a destinazione. Chiudo gli occhi, decidendo che non voglio vedere.

- Non è arrivato, vero?
- L'hai superata – lo sento dalla voce che sta cercando di trattenere le risate, Ali.
- Oh, che diamine. Ma una volta che arriva preciso, no?
- No, a quanto pare.
- Tu sei sempre molto comprensiva, Ali'.
Sorrido riconoscente a Jo, che corre a rinchiudersi nuovamente in bagno per provarsi il vestito verde.

Alicia si gira verso di me e sgrana gli occhi.
- Ti sta benissimo, Kenzie!
Mi giro verso lo specchio, socchiudendo gli occhi.
- Dici?
L'abito mi lascia le spalle scoperte e le maniche, con una spaccatura sul retro del braccio, arrivano poco sopra il polso. L'orlo è liscio, regolare, e si interrompe prima delle ginocchia.
La prima cosa che mi passa per la testa, è che è troppo attillato.

Do voce ai miei pensieri, beccandomi un'occhiata truce da parte di Ali. 
- Stai zitta. Stai benissimo. Adesso... 
La vedo, nello specchio, che si volta di nuovo, verso il suo letto. Agita una mano, soprappensiero, e afferra una cintura nero lucido e un paio di stivaletti bassi dello stesso colore della cinta. Sgrano gli occhi, scorgendo l'altezza del tacco, e sospiro, rassegnata, sapendo che non mi avrebbe mai lasciato scegliere un altro paio di scarpe.
- To'. 
Me le allunga, muovendole avanti e indietro.
- Ma tu che ti metti? – le chiedo, allacciando la cintura abbastanza stretta da non farla cadere. 
- Questo – alza un vestito arancione.
- E quando pensi di metterlo?

Mi giro; è bellissima. Quel vestito le sta d'incanto. Addosso a lei sembra più scollato, e più corto. I brillantini sulla parte alta richiama il colore dei suoi occhi e la gonna le si stringe perfettamente in vita, per poi allargarsi di nuovo. 
- Stai benissimo.
- Grazie, Ali – si gira verso di lei, lasciandomi dare un'occhiata a come ha acconciato i capelli. 
Li ha sciolti e le arrivano all'altezza del seno; ha intrecciato due ciocche di capelli tra loro, a destra e sinistra, e le ha unite, con un nastrino nero. Tra la treccia, su ogni lato, ha incastrato una margherita. 
- Secondo me, i fiori stonano.
- Dici? – mi guarda e gonfia le guance. 

- Sì.
- Ali?
- Ha ragione.
- Okay – si sfila le margherite dalle trecce e, attorno allo stelo di una, ci allaccia un nastrino verde chiaro.
- Che fai? – le chiede Ali, prendendo il vestito e andando dietro al paravento.
- Un braccialetto – fa passare il nastrino sul polso e annoda i due estremi tra loro. – Kenzie?
- Ehi.
- Cosa fai ai capelli?
- Non posso lasciarli così?

- No.
- Dàii.
- No – Ali si premura di dare la sua opinione; anche mentre si sta cambiando.
- Che le faccio?
Ali non risponde, inizialmente, e me la immagino fissare il vuoto, le caviglie incrociate.
- Che ne dici di due trecce che partono dall'alto che poi arrotoli sulla nuca? E le lasci due ciuffi fuori, davanti al volto.
- Okay; Kenzie, vieni?
- Arrivo.

L'acconciatura che mi ha fatto Jo è troppo stretta; tira un sacco. Mi siedo a tavola, vicino ad Ali, e fisso il piatto vuoto. La Sala Grande è decorata elegantemente, tantissime zucche galleggiano in aria e ognuna di esse ha un'espressione diversa intagliata nella buccia. Molte candele si muovono lungo la stanza, in aggiunta a quelle solite, e ogni tanto un pipistrello fa capolino da qualche buco nel muro che ha scelto come nascondiglio.
Il professor Silente parla, ma non riesco a capire quello che dice. Non sto ascoltando davvero. Si siede poco dopo e i piatti al centro della tavolata si riempiono di cibo. Non ho neanche il tempo di afferrare un pezzo di pollo che il professor Raptor entra nella stanza, correndo verso il preside. Urla, il turbante di traverso, che c'è un troll nei sotterranei. 

Si alzano tutti, le panche che grattano per terra. Il professor Silente alza una mano, per richiamare il silenzio, ma nessuno gli presta attenzione. Un mormorio concitato si diffonde per la Sala, spezzato da una voce che urla di stare in silenzio. Ci giriamo tutti verso il preside, mentre immagino che tutti proviamo quello strano stato d'agitazione che mi si muove nello stomaco.
- Prefetti, accompagnate gli studenti nelle Sale Comuni – ordina, quando nessuno di noi parla più.
Un po' di studenti si alzano in piedi, richiamando l'attenzione di noialtri. 
Ci spostiamo verso l'ingresso e, lentamente, la massa di studenti si divide, e rimaniamo solo noi vestiti in nero e rosso. 

Lontano dalle orecchie dei professori, molti si interrogano su come sarebbe bello se fossero in grado di bloccare da soli il troll e i gemelli Weasley corrono lungo la fila di studenti, dicendo qualcosa a quelli che, apparentemente, frequentano il terzo anno e più. Ma tanto lo sanno tutti che, alla fine, verranno anche quelli del primo. Li vedo seguire questo schema per una decina di studenti, poi si limitano a intrufolarsi nelle conversazioni per dire quello che hanno da dire.
- Ragazze – appaiono al mio fianco, facendo sobbalzare Jo. 
- Ciao – saluto, per tutte e tre. 
- La festa è spostata nel dormitorio – è un bisbiglio quello che esce dalle labbra di Fred, che cerca di non farsi sentire dal fratello poco più avanti.
- Okay. Ci vediamo dopo, allora.

Si allontanano, permettendomi di voltarmi a guardare le mie amiche. 
- Pensavo che non si facesse.
Una risatina di scherno esce dalle labbra di Alicia, che commenta: – Ma ti pare?
- Be', sì.
- Va be'. Secondo voi, com'è entrato nei sotterranei, quel troll? – Jo interviene, cambiando argomento.
- Qualcuno l'avrà fatto passare. Non c'è nessun'altra spiegazione plausibile. Non credo si possa appellare una Creatura Magica di quella taglia.
- Già, sì, son d'accordo. Ma chi potrebbe averlo fatto? – Ali mi guarda, chiedendomi anche scusa con lo sguardo per la risatina di prima.
- Qualcuno a cui non piace Silente.
- A chi è che non piace, scusa?

- Ai Serpeverde – sussurra Ali.
Vedo Jo stringere i pugni, indispettita. Forse Alicia non doveva dire quella cosa; forse poteva tenersela per sé. 
- E chi sarebbe in grado di trasportare un Troll nella scuola? Non si possono appellare, come ha detto Kenzie, e non puoi neanche fare una Materializzazione congiunta, sia perché il Troll è troppo grande, sia perché non ci si può Materializzare dentro Hogwarts.
- Magia Oscura – commenta di nuovo, stringendo tra le dita un lembo della manica.
- Magia Oscura – ripete Jo, scuotendo la testa. – Ma ti senti quando parli? Magia Oscura! E chi mai potrebbe esserne capace, Alicia? Sentiamo, dài, dimmi i nomi.
- I figli dei Mangiamorte.

Jo scoppia a ridere, pizzicandosi la narice destra.
- Ali', i Mangiamorte si sono dati alla macchia undici anni fa. 
- Ma questo non vuol dire che abbiano smesso di credere in un ritorno di Voi-Sapete-Chi, e tirando scherzi di questo genere pensano di incutere timore, e sperano che Lui decida di spuntare fuori. Secondo me pensano che sia ancora vivo. 
- Credi sia morto?
- No. Solo che sia più morto che vivo.

Non mi piace la piega che sta prendendo la conversazione: devo fermarle, altrimenti, chissà cosa potrebbe succedere.
- Scusate...
Mi ignorano, continuando a litigare. Tu Sai Chi. Eugh. Non capisco di cosa bisogni discutere.
- Oh! Scusate.
Schiocco le dita davanti ad Alicia, alzando la voce: – OH! SCUSATE!

- Che c'è? – Jo si gira, gli occhi assottigliati.
- Vi sembra il caso?
- Di litigare?
- Di parlare di questa cosa – la correggo.
Ali sbatte le palpebre, non capendo. Jo si ammutolisce, guardandosi attorno.
- E perché?
Mi trattengo dall'alzare gli occhi al cielo; a volte è proprio stupida.

- Niente, Alicia.
Guardo Jo, suggerendole con gli occhi che forse faremmo meglio ad allontanarci, visto con quanta facilità hanno litigato. Mi dispiace lasciare sola Ali, però la penso come Jo.
Lei annuisce e, dopo aver salutato Ali con un cenno del capo, la superiamo. Poco più avanti scorgo i gemelli, intenti a progettare uno scherzo – di sicuro – da fare a Percy. Direi che ci sarà da ridere.

- Ehi!
I Weasley sobbalzano, mentre Fred ripone velocemente un foglio di pergamena nel mantello, e poi si girano a guardarsi.
Fred passa lo sguardo su di noi, constatando che Alicia non è con noi.
- Dov'è Ali? – lui rompe il silenzio, girandosi a cercarla.
- Indietro. Credo. Non lo so, lei e Jo hanno litigato.
- Ah, perché?

- Stavamo parlando del Troll; ed è uscito fuori Voi Sapete Chi.
- Voldemort – George soppesa il nome attentamente, modulando la voce, allargandone le "o" e arrotondando la "r".
Jo sobbalza e Fred scuote la testa, prima di andarsene a cercare Alicia.

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