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Burning from inside

N.d.A. ATTENZIONE! In questo capitolo sono descritti contenuti sessuali espliciti (no, non lemon, non ancora😏). Se vi disturba non leggete, grazie ^^
Vi dico, è un capitolo che va oltre lo strano, ma mi sono divertita come matti a tradurlo ahahah xD
Buona lettura :D
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Marinette seguì con curiosità i movimenti di Chat Noir mentre svuotava la vasca da bagno dall'acqua salata per poi riempirla con acqua calda.

Sembrava terribilmente calda e alla corvina venne in mente l'acqua attorno ai vulcani acquatici, tanto calda da essere insopportabile.

Voleva sapere come mai il capitano voleva entrarci.

«Tesoro, potresti girarti, per favore?» chiese il pirata, togliendosi il cappotto ed il cappello nero.
«Perché?» domandò lei incuriosita, inclinando leggermente la testa di lato.
«Devo farmi il bagno. Da quando sei qui non ho potuto lavarmi come si deve.» rispose, notando che la sirena continuava a fissarlo non capendo. «Fare il bagno significa che devo entrare in acqua e lavarmi e per farlo devo essere nudo, quindi, per favore, potresti voltarti?»

La corvina corrugò la fronte.

Dopo tutto questo tempo le risultava ancora difficile capire come mai i vestiti erano così importanti per gli esseri umani.

Certo, in quel momento indossava un bellissimo vestito rosa che Chat le aveva donato, ma non l'avrebbe indossato quand'era in stanza.

Era speciale per lei, non aveva senso indossarlo durante la notte in cabina; preferiva dormire nuda.

«Ma tu mi vedi sempre nuda!» si lamentò.
Il ragazzo si lasciò sfuggire un sospiro esasperato: «Beh, non lo farei se tu ti coprissi con quel cazzo di lenzuolo.»

Le spalle di Marinette si abbassarono e le sua labbra fecero lo stesso; lei sapeva che non gli piaceva vederla nuda per tutto il tempo, ma sentirselo dire era peggio.

Era così brutta da guardare?

«È il mio petto, vero?» chiese, guardandolo. «So che è diverso dal tuo, ma odi così tanto guardarlo? È questo il problema?»

Il biondo, che si stava togliendo gli stivali, alzò lo sguardo e la guardò stranito.

«Tesoro, il problema è che il tuo petto mi piace fottutamente tanto.»
La smorfia di Marinette cambiò in un sorriso: «Quindi pensi che il mio petto sia bello?» chiese, le guance sempre più rosa.
«Penso che il tuo petto sia stupendo. Ora, visto che abbiamo risolto la questione, puoi voltarti, per favore?» domandò con voce tra l'esasperazione e la disperazione, ma la ragazza, alla fine, si voltò, dandogli le spalle.

La corvina sentì il fruscio degli abiti che caddero a terra, successivamente il suono dell'acqua, segno che era entrato in vasca e, infine, un sospiro di sollievo.

Gli occhi di Marinette si concentrarono sulla parete davanti a lei, cercando di capire il perché era sbagliato guardarlo.

Lui l'aveva vista nuda e nella vasca da bagno a giorni alterni e non le dava fastidio.

Mordendosi il labbro inferiore, la sirena voltò la testa di lato, in modo tale da riuscire a vedere il capitano immerso nell'acqua, con le braccia poggiate ai bordi laterali, gli occhi chiusi ed un'espressione di pura calma sul volto.

Strinse ancora di più il labbro tra i denti e, silenziosamente, si avvicinò al suo capitano.

Aveva la testa poggiata al bordo della vasca e l'espressione più calma che avesse mai visto.

Inclinando leggermente la testa diede un'occhiata al suo corpo, notando il suo petto che brillava per l'acqua.

Quasi istintivamente, posò la mano sulla sua spalla, facendolo sobbalzare.

Chat guaì, aprendo gli occhi ed accorgendosi che si trovava faccia a faccia con la corvina.

«Hai un corpo magnifico.» esclamò, facendo scivolare la mano sul suo petto. «Non so perché lo nascondi. Così forte.» sussurrò, scendendo fino ai suoi addominali.

Chat serrò la mascella e chiuse gli occhi, cercando con tutta la sua volontà di tenere a bada l'erezione imminente, il che, dopo il sussulto di sorpresa della corvina, constatò di aver fallito miserabilmente.

«Guarda capitano, la tua triste cosa penzolante è felice!»

Con riluttanza, il pirata aprì gli occhi solo per vedere la punta del suo pene che spuntava fuori dall'acqua; per suo più grande terrore, la corvina tese la mano e lo pungolò, ridacchiandogli nell'orecchio.

«È così carino.»

Chat aggrottò la fronte: non credeva che "carino" fosse l'aggettivo adatto a descrivere un'erezione palpitante, ma non si sorprese molto.

«Posso prenderlo?»

Il ragazzo non fece nemmeno in tempo ad elaborare la domanda ed a reagire che la mano della corvina aveva quasi raggiunto la sua lunghezza.

Quasi con un urlo, riuscì a fermarla.

«Principessa, no!»
«Perché?» si lamentò. «Per favore capitano, sembra così morbido.»

"Perché potrei venire in meno di un secondo se tu afferri il mio cazzo, questo è il fottuto motivo!" pensò con rabbia, ma si morse la lingua per tenere a freno la risposta.

«Tesoro, per l'amor di Nettuno, vai a sederti sul cazzo di letto e fammi finire di lavarmi.»

Marinette abbassò le spalle e, con una smorfia, fece come le era stato detto, sedendosi sul letto con uno sbuffo.

Cosa c'era di male nel toccare la sua cosa penzolante? Era felice, giusto? O forse era lei che lo rendeva triste? Non le piaceva questo pensiero.

Senza nemmeno accorgersi, il capitano uscì dalla vasca, iniziando ad asciugarsi dall'acqua.

Gli occhi curiosi della sirena seguirono Chat mentre apriva un cassetto e tirava fuori una bottiglia di... Non sapeva di cosa si trattasse e la sua curiosità aumentò quando si versò alcune gocce del liquido sulla pelle.

Presa dalla curiosità, Marinette di alzò e si avvicinò al biondo per sentire l'odore del liquido, sorridendo ampiamente; continuò ad avvicinarsi a lui, abbracciandolo all'addome e poggiando il viso contro i muscoli della schiena, facendolo irrigidire.

Dio, aveva un odore così buono.

«Che cosa ti sei messo, capitano?»
«Colonia. Solo perché sono un pirata non significa che devo puzzare di pesce marcio e sudore.» rispose a denti stretti.
«Hai un odore così buono.» inspirò, stringendolo maggiormente. «Ti prego, non mettere i vestiti stasera.»
«Cosa?!» squittì, quasi urlando prima di riacquistare consapevolezza e moderare la voce. «Voglio dire, come mai, tesoro?» chiese, voltando la testa per guardarla da sopra la spalla.
«Perché il profumo si attacca ai vestiti ed io voglio sentirlo bene, cosa che non è possibile se ti vesti. Per favore.»

Lei lo guardava con i suoi grandi occhi azzurri e lui sapeva che era una cattiva idea.

Non era vero, era un'idea del cazzo; la cosa più stupida che potrebbe fare; la decisione peggiore che avesse mai preso.

Ma, cazzo, come poteva resistere a quel suo sguardo implorante?

«Come desideri, tesoro.»

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Chat avrebbe voluto urlare.

Dopo pochi, minuti era nel letto con la sua sirena vogliosa incollata al fianco.

Siccome voleva lasciarle il suo spazio, la fece sistemare nel letto per prima, per poi sdraiarsi accanto a lei, ma rimanendo sull'angolo.

Ma la ragazza non sembrava d'accordo: gli tirò il braccio, facendogli sorgere la domanda di dove avesse preso tutta quella forza, avvicinandolo a sé, poggiando la testa sul suo petto e incrociando le gambe con le sue, avvolgendolo con le braccia.

«Il tuo coso penzolante è di nuovo felice, e picchia contro la mia gamba.» ridacchiò contro la sua pelle nuda del petto.
«Già...» mormorò lui.
«Buona notte, capitano.» sussurrò, inalando il suo profumo ancora una volta.
«Buona notte, tesoro.»

Lei si stava strofinando contro di lui.

Erano passati cinque secondi e lei continuava a strofinarsi contro di lui, per Nettuno!

Chat avvolse un braccio attorno a lei, tirandola maggiormente contro il suo corpo, sperando che si fermasse.

Trattenne il fiato per alcuni secondi prima che la sirena si addormentasse, sospirando esasperato e guardando in basso verso il suo non molto piccolo problema.

Stringendo i denti, afferrò le lenzuola, cercando di trattenersi dal prendere il suo membro.

Quella era sicuramente l'erezione più dolorosa che avesse mai avuto e non poteva fare nulla per farsela passare.

Il pirata non riusciva a prendere sonno; iniziò a guardare per la stanza: la parete accanto a lui, la finestra aperta, la luna argentata, il soffitto, tutto tranne che la sirena addormentata accanto a lui.

Un momento.

La sirena addormentata.

La guardò, assicurandosi che stesse dormendo per davvero e, dopo aver constatato che fu così per il suo respiro costante, scivolò con la mano verso il suo stomaco, stringendo il pugno nel suo membro eretto.

Era ora di farla finita.

Sentì il liquido pre-eiaculatorio sulla punta, iniziando ad accarezzare velocemente il suo membro.

Non aveva tempo per divertirsi, non quando aveva una dolorosa e palpitante erezione.

Si morse la lingua, cercando di non gemere e urlare nel mentre che muoveva la mano, pompando velocemente.

Chiuse gli occhi, facendo del suo meglio per ignorare la sensazione dei seni morbidi premuti contro il suo fianco, cercando di immaginare qualsiasi cosa tranne che capelli corvini e occhi azzurri.

Non funzionava, ma per ora, cercò di ignorare queste sensazioni.

"Ma bravo, fottuto sporco bastardo. Fai queste cose pensando a lei mentre è proprio accanto a te!" si rimproverò mentalmente, stringendo i denti e aumentando la velocità.

Stava per venire, e non era una cosa così sorprendente vista la situazione in cui si trovava.

Mancava poco, così anche lui avrebbe potuto dormire sonni tranquilli.

«Che cosa stai facendo?»

Chat quasi urlò per la sorpresa, per la frustrazione e per un mix di altre emozioni; aprì gli occhi per guardarla, non smettendo di occuparsi del suo problema.

La sirena era puntata al materasso con le braccia, tenendo il busto sollevato, guardandolo con occhi assonnati, confusi e preoccupati attraverso le ciglia.

Alzò la mano, posandola sulla fronte: «Capitano, sei così caldo. Stai bene?»
«Tu sei molto più calda di me, tesoro.» mugugnò, guardandola direttamente negli occhi, sentendo la sua mano calda sul suo viso.

Marinette aggrottò la fronte, spostando la mano e guardandosi attorno, poi il suo sguardo scivolò verso il basso, notando la sua mano attorno a quella cosa che aveva tra le gambe.

Curiosamente, la ragazza allungò il braccio, finché non sfiorò le sue dita con le proprie.

«Cosa stai facendo, Chat?» domandò, ricevendo in risposta solo un forte gemito.

Aveva il fiato corto, e la ragazza spostò la mano sul suo petto, chiudendola a pugno; avrà il fiato corto e sembrava confusa.

Con un movimento veloce, il biondo si alzò, continuando a strofinare la sua erezione.

Sapeva che se si fosse fermato ora sarebbe morto, ma se lui era un sporco bastardo con gli ormoni a mille tanto valeva guardarla negli occhi mentre si occupava del suo problema.

Però lei non sembrava considerarlo tale: lo guardava con curiosità, quasi affascinata; poi, lentamente, si alzò e lo raggiunse, tenendogli il viso tra le mani.

«Chat...»

Era troppo. Quello che fece andare tutto a titoli fu lei, sussurrando il suo nome con tanto fascino.

Chat gemette ad alta voce, appoggiandosi contro le sue mani e guardandola negli occhi spalancati.

Voleva scusarsi per quello che stava facendo, ma lei non gli diede la possibilità.

«Chat, c'è qualcosa che non va. Io...» disse, mordendosi il labbro prima di continuare. «Sento qualcosa che brucia dentro di me.»

Il pirata la guardò, accarezzandole le mani con le proprie.

«Sono malata? È questo il motivo per cui mi sento così calda, infastidita e ho bisogno... Ho bisogno di qualcosa. E c'è qualcosa che...» continuò, stringendo una delle sue mani e tirandolo verso di sé.

Il capitano fece appena in tempo a fermarla e a cambiare la presa non appena vide a cosa stava puntando.

«Perché sono bagnata in mezzo alle gambe?» domandò, guardandolo implorante di ricevere una risposta. «Chat, per favore, cosa mi sta succedendo?»
Lui porto la mano alle labbra, baciandole le nocche anche se non aveva pieno controllo di sé: «Non far preoccupare quella bella testolina.»
«Perché tremi mio capitano?» chiese guardando le sue mani, ma lui non rispose, così continuò con le domande: «Non mi sono mai sentita così prima, non capisco. Capitano, per favore, puoi... puoi toccarmi? Mi sento come se avessi il bisogno di essere toccata.»

Scuotendo la testa e stringendo i denti, Chat le baciò la fronte.

«Basta andare a dormire e tutto passerà.»
«E se io non voglio che passi?»

Il pirata quasi morì sul colpo.

«Voglio dire: non è una brutta sensazione, non voglio che si fermi, voglio solo che venga risolta... Sento come se fermarla e risolverla siano due diverse opzioni.» iniziò a spiegare a bassa voce. «Voglio soltanto capire che cos'è. Per favore.»
«Si chiama "desiderio", tesoro. Tu... tu desideri essere toccata. Non sei malata, ed è normale per le persone provare questo desiderio. L'ho sentito anch'io poco fa, come hai potuto vedere. È complicato da spiegare.»
«Puoi farlo? Toccarmi?»

Come se quello era il fottutissimo problema.

Lui poteva e voleva, ma quello non era importante.

Quello che contava era che in nessun modo le avrebbe fatto qualcosa finché non avrebbe realmente capito.

Sopratutto dopo quella notte.

«Potrei, ma non lo farò. Non è il momento giusto. Per ora è meglio farlo passare da solo, il sonno ti aiuterà a far passare quel fastidio.»

Con un sospiro riluttante, lei lo abbracciò, ed entrambi caddero sul letto.

La sua sirena scivolò rapidamente nel mondo dei sogni, lasciando Chat che voleva capire cosa cazzo era appena successo.


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Potete immaginare la mia faccia quando ho tradotto questo capitolo.

...

«CHAT! PERCHÉ DIAMINE NON SEI ANDATO FINO IN FONDO?! COJONE

Ecco, l'ho detto U^U

CEH! CEH! CHAT! DAMN!

Anyway, le stranezze non sono ancora finite :D

Alla prossima :3

FrancescaAbeni

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