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Draco's pov

Tastai il letto e aprii gli occhi quando mi resi conto di essere solo.

Mi alzai e mi guardai attorno, sempre meglio che guardare il mio corpo pieno di cicatrici insomma.

Mi misi seduto e cercai il tutore per il braccio. Mi ero sforzato troppo la notte prima e quando Hermione si era resa conto che stavo usando la spalla incurante del dolore si era innervosita, ma mi era bastato poco per farla tacere e calmare.

Non mi faceva più tanto male, non quanto faceva prima che la dottoressa me la sistemasse.

Mi misi i pantaloni della tuta e trovai il tutore sul pavimento, rimettendolo sulla spalla e bloccando il braccio. Più per evitare di ricominciare daccapo che per il dolore vero e proprio. La realtà dei fatti era che questi piccoli dolori che sentivo non erano nulla in confronto a quello che avevo provato mentre mi tenevano prigioniero.

Rabbrividii ricordando il dolore del ferro arroventato sulla pelle che mi aveva lasciato quei dannati segni.

I Mangiamorte non si erano comportati bene era vero, io stesso avevo partecipato a quelle che chiamavamo "la caccia dei topi" quando si andavano a stanare dei Mezzosangue per poi imprigionarli, tormentarli e ucciderli.
Non ero mai arrivato all'ultima parte, non ero capace, per la delusione di mio padre. Ma era anche vero che, anche se avevamo ucciso più volte...non avevamo infierito sul corpo dei nostri nemici inermi.
Cosa che invece avevano fatto a noi.

Sospirai.

Hermione mi aveva chiesto di parlare, di sfogarmi. Ma il problema principale non era che io non riuscivo a parlarne, ma perché sapevo per certo che non avrei permesso a lei, di vivere tutto quello.
Non avevo mentito la sera prima, ero innamorato di lei, lo ero da un pó in realtà, forse anche prima della guerra ma mi ci era voluta una bella spinta per capire quello che provavo davvero.
E volevo proteggerla, nonostante era il mondo in cui viveva, volevo tenerla fuori da quello schifo.

Uscii dalla stanza senza maglia e mi bloccai, perché in salotto non c'era chi mi aspettavo.

Harry Potter alzò lo sguardo dal tavolo su cui stava preparando del cibo. Mi fece un sorriso tirato e un segno del capo.

- Come stai? - mi chiese.

Il primo istinto era ritirarmi dov'ero prima ma Potter non sembrava ostile, anzi tornò a preparare da mangiare.

- Hermione è andata a fare la spesa, se te lo stai chiedendo - continuò - E ti ha lasciato la colazione nel microonde se vuoi scaldarla -

- Perché sei qui? - gli chiesi.

- Sono il migliore amico di Hermione - disse ovvio - E l'unica altra persona, oltre la McGranitt, a sapere che sei qui -

Sospirai.
Io e Potter eravamo stati rivali per anni e nemici però...sapevo per certo che in qualche modo di lui potevo fidarmi.

- Bene comunque, meglio di quanto stavo prima - risposi alla sua prima domanda.

Aprii il microonde e trovai uova e bacon, le scaldai per mezzo minuto e mi sedetti al tavolo per mangiare, guardando Potter con la coda dell'occhio.

- La spremuta d'arancio è in frigo - mi disse dopo un pò - È parecchio in pensiero per te. Almeno tu hai intenzione di dirmi che c'è tra voi? -

Si voltò a fissarmi, in attesa di una risposta da parte mia.

Non lo avrei mai detto, se lo poteva scordare che gli raccontavo qualcosa. Ad Hermione potevo rivelare i miei sentimenti ma a lui? Ma manco morto.

Scossi il capo, continuando a mangiare.

Lui sbuffò.

- Rispondi almeno a questa - fece - Sei tu il motivo per cui ha lasciato Ron? Mi ha raccontato quello che hai fatto per fermare la guerra -

Mi alzai per prendermi la spremuta e mi riempii il bicchiere, trattenendo un sorriso. Questa cosa non la sapevo e visto che mi aveva fatto questo favore rivelandolo, forse era ora che facessi la mia parte.

- Forse - risposi sollevando la brocca verso di lui - Vuoi? -

Harry annuì e si prese un bicchiere dalla mensola. Gli versai da bere e tornai a sedermi.

- Senti, non so cosa c'è tra voi - iniziò - Ma vedi di non farla soffrire, capito? -

Scoppiai a ridere, una risata falsa però e mi alzai, mi indicai con la mano, portandomi anche la mano al collo ad indicare il collare di asservimento che avevo inciso nelle pelle.

Mi guardò storcendo la bocca.

- Pensi davvero che io ho il potere di far soffrire lei? - chiesi.

- Non mi riferivo alla tua condizione di...alla tua condizione - disse.

- Dillo - feci fissandolo male - Di che cosa sono Potter -

Lui scosse il capo e mi guardò male a sua volta.

- Non fare lo stronzo - disse - Sei Draco Malfoy, un mio coetaneo e questo è -

Feci una smorfia e indietreggiai.

- Non coprire ciò che hanno fatto - dissi disgustato - Sono un fottuto schiavo -

- Non lo sei, non per me e non per Hermione e lo sai -

Scossi il capo e sparecchiai la tavola, lavai il piatto e il bicchiere senza degnarlo più di uno sguardo.
Poi ad un tratto sentii una fitta di dolore alla nuca, girò intorno al collo e si espanse sul mio corpo, mandandomi fitte un pó ovunque.
Mi piegai sul lavandino, poggiandomi con i gomiti e provai a riprendere fiato.
Questo dolore era diverso rispetto al solito e non lo capivo.
Sentii un colpo al cuore, come se mi saltava un battito.

- È questo che pensi? - mi chiese la voce di Hermione alle mie spalle - Cosa pensi di te stesso? -

Mi voltai per quanto possibile e la guardai negli occhi, dove la delusione dilagava.

Ecco che cos'era la mia punizione, l'avevo delusa e ne pagavo le conseguenze.

- Io... - feci - È questo...che sono -

- Si - disse - Ma non ti ci devi sentire! Io...ti faccio sentire così? -

Sgranai gli occhi e la raggiunsi barcollando. Mi liberai del tutore e le presi il viso tra le mani, fissandola negli occhi.

- No - risposi - Non sei tu, tu fai il meglio per me, è solo che... -

- Sta zitto, sta zitto - disse e mio malgrado non riuscii più a parlare e alzai gli occhi al cielo.

Lei sorrise, finalmente, anche abbastanza divertita e mi stampò un bacio sulle labbra.

- Non dire più queste cose ok? - mi chiese - Lo so che è vero, che questa è la situazione ma non devi sentirti così, sto cercando di non farti sentire così. Capito? -

Annuii, non che potessi fare altro e le presi le mani, portandole alle labbra e baciandole.

Mi accarezzò il viso e il collo, scendendo sul petto scoperto e facendomi saltare un battito e percorrere il corpo di brividi. Mi lasciò un bacio al centro del petto e io gli poggiai il mento sulla testa.

Fu Harry, schiarendosi la voce, ha riportarci al presente, e facendo notare la sua presenza.

- È imbarazzante - fece - Sul serio -

Hermione rise e si allontanò prendendo le buste della spesa per metterlo a posto.

- Mi aiuti? - mi chiese.

Come se avessi scelta!

Potter mi guardò ridacchiando e gli feci il dito medio.

- Davvero se gli dici di non parlare non può? - chiese divertito.

Hermione si illuminò e mi guardò curiosa.
Sospirai, non ci riuscivo, niente.

Sorrise.

- Bene - fece - Va proprio bene -

E in tutto ciò non mi diede più il permesso di parlare, per le successive ore...

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