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IX

Hermione's pov

Lo vidi portarsi la mano alla gola e mi maledissi e maledissi tutti quelli che avevano dato il via a quella schifezza.

Bussai alla porta del bagno e lo vidi sussultare.

Lo avevo guardato dalla porta e non si era accorto della mia presenza fino a che non mi ero fatta sentire.

Sospirò togliendo la mano e lasciandola cadere lungo il fianco.

- Te lo toglierò, te lo giuro - gli dissi avvicinandomi.

- Non è quello...mi sta anche bene, credo che una parte di me, in fondo, ti apparteneva già - si fece scappare distogliendo poi lo sguardo dal mio.

Lo raggiunsi e gli misi una mano sulla spalla, stringendogliela.

- Cosa c'è? Parlami ti prego - gli dissi.

- Pensi...credi che riuscirò mai a stare meglio? Non so...non mi rendo conto nemmeno del tempo che è passato mentre ero lì - disse - Non mi aspettavo...che facessero una cosa del genere -

Feci un sorriso tirato e Draco mi guardò confuso.

- Perché sorridi? - chiese.

- Perché prima di oggi non avevi detto tutte queste parole, ti stai sciogliendo, credo che prima o poi tornerà come prima, tu tornerai a stare come prima - spiegai - Farò in modo che andrà bene -

Si guardò allo specchio, fissando anche il mio riflesso e fece un sorriso amaro, passandosi la mano non bloccata tra i capelli.

- Chissà, se mi fossi innamorato prima di te forse mi sarei risparmiato questa tortura - disse all'improvviso.

- Cosa? - gli chiesi.

Annuì e avvicinò la mano al mio viso per poi ritirarla subito dopo.
Gliela presi e la riportai esattamente dov'era, dove voleva portarla lui.

La poggiò sulla mia guancia e chiusi gli occhi.

- Pensi che...se te ne fossi accorto prima avresti lasciato i Mangiamorte e ti saresti preso il merito che ti spettava? - gli chiesi - Hai salvato tutti dopotutto -

- Non importa - rispose sospirando - Ormai il danno è fatto -

Mi lasciò e indietreggiò, si guardò allo specchio in modo strano, fece un sorriso amaro e scosse il capo.

- Che c'è? Cos'è quell'espressione? - chiesi.

- Nulla - rispose.

Mi passò accanto e uscì dal bagno. Lo seguii, volevo delle rispose e anche nell'immediato.
Aveva detto che era innamorato di me, così di punto in bianco e poi aveva fatto quell'espressione.

- Che cosa significa? Che volevi dire? - gli chiesi.

Si sedette sul letto e mi guardò.

- Nulla che valga la pena dire tranquilla -

- Voglio sapere tutto quello che ti riguarda, tutto quello che ti passa per la mente - dissi risoluta - Ora come ora non mi fido della tua testa, non so che cosa può capitare là dentro -

Draco chinò il capo e lo vidi fare una smorfia.

- Allora? - insistetti - Cominci a parlare? -

Strinse le mani a pugno e deglutì un paio di volte. Rabbrividì e si portò la testa tra le mani.

- Non...posso darti nulla - disse con voce sofferente.

- Cosa? Che intendi? -

Alzò la testa e solo a quel punto notai la smorfia di dolore sul suo viso, il volto pallido e gocce di sudore sulla fronte. E allora capii, sgranando gli occhi e fissando il vincolo attorno al suo collo.

- Io... - feci facendo un sospiro per cercare di calmarmi - Scusa...non...non volevo -

Non potevo fare o pensare nulla, non potevo arrabbiarmi con lui per qualsiasi cosa perché il vincolo di asservimento lo obbligava ad obbedirmi e se non lo faceva era lui a pagarne le conseguenze. Come avevo fatto a non pensarci non lo sapevo.

Lo vidi sospirare e rilassarsi visibilmente.

Mi sedetti al mio fianco.

- Non ci ho pensato - feci - Non voglio farti soffrire, non penserai mai nemmeno di volerlo fare -

Mi prese una mano tra le sue e se la portò alle labbra, baciandone il dorso e lasciandomi senza parole.

- Lo so...che non vuoi - disse. Per poi fare una risata forzata - Dovrò conviverci, non importa. Comunque, non è niente in confronto a quello che mi hanno fatto passare ad Azkaban -

Ritirai la mano, mi tolsi le scarpe e mi tirai sul letto, poggiandomi alla testiera, facendogli segno di mettersi al mio fianco. Non se lo fece ripetere, si avvicinò e mi guardò, come a chiedermi un qualche permesso e annuii. Non si limitò a mettersi solo al mio fianco, ma poggiò la testa sul petto e mi circondò i fianchi con un braccio.

- Ti va di parlarne? - chiesi.

- Il mio corpo parla per me - rispose.

- Lo so ma...non fa male a nessuno parlarne sai? Forse potrebbe aiutarti - dissi.

Morivo ancora dalla voglia di capire che cosa aveva inteso prima, quando diceva che non poteva darmi nulla, ma in quel momento aveva bisogno di altro, di qualcuno che lo aiutasse non che gli facesse pressione.

- Non so cosa è successo esattamente - cominciò - Ho ricordi confusi...quando siamo stati arrestati si sono limitati a trascinarmi ad Azkaban e a sbattermi in cella, privandomi della bacchetta ma poi...sono venuti a prendermi, mi hanno ammanettato e portato davanti alla corte...hanno detto che da quel momento in poi non avevo più nessun diritto e che il mio posto era ai piedi degli altri, di chiunque altro...poi mi hanno riportato in cella e... -

- E cosa? - chiesi giocando con i suoi capelli.

Sospirò e mi strinse a sé.

- Scusa ma non ce la faccio - disse - Non ci riesco -

Gli accarezzai il collo e gli passai le dita dietro alla nuca, camminando poi su tutta la testa, lo vedi rabbrividire e sorrisi. Mi chinai e gli lasciai un bacio alla base della testa.

- Non...Hermione... - gemette.

Sorrisi a contatto con la sua pelle.

- Che cosa ti frena? - chiesi - Non mi vuoi più come prima? -

Si alzò di scatto e in un attimo mi ritrovai distesa sotto il suo corpo, con un suo ginocchio tra le gambe e le sue mani intorno alla testa.
Mi guardò negli occhi e poi guardò le mie labbra.

- Niente...tu sei l'unica cosa che non mi ha fatto perdere la testa là dentro, là mentre mi torturavano e massacravano di botte il pensiero fisso che avevo su di te non mi ha fatto cedere - disse - Mai Granger...mi sei entrata sotto pelle e sei tutto ciò che mi resta, non ho nient'altro con me, nessun'altro che conta per me -

Sgranai gli occhi e aprii la bocca per replicare ma lui si chinò e mi baciò. Fu un bacio casto, leggero e si spostò.

- Non pensare mai e poi mai che io non ti desideri, mai... -

Lo guardai negli occhi limpidi e mi resi conto che era sempre lui, che in quel momento era il Draco Malfoy che avevo imparato a conoscere durante la guerra, in quel momento non era più il ragazzo piegato dalla prigionia.

Gli presi il viso tra le mani e lo avvicinai per poi catturare le sue labbra tra le mie e farlo di nuovo mio.

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