Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

27. Ma l'amore ha l'amore come solo argomento... 1/2

Sembrava impossibile, ma è vero: i nostri eroi ce l'hanno fatta a tornare.

2010

La casa della zia di Andrea è decisamente peggio di quello che ci aspettavamo.

Un soggiorno pieno zeppo di grandi mobili di legno scuro, che rendono l'atmosfera troppo pesante, troppo soffocante, per una tipica casa al mare e inutili ninnoli e cianfrusaglie sparsi per ogni dove; una cucina in cui sembrano mancare persino i mezzi di prima necessità per cucinare e l'intonaco, di un improbabile giallo ocra, cade in pezzi, raccogliendosi a terra vicino al battiscopa; un bagno relativamente piccolo e maleodorante - forse a causa della muffa raccolta in alto, lì dove le mura si congiungono - in cui persino la tendina per la doccia è assente ingiustificata all'appello, e, per concludere, due camere, con un armadio e un letto matrimoniale la prima, due lettini singoli la seconda.

Null'altro.

"Ma quanti anni ha, tua zia, hai detto?"
"Non è che è proprio una zia, diciamo una prozia."
"Okay, ma quindi quanti anni ha?"
"Ne aveva 93."
"Aveva?"
"Eh, è da qualche anno che non c'è più."

Ah.

"Ma qualcuno ha pagato le utenze?"
"Boh, che ne so."

Di bene in meglio.

Appena arrivati, ci siamo divisi i compiti e separati per le varie stanze, come in ogni film horror che si rispetti. Già lo vedo proiettato sul grande schermo: "La maledizione di Pisciotta", prossimamente, nei migliori cinema.
In soggiorno è andato in avanscoperta Dario, le cui urla si sono diffuse nitidamente per tutta la casa, quando si è reso conto che la TV era una di quelle vecchie, a tubo catodico, e prendeva un canale su dieci. Rete 4 regnava incontrastato su tutti e questo voleva dire solo una cosa: Forum e Walker Texas Ranger due volte al dì, indifferentemente prima o dopo i pasti, per tre giorni.
La notizia positiva era che qualcuno, di buon cuore, aveva pagato la bolletta dell'elettricità e del canone: mancavano da verificare solo l'acqua e il gas.

Noemi, in bagno, urlava di rimando, comunicandoci che non c'era acqua calda a sufficienza per lavarci tutti, visto che, ovviamente, lo scaldabagno non era stato acceso in previsione del nostro arrivo; io, intanto, verificavo in cucina la fruibilità dei fornelli. Dopo una serie di prove andate a vuoto, pregando tutte le divinità esistenti affinchè il problema potesse essere risolto utilizzando la fiamma dell'accendino, ci siamo arresi all'evidenza: niente gas.

Fine dei giochi. Caput.

Andrea? Lui aveva preso possesso del divano, da cui regnava incontrastato, regalando soluzioni spicciole a tutti i nostri problemi.
"E adesso?"
"E adesso nulla, ci divertiremo così tanto che la televisione sarà solo un brutto ricordo e ci laveremo con l'acqua fresca, che rinvigorisce" diceva, infilandosi in bocca una M&M's dopo l'altra. "Oh, e per il cibo si scende in paese e si vede che mangiare. Qualcosa rimedieremo, no? Alle brutte andremo avanti a panini."

Pigra, indolente, strafottente, disorganizzata testa di cazzo.

Siamo usciti di nuovo, per non pensarci, e così è stato: il tempo sembra fermarsi in questi piccoli villaggi, privi di pretese che non siano altro che, banalmente, offrire agli avventori di passaggio la loro semplice quotidianità, fatta di barchette bianche, rosse e azzurre, affacciate sul mare e pronte a solcarlo, e ciottoli stondati, che ricoprono strade e case; sole, mare, vento, salsedine, pizza e fritti.
Il tempo sembra fermarsi, eppure scorre impietoso, come granelli di sabbia che sfuggono tra le dita delle mani: la sera ci ha colto senza che sia riuscita ad avere la benché minima idea di come ci siamo arrivati, immersi nelle risate, nelle chiacchere, nei balli, nella gente.

Walker Texas Ranger - non me ne voglia Chuck Norris - è solo un brutto ricordo.

Appena siamo tornati a casa sono crollata, devastata dalla giornata, e adesso sono sveglia da poco e fisso dalla finestra questo mare che, immerso nel buio dell'ora di cena, non vedo, ma intuisco.
La pioggia, che avevamo lasciato a Roma, ci ha seguito fin qui, naturale testimonianza del fatto che, alla fine, tutti i problemi che abbandoni dietro le spalle conoscono perfettamente la strada per seguirti e se non la conoscono hanno il navigatore. La sento, questa pioggia, scrosciante, cadere fitta e ingrossare le onde; mi accompagna in questo dormiveglia, in questo perdermi nei miei pensieri. Anche loro mi sembrano impalpabili e trasparenti, sono come ciò che non riesco a scrutare, ma solo a percepire, fuori dalla finestra: se una cosa non si vede, non per questo non esiste.

Seduta sul letto matrimoniale della camera principale, accarezzo con la mano il cotone della coperta color avorio, intrecciata all'uncinetto, cercando di distendere le grinze del tessuto e quelle del mio cuore, contemporaneamente: vorrei che, anche per quelle, bastasse una sola passata. Vorrei poter rimboccare le coperte alla mia anima, piegare gli angoli, incastrarli tra il materasso e la rete, tirare un po' a destra, un po' a sinistra, finchè il risultato non viene bello come lo voglio io. E se non va bene per nulla, perché c'è stato uno sbaglio alla base, poter fare un grosso cumulo di lenzuola e ricominciare daccapo.

"A che pensi?"
Se i miei pensieri sono come il mare di Pisciotta, gli sguardi e le parole di Andrea sono come sassi levigati che, lanciati da mani sapienti, creano cerchi perfetti, saltellando sull'acqua scura.

"All'acqua nera e alle lenzuola."
Andrea sorride, appoggiando la testa allo stipite della porta, e si mette a canticchiare.

Ma la moglie di Anselmo sta sognando del mare
Quando ingorga gli anfratti si ritira e risale
E il lenzuolo si gonfia sul cavo dell'onda
E la lotta si fa scivolosa e profonda

"Che è?"
"De Andrè, un giorno te la suono. Vieni di là? Sono sceso a prendere due pizze, ora sono sul tavolo che aspettano solo noi."
Un lampo squarcia il cielo nero come la pece, illuminando per un attimo il mare, ormai in tempesta.
"E Noemi e Dario?"
"Oh, loro erano usciti a fare un giro, prima, e sono rimasti chiusi in un locale, bloccati dalla pioggia."

"Mica è possibile, se fosse vero saresti rimasto bloccato in pizzeria anche tu, eppure ce l'hai fatta a tornare a casa."
Ma questo lo penso e basta, non va bene dirlo: è sufficiente un appunto mentale con le cose da chiedere a Noemi, quando torna.

Mi sollevo stancamente, ancora intontita, e lo seguo per questi pochi passi che mi portano in cucina. Tra uno sbadiglio e l'altro, non vedo lo stipite della porta e ci arrivo sopra di faccia, lo prendo in piena fronte.

"Che botta! Ma sei scemo, ma potresti accenderla la luc-"
Le parole mi muoiono in gola e mi blocco come una cretina in mezzo alla stanza, quando guardo bene: sul tavolo c'è una tovaglia a quadri, rossa e bianca, di quelle da picnic, quelle che usi per avvolgere la teglia con l'impasto della pizza per farlo lievitare piano, al caldo, senza fretta.

Così come quello che mi lievita al centro del petto, proprio lì, dietro lo sterno, spingendo il cuore sempre più a lato, prendendone il posto.
Semplicemente perchè Andrea non sta nel cuore, non può avere confini così ristretti: Andrea ha un posto tutto suo. E cresce, cresce, come quelle piante spontanee che più le strappi, più si moltiplicano e si arrampica come edera.

Una coca-cola troneggia tra due bicchieri di plastica rossa, posati davanti ai cartoni della pizza fumante, e ovunque ci sono piccole tealights rosse, che illuminano fiocamente la stanza. È bello, bellissimo.

"Magari non ti piace, magari rosso è troppo, ché mica è San Valentino, però volevo abbinare le cose alla tovaglia, che poi, pure quella non è mica tanto adatta, ma in questa casa lo sai che non c'è molto, uno fa quel che può e poi scende al cinese e compra le cose abbinate, che poi, ma ci pensi che i cinesi hanno aperto pure a Pisciotta? Ma sono ovunque, 'sti cazzo de cinesi, pensa che quando ero piccolo io..."
"Andre?"
"Mmh mmh?" Si gira verso di me, ma non mi guarda, si osserva la punta delle scarpe con le sopracciglia aggrottate e io, piccolo così, non l'ho visto mai.

Mi avvicino e poso una mano sulla sua guancia. Lui si accoccola su di me, schiaccia la sua pelle sulla mia mano, e si muove piano, come facesse le fusa, godendo del contatto.
"Stai straparlando."
"Lo so" bofonchia, con la bocca adesa al mio palmo.
"Mi piace, mi piace davvero" dico. "Amo questa tovaglia, amo le candeline, amo il rosso, amo i bicchieri di Capodanno, amo tutto perchè amo te, Andrea, semplicemente."

No, aspetta.

Mi gelo, mi ghiaccio sul posto, eppure inizio ad avere caldo, a sudare, tutto il sangue mi affluisce in testa, un fischio prende il posto del silenzio nelle mie orecchie, oddio, che ho detto? No, no, no, no, no. No.
Sbircio la sua espressione con la coda dell'occhio, ma con questo buio non vedo nulla. "L'ho detto davvero?" chiedo, spezzando questo silenzio assordante.
"Sì."

Merda, merda, merda.

"Me lo posso rimangiare?"
"No."
"Cancellarlo col bianchetto?"
"Nemmeno."
"Riavvolgere il nastro?"
"Negativo."
"Facciamo finta che non hai sentito?"
"Facciamo finta che ho sentito, e anche bene, e Dio solo sa quanto vorrei che lo ripetessi, ma non te lo chiederò. Facciamo finta che queste parole me le porto dentro come una cosa preziosa e vera, una delle poche che sento di avere. Facciamo finta che non so che ho fatto, nella vita, per meritarti, ma so quello che posso fare per tenerti. E adesso, che ne dici se ci sediamo a mangiare, prima che la mozzarella si faccia brutta?"

Vi chiedo pazienza, pazienza perché sono un po' impegnata e un po' incriccata con la scrittura, chiusa in mille dubbi, blocchi, revisioni... ma non per questo vi abbandono. Prima o poi torno, torno sempre.

Se ci siete, grazie.
E a chi potrebbe averne bisogno, come me, cito lo zio Ax, e vi ricordo:

T'insulteranno a gran voce e tu ridi,
ti chiuderanno la bocca e tu scrivi,
se ti picchieranno e ti imporranno divieti,
tu fatti beffa dei tuoi padroni
e canta i loro segreti.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro