~ Wanna be Yours ~
Siamo arrivati a 100 voti e oltre. GRAZIE mille!!! 😁
Non ci posso credere di questi numeri, quasi 800 visualizzazioni waaaa ahahah
Nota: l'immagine è presa dal manga "Tsubaki-chou Lonely Planet". La prima volta che ho visto immagini di questo manga su pinterest credevo fosse davvero Aizawa ahahah Magari in delle fanart con una OC, invece ho scoperto che è un manga😅
Lo sto leggendo e mi piace un sacco, poi un po' il protagonista assomiglia davvero ad Aizawa -anche di carattere- quindi è ancora meglio ahah
Buona lettura C:
∂ ∂
I wanna be your vacuum cleaner, breathing in your dust
I wanna be your Ford Cortina, I will never rust
If you like your coffee hot, let me be your coffee pot
Secrets I have held in my heart
Are harder to hide than I thought
Maybe I just wanna be yours
◊ Aria POV ◊
Appena mi sveglio la prima cosa che percepisco è un insolito quanto familiare calore diffondersi dalla schiena. Apro gli occhi e vedo due braccia avvolgermi, trasmettendomi un senso di protezione che non credevo possibile.
La cosa che mi fa sorridere come un ebete è sapere che non sono le braccia di una persona qualunque, ma di Aizawa, di cui ormai sono fottutamente innamorata. Ma è ovvio che non glielo dirò neanche sotto tortura.
Dal suo respiro profondo che mi risuona nelle orecchie capisco che sta ancora dormendo, anche se è strano. Solitamente si svegliava prima di me e, ho scoperto dopo settimane, quando credevo dormisse in realtà si divertiva a sentirmi imprecare imbarazzata.
Oppure, essendo troppo pigro per alzarsi, decideva gentilmente di farmi andare al bagno prima di aprire gli occhi, sapendo quanto mi mette a disagio farmi vedere da lui appena sveglia.
Era raro che mi svegliassi prima di lui, da quant'è che non dorme?
In effetti ieri mi è sembrato che le sue occhiaie fossero più accentuate del solito, ma forse mi sbaglio.
Lascio dei lievi baci sulle sue dita, intrecciate alle mie, poi mi rendo conto che qualcuno è sveglio. Se aveste il dubbio no, non parlo del mio gatto. Parlo del membro di Aizawa che preme sulla mia coscia.
Sorrido, pensando che a volte sembra avere la libido di un sedicenne. Non che la cosa mi dispiaccia minimamente.
Mi alzo piano, sperando davvero che non si svegli, per la sorpresa che ho in mente. Controllo anche che Artù non sia nei paraggi, altrimenti potrebbe svegliarlo e rovinare i miei piani.
In bagno mi lavo velocemente, tornando a letto silenziosa e cauta. Sembra essere ancora addormentato fortunatamente. Altro colpo di fortuna: il suo amico è ancora sveglio.
Lentamente mi infilo sotto le coperte e scendo fino a trovarmi faccia a faccia con il suo membro eretto, ancora nudo da ieri sera.
🔞
Inizio a massaggiarlo dolcemente, sentendolo indurirsi ancora di più tra le mie mani, poi sento un respiro più pesante di Aizawa. Non so se sia sveglio o meno, ma se sta dormendo, di sicuro sta facendo sogni piacevoli. In ogni caso, so che ben presto si sveglierà.
Lecco l'erezione ormai completa, inumidendola per quanto possibile, soffermandomi sulla punta, a cui concedo brevi succhiate. La mano di Aizawa si poggia sulla mia nuca, così sorridendo alzo lo sguardo verso di lui.
Il suo sguardo è più assonnato del solito, ma mi rivolge un sorriso sghembo «il miglior risveglio di sempre» dice ridacchiando.
«Potrei sentirmi offesa, ti ricordo che a volte ti ho svegliato con mooolta dolcezza» fingo un tono risentito, ma appena smetto di parlare ricomincio a prestare attenzione al suo membro.
Aizawa annuisce emettendo un suono strozzato «mh-mh giusto, allora diciamo che rientra sul podio ok?»
Sorrido e annuendo avvolgo completamente la sua erezione, incitata dalla mano calda sui capelli che mi chiede un contatto maggiore.
◊ Aizawa POV ◊
Non sono sveglio da neanche un minuto e sto già affondando nella bocca calda e soffice di Aria. Cazzo quant'è difficile non dettare ogni suo movimento con le mie mani, restando al suo gioco sensuale, ma terribilmente lento.
Ansimo impaziente osservando il mio pene uscire piano dalle sue labbra arrossate, da cui fuoriesce la lingua a torturare con forza la cappella tesa. So benissimo che ha appena iniziato a giocare e la lascio fare sapendo che, come ogni volta, mi regalerà un appagante orgasmo.
Proprio quando penso di averla capita e sto per rilassarmi a quella dolce tortura, mi sorprende. Ingloba nuovamente la mia erezione e inizia a succhiare intensamente, facendo scorrere quando possibile la lingua sulla punta, creando un dolce contrasto di sensazioni.
«Aria..» gemo, sentendo già gocce pre-orgasmiche liberarsi nella sua bocca, con l'unico risultato di spingerla a muoversi più velocemente.
La osservo, poi raccolgo delicatamente i suoi capelli in una coda, scostandoli dalla guancia. Sperando che non mi fermi le chiedo un ritmo serrato ed Aria, come mi aspettavo, non si rifiuta, non cerca di spostarmi. Anzi, emette versi di piacere e noto che stringe le cosce, cercando qualche tipo di frizione.
Incatena i suoi occhi nei miei. Quelle iridi cristalline sono velate da puro desiderio, mentre la muovo sulla mia erezione, che continua a succhiare vogliosa.
Sento il mio corpo contrarsi e ansimi rochi riempiono la stanza, finché non mi libero in lei con un'ultima spinta, sentendo la mia erezione vibrare tra le sue labbra.
Non attende neanche un istante e ingoia il liquido caldo e viscoso, continuando a muovere la lingua su di me, come se volesse ripulirmi, leccando infine le sue labbra gonfie senza smettere di guardarmi.
«Cazzo Aria..» mormoro «così mi uccidi sai?»
Lei ride, scoprendo quei denti grandi che mi sono tanto mancati.
«Mi hai preparato anche un caffè per caso?» chiedo mentre torna alla mia altezza.
Ovviamente mi guarda di traverso, strappandomi un sorriso.
«Scherzo Kitty, non ti lascerei mai così» ghigno insinuando le mie dita vicino l'apertura di Aria, che come mi aspettavo è piena di umori.
Si morde il labbro, rendendomi impossibile non avvicinarmi per baciarla, portando una mano dietro la sua nuca per stringerla a me, leccando quelle labbra tentatrici.
«Buongiorno Shota» sussurra arrossendo.
«Buongiorno Aria» ricambio, dandole un bacio casto, in netto contrasto con le mie dita che continuano a stuzzicarla.
Si spinge su di me con passione, facendomi poggiare la schiena sul letto e salendo sopra di me.
Non smetterà mai di sorprendermi e divertirmi, alternando attimi di innocenza agli atteggiamenti più maliziosi e provocanti.
◊ Aria POV ◊
Aizawa mi afferra i fianchi, sollevandomi la maglietta e accarezzandomi con fermezza. Mi perdo qualche secondo a contemplare il suo corpo nudo, a scorrere le mani sugli addominali definiti -ma non troppo- e sulle spalle spioventi.
Ieri sera non ne ho avuto occasione e ora voglio riscoprire ogni centimetro di quel fisico statuario, mentre mi struscio su di lui causando ansimi in entrambi.
«Non avevo capito che volessi solo farmi un massaggio» mi provoca, ma non posso dargli torto visto che sono totalmente assorta da ogni muscolo del suo corpo.
Mormoro un insulto a cui entrambi non crediamo minimamente e finalmente mi sollevo, calandomi poi sulla sua erezione.
Gemo e Aizawa accompagna i miei movimenti sinuosi guidando il mio bacino. Mi viene da sorridere pensando che neanche quando sta sotto cede del tutto il controllo.
Mi chino e lecco le sue labbra. Aizawa solleva la testa dal cuscino e preme le labbra sulle mie, accarezzandomi la lingua con la sua, passando poi una mano tra i miei capelli per tenermi vicina a sé.
I miei gemiti sono trattenuti solo dalla bocca di Aizawa e quando essa si sposta sul mio collo, sono liberi di diffondersi nell'aria.
Mi stringo attorno al suo membro, continuando a muovermi velocemente e facendo pressione sulla base, sentendo l'orgasmo sempre più vicino.
I suoi morsi mi fanno emettere gridolini trattenuti, diffondendo brividi lungo le mie braccia e calore che si accumula nel ventre.
«Shota!» lo chiamo, mentre mi contraggo attorno a lui e stringo le sue spalle. Quando il mio piacere raggiunge l'apice Aizawa si tuffa di nuovo sulla mia bocca, soffocando i miei versi, ma rendendo quella sensazione ancora più travolgente.
Rallento piano i movimenti fino a fermarmi e anche il nostro bacio diviene sempre più gentile.
🔞
Mi sollevo sdraiandomi accanto a lui e stendo un braccio sul suo torace. Vorrei abbracciarlo ma mi sento troppo rilassata e debole in questo momento, come fossi uno yogurt cremoso.
Aizawa invece stringe con più forza il braccio attorno alla mia vita, per poi girarsi verso di me e baciarmi sulla fronte.
Veniamo bruscamente interrotti da un rumore imbarazzante che proviene dal mio stomaco. Solo allora mi rendo conto che sto morendo di fame.
Mi guarda inarcando un sopracciglio, provocandomi una piccola risata.
«Colazione?» chiede facendomi vibrare il petto per la sua vicinanza.
Annuisco, stringendomi di più al suo corpo rassicurante «cinque minuti» dico sottovoce.
Restiamo perciò qualche altro minuto a letto, senza dire nulla, solo scambiandoci gesti affettuosi, di cui nessuno dei due si credeva padrone, finché non ha conosciuto l'altro.
Finalmente per il mio stomaco e purtroppo per il mio cuore, che martellava incontrollato, ci alziamo e indosso una maglietta grigia a maniche corte, mentre Aizawa prende i vestiti e si allontana.
Spero non noti che lo sto fissando, mentre esce dalla camera e percorre tutta casa, ancora nudo. Il mio battito accelera nuovamente, mentre osservo i muscoli della sua schiena contrarsi ad ogni passo e il suo fondoschiena sodo seguire quei movimenti.
Peccato che il tragitto fino al bagno è breve e il suono della porta che si richiude mi desta dai pensieri poco casti che popolano la mia mente.
Espiro profondamente, cercando di calmarmi e cercando dei jeans. Dopo pochi minuti esce dal bagno vestito alla perfezione. Maledetto stomaco, se non dovessi mangiare adesso lo starei spogliando di nuovo.
Amareggiata e ancora in mutande vado in bagno per lavarmi, passando vicino ad Aizawa che mi ferma per darmi un bacio sulla guancia.
«Sai Aria» dice sottovoce «potrei sentirmi in imbarazzo se mi guardi in quel modo mentre cammino nudo»
Avvampo immediatamente per il suo tono allusivo e quando alzo lo sguardo, ovviamente mi sta sorridendo malizioso.
Ma come cavolo ha fatto a notarlo?!
Distolgo lo sguardo, farfugliando qualcosa di incomprensibile anche per me, proseguendo verso il bagno e chiudendo sonoramente la porta alle mie spalle.
«Lo so che anche tu mi hai guardata!» urlo alla porta.
«Non l'ho mai negato» dice abbastanza forte per farsi sentire, mantenendo però la solita eleganza.
«Lo sai che adoro il suo fondoschiena» afferma. Per fortuna non può vedere la mia faccia in questo momento. Maledetto sfacciato..
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Dopo poco usciamo dal mio appartamento per fare colazione. Non ho voglia di fare caffè anche nel mio giorno libero d'altronde.
Porto Aizawa in un bar di stampo americano, molto simile ad un diner, con divani incorporati nei schienali in legno, che circondano dei tavoli ampi. Non si trova sulla via principale quindi è poco affollato, ma è gestito da una signora molto premurosa.
Quando entriamo ci sono poche persone e dietro al bancone un ragazzo ci saluta cordiale, mentre andiamo a sederci.
Non faccio in tempo ad avvisare Aizawa, che alle sue spalle vedo arrivare la proprietaria del locale. Quando mi vede gli si illumina il viso e si avvicina sorridendo. È una donna sulla cinquantina, paffuta, con i capelli biondi raccolti in una coda bassa ed occhi nocciola che esprimono gentilezza.
«Ciao piccola!» saluta entusiasta «era da tanto che non ti vedevo, iniziavo a preoccuparmi»
Sorrido imbarazzata «beh sai.. l'università, il lavoro. Non ho avuto molto tempo libero» cerco di inventare scuse, ma la realtà è che ultimamente ero troppo depressa per mangiare.
«E chi c'è con te?» chiede retorica «hai fatto un bel colpo eh Aria?!»
Rido, in imbarazzo per quelle parole dirette «no ecco.. non è che..»
Cerco di mettere insieme le parole ma non escono frasi di senso compiuto, finché la voce pacata di Aizawa interrompe la mia confusione.
«Piacere, sono Shota» gli tende la mano, ma la donna gliela abbassa, poggiandogli una mano sulla spalla in una stretta affettuosa.
«Non c'è bisogno di essere formali. Io sono Marta» dice sorridendo «spero che tu ti prenda cura della mia bambolina, se lo merita» conclude con un occhiolino.
Si scambiano poche frasi che, se possibile, mi fanno arrossire maggiormente, poi la donna si allontana e sento lo sguardo divertito di Aizawa su di me.
«Potevi dirmelo, non sapevo che fossi amica della proprietaria»
«Si ma- Io di solito non do tanta confidenza alle persone, solo che una volta sono venuta qui con mia madre, poi quando lei è uscita Marta mi ha visto.. diciamo un po' giù» metafora per dire che stavo piangendo, cercando di non dare nell'occhio.
«Così mi ha consolata e gli ho raccontato un po' di cose. Lei è così gentile, si è affezionata credo. A volte vengo qui per studiare o altro, quindi ci conosciamo»
«E mi dispiace, non sapevo come presentarti..»
«Puoi dire che stiamo insieme» dice tranquillamente, come fosse la cosa più ovvia al mondo, come se quella semplice frase non avesse fatto esplodere mille fuochi d'artificio nel mio stomaco.
Mi accorgo dopo qualche minuto che sono rimasta a fissarlo in totale silenzio, ma Aizawa sembra ignorarmi, intento a leggere il menù.
«D-davvero?» chiedo titubante.
«Si, la prossima volta dì che siamo fidanzati». Tengo gli occhi spalancati, sempre più incredula. Ma si accorge dell'effetto delle sue parole?
«Certo.. non a chiunque» aggiunge «ma non credo serva precisarlo..» dice, quasi parlando a sé stesso.
D'un tratto sembra ricordarsi che sono lì davanti a lui e nota la mia espressione paralizzata.
«Sempre se vuoi, ovvio..» sembra incerto ed arrossisce lievemente.
«Certo che voglio!» affermo, forse a voce troppo alta dato che gli altri clienti si sono voltati a guardarmi
«Scusa..» dico sottovoce, quasi per compensare. «È che.. sono tre anni che non ho un fidanzato.. è strano e.. poi sei tu e allora..»
Sospiro rassegnata: questa mattina sembra che mi sia scordata come si parla.
Sollevo il menù e quasi ci immergo il viso «oggi è meglio che sto zitta..»
La sua mano si poggia sulla carta plastificata e l'abbassa con delicatezza, permettendogli di nuovo di vedermi.
«È un peccato» dice sereno e con voce profonda «mi piace la tua voce, e anche quando arrossisci..»
I suoi occhi neri sono puntati nei miei e mi osservano, finché bruscamente non sollevo di nuovo il menù.
◊ Aizawa POV ◊
Rido per quell'atteggiamento imbarazzato, ripensando che meno di un'ora fa mi fissava senza vergogna, mentre leccava il mio membro in modo provocante.
Non capisco come faccia ad essere contemporaneamente maliziosa e timida, sicura di sé ed impacciata, determinata ed incerta. Soprattutto è ognuna di queste cose, ma è sempre sincera. Non indossa maschere, non mente. È genuinamente contraddittoria.
Dopo qualche minuto riemerge dal muro di carta che ha frapposto tra noi e ci raggiunge Marta per chiederci cosa volessimo con un sorriso raggiante.
Senza esitazione Aria comincia ad ordinare metà dei dolci che sono sul menù, sotto lo sguardo allibito della donna e del sottoscritto. Non è la prima volta che mangiamo assieme e di solito non prende neanche la metà di quello che sta chiedendo ora.
Sollevo le spalle divertito. Almeno è tornata serena.
Mentre aspettiamo Aria mi guarda con un sorriso divertito, so già che proverà a mettermi in difficoltà, ma come ogni volta vincerò io.
«Quel soprannome?» domanda semplicemente.
Per un attimo distolgo lo sguardo, prima di sorriderle con malizia.
«Perché Kitty, non ti piace?»
Aria arrossisce subito «n-non è quello che intendevo. Dico solo.. perché..?»
«Non so, mi ricordi un gattino. Poi quando ti tocco è come se facessi le fusa»
Credo di averle dato il colpo di grazia, perché ha anche le orecchie rosse ed evita accuratamente il mio sguardo, mentre distrattamente si sistema la frangetta.
In effetti, i capelli le sono cresciuti molto in due mesi e la frangia che le copre la fronte fa risaltare terribilmente i suoi occhi azzurri. Quando l'ho vista alla festa mi ha lasciato senza respiro..
«Mi piacciono.. i capelli intendo» dico istintivamente, allungando una mano per sfiorarle qualche ciocca più lunga.
«G-grazie» mormora, fissando la mia mano con stupore.
◊ Aria POV ◊
Credo che questa mattina sverrò prima o poi, magari è meglio che mi concentro sul cibo che ci hanno appena portato, almeno la smetto di arrossire per ogni parola di Aizawa. Anche se sono sicura che lo faccia apposta.
Non ricordo neanche l'ultima volta in cui ho avuto tanto appetito. In ogni caso divoro quasi ogni cosa velocemente, bevendo il mio caffellatte con gusto. Sento lo sguardo attento di Aizawa su di me ma lo ignoro, visto che oggi non sembro in grado di parlare come una persona normale.
«Da quant'è che non mangi?» mi chiede all'improvviso, facendomi quasi strozzare.
Sollevo gli occhi e noto il suo sguardo preoccupato.
«E tu da quant'è che non dormi?» chiedo seria, ma Aizawa distoglie rapidamente lo sguardo e non risponde.
Credo che nessuno dei due in questi mesi sia stato meravigliosamente.
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Dopo colazione, su mia grande insistenza, convinco Aizawa a fare una passeggiata. Anche io sono pigra, ma lui mi sorpassa facilmente.
Eppure, non sembra dispiacergli tanto quanto vuole dare a vedere. Dopo pochi minuti intreccia la sua mano nella mia, cosa che mi sembra ancora surreale. È solo la seconda volta che succede, e quel contatto protettivo mi riscalda nel profondo.
«C'è una cosa un po' imbarazzante che volevo dirti» accenno titubante.
«Dimmi» risponde con la solita calma.
«La settimana prossima devo dare il tuo esame e.. è strano. Speravo che potesse correggerlo qualcun altro il compito..»
Lui annuisce sereno «non ti preoccupare, non avevo intenzione di farlo io. Sarebbe strano anche per me. Inoltre è il tuo ultimo esame giusto?»
«Già, tra poco mi laureo» esclamo felice.
«Se vuoi posso darti ripetizione..» chiede con voce allusiva.
«Che genere di ripetizioni?» lo guardo sorridendo con malizia.
Si china verso di me «del tipo che non ti scorderai» sussurra al mio orecchio.
Continuiamo a camminare, parlando semplicemente, senza muri né ostacoli. Gli racconto anche di come ho conosciuto i miei amici, scoprendo poi come ha incontrato i suoi. Anche il silenzio è piacevole accanto ad Aizawa.
In effetti, una delle prime cose che ho notato in lui e che, anche inconsapevolmente, mi portavano a fissarlo senza motivo apparente, è la sua calma. Semplicemente stargli vicino mi tranquillizza, così come la sua voce profonda.
Aizawa interrompe il silenzio, con l'ultima domanda che mi sarei mai aspettata «Non mi chiederai di andare in discoteca vero?»
«Come scusa?» rido, guardandolo leggermente accigliata
«Si sai.. a ventenni piace andarci. Anche a Mic ma lui è un caso a parte. Comunque io non ci metterei mai piede, volevo fosse chiaro»
Quel discorso mi fa ridere ancora di più «tranquillo anche io le odio, non ti chiederei mai di andarci»
«Bene» afferma, e sembra rassicurato.
«Altre restrizioni?»
«Se mi verranno in mente te lo dico»
Poco dopo mi lascia la mano per allungare il braccio sulle mie spalle e velocemente cambia direzione, andando verso la strada per attraversare.
Non capisco che succede e lo guardo confusa, ma Aizawa sembra estremamente concentrato nell'attraversare la strada, così mi limito a seguirlo.
Anche se mi sembra strano, non mi lamento affatto. Il suo tocco protettivo mi avvolge, guidandomi non so dove. Magari ha in mente qualcosa..
Non mi aspettavo certi gesti da lui e mi rende stranamente felice, leggera.
«C'è una dell'università» dice serio.
Bene, altro che leggerezza, adesso voglio sotterrarmi.
Faccio per guardarmi intorno ma capisco che è un'idea stupida.
«E dove?»
«Sul marciapiede opposto, ma non preoccuparti non dovrebbe vederci» cerca di rassicurarmi, lasciandomi un breve bacio sulla nuca.
«Ma la conosci?»
«Sì, è la donna che hai visto al bar»
Mi ricordo che avevo detto di non riuscire ad odiarla, ma adesso inizia a starmi sui nervi.
Vai a pranzo con Aizawa, gli tocchi il braccio davanti ai miei occhi, e adesso rovini la nostra prima passeggiata come coppia. È davvero troppo.
Continuo a camminare nervosa, del tutto assorta nei miei pensieri. Nemmeno Aizawa sembra sereno, nonostante le sue parole.
«Aria davvero, se anche ci vedesse non saprebbe chi sei» tenta, accarezzandomi il braccio.
Mi prendo un attimo per calmarmi. Non voglio che il nervosismo prenda il sopravvento come ogni volta, rovinando una mattina perfetta.
Tutta colpa di quella elegantissima, altissima e perferttissima sconosciuta. Forse non è proprio vero che non riuscirei ad odiarla.
Espiro profondamente prima di parlare «va bene. Possiamo non parlarne più?»
Aizawa annuisce rivolgendomi un sorriso che, diversamente dal solito, è piuttosto dolce e privo di malizia. Si ferma e attirandomi di più a sé mi lascia un brave bacio sulle labbra, prima di continuare a camminare come se nulla fosse.
Sento il calore salire in un attimo sul mio viso, probabilmente rosso. A lui viene tutto così naturale, ma quello che mi ha detto ieri sera mi ha fatto capire che, nonostante il suo comportamento, per lui non sono scontata.
Mi lascio cullare dal ricordo di quelle parole e dal suo braccio rassicurante, poggiandogli la testa sul petto e sentendo il suo battito regolare. Ora non mi sembra più una felicità precaria, destinata a morire come un rigoglioso e colorato mazzo di fiori.
Adesso so che il sentimento che mi riempie è ricambiato e che le sensazioni che provo sono come un lucente filo d'erba, che potrebbe sembrare semplice, ma è destinato a crescere e rafforzarsi, trasformandosi in un solido arbusto.
Stavolta non rovineremo tutto, ne sono certa.
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Hola!
Scusate per le metafore finali, sono un po' cringe ma le ho volute mettere, non so perché ahah
Ho ancora tantiiiiisime cose che vorrei scrivere, magari divido questa ff in 2 storie, per non farne una con troppi capitoli.
Se avete suggerimenti, domande o commenti sono sempre felice di leggerli e rispondere :33 Ad alcuni non rispondo perché non so che scrivere, però giuro che li apprezzo moltissimo😙
Grazie ancora dei traguardi che la storia ha raggiunto, tutto merito di chi legge questo racconto 😁
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