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Game Night

Scusateeeee ero convinta di averlo pubblicato questa mattina ma ora ho notato che non l'ha pubblicato. Avevo problemi con la connessione infatti D:
Mi dispiace tanto! T.T

Credo che da ora in poi quando uso una canzone come titolo ne metto il testo o una sua parte, per far capire perché l'ho scelta. Oppure, come oggi, metto una frase (di canzoni e non) che sono in tema, anche se non le ho usate per il titolo :3

Ci sono quelle sere belle da morire

dove puoi giocare invece di dormire.

Quando ci si sente

piccoli per sempre.

⚠️So che la storia ha già il filtro 18+, ma ci tengo a ribadirlo. Finora ho descritto scene di sesso abbastanza "normali" e classiche, ma in questo capitolo e nei prossimi soprattutto ci sono scene più spinte, quindi invito seriamente a non leggerle per chi non è abituato perché non voglio traumatizzare nessuno ahaha

Essendoci scene 18+ mescolate a quelle "bollino verde" non si può saltare tutto il capitolo, quindi ho deciso di mettere il simbolo 🔞️per avvisare dell'inizio e della fine delle scene erotiche, così chi vuole può saltarle senza problemi :)

Ultima cosa, poi mi lascio al capitolo ahah. Vorrei sottolineare che i personaggi del racconto sono maggiorenni e con varie esperienze passate, quindi è normale uscire dai classici "schemi" e posizioni, ma ovviamente invito a non emulare nulla di quello che scrivo, perché molti "eludono" il 18+ ahah

P.S.: in questo capitolo c'è anche più linguaggio volgare del solito. Se non gradite scrivetelo nei commenti. Io lo trovo divertente ma magari sono l'unica ahah⚠️

Perdonate eventuali errori, l'ho letto velocemente perché ci tenevo a pubblicarlo 😅

Buona lettura C:

◊ Aria POV ◊

Sento un calore familiare attaccato al mio corpo e apro piano gli occhi, sapendo già chi mi troverò davanti. Sono nel mio letto e sto stringendo Aizawa, che dorme ancora profondamente.

Gli scosto una ciocca di capelli che gli copre il viso per dargli un bacio leggero. Non voglio svegliarlo, perciò faccio scivolare piano il braccio che tiene con eleganza sul mio fondoschiena, poi mi alzo lentamente.

Accanto ad Aizawa noto Artù, completamente steso al suo fianco, anche lui poggiato al suo braccio, come lo ero io fino a pochi secondi fa. Potrei essere gelosa di entrambi, se non fosse che li trovo adorabili. Prendo il telefono e, furtiva, scatto una foto. Se Shota lo scopre mi uccide.

Sorrido a quel pensiero e vado in doccia. "Dopo oggi pomeriggio ho davvero bisogno di lavarmi" mi dico ridendo, mentre le immagini della notte scorsa scorrono nella memoria.

🔞

Sono stesa sul letto e stranamente ho ancora l'intimo indosso, Aizawa è accanto a me e si tiene ritto sulle ginocchia. Troneggia su di me, con quel sorriso malizioso reso ancora più cupo dalla scarsa luce che arriva dal salone e dai capelli sciolti che ricadono verso di me, contornando il suo viso e creando strane ombre.

Eppure io non sono affatto intimidita. Anzi trovo estremamente provocante il suo sguardo eccitato, i suoi occhi neri incatenati ai miei, mentre faccio scorrere il suo membro tra le labbra, leccandone la punta.

Aizawa muove piano le sue dita in me, stimolando solo di tanto in tanto il clitoride con il pollice. Il solito bastardo. Si diverte a giocare, facendomi morire dalla voglia di lui.

Mi carezza la nuca con la mano libera, e lo succhio più forte, calandolo in bocca il più possibile ed aiutandomi con la mano. Aizawa reclina la testa all'indietro, emettendo suoni rochi e capisco che sta per venire.

Sento il membro contrarsi, e mi preparo ad accogliere il suo seme, ma lui all'ultimo si sposta velocemente, non riuscendo tuttavia a non sporcarmi il petto.

Non so se ridere o ucciderlo. «Mi spieghi?» chiedo, optando per la prima opzione. Aizawa si rilassa, poggiando il peso sui talloni e tirandosi indietro i capelli, ancora ansimante. È una visione mozzafiato. Crederei di essere in paradiso, se non fosse per il liquido biancastro che inizia a colarmi lungo il fianco.

«Scusa» dice, tentando ancora di regolarizzare il respiro. «È che.. sai eri.."bloccata". Non volevo forzarti..».

Ridacchio a quella "premura", se così si può definire. «Non mi sembra che tu mi abbia mai forzato ma va bene» dico scherzosa «ora però ti dispiacerebbe prendere della carta? Se si sporcano le coperte ti uccido davvero».

Sorride e mi bacia con passione «tranquilla, adesso penso anche a te» sussurra sensuale, a un centimetro dalle mie labbra, guardandomi negli occhi senza vergogna.

🔞

Si, è decisamente necessaria una doccia.

Sotto il getto d'acqua bollente ripenso all'ultimo periodo. È passata qualche settimana dalla sera in cui siamo usciti e abbiamo incontrato i suoi amici, ma non ci vediamo molto spesso. D'estate lavoro la sera solitamente, perché il turno è pagato meglio, mentre la mattina devo studiare. Inoltre unire tutto ciò agli impegni di Aizawa non è facile.

Anche per questo negli ultimi anni non ho mai avuto relazioni. Voglio pensare prima a me stessa, voglio avere la libertà di essere egoista. Ma non riesco a tenere lontano Aizawa, né lo voglio. Sto bene con lui e quando ci vediamo mi sento diversa. Provo un misto di gioia ed eccitazione che credevo dimenticati da tempo, e mi rende serena stargli accanto, sentire la usa voce, il suo profumo, il suo calore.

Le poche volte in cui ci siamo visti la passione ha preso il sopravvento, e non abbiamo più avuto una vera uscita, anche se spesso facciamo colazione insieme il mattino dopo. Non so come e se potrà funzionare, né mi faccio strane illusioni e filmini mentali su radiosi futuri assieme, perché so bene ormai che portano solo delusioni.

Prendo il telefono e noto che ormai è ora di cena. Forse è il caso che svegli Aizawa, magari per una volta in cui ci siamo visti ad un'ora decente preferisce dormire a casa sua, dove ha almeno un pigiama. Quando resta qui è sempre costretto a dormire in mutande -non che questo mi dispiaccia minimamente- ma magari per lui non è il massimo.

Mi avvicino furtivamente al letto, afferro il gatto e glielo poggio sul petto. Non credo che ci sia modo migliore per svegliarlo, considerando quanto gli piaccia Artù. Il gatto si avvicina al suo viso e lo annusa, per poi sdraiarsi su di lui e iniziare a premergli piano le zampe pelose sul torace.

Finalmente Aizawa apre gli occhi e alla vista di Artù sorride subito e lo accarezza. Non credo neanche che abbia fatto caso a me perciò si, ora sono decisamente gelosa.

«Ben svegliato» dico con una punta di fastidio, a cui non credo neanche io.

Aizawa mi guarda dubbioso per un attimo, poi guarda il gatto e il suo viso si illumina. Mi guarda con un sorriso strano «gelosa?» chiede, con la voce più bassa del solito a causa del sonno.

A volta fa paura il modo in cui capisce quello che penso, ma forse è che non sono molto brava a nasconderlo.

«Non credo proprio» rispondo risentita «comunque è sera ormai. Vuoi cenare?».

Annuisce alzandosi «vado al bagno» conclude afferrando i pantaloni. Mi volto per uscire quando sento Aizawa avvicinarsi a me e stringermi le braccia attorno alla vita. Avvicina il viso al mio e sento i suoi capelli poggiarsi sulla mia spalla «non devi preoccuparti, quelle cose con la lingua le faccio solo a te» dice sottovoce, per poi baciarmi il lobo.

Un brivido mi percorre e ovviamente sono arrossita. Mi giro e incontro il suo sorriso provocatore. Il mio battito accelera mentre fisso i suoi occhi stanchi, poi distolgo lo sguardo e lui mi bacia la nuca, allontanandosi e lasciandomi lì impalata. Quand'è che smetterò di reagire così?

Mi getto pigramente sul letto e dopo poco mi raggiunge Artù, sdraiandosi su un lato davanti a me, chiedendomi attenzioni. Lo accarezzo guardando i suoi occhioni verdi. Come fa la gente a preferire i cani? Allunga le zampe verso di me prendendomi la mano. "È davvero troppo carino" penso sorridendo, ad un centimetro dal suo naso.

Noto solo dopo qualche secondo che Aizawa è poggiato sullo stipite della porta e mi guarda «non credo di aver mai visto nulla più dolce» dice avvicinandosi.

«Perché non ci hai riflettuto bene. Pensa se fossero stati due gatti» affermo convinta. Aizawa si sdraia accanto a me ed Artù si alza e va via infastidito.

Lo guardo fingendomi indispettita «l'hai fatto scappare»

«Oh scusa, se lo preferisci mi alzo e te lo riporto» dice con una punta di ironia. Lo afferro subito «nah con lui ho avuto otto anni. Ceni qui?»

«Se non ti dispiace». Siamo stesi su un fianco uno di fronte l'altro. Aizawa è ancora a torso nudo ed ha il braccio poggiato sulla mia vita. «Affatto» rispondo sorridente «ti va del ramen in scatola? Lo so sono terribile, ma non ho voglia di cucinare..»

Sorride quasi impercettibilmente dandomi un bacio sulla nuca «era proprio quello che speravo» dice con ironia. Ci alziamo e -purtroppo- Aizawa si mette la camicia, coprendo il suo fisico scolpito.

◊ Aizawa POV ◊

Mentre mangiamo osservo fuori dalle alte finestre, cosa a cui le volte in cui ero stato qui ho prestato davvero poca attenzione, essendo attratto da altro. Noto che a circa un metro di distanza dal vetro vi è un muro non molto alto, su cui vi è una grata ricoperta interamente di edera finta, attraverso la quale si vedono delle luci, e raramente si distinguono delle sagome passare.

«Cosa c'è dietro quel muro?» chiedo indicandolo.

«C'è un corridoio che porta ad un locale. È una specie di club semi-privato, ma non so bene cosa sia, credo ci lavorino anche delle prostitute..» risponde tranquillamente, alzando le spalle. Gli sembra normale?

«Mi dispiace se non ho una tv» dice di punto in bianco «è che ho preferito prendere altro..». Ha un sorriso strano, che non riesco a decifrare.

«Ovvero?». Aria si alza e dalla libreria prende la custodia di un computer, da cui tira fuori un Mac, che sembra uno degli ultimi modelli. «It's my baby» dice con un sorriso timido «era più utile, anche per lo studio. Poi ci faccio delle partite fantastiche».

È davvero tenera con quella faccia, gli occhi azzurri le brillano come un bambino il giorno di Natale. Lo posa, tornando a sedersi «ho vinto una borsa di studio, così l'ho comprato..» dice, quasi per giustificarsi di essersi comprata qualcosa di tanto costoso.

Finiamo di cenare, parlando di cose comuni. Le racconto di mia madre e che adesso vive a Kyoto insieme a sua moglie, una sua amica d'infanzia, mentre l'estate la passa a Roma. Aria tuttavia dei suoi non mi ha ancora detto nulla, so solo che non li vede, e non credo che a loro importi.

È davvero piacevole passare la sera con lei; potrei farci l'abitudine. Andiamo a dormire sereni, e stranamente riusciamo ad addormentarci senza iniziare un altro round. C'è sempre domani..

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◊ Aria POV ◊

È venerdì sera e finalmente io, Denki, Kirishima e Bakugou siamo riusciti ad organizzare una serata a casa, per "festeggiare l'estate" come ha proposto Kirishima; lui festeggerebbe qualunque cosa.

Ammetto che se stiamo rimandando da un mese circa è principalmente colpa mia, ma quando dicono di festeggiare a casa, intendono sempre casa mia. E mi andrebbe anche bene, se non fosse che mi resta l'odore di erba in casa per una settimana. Poi questo periodo sono stata piuttosto occupata con una certa persona..

«Ok abbiamo preso tutto!» afferma il rosso sorridendo, così ci dirigiamo tutti verso la cassa del supermercato. Per "tutto" ovviamente intende la lista della spesa di un dodicenne alcolizzato. Abbiamo preso solo alcolici, patatine, orsetti gommosi -perché non ho saputo resistere- e altre cose molto poco salutari.

Per concludere compriamo tre pale di pizza e torniamo carichi di cibo a casa. Ovviamente Artù appena sente il casino che riescono a fare i tre ragazzi fugge nello stanzino, dove ho già sistemato tutte le sue cose. Sono troppo rumorosi per lui e li ha sempre evitati.

«Kirishima se tocchi il mio cibo ti ammazzo!!» urla Bakugou, nonostante sia letteralmente a un metro da lui. Ecco appunto: casinisti.

«Aspettate prendo la tovaglia. Sono io che vi uccido se mi rovinate il tavolo» dico infilandomi tra loro per andare verso la cucina.

«Come comanda, principessina» mi sfotte Bakugou. Mi limito a mostrargli il dito medio, facendo una smorfia. Si lo so, sono molto elegante quando sto con loro.

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Abbiamo finito di cenare da parecchio, e dopo aver proseguito la partita a Risiko alcolico che è in corso ormai da 4 mesi, abbiamo sistemato dei cuscini a terra e poggiato gli alcolici e il cibo al centro. Ormai abbiamo tutti bevuto un po', ma io e Bakugou siamo più sobri. È troppo facile battere Denki e Kirishima a Risiko, visto che loro riflettono a malapena prima di giocare.

Abbiamo deciso di giocare ad obbligo o verità, e quest'ultima la evito accuratamente. So già che domande mi farebbero. Considerando anche che la mia sera libera non la passo più con loro, avranno capito il motivo.

Quindi, per evitare domande finora ho dovuto: bere tre shot di fila -volevo morire-, massaggiare le spalle a Denki -noioso ma passabile- e promettere a Kirishima che avrebbe potuto fare una partita a Tera con mio computer. Questa forse è stata la peggiore.

«Aria adesso ti tocca verità» ghigna sadicamente bakugou.
«E perché?!» chiedo infastidita.
«Ha ragione» interviene Kirishima «è la regola, hai già fatto tre obblighi di fila!».

Sospiro rassegnata, pregando che Denki non faccia l'infame. Per quel che ne so è l'unico a sapere per certo che ho passato la notte con Aizawa, anche se non gli ho mai raccontato come è andata.

«Mm.. ah già! Ho incontrato Luca, mi ha detto che non ti vede da un paio di mesi. Che è successo?»

Tirai un sospiro di sollievo: domanda facile. «Perché è un coglione» rispondo secca.

«Non vale comparsa!» urla Bakugou «risposte precise».

Sbuffo, emettendo una nuvola di fumo «che ti devo dire? Mi ero stancata, e ho fatto bene. Ti ha detto che ha provato a colpirmi?» chiedo a Denki.

«Quello stronzo! Lo sapevo, non mi ha mai convinto» afferma Kirishima.

«Io l'ammazzo» dice convinto Katsuki

«Non è successo niente, fatela finita. Lo sapete che so difendermi» dico, sperando di cambiare argomento.

«Ci preoccupiamo Aria» dice dolcemente Denki, che ringrazio mentalmente per non aver chiesto di Aizawa.

«E poi che è successo?» chiede Bakugou, stranamente calmo.

Sgrano gli occhi, non glielo racconterò di certo «uhm.. niente. Me ne sono andata..» rispondo guardando il pavimento, e bevo velocemente per non farmi notare. Non so mentire se non sono preparata.

«Tutto qui?» insiste Denki.

«È finito il mio turno, basta domande» li ammonisco «tocca a te Kirishima».

«mm.. Verità» dice sorridendo come al solito. Facile per lui, non ha segreti considerando che non è in grado di mantenerli tali, almeno nei nostri confronti.

«Da quanto non scopi?» domanda Bakugou con eleganza. Il roscio quasi si strozza con il rum e inizia a tossire come un idiota, scioccato.

«Ma che domanda è?! Che cazzo ti frega?» sbotta lui.

«Devi rispondere, è il gioco» lo sfotte il biondo.

«Da qualche mese..» risponde sottovoce. «Preciso» insiste Bakugou. Io me la rido, sperando che non mi facciano la stessa domanda.

«5 mesi ok?! Ho avuto da fare!» urla. Io e Denki ridiamo come idioti «si, troppo occupato a farti le seghe» continua a prenderlo in giro Bakugou.

«Denki la smetti di ridere tu!» continua a urlare Kirishima «sei un idiota, hai chiesto ad Aria di Luca!».

Sono confusa.

«E quindi?» chiede innocente Denki.

Bakugou lo sostiene, stranamente. «Ha ragione, sei un coglione. Avevamo detto di chiedergli del suo intrigante professore».

«E quando avreste organizzato questa congiura?» chiedo, fingendomi scioccata.

«Prima di venire da te» ammette Katsuki come se niente fosse. Decido di lasciar perdere, quando mi ritoccherà la verità spero che avranno bevuto abbastanza da dimenticarlo, o che il gioco finisca prima.

È di nuovo il mio turno, e ovviamente ho scelto l'obbligo, peccato che debba scelga Bakugou, e la cosa mi spaventa «al prossimo giro devi scegliere verità».

Lo guardo scioccata «ma che stronzo!» urlo, mentre lui ride divertito «non puoi, ci sono delle regole!». Mi sento scema mentre cerco di invocare il regolamento di un gioco per bambini, ma non ho idee migliori per sviare la domanda.

«No Aria non ci provare» dice Denki ridendo «ti ha fregata, mi dispiace». Mi limito a guardarli male «bene..» mormoro.

Il giro prosegue, così Denki racconta la storia -terribile- della sua prima volta, di cui non ha mai voluto parlare, Kirishima è stato costretto a fare 10 flessioni -cosa normale per lui, peccato che dopo quella serata ha rischiato di vomitare-. Infine ho obbligato Bakugou a farsi fare una foto con una maglia da donna -beata vendetta-.

Ora è di nuovo il mio turno. «Verità» dico, di mia spontanea iniziativa.

«Da quanto vai a letto con il professore?» chiede beffardo Bakugou. Dritto al punto eh?

«Guarda che ha un nome, si chiama Sho-.. Aizawa! Poi chi ti ha detto che ci sono stata?»

«Non hai risposto». Lo guardo di traverso. Potrei mentire, ma che senso avrebbe? Prima o poi lo scoprirebbero. In ogni caso l'ho nascosto non perché non mi fidi di loro, ma perché temo le loro reazioni o le loro domande. È tutto così diverso con lui.

«Da uno, due mesi credo.. Ma tra la prima e la seconda volta sono passate due settimane! Quindi è un mese» mi correggo, come se cambiasse qualcosa.

Mi guardano con la bocca spalancata, non so se più stupiti dal fatto che l'ho ammesso senza fare storie -o facendone meno del previsto perlomeno- oppure per quello che ho detto.

Denki rompe il silenzio «lo sapevo! È stato quando eri senza chiavi vero?!».

Kirishima lo guarda spalancando ancora di più gli occhi «lo sapevi?!! E non hai detto nulla?!»

«Che dovevo dirvi?» si giustifica. «Intanto il mio era solo un sospetto, e poi Aria mi avrebbe ucciso, come minimo. E dovevo farmi perdonare per averle dato buca quella sera».

«Beh adesso lo sapete» dico, sperando di chiudere l'argomento «andiamo a dormire? Sono le 5 ormai».

«Assolutamente no! Ora ci racconti!» urla Kirishima. Alzo gli occhi al cielo, sconfitta. Non me la caverò con così poco. Ma non hanno sonno?

«Non c'è niente da raccontare, davvero. Non stiamo insieme, credo.. Siamo usciti mezza volta per andare al "Trift", ma non era un appuntamento. Anzi, poi si sono anche aggiunti i suoi amici, che a quanto pare sono più invadenti di voi. Poi siamo stati insieme cinque volte in tutto. Che dovrei dirvi?». Li osservo, e dire che sono scioccati è riduttivo. Quello meno sorpreso è Bakugou, ma lui infondo è sempre stato bravo -anche troppo- a capire cosa nascondo, anche se non lo da a vedere.

«Non so tipo: ho una relazione con il mio professore?» chiede ironico Kirishima.

«Non abbiamo una relazione» rispondo seccata.

«Ok Aria allora dimmi» chiede Denki «da quant'è che non ti vedevi con qualcuno per 4 volte in un mese? Al massimo ci uscivi una volta ogni due mesi, lo sai bene».

«..» mi sforzai in tutti i modi di ricordarlo, ma l'ultima volta risaliva a tre anni fa, e dirlo avrebbe peggiorato le cose. «Basta, io vado a dormire, voi fate come vi pare» dico, sia per l'imbarazzo che per il nervoso. Ecco perché non gliene avevo parlato.

«Come vuoi» dice Denki, rassegnato, poi riprende il solito entusiasmo «stasera dormo io con Aria»

«Col cazzo!» urla Bakugou «ce la giochiamo».

Rido, scuotendo la testa «non vedo qual'è il problema, il divano è comodo». Ogni volta che si fermano a dormire si giocano il posto sul letto matrimoniale a morracinese. In effetti il divano è a malapena sufficiente per due persone, ma è comunque un letto comodo.

«Semplice: questi due russano tutto il tempo, sudano e sbavano» ringhia Katsuki.

«Potrei dire lo stesso di te, ma sono magnanima e condivido il letto con qualcuno, piuttosto che darvi un sacco a pelo» dico ridendo.

Ovviamente vince Bakugou. Quei due sono scarsi nei giochi anche da sobri.

«Vedi di non sbavare troppo» lo ammonisco.

«E tu vedi di non abbracciarmi dicendo "oh Aizawaa. Prendimi tutta!"» risponde, facendomi il verso.

«Stronzo. Sei tu che non devi abbracciarmi. Prendi in giro Kirishima, ma so benissimo che sei più a secco di lui». Spalanca gli occhi per un attimo, poi distoglie lo sguardo «fatti gli affari tuoi» mormora alzandosi.

----

Perché hanno inventato i citofoni? E perché suonano a quest'ora del mattino? E perché Kirishima è così rumoroso anche mentre dorme?

Prendo il telefono con tutte quelle domande prive di risposta, la testa che mi gira. Il mio è spento, così prendo quello di Bakugou e guardo lo schermo: sono le due di pomeriggio. È comunque troppo presto per suonare il citofono.

Mi alzo controvoglia e rispondo con voce assonnata «chi è?».

/«Ciao.. Sono Aizawa»/

«Entra» gli dico aprendo. Poi mi volto e realizzo: un ragazzo dorme nel mio letto, altri due sul divano, il tavolo è pieno di bottiglie vuote, cartoni di pizza, buste di patatine e altro. Inoltre sono sicura che ci sia una puzzo di fumo fortissima.

Corro almeno a lavarmi i denti e il viso, maledicendomi per non aver avuto idee migliori. Sento il campanello e corro ad aprire.

Aizawa è -come al solito- da mozzare il fiato, anche se indossa semplicemente una camicia e dei pantaloni; probabilmente è stato all'università. Io invece sembro appena uscita dall'oltre tomba e ho i capelli raccolti in uno chignon terribile, tanto da dubitare di poterlo effettivamente chiamare chignon.

Voglio sparire.

∂ ∂

Holaa!

Inizio ringraziando tutti per il sostegno che date alla mia storia, mi rende felicissima ricevere notifiche di voti e commenti. Come sempre: Grazie!!😁

Volevo dire due cose:

1) penso di scrivere una one shot su Aizawa villain x OC, stavolta ambientata nell'universo di mha. Ho letto un paio di storie sull'argomento e mi è venuto un istinto perverso ahaha

Che ne pensate? :))

(Seguitemi per non perdere la pubblicazione, se vi interessa 😙)

2) in questo capitolo ci sono "riferimenti puramente casuali" ad una ship di questa che svilupperò in futuro. Se volete potreste provare a indovinare! Fatemi sapere le vostre teorie ;)

Spero di aggiornare presto, le idee ce le ho ma mi manca il tempo ahah Spero che almeno questo capitolo lungo vi soddisfi.

Alla prossima! C:

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