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10) Vogliamo essere amiche?

Ci siamo ❤️ come ogni venerdì, un nuovo capitolo di Tu per me, io per te, ha visto la luce!

Un grazie a tutti coloro che lo stanno leggendo, ai bellissimi commenti di incoraggiamento e alle segnalazioni nei gruppi di lettura❤️ spero che questo capitolo vi piaccia quanto e più degli altri, perché anche se un po' diverso, ha una svolta inaspettata.
Lia vorrebbe godersi la ritrovata pace, ma non le riuscirà molto bene. La gente ha iniziato a notarla, e ...

Mi raccomando, se la storia vi piace mettete la stellina al capitolo❤️ ci rivedremo venerdì prossimo e abbiate pazienza, un paio di capitolo e ci sarà di che divertirsi davvero!

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Quando mi guardo allo specchio del bagno comune del piano, mi viene un mezzo colpo. Ho la faccia striata di mascara.

Così imparo a dimenticarmi di struccarmi prima di andare a dormire.

Anche se mi è capitato così di rado di truccarmi da che sono qui, che era praticamente inevitabilmente scordarmene.

Mi ripulisco a fondo, applico una crema un po' colorante, ombretto quasi del colore delle palpebre, giusto un po' luminoso. Mascara, lucidalabbra, e invece della coda, uso una molletta per raccogliere i capelli dietro la testa, lasciandoli ricci e liberi sulle spalle.

Ho un aspetto pulito, ordinato ma non sembra che ci abbia messo troppo impegno.

Mi sento sollevata... Luminosa.

Avevo smesso quasi del tutto di curare il mio aspetto. Ero così stanca, depressa e abbattuta perché non potevo lasciare la stanza senza la paura che Nicole frugasse tra le mie cose, o perché sapevo che non avrei dormito, o che dovevo raccogliere i suoi panni sporchi dal pavimento solo per non camminarci sopra, da aver perso l'energia da dedicare a queste cose.

Aggiungiamoci la delusione di non riuscire nemmeno a salutare Ben senza fare una figura di merda di qualche tipo, ed ecco la ricetta per condurre una giovane, promettente ragazza verso la svogliatezza, per non dire depressione.

Adesso andrà meglio. Riavrò uno spazio personale, mi concentrerò sugli studi, e aspetterò che Ben e Reena rompano. Tipo avvoltoio che volteggia su una preda.

Ieri sera non sembravo disgustarlo. Una volta tanto.

Mi basta per tornare a sperare di farlo mio. Un giorno. Devo essere positiva e aspettare, prima di arrendermi.

Sempre se non mi odia perché crede che frequento Riven.

Riven! Devo riprendere il diario e sbarazzarmi di quell'essere!

Ricaccio in fondo alla coscienza il briciolo di gratitudine che gli devo per essersi messo tra me e James. Non mi sarei trovata in quella situazione se non fossi andata alla festa!

I miei sentimenti battaglieri si smorzano parecchio quando iniziano a entrare altre ragazze nel bagno.

È solo una sensazione, ma mi stanno guardando.

Avranno assistito allo spettacolino tra me e Nicole, stanotte.

Beh, devo aspettarmi qualche chiacchiera. Senza contare che Nicole qui ha delle amiche, è ben inserita. Ci sarà chi è dalla sua parte, per solidarietà tra membri dello stesso gruppo.

Nel corridoio, le ragazze in accappatoio che si dirigono ai bagni si danno di gomito e mi indicano. Alcune ridacchiano dopo il mio passaggio.

Okay, non è una impressione. Stanno davvero parlando di me.

Non posso farci niente, dannazione! Non posso avvicinarmi e dire "Scusate, ma state parlando di me? Perché in tal caso, mi interessa molto ascoltarvi!"

No, no. La cosa migliore da fare è fingere di non essermi accorta di questa attenzione. Affronterò la cosa se qualcuna me ne parlerà direttamente. Tanto tra qualche giorno sarà già storia vecchia.

Nel frattempo terrò la testa china come uno struzzo e mi godrò la momentanea pace nella mia vita. I miei nervi ne hanno bisogno per studiare il modo di sbarazzarmi di Riven e delle sue minacce.

Indosso jeans, un maglioncino azzurro soffice e stivaletti con un po' di tacco. Con lo zaino su una spalla, sono pronta per dirigermi in mensa e fare colazione.

Non sono al top. La nottata è stata stressante, il riposo breve, ma il college mi sembra improvvisamente più vivo, colorato, pieno di opportunità. La luce del sole entra dalle finestre, i passerotti cinguettano. Basta per far sembrare tutto una gran promessa di beatitudine.

È incredibile quanto ci si sente vivi ed entusiasti di una cosa banale come fare colazione quando l'umore è alle stelle

La mensa è aperta ventiquattro ore su ventiquattro, meglio di un buffet di crociera. A fianco dell'ingresso ci sono subito le pile di vassoi a disposizione di noi studenti, con ceste di vimini piene di posate sanificate e avvolte nella plastica, bicchieri ugualmente sigillati e tovaglioli di carta.

Alzarmi presto mi offre numerosi vantaggi:  zero coda ai bagni, campus ancora mezzo spopolato e prima scelta dove sedermi e di cosa servirmi, in mensa. Nessun imbarazzo perché sono sola, nessuna ansia perché non rischio di dover dividere il tavolo con degli sconosciuti. Nessun rischio di fare figure di merda pubbliche.

Prendo vassoio e posate, avanzo lungo la fila di banconi protetti da vetri e con grosse vasche piene di ogni cibo ideato per fare colazione. Le addette alla mensa, con divisa, cuffietta igienica e mascherina protettiva, stanno disponendo ceste piene di brioches, vuote e farcite. Mucchi di bacon, pancake, frittelle, uova strapazzate, sode, fette di prosciutto. E poi insalate, ciotoline di frutta affettata, biscotti a vari gusti, riso bollito con sottaceti (la comunità asiatica è in crescita) pane tostato. Cereali di ogni genere, muesli, frutta secca, frutti di bosco essiccati, ciambelle, porridge, avena. Brocche di latte, tè, tisane, caffè, estratti di frutta.

I primi giorni mandavo a casa continui filmati sul cibo. Ricevevo in cambio faccine di stupore e sbavanti.

Mi servo di uova strapazzate, fettine di mela e banana, fragole, succo d'arancia, tè, pane caldo, burro, marmellata di mirtilli e una focaccina.

Non devo tirare la cinghia, qui. Ho i tre pasti principali coperti dalla borsa di studio. Per tre volte ogni giorno posso passare da quella cassa senza pagare di tasca mia, e so sfruttare bene questo privilegio.

Striscio sul lettore il mio tesserino, oltrepasso il tavolo con gli allenatori delle varie squadre che occhieggiano la fila per ricordare ai loro atleti che una focaccina di troppo può diventare quel chilo che li farà passare da titolari a riserve, e cerco il tavolo più defilato.

Lo cerco sempre, da brava allergica alle situazioni sociali, ma oggi ho i miei motivi bonus: vorrei mangiare in santa pace, godermi la vittoria di stanotte, e non provare l'impulso di vomitare perché mi appare Riven alle spalle con quel suo sorrisetto da 'Vedi che ti costringo a fare'.

Non so come intende regolarsi coi pasti e i vari servizi. Ha un bell'appartamento fornito di ogni comodità e quasi sicuramente qualcuno che glielo pulisce e si occupa dei suoi bisogni, ma la mensa è un aspetto fondamentale nella vita quotidiana degli studenti socialmente inseriti, e lui decisamente vuole inserirsi. Potrebbe sbucare fuori in ogni momento e con chissà quale richiesta che non potrò rifiutare. A meno che non accetti il rischio di vedere una gigantografia di una pagina del mio diario appesa in ogni bacheca del college.

Quasi sicuramente sceglierebbe la più scabrosa, umiliante, confessionale.

La faccenda del diario va risolta. Non posso vivere cercando di evitare quell'essere dagli istinti sadici e con il terrore che i miei pensieri privati diventino il best Sellers del college.

Eccolo un tavolo adatto. La stanza è rettangolare, nei perenni toni azzurri e bianchi del Clayton. I tavoli da otto posti sono disposti in file regolari, tranne dove alcune colonne hanno preso parte dello spazio, e lì sono stati messi tavoli da due e quattro, quasi seminascosti alla vista.

Ci arrivo a testa bassa. Dei solitari come me hanno già messo le mani sui tavolini da due, teste chine su libri e appunti. Perciò mi siedo a uno da quattro. La colonna mi rende difficile da individuare.

Per prima cosa prendo il contenitore per alimenti dallo zaino e ci sistemo la focaccina e metà della frutta. Prendo sempre qualcosa in più per spiluccare mentre studio.

I miei genitori mi hanno consegnato una carta prepagata con mille dollari a disposizione per le spese nel campus.

Non hanno detto per quanto devo cercare di farli durare, solo di avvertirli quando sto per restare a secco e intendo impegnarmi perché questo non accada per molto tempo.

Finora sono riuscita a spenderne solo ventidue.

La consulente che ha seguito il mio incartamento per la borsa di studio è stata efficientissima nello spiegarmi quali servizi mi garantisce: pasti, lavanderia, assicurazione medica, materiale didattico, perfino prodotti per l'igiene. Mi ha anche consigliato piccoli trucchi come questo, di prendere cibo in più ai pasti principali e usarlo per non acquistare merende o spuntini a prezzi da strozzini dentro il campus. Aiuta da una vita ragazzi come me, finiti in un ambiente mille volte più costoso di quello in cui sono cresciuti.

Se continuerò così, potrò usare i soldi sulla carta per tornare a casa per le vacanze natalizie e fare i regali ai miei. E ne avanzeranno parecchi.

Anche se sono ancora arrabbiata per la mancanza di entusiasmo che hanno mostrato per la borsa di studio e la mia ammissione al Clayton, senza contare i cenni un po' offensivi al fatto che la politica di aiuti alle donne sia stata fondamentale per farcela, in realtà sono sempre stati ottimi genitori. E fratelli.

Non hanno mai fatto pressioni sull'indirizzo da dare alla mia carriera, non erano disinteressati alle mie decisioni e cercavano di essere coinvolti nella mia vita scolastica quanto lo permettevano gli impegni di due lavoratori al minimo salariale. In casa faccende e responsabilità domestiche erano equamente distribuite tra noi fratelli e le punizioni non sono mai state diverse indipendentemente da chi aveva fatto un guaio.

Forse per questo sono un po' risentita. Dopo una vita trascorsa con un trattamento pari a quello dei miei fratelli, anzi, un po' più di protettività e aspettative, che non abbiano fatto festa per i miei traguardi mentre per le ammissioni di Vincent e Lucas al college locale siamo andati ai loro ristoranti preferiti, mi ha proprio ferita.

Non pretendevo chissà che, ma la cena celebrativa me la aspettavo proprio. E anche che se ne vantassero un po' in giro.

Però si sono occupati di tutto il resto con pari attenzione: mamma mi ha accompagnata a comprare il necessario lo stesso weekend di quando ho rivelato a casa di aver ottenuto tutto il pacchetto anche se insistevo che avevamo un mucchio di tempo per pensarci.

Ero stata zitta a inizio anno, presa la borsa di studio che mi permetteva di fare domanda di ammissione ai college più quotati con la garanzia di non dover pagare la retta. Tre minuti dopo aver ricevuto la mail di accettazione al Clayton saltellavo per la cucina e vuotavo il sacco con ogni dettaglio sulla borsa di studio.

Lei e papà hanno esaminato parola per parola la documentazione della borsa di studio, hanno incontrato più volte la consulente scolastica, fatto mille raccomandazioni e infine, all'aeroporto, mi hanno consegnato la carta prepagata chiedendomi di divertirmi oltre che studiare.

Quindi anche se non mi è ancora passata la rabbia per il loro disinteresse alla mia conquista, non riesco ad avercela del tutto con loro. Visto che non ho spese vitali da sostenere, preferisco fare un po' la pezzente e risparmiare quei soldi per piombargli in casa a sorpresa carica di regalini natalizi.

Hanno sempre cercato di non spendere molto per sé stessi e dare a noi tre figli tutto il possibile. Mi piacerebbe fosse arrivato il momento di mostrargli la mia gratitudine, e anche che i loro sacrifici sono arrivati quasi alla fine.

Una volta laureata il denaro non sarà più un problema. Una infermiera specializzata con il percorso di studi di quattro anni anziché di due, guadagna sui sessantamila dollari l'anno.

Una miseria agli occhi delle Nicole di questo mondo ma una fottuta fortuna per chi proviene da un contesto economico come il mio.

Non so nemmeno cosa potrei farne di una cifra simile. Per il momento, spendere è solo fonte di preoccupazione. Chissà che si prova a comprare quello che si vuole senza chiedersi se così sarà un problema pagare le bollette.

Imburro il pane caldo. Al primo morso mi lascio andare al piacere di nutrirmi.

Mi sento euforica, in attesa di cose meravigliose. Anche se so perfettamente che la giornata sarà quello che mi aspetto: due lezioni mattutine, pranzo, biblioteca per fotocopiare delle dispense, l'ultima lezione, puntata alla caffetteria per lo snack omaggio e poi, dritta in camera a godermi la quiete. Potrò studiare, rilassarmi.

Ho un certo timore che la situazione non durerà. È una stanza doppia. Presto o tardi avrò una nuova coinquilina, perciò è meglio sfruttare la pace prima che succeda.

Potrebbe capitarmi peggio di Nicole?

Ne dubito. Ma alla sfiga non c'è limite.

Potrei approfittarne per fare quello che avrei dovuto fare da un pezzo: indagare su Riven. Devono ben esserci notizie su di lui.
Mi va bene qualunque cosa offra appigli per liberarmene. Dovrò dedicarmici appena possibile.

Amo mangiare. Bevo del succo, gusto lentamente la frutta e spazzolo le uova.

"Cavolo, mi fai pentire di non aver preso le uova."

La forchettata che mi sto portando alla bocca resta a mezz'aria.

Qualcuno sta invadendo la mia fortezza della solitudine.

"Hai una espressione orgasmica." prosegue. E sto intuendo chi è alle mie spalle. Mi provoca inquietudine.

Reena.

Si sta sedendo al mio tavolo come se nulla fosse e senza chiedermi il permesso.

Okay, questa non me l'aspettavo. Credevo che se oggi fosse spuntato fuori qualcuno per rovinarmi la digestione, sarebbe stato Riven. O James. Forse entrambi. Oppure Nicole in vena di risse.

Ma Reena?

È senza vassoio.

Mi guardo intorno. Ci sono tavoli vuoti ovunque. Perché si siede qui?

"Le mie amiche si stanno servendo. Te le posso presentare? Sono simpatiche." sventola una mano verso la fila di studenti che inizia a formarsi davanti ai vasconi di viveri "Ti ho vista e ho pensato di raggiungerti." sta segnalando a qualcuno la sua posizione.

Perché? Vorrei chiederglielo. La reginetta della scuola non siede con la sfigata di turno se non le sta preparando qualche scherzo. Così va nei film, e così andava nel mio liceo.

La sua vicinanza mi provoca insicurezza. È troppo bella, troppo in forma, troppo...

"Ti devo un favore per ieri. Alla festa " si sporge sul tavolo. Anche con addosso la tuta della squadra di pallavolo, è perfetta. Può permettersi la tiratissima coda di cavallo, con quel volto. Anche calva sarebbe strepitosa. È tutta in ordine luccicante, profumata.

Non sono più orgogliosa del mio aspetto. Vicino a lei devo sembrare un bruco seduto al tavolo con una farfalla.

Chissà che si prova ad essere così belle? Così soddisfatte del proprio corpo? A essere amiche di uno specchio invece di considerarlo un mezzo nemico?

Scommetto che la sua adolescenza non è stata un contemplarsi per controllare se i sussurri delle altre ragazze alle sue spalle erano veri: non ha tette, le si vedono i peli, ha denti storti, sopracciglia da Hobbit, mascella da maschio, per me è anoressica...

"Ogni volta che ci cambiamo nello spogliatoio sento di dover fare qualcosa al mio corpo." ha detto una volta una ragazza a un'amica senza nemmeno accorgersi di me "Pomparlo, amputarlo, depilarlo, incremarlo...ogni volta che vedo nude le altre mi faccio più schifo."

Amen, sorella, avrei voluto dirle. Lo spogliatoio del liceo era una tortura raffinata, dove chi, come me, che ha tardato a sviluppare sembianze femminili, ha in compenso sviluppato uno schiacciante senso di inferiorità verso gli altri membri del suo sesso.

E poi c'erano le Reena. Nomi diversi, bellezze simili. Che coi loro corpi da adulte passeggiavano nude senza imbarazzo tra noialtri anatroccoli e ci punzecchiavano in mille malefici modi.

È per colpa di stronze come Jamalia Kimball e Georgia Bloom se provo una istantanea diffidenza verso le poppute.

Mi si piazzavano davanti dopo la doccia post lezione di ginnastica, mentre eravamo avvolte negli asciugamani, e ridevano guardandomi il petto piatto, mostrandomi i loro seni enormi. Ripetevano che nessun maschio avrebbe mai voluto vedermi nuda.

Non ho neanche avuto la soddisfazione di saperle cretine, perché avevano ottimi voti. Nessun retroscena familiare penoso, tale da giustificare la loro cattiveria. Non hanno fatto scelte idiote e per quanto ne so, sono in un college a godersi la vita senza neppure ricordare quanto fossero bulle.

Reena oltre a essere una maggiorata, ha anche Ben. Quindi non può piacermi a pelle. La ascolto con molta prudenza e un po' di insofferenza.

"Potevi stare zitta, lasciare che il tuo ragazzo facesse quell'ultimo punto e attaccarti a lui per goderti la fama della vittoria."

Perciò si tratta di questo.
Ha senso. Quindi è una persona corretta. Prova gratitudine. Quando immaginavo il suo carattere, non so perché le attribuivo solo qualche tacca di umanità appena superiore a quella di Nicole.

Sono prevenuta perché la invidio. Si è presa in un attimo quello che desidero da anni.

Ma è più giusto riconoscere che quello che desidero ha scelto lei. Senza nemmeno considerarmi una opzione.

Per questo me la immaginavo come la peggiore delle stronze. Un po' più carogna ogni volta che vedevo una mano di Ben attorno alle sue spalle o la sua bocca intenta a baciarlo. Le ho attribuito ogni cliché della bella bionda stronza senza averci mai avuto a che fare.

"Non mi devi niente. Riven era sleale. Quando ha sfidato Ben non ha detto di essere bravo a giocare. E non è il mio ragazzo." metto in chiaro.

"Non era sleale." sostiene, decisa "È stata strategia. Sul campo da gioco ti fa vincere quanto il talento." si riassesta sulla sedia, pensierosa "E resta il fatto che potevi essere la  ragazza del ragazzo che ha denudato Benjamin Blake in pubblico, invece ci hai rinunciato."

Mi mangio ancora le mani al pensiero. Di aver perso Ben nudo. "Ci ho rinunciato volentieri. Non mi interessa quel tipo di popolarità." in questo sono onesta. Ho i tremiti a pensare alle persone che cercherebbero di avvicinarmi solo per guardarmi o approcciare Riven.

E non voglio essere associata a lui. Voglio allontanarmene.

"Direi che non ti interessa nessuna popolarità. Ti ho cercata online, senza trovare informazioni interessanti. Allora ho chiesto nella chat della squadra. Ancora niente. Finora nessuna ragazza mi ha detto di conoscerti. Vivi sotto una pietra?"

No, ma ci vai vicina.

Mi dimeno un po' sulla sedia, a disagio. Mi ha detto grazie, in pratica. Perché resta? Non si considera soddisfatta?

L'arrivo delle sue amiche mi salva dal dover cercare una risposta che non mi faccia apparire squilibrata.

Una è Kirstin, che siede accanto a me, passa a Reena un vassoio carico e indica la terza ragazza. Ha preso posto a fianco di Reena.

"Lia, lei è Patty. Lacrosse." ci presenta Kristin "Patty, lei è Lia " è carina, con meches rosa sui capelli biondi e poco sorridente. Ha un non so che di aggressivo rispetto alle altre.

Mi sento onorata che non abbiano aggiunto alla presentazione "Quella che non fa sport."

Cosa vogliono? È quasi grottesco. Tre ragazze, una più popolare dell'altra, tutte palesemente pezzi grossi nei rispettivi club sportivi, con la regina della Siberia sociale e tra i pochi non sportivi al Clayton.

Tre ragazze che indossano diversi stili di tute bianche e azzurre, e la quarta in jeans e golfino.

È come se urlassi di non essere una di loro.

"Bel posticino. Al tuo posto anche io mi nasconderei, oggi." commenta Kirstin, osservando il resto della sala "Scommetto che ti fisseranno tutto il giorno."

Ah. Quindi sa di Nicole? Sono amiche?

"Hai preso succo e tè. Segui qualche dieta basata sull'assunzione di liquidi?" mi chiede Patty senza troppi preamboli "Io studio alimentazione, sono sempre incuriosita dai regimi alimentari altrui." aggiunge come spiegazione.

La verità è che volevo versare il tè nel thermos portatile per berlo più tardi. Ma non voglio passare per la poveraccia che sono davanti a queste persone che pagano senza problemi cinque dollari a bottiglietta alle macchinette.

"Ero solo indecisa." mento. Dovrò accontentarmi dell'acqua delle fontanelle.

Non so bene come comportarmi. È chiaro che vogliono restare sedute qui con me. Ma perché? E soprattutto, come me ne vado?

"Allora, come è andata con quel Dio del sesso?" domanda a bruciapelo Kirstin, sporgendosi suo tavolo, con tono da cospiratrice.

Se avessi avuto un boccone in bocca, mi ci sarei strozzata.

"Si chiama Riven." l'ha ripresa Reena "E siano tutte curiose di sapere di più sul vostro rapporto." Usa un tono lezioso, pieno di sottintesi.

Ancora quella maledetta sfida di ping pong. Sono successe troppe cose in una sola notte.

"Non c'è nessun rapporto." chiarisco "Siamo andati insieme a una festa. Nient'altro." e se riesco a mettere le mani sul mio diario, quel disgraziato sparirà dalla mia esistenza.

Non sembrano credermi "Aspetta, tu e quel gran manzo non avete..."  Patty agita una mano in aria con fare allusivo "Concluso insieme la serata?"

Basta per farmi ripensare a quando gli sono finita sopra la pancia. Un brivido mi scuote.

"Neanche per idea!" sbotto "Perché, è lui a dirlo?"

Lo ammazzo. Lo stritolo. Gli dò fuoco. Se si permette di raccontare che scopiamo, niente mi fermerà dal farlo fuori.

"No. Ma siete spariti tutti e due. E sappiano cosa vuol dire, vero, Reena?" Kirstin dà di gomito all'amica, impegnata a rimestare una macedonia di ananas e albicocche.

Sono investita dal sollievo. Meno male. Che io e Riven ce la intendiamo è solo una conclusione tratta dalle circostanze.

Aspetta, significa... mentre io e Nicole... e...

"Eddai, non sai parlare d'altro?" Reena si scosta da lei, ridendo "Vuoi mettermi in imbarazzo?"

Il cuore mi sprofonda nel petto. Ma certo che l'hanno fatto. Sono due normali giovani adulti che si frequentano. Ben non appartiene a nessuna setta religiosa che gli imponga la verginità fino al matrimonio. Che credevo?

Però fa male saperli insieme. Averne la certezza.

"Sono solo invidiosa. La mia serata è finita con me, tanto per cambiare."

Non mi interessa. Non voglio più ascoltarle. Il loro divertimento mi irrita.

Ce l'ho con Reena. È più forte di ogni altra sensazione. Una parte di me la vede come la stronza nata con la camicia che mi ha fregato Ben senza meritarselo... e l'altra parte mi dice brutta cogliona, ha fatto solo quello che vorresti fare tu, invidiosa che non sei altro!

Mi tormento le mani sotto il tavolo, dove non possono vederle. Devo restare tranquilla o si chiederanno perché tanta agitazione.

Patty indica l'amica "Kirstin si considera sfigata con gli uomini." spiega.

"Le basterà frequentarci per un paio di settimane e mi darà ragione." mugugna a bocca piena di mirtilli.

Frequentarci?

"Metti da parte la tua autocommiserazione. Le stavo chiedendo dove si è nascosta finora." Reena continua a rimestare la macedonia senza nutrirsi.

Che sia di quelle che digiunano? Vergognati, Lia! Per invidia saresti capace di gioire se il segreto di bellezza di questa ragazza fosse campare di erba tritata. Non fare la meschina!

"Giusto! Siamo tutte curiose!" Kirstin si anima "Nessuno ti conosce, nessuno sa chi sei. Spunti fuori dal nulla a braccetto con uno che non schioderà mai da una delle prime cinque posizioni della Classifica della Figaggine. Tutti si fanno domande su chi sei e come si sei riuscita."

Magnifico. Proprio quando vorrei passare inosservata più del solito, mi puntano addosso gli occhi.

Di che parla?

"Classifica di cosa?"

Strabuzzano gli occhi. Tutte. Sembrano gufi appollaiati su un ramo. Da questo capisco di aver fatto di nuovo la cosa in cui sono più brava: ho detto la cosa sbagliata.

"Oh mio Dio!" ansima Kirstin portandosi un mano alla bocca "Non sai cos'è?"

"Ma hai vissuto in un bunker, da quando sei qui?" sbotta Patty, incredula.

"Inizio a sospettarlo. Lia, è molto grave. Tutte le ragazze del Clayton sono seguaci della C.d.F. Tranne quelle dei gruppi religiosi. Cattoliche, musulmane... loro non devono sospettare che esiste una cosa del genere. Sono represse e vogliono renderci represse tutte quante. Su, avvicinatevi." Reena ci fa cenno di accostarci a lei.

Mi fa tanto, troppo strano. Come se... facessi parte del loro gruppo. O come se volessero che ne facessi parte.

"La pagina Instagram C.d.F.C.C." dice a voce bassa, quasi rivelasse uno dei più grandi segreti dell'universo "Classifica della Figaggine Clayton College. O solo C.d.F. Una classifica degli studenti maschi e femmine in base a quanto sono fighi e popolari."

Tutto qui? Non mi sembra diverso da quando io e le mie amiche ci appostavamo su un muretto davanti alla gelateria più frequentata dalla città e davamo i voti ai ragazzi che passavano di lì.

Ben avrà anche occupato il mio cuore, ma non per questo sono cieca davanti a un bel maschio. Lo ammiro come farei con un'opera d'arte. E non credo ci sia niente di male o di vergognoso. Cavolo, non è che se anche ne avessi la possibilità, me lo farei, ma mi piace guardare.

Come Riven. Ha una faccia che rasenta la perfezione. La si potrebbe rimirare senza stancarsi per ore intere.

Non mi vergogno ad ammettere che è attraente e guardarlo è piacevole. Negarlo sarebbe ridicolo. Ma posso affermare che appena apre bocca, sento solo l'impulso di schiaffeggiarlo.

"Aspetto, carattere, talento, anche denaro di famiglia." sospira Patty "Una parata di maschioni."

"E perché ne parliamo a bassa voce?" chiedo. Anche se lo sospetto. Non è visto di buon occhio guardare immagini un po' sexy. E se sei femmina, è ancora peggio. Un ragazzo che guarda foto di donne nude è un po' porco ma niente di più.

Una ragazza beccata a guardare nudi maschili viene etichettata come puttana.

Vai a capire la logica maschile. Ci vogliono sessualmente interessate ma si spaventano se lo dimostriamo.

"Perché hanno già cancellato quella pagina due volte. Per fortuna chi la gestisce è riuscita a ricrearla, o aggirare i regolamenti. Adesso è online ma se i professori o i ragazzi più... Permalosi..."

"Gli sfigati invidiosi che non entrano in classifica." la corregge Patty.

"Insomma, se qualcuno che non la apprezza, scopre che è di nuovo attiva, addio divertimento."

"Perbenisti ipocriti." Kirstin scruta i tavoli sempre più affollati "Fotografa una ragazza in costume e nessuno dice niente. Carica dei bei pettorali maschili ed è violenza d'immagine, abuso, incoraggiamento alla libido e chissà che cavolata." mi guarda "Una marea di scemate politically corrett."

Probabile.

"È solo per divertirci. Sono pubblicati contest sulle migliori chiappe, chi ha gli occhi più magnetici, il sorriso da infarto, il comportamento più corretto, vota il davanti o il dietro... ci sono perfino dossier sui ragazzi." continua Reena. Ha il cellulare in mano e me lo sta porgendo.

Lo prendo con cautela, come fosse una bomba.

Una sequenza di fantastiche fotografie di figaccioni. Riconosco il Clayton sullo sfondo di diverse immagini, o addirittura gli edifici dove sono state scattate.

"Quella è la galleria dei maschi." sospira.

È roba da mezzi stalker. Maschi che si allenano, corrono nei viali, giocano sui campi. Vestiti, in pantaloncini, costume da bagno e...

"Questo è uno spogliatoio?" mi manca il fiato. Un video di pochi secondi di scarsa qualità, traballante, pieno di ragazzi in vari gradi di nudità, alcuni con solo un asciugamano legato in vita... uno se lo sta togliendo.... Ma finisce tutto prima che si veda più del ventre con addominali a tartaruga.

"Ma questo... è un reato!" sibilo, sconvolta "Qualcuno spia negli spogliatoi!"

"Relax. Non si vedono mai i gioielli. Sfortunatamente." commenta Kirstin, un po' delusa "Ma i sederi, si!"

"Sssshhht! Queste immagini non sono scaricabili! E non si riesce nemmeno a fare screen. Per di più puoi visitare la pagina solo se l'amministratore ti accetta. Solo studenti del Clayton." mi spiegano "Eddai, è solo per divertirci!"

"Ti prego, non fare la moralista. O penseremo che è vero l'adagio: più sono castigate più ti giudicano." Lo sguardo di Patty cade sui miei jeans, il golfino, e dall'alzata del sopracciglio capisco che non approva quello che vede.

Io non sono moralista. Non giudico.
Non è quello il punto.
Non comprendo la serenità con cui approvano la situazione. E poi se qualcuno lo fa ai maschi, può esserci chi lo fa alle femmine.

"Ma non vi preoccupate? E se qualcuno spia negli spogliatoi femminili o nei bagni?" come fanno a essere tanto tranquille?

"Tanto per cominciare, se sei autorizzata a seguire la pagina ti viene esplicitamente chiesto di approvare se accetti che delle tue fotografie siano pubblicate sulla C.d.F."

"È vero. L'autore è molto rigoroso. Se non vuoi essere presente sulla pagina, non pubblicherà niente su di te "

Aspetta. Significa che questi ragazzi... e tutte loro hanno accettato che le loro immagini finissero online?

Non so cosa sia peggio.

"Anche la sicurezza è eccezionale. L'immagine non può circolare fuori da queste mura, e una volta laureati i ragazzi non riescono più a vederle. Quindi non ho problemi." fa spallucce Reena "Non fare l'ingenua, sono una manica di maiali. Quando la coach urla Riscaldamento, toccatevi le punte dei piedi, riesco quasi a sentire i flash dei tifosi sugli spalti abbronzarmi il didietro piegato a novanta." fa una smorfia disgustata "Visto che noi femmine non ci abbassiamo a tanto, la C.d.F. almeno ci pareggia il conto."

"Già. È perfino eccitante pensare che si eccitano ammirandomi mentre corro." Kirstin sorride.

La fanno facile.

Non capisco tutta questa superficialità. Il web non dimentica. Ho brividi di terrore al solo pensare che una mia foto in asciugamano possa circolare libera nel mondo. L'eccitazione di immaginare Ben segarsi su una mia fotografia non vale questa paura.

"L'importante è godersi in privato queste foto. Perché se qualcuno ne parla, se una immagine viene rubata, Pam! Pagina oscurata e addio nuove fotografie." sentenzia Patty.

Non mi rassicura il loro ragionamento.

"Scusate, e se uno di quei ragazzi prende un secondo cellulare e fotografa la pagina Instagram con le vostre foto in reggiseno nello spogliatoio, con tanto di facce, e poi le gira a un amico nel Michigan che le mostra ai suoi amici e poi le carica online?"

Attimi di silenzio da parte loro.

"Ecchecazzo!" esclama Kirstin "Ha ragione!"

"No, non si può. Io ci ho provato." rivela Reena "Nella fotografia lo schermo era sempre nero. Applicano alle immagini un filtro per renderle non fotografabili."

Le ho agitate parecchio.

"E perché ci hai provato?" chiede Patty.

"Volevo quella foto dove il mio ragazzo è in calzoncini da allenamento e luccica sotto il sole come un dio greco. L'avrei ingrandita e messa come poster in camera."

"Non ti basta l'originale? Vuoi il formato 2d?"

"C'è Benjamin Blake là?" alt! Questo non cancella il disgusto che provo e anche la disapprovazione ma ... potrei ammirare Ben ogni notte nel mio letto, sul cellulare?

Non la striminzita, perfettina foto dell'annuario liceale, ma una versione di lui seminuda, sotto sforzo, al massimo della forma?

"Ci sono praticamente tutti." sostengono "Non devi pensare male, è una cosa molto sicura, e poi se non ti piace, non autorizzi la pubblicazione di fotografie tue e buonanotte."

"Ma non ti dà fastidio? È il tuo ragazzo." osservo. Se fosse mio, Ben in pubblico vestirebbe come un monaco.

In pubblico. E me lo godrei seminudo per casa. Sarebbe una regola, doversi levare camicia e pantaloni appena rientrato.

Perché, perché ho una fantasia tanto depravata e inarrestabile? Sono seduta davanti alla sua ragazza, parliamo di cose serie, e io mi perdo pensando a quanto sarebbe bello starmene in poltrona con Ben e quei boxer neri di ieri sera che mi salutano appena rincasano.

"Si, e è il più ammirato sulla Classifica." si vanta.

"Ma Riven può scalzarlo. Anzi, è il contest del giorno. Si intitola: sei del Team Riven o Team Ben?"

E lo vedo. Le immagini di ieri sera. Due brevi spezzoni dove Ben si leva la canottiera, Riven invece la camicia, e appare la scritta, in elaborate lettere gotiche rosse "In che Team sei?"

"Leggi il post." mi consigliano.

La Classifica della Figaggine del Clayton che aggiorniamo ogni due settimane, si arricchisce di un nuovo studente: Riven Chambers!

Sentite le mutandine squagliarsi? È normale, perché quel gran pezzo di maschio è la incarnazione dei desideri di ogni ragazza. Non abbiano ancora notizie su di lui, tranne che frequenta Scienze della Comunicazione, è figo in modo pauroso e purtroppo una di noi ha già allungato gli artigli per prenderselo. Lode a te, fortunata!

Chambers si è presentato alla festa del club di ping pong, dove è stato responsabile di una grandiosa partita finita con lo spogliarello nientemeno che di Blake (le ragazze del Clayton ti ringraziano, Chambers!). Godetevi le immagini nel post di domani!

Oltre a un aspetto divino, il ragazzo ha una personalità effervescente e l'occhio lungo per quanto riguarda le belle ragazze. Era ufficialmente in compagnia di Lia Di Blasi, finora passata inosservata ma il cui ingresso in villa ieri sera ha folgorato qualunque ragazzo ami le belle gambe.

Pur non avendo un viso all'altezza di rivali come Reena Gillis o Kate French, la Di Blasi ha senza dubbio il fisico capace di far dimenticare tutto il resto. A fine serata, il soprannome che circolava su di lei era 'The body', cioè Il Corpo.

Il maschio più sexy del Clayton e la seriosa Di Blasi rischiano seriamente di diventare una delle coppie più seguite del college. Se non altro per sapere se si stanno frequentando seriamente o c'è speranza che tornino presto liberi e a disposizione di noi single!

"Hai visto? Parla anche di te. The Body." fa le fusa Kirstin "L'unica volta che sono stata citata dalla C.d.F è stato perché ero sullo sfondo di una foto di Mark Wahlberg. E si vedeva che gli morivo dietro."

Non riesco a riflettere. Sono sconvolta.

The Body? Porto solo una seconda. Qui mi si prende per il culo.

E poi "Come si danno le smentite? Io e Riven -non-stiamo-insieme." lo ripeterò finché non sarà chiaro a tutti. Salirò sulla torre campanaria della città e lo urlerò al vento, se occorre.

"Ci puoi provare." ridono "Inizia col cercare il profilo della pagina e fai richiesta di seguirla."

"Se vuoi il mio parere, taci." Reena ha mangiato solo metà macedonia tra una chiacchiera l'altra. Io non ho più toccato cibo "Essere associate a ragazzi in alto nella classifica è un bene sociale, qui dentro."

"Già. Se metti le mani sui primi classificati, sei una specie di mito. E visto che Ben è spesso al primo posto da quando si è iscritto, Reena è una regina e tutte vogliamo essere come lei " Kristin le passa un braccio attorno alle spalle e ridono.

"Non è tanto per essere dei miti qui dentro. Le ragazze che hanno ottenuto più successo  dopo la laurea al Clayton, sono state tutte in cima alla C.d.F femminile. Da quando esistono i social, è la chiave per farsi notare e diventare popolari anche nel mondo esterno " spiega Reena "Sei prima nella Classifica della Figaggine? Allora tutti nel college seguono il tuo profilo. E se tutti ti seguono, finisci per essere notata anche dagli altri. Al giorno d'oggi non si ottiene niente se non si ha un bel numero di follower."

Parla di un mondo sconosciuto. Se è così che vanno le cose, per fortuna punto a un lavoro dove la popolarità social non conta nulla. A meno che adesso gli ospedali non assumano usando il numero di follower come dato fondamentale nella valutazione del curriculum.

"Se anche io posso esprimere un parere: jeans? Avessi quelle gambe, vivrei in gonna. E tante grazie." Patty sta ancora ridendo quando si alza di scatto "Sono arrivati! I frullati proteici!"

"Banana per me!" Kristin si alza con lei e a malapena ci chiedono se vogliamo qualcosa prima di filare verso il bancone delle bevande dove si sta radunando una mezza folla impaziente.

"Guava per me! Teniamo i posti!" gli urla dietro Reena.

È come se mi riscuotessi da una specie di torpore. Adesso siamo sole. Posso...

"Io... forse dovrei andare..." faccio per muovermi ma Reena mi afferra.

"Se non hai nemmeno finito di mangiare! Forza! Ho delle cose da dirti."

Era un po' la mia paura. Mi rimetto seduta composta, mani in grembo.

Ancora non mi è chiaro cosa vuole. Perché vuole qualcosa. Fin lì ci arrivo. Altrimenti perché sedersi con una ragazza quasi sconosciuta, che fa studi diversi dai tuoi e quasi sicuramente non ha niente in comune con te?

"In realtà volevo parlarti a quattr'occhi, ma non sono mai sola. Invece tu lo sei, Ben dice che non eri molto popolare, al liceo "

Diciamo che ero un niente, a quei tempi. Ho trascorso due anni cercando una disciplina in cui distinguermi per ottenere una borsa di studio, e altri due a organizzarmi per prendermela. Credo che molti del mio anno non abbiano mai saputo il mio nome.

Che strana sensazione. Hanno parlato di me.

"Ti ho già detto che ti devo un favore. Ben stava per essere etichettato come un perdente, abbastanza scemo da accettare la sfida di uno che nemmeno conosce. E cadere in una trappola. Grazie a noi due invece, tutti credono che sia stato un gioco organizzato e la reputazione di Ben è salva. Questo è molto importante, per noi "

Noi. Parla di loro come coppia. Dovrò abituarmici.

"Non capisco. Perché doveva essere qualcosa di organizzato?"

"Per attirare l'attenzione." spiega, con naturalezza "Il college non è così diverso dal liceo. O dalla vita in generale. L'attenzione dà popolarità. La perfezione dà popolarità. La popolarità ti rende tutto facile e gradevole. Per questo starei attenta nel dire che la popolarità non mi interessa. Sembri o stupida o molto ingenua. L'una o l'altra, finisci fottuta."

Uao. Diretta e spietata.

"Che c'è? Ti sto solo dicendo la verità. Solo perché sono bionda, tettona e ogni maschio mi si vuole fare, devo essere una stronza?" non arrossire, Lia! Non farle capire che lo pensi di lei dal primo istante che l'hai vista al fianco di Ben!

"Sappi che non lo sono. Non più di tutti. Voglio laurearmi e avere una bella vita, so di poterci riuscire se mi do' da fare qui dentro e mi impegnerò fino a sfinirmi per farcela. Sbancherò alla lotteria della popolarità e mi ritaglierò quella fetta di privilegi che porta con sé. Sai perché? Non voglio diventare una di quelle che ripensano al college come al momento migliore della loro esistenza. Il resto della mia vita sarà migliore di questa fase." scosta il vassoio da davanti a sé "Sono opportunista, ma anche leale, con chi mi è leale. Stamattina, quando ho visto la C.d.F., ho capito che non solo Riven è destinato a essere ammirato, qui dentro. Ma anche chiunque lo frequenterà." mi indica.

Inizio a capire.

"Possiamo farci un gran bene a vicenda. A partire da adesso, ogni ragazza del Clayton sa chi sei e ti invidia. Non potrai fidarti di nessuna. Invece, diventa mia amica e non te ne pentirai. Non sono egoista, non invado la privacy e posso aprirti ogni porta, al college. Prometto anche di non mollarti per strada, se con Riven finisce in niente e torni alla tua anonima vita di prima."

Schiocca le dita per rimarcare il messaggio.

Mi sta proponendo... Di essere amiche? Sembra più un contratto d'affari.

"Io..."

"Lo so, sembra un freddo contratto d'affari. Ma non tutte le amicizie nascono da una intesa a pelle. E ci sono grandi amiche diversissime l'una dall'altra. Sfruttiamo a vicenda il momento: ci facciano vedere insieme, le ragazze dei due ragazzi più votati sulla C.d.F. Le altre ti ammirano perché mi sei vicina e io sarò ammirata perché non frequento solo capitane delle squadre sportive. Se poi scopriamo di trovarci simpatiche, tanto di guadagnato."

"Ragazze, non ci crederete!" Patty e Kirstin stanno tornando con bicchieroni pieni di quello che sembra fango di diversi colori.

"Pensaci." Reena lo sussurra a mezza voce per non farsi sentire da altri che me.

"E, per la cronaca, è una situazione del tutto nuova, per me. Non ho mai chiesto a nessuna: vogliamo essere amiche?"

Sorride vaga, prima di dare la sua attenzione alle ragazze su di giri. È stata... non so, è come se quelle ultime parole avessero reso tutto vero.

Sono frastornata. Non so un accidenti di dinamiche sociali né popolarità, ma mi è appena stato proposto di... legarmi a qualcuno per una questione di immagine?

È così che funziona? Si scelgono le persone che si vuole frequenta per ottenere un qualche vantaggio? È solo una balla che gli amici ce li scegliamo in base a quanto ci sentiamo a nostro agio con loro?

Ho un fuoco di domande che devo tenermi dentro perché Kirstin starnazza "C'è stato uno scandalo al dormitorio centrale!"

Oh no! Non anche questo!

"Chi era nel letto di chi?" chiede Reena quasi annoiata.
Mi irrigidisco. So già cosa sto per ascoltare.

"Meglio! Due ragazze hanno litigato per un ragazzo. Una troietta è uscita col ragazzo che piace alla compagna di stanza, e sapeva benissimo gli piaceva, lo ha fatto apposta. Si sono picchiate!" è eccitatissima, pesta i piedi sul pavimento come se fosse la notizia più succosa del secolo "E la troietta ha fatto sbattere fuori dal dormitorio la compagna! Ci credete?"

Sento montare la rabbia. Allora è questo che si va raccontando? Mi fanno passare per la colpevole? Inventano falsità?

Nicole! Ma certo. Mentre io mi godevo la prima notte di sonno da che sono qui, non ha perso tempo per spargere la sua versione dei fatti.

Mi fissano "Lia! Tu sei in quel dormitorio! Le conosci?"

"Purtroppo si." rispondo, asciutta.

"E chi sono? Fuori i nomi!"

Che posso dire per spiegare la verità senza apparire patetica? O falsa? Nicole è in vantaggio, ha parlato per prima.

"Io sono la troietta." mi esce.

Le espressioni estatiche di tutte e tre muoiono di colpo. Segue un attimo di silenzio.

"Kirstin, sei una calamita per figure di merda!" sbotta Patty.

"Come potevo saperlo?" sibila lei senza scusarsi per come mi ha chiamata.

Sento di dovermi difendere. È la mia occasione. Questa storia divamperà come un incendio, e se circola solo la versione di Nicole, passerò per quella in torto marcio.

"E l'altra è Nicole Groome. Che non è stata buttata fuori, ma solo trasferita perché il responsabile del dormitorio ha scoperto che ha violato continuamente il regolamento e forse corrotto la responsabile del piano per farla franca. Senza contare che se nessuna uscisse con un ragazzo che vuole Nicole, resterebbe da scegliere tra Joe Pesci e Milhouse Van Auten!"

Bene. Ora dicano quello che vogliono.

A sorpresa, la prima reazione è una risata.

"Oddio." singhiozza Kirstin tra le risate "A guardarti non sembri il tipo capace di uscire e con queste battute!"

"Aspetta... Groome? Capelli rossi, piccola convinta di valere più di tutti noi messi insieme?" chiede Patty, molto seria.

Sono stupita "La conosci?" da come la descrive, non si direbbe una sua ammiratrice.

"Facciano lo stesso corso di prospettiva, quando si degna di farsi vedere. Antipatica come una cicca sotto la suola. Non fa che vantarsi dei soldi del padre e di come le regole non contano niente per chi ha i quattrini." vedo che hanno tutti un po' la stessa opinione su di lei "È una F.d.P. in piena regola."

"Figlia di papà." traduce Kirstin "Ce ne è un bel gruppo, qui dentro. Alcune solo Okay, solo un po' viziate, ma altre..." non sa bene come proseguire "Diciamo che non gli piace spartirsi la popolarità con noi S.P. Semplici Popolane. Borsiste del ceto medio." fa un gesto per indicarci.

Ah. Tutte e quattro siamo qui con borse di studio, dunque. Chissà che non sia stato questo il fattore decisivo nella scelta di Reena di chiedermi l'amicizia. È un po' poco per definirci simili, ma è qualcosa che ci accomuna.

Solo chi è passato attraverso la lotta con decine di migliaia di rivali per una borsa di studio sa quanta determinazione e capacità di sacrificio richiede anche solo raggiungere i requisiti di eccellenza per candidarsi. Nessuna di noi si arrende facilmente quando vuole qualcosa.

"Lei è di sicuro una di quelle problematiche. Mi ha sempre fatto pesare la sua ricchezza e i benefici che ha, ma stanotte mi ha accolta con un paio di forbici in mano." rivelo. Sgranano gli occhi "Non le andrò vicino mai più!"

"La vedo dura, per te." commenta Reena "Quelle come lei hanno sempre un codazzo di gente pronta a sostenerla perché fiutano l'odore dei suoi soldi."

Ha ragione "E che può farmi, ormai?"

"È una psicopatica." insiste ad avvertirmi Patty "Si diverte a fartela pagare, se le sei d'intralcio. Alcune al corso la accusano di avergli rovesciato apposta bibite o cibo addosso fingendo di inciampare. O perfino di aver rubato delle cose dagli zaini incustoditi. Come dei compiti. Per metterle in difficoltà."

Di questo sarebbe capacissima. Lei e quel suo vizio di allungare le mani su quello che non le appartiene.

"Intanto, se non ci dicevi la verità, avremmo creduto alla storia delle troietta. E così faranno tutti, se non ti conoscono."

Merda, ha ragione. Qui non ho amicizie, non ho familiari, non ho uno scudo sociale. Se qualcuno mi accusa di qualcosa, è solo la mia parola contro la sua. In simili casi vince non la verità, ma chi ha la rete sociale più forte a supportarla.

Non mi importerebbe più di tanto se avere una pessima reputazione non fosse pericoloso. Le ragazze ti stanno alla larga, i ragazzi diventano leggeri nel considerarti. Se denunci un torto non vieni ascoltata.

"Andiamo, io qualche dubbio l'avrei avuto. È il ritratto della brava ragazza americana. Manca solo che sforni torte di mele." sostiene Patty, indicandomi "Nessuno crederà alla Groome."

"Il ragazzo è Riven?" vuole sapere Reena.

"Già." confermo.

Batte le mani "Faccenda chiusa: ti odieranno tutte!"

"Già. Ti odio anch'io. Come odio Reena perché ha Ben. I ragazzi fighi dovrebbero restare a disposizione di tutte."

"Perché dovrebbero odiarmi? Dicevi che stare vicino a Riven mi avrebbe fatta diventare popolare." chiedo a Reena.

"Una conquista onesta è una cosa. Ma se circola voce che l'hai fatto tuo fregandolo a una altra... è il massimo dei tradimenti per le ragazze." ha ragione. Ruba un ragazzo e sarai l'appestata del continente.

"Sai che devi fare? Scrivi qualcosa sul tuo Instagram. Smentiscila."

"Non può scrivere niente che non peggiori la situazione. Ci penso io." Reena ha già il cellulare in mano. Digita velocemente "Ehi, duemila follower! Stamattina ne avevi solo cinquecento."

"Io? Ma se ne avrò due. Non ho nemmeno l'immagine del profilo..."

Oh, merda! Non controllo mai quella stupida pagina che mi ha fatto aprire il college.

Il profilo ufficiale di ogni studente matricolato.

"La C.d.F è molto efficace. E dopo ieri sera, tutti moriranno dalla voglia di avere informazioni su di te." ride Reena "Mettici sopra qualcosa, è troppo triste. E... ti ho taggata. Metti il mio post tra le tue storie... Sai farlo? Bene. Aggiungici una lacrimuccia e scrivi: è bello che tu mi abbia ascoltata invece di credere a quelle voci."

Seguo le sue istruzioni. Notifiche. Chi ti tagga.

Ha pubblicato un messaggio su uno sfondo rosa circondato da cuoricini "Non abbatterti se raccontano falsità su di te. È solo una invidiosa e non devi starci male perché sai di essere innocente."

"Quando vedranno che hai il mio appoggio, Groome non sarà ascoltata da nessuno." sostiene Reena "è questo che fa la popolarità. È uno scudo. Impara ad apprezzarla e usarla bene." sorride "Diciamo che siamo in pari per ieri sera, che ne dici?"

Dico che sta succedendo tutto troppo in fretta e ho i nervi a pezzi!

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