Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 9

Lei
Avevo passato una notte agitata, mi ero risvegliata grondante di sudore, battito accelerato e respiro affannato. Avevo sognato qualcosa, ma, aimhé, non ricordavo cosa e, francamente, preferivo così.
Scesi di sotto, seguendo il vociare degli altri, ma non sentii la voce di lui, strano.
"Buongiorno."
Dissi facendo il mio ingresso nell'immenso soggiorno.
"Buongiorno."
Mi risposero in coro sorridendomi.
"Lui dov'è?"
Chiesi provando a percepirlo nei dintorni.
"È uscito presto, ha detto che aveva delle cose da fare."
Mi comunicò John. Non dissi nulla, semplicemente mi diressi verso il divano.
Erano almeno due/tre ore che lo aspettavo, gli altri parlavano tranquilli, mentre io stavo letteralmente soffrendo la sua mancanza, anche a livello fisico.
"Dove cazzo è finito?"
Sbottai mettendomi seduta.
"Non preoccuparti, arriverà."
Tentò di rassicurarmi Michael. Era serio?!
"Mi spieghi come faccio a stare calma?! Sto morendo di sete, sono ore che siamo distanti l'uno dall'altra e, come me, anche lui si sentirà stanco ed affaticato. C'è il rischio che possa essere attaccato da qualche ibrido e io non sono con lui per proteggerlo, anche perché non posso uscire da qui, data la presenza del sole!"
Esclamai furibonda. Si scambiarono degli sguardi e la cosa mi infastidì ancora di più.
"Tranquilla, mentre dormivi ha preso un po' del tuo sangue, perciò non devi preoccuparti per lui."
Mi avvertì Emily.
"Cosa?! Ha preso il mio sangue senza il mio permesso?"
Chiesi ancora più furiosa.
"Che differenza faceva? Mica gliel'avresti negato."
Mi fece notare Lucy. Sbuffai.
Dopo qualche minuto passato a fare avanti e indietro per la stanza, sentii come un sollievo interno. Lui.
"È arrivato."
Dissi catapultandomi ad aprire la porta, pronta a fargli una bella strigliata.
"Sei per caso im..."
Non riuscii a terminare la frase che me lo ritrovai davanti, sorridente, con una scatola decorata in mano.
"Ho delle sorprese per te, questa è la prima."
Mi comunicò porgendomi la scatola che afferrai confusa.
"Inizia ad entrare, il resto arriva."
Disse. Feci come ordinato e mi diressi nuovamente in soggiorno. Gli occhi di tutti erano puntati su di me che tenevo stretta quella scatola.
"Avanti, aprila."
Mi incitò lui quando arrivò alle mie spalle. La aprii e rimasi piuttosto sorpresa e un pizzico felice vedendo ciò che stava dentro. Fragole. Risi.
"Sul serio?"
Dissi guardandolo.
"Ieri mi hai detto che a causa della tua allergia non le hai mai mangiate, ma ti sarebbe piaciuto, perciò te ne ho prese un po'. Sono già lavate."
Disse premuroso. Ne presi una e le diedi un morso. Era squisita.
"Come sono?"
Mi chiese speranzoso.
"Buonissime."
Dissi sorridendogli e prendendone un'altra.
"Bene, dopo le potrai gustare, ora tocca alla seconda sorpresa."
Disse togliendomi di mano la scatola e poggiandola su un mobile presente nelle vicinanze.
"Ora chiudi gli occhi."
Disse prendendomi le mani per trascinarmi al centro della stanza. Chiusi gli occhi e aspettai impaziente.
"John vieni a darmi una mano."
Disse allontanandosi da me.
"Giusto per cronaca, sappi che detesto le sorprese."
Dissi con gli occhi ancora chiusi.
"Questa ti piacerà più della prima."
Disse sicuro. Sembrava stesse facendo qualcosa di faticoso, sentivo come un peso strisciare a terra.
"Ora puoi aprirli."
Mi comunicò. Li aprii un po' titubante, ma appena vidi cos'avevo davanti, spalancai occhi e bocca. Non potevo crederci.
"Un cucciolo di panda!"
Esclamai entusiasta avvicinandomi.
"Oddio, non ci credo."
Iniziai ad accarezzarlo, era tenerissimo e il pelo morbidissimo, mi sarebbe piaciuto tenermelo.
"Dove l'hai preso?"
Chiesi rapita da quella palla di pelo.
"Diciamo che l'ho preso in prestito, tra un paio d'ore dovrei riportarlo allo zoo."
Disse grattandosi la nuca con fare colpevole.
"L'hai preso dallo zoo?!"
Chiesi scioccata.
"Era l'unico modo per fartelo tenere un po' senza che nessuno rompesse."
Si giustificò.
"È bellissimo."
Dissi ammaliata.
"Ti dovrei dare un'altra cosa."
Disse avvicinandosi a me.
"Questa è da parte mia e di Michael."
Mi avvisò. Lo vidi estrarre qualcosa dalla tasca dei jeans, un ciondolo, era bellissimo.
"Lui l'ha scelto, io gli ho dato la sua funzionalità."
Mi riferì Michael.
"Posso?"
Mi chiese. Mi misi di spalle e alzai i capelli.
"Come ognuno di noi, anche tu avrai una pietra al collo."
Lo passò davanti, per poi agganciarlo. Era una pietra rossa, incastonata in una montatura in argento come la catenina. Lasciai ricadere i miei capelli e mi voltai verso di lui.
"A te il rubino, a me la corniola, a Emily l'acqua marina, a John l'ambra, a Lucy l'ametista e a Michael l'agata vena di drago."
Mi elencò.
"È bellissimo."
Ammisi ammirandolo.
"Ti proteggerà dai raggi solari, così potrai girare liberamente anche di giorno."
Mi comunicò.
"Grazie, per tutto, ma..."
Dissi sincera, per poi abbassare lo sguardo, un po' imbarazzata. C'era un'altra cosa che desideravo in quel momento più di tutte.
"Ma...?"
Mi incitò a continuare alzandomi il mento con un dito. Grosso sbaglio. Istintivamente feci un respiro profondo, il suo polso era così vicino.
"Ho capito."
Mi portò via di lì, ritrovandoci nella mia camera. Non ce la facevo più a resistere, così cedetti. Gli afferrai il polso e lo addentai, iniziando a succhiare avidamente. Era buonissimo, non mi ero mai sentita appagata come in quel momento, ogni goccia che ingerivo mi portava a desiderarlo ancora di più.
"Va tutto bene, bevi tranquilla."
Disse accasciandosi a terra, seguito da me, accarezzandomi la testa. Percepivo il male che gli stavo procurando e fu quello che mi bloccò. Lasciai il suo polso e mi ripresi, per poi pulirmi la bocca.
"Tutto okay?"
Gli chiesi.
"Ora passa."
Mi rassicurò. Era sfinito, si vedeva. Decisi, quindi, di mordermi il polso per donargli qualche goccia del mio sangue, così che riuscisse a riprendersi più velocemente.
"Avanti, bevi."
Gli ordinai posando il mio polso sulle sue labbra.
"Evidentemente il sangue che mi hai rubato stamane non ti è bastato."
Gli rinfacciai con tono meno arrabbiato di quanto avessi voluto. Non potevo essere arrabbiata dopo tutto quello che aveva fatto per esaudire alcuni dei miei stupidi desideri.
"Niente addestramento oggi?"
Chiesi facendo il mio ingresso nel soggiorno, seguita da lui.
"Mi sembri abbastanza addestrata già di tuo."
Commentò Emily.
"Praticavi karate, o judo, o box, o qualcosa del genere da umana?"
Mi chiese Michael.
"No, solo danza, moderna e classica."
Risposi.
"E allora come diavolo fai?"
Mi chiese John. Alzai le spalle.
"Mi concentro sul fatto che vogliono far del male a lui e il resto viene da sé. Concentro il mio odio e la mia rabbia in ogni colpo. E poi sono sempre stata una tipa piuttosto aggressiva."
Li confidai.
"Abbiamo notato."
Disse Lucy.
"Niente sensi di colpa per aver ucciso quei tipi?"
Mi chiese Michael.
"Nessuno, in fondo non erano persone, ma mostri."
Espressi come la pensavo.
"È così che ci vedi?"
Mi chiese lui.
"Perché, voi come vi vedete?"
Gli chiesi.
"Credi che quello che siamo sia stata una nostra scelta?"
Mi chiese con tono duro.
"Avevate una scelta, morire o nutrirvi diventando quello che siete."
Dissi con tono altrettanto duro.
"Oh beh, scusa se non volevamo morire!"
Esclamò furioso.
"Beh, se è per questo io non volevo morire, con me avevi una scelta e hai fatto quella sbagliata."
Gli rinfacciai.
"Mi sembra che tu sia ancora qui."
Mi fece notare.
"Ti aspetti che ti dica 'grazie'?!"
Chiesi scioccata e sarcastica al tempo stesso.
"Non ho detto questo."
Mi fece notare ancora.
"Ma lo pensi, o lo hai pensato almeno una volta."
Dissi. Lui alzò gli occhi al cielo.
"Tu hai scelto apposta di trasformarmi, tu eri stanco di essere solo e sapevi dell'asservimento, sapevi che, al mio risveglio, sarei stata costretta a rimanere per sempre al tuo fianco, a soddisfare ogni tuo capriccio."
Sbottai.
"Ti sbagli."
Disse in appena un sussurro comunque abbastanza udibile.
"Ah, davvero? Allora illuminami, dov'è che sbaglio?"
Chiesi furiosa.
"Io non volevo trasformarti, io volevo solo il tuo sangue. Ti ho dato una piccola dose del mio solo perché dovevi vivere un altro po' per continuare a dissetarmi, ancora per qualche istante. Tu sareresti dovuta essere morta e non un vampiro!"
Sputò. Sentii come una fitta al petto, non era un dolore fisico, più emotivo. Quindi era quella la verità, la realtà dei fatti. Lui voleva solo aggiungermi alla sua collezione di vittime, nient'altro. Lui bramava il mio sangue, voleva solo quello.
"Bene, spero che tu ti sia dissetato abbastanza, perché non avrai neanche un'altra goccia del mio sangue."
Dissi con le lacrime che minacciavano di uscire, per poi correre di sopra e chiudermi nella mia stanza, con la voce di lui che mi richiamava. Maledetto residuo di umanità, a causa di ciò, ogni sua parola poteva ferirmi o condizionare il mio pensiero. Dovevo smettere di provare emozioni, dovevo spegnere la mia umanità. Mi sarebbe bastato un po' di allenamento. Sapevo che ce l'avrei fatta... Dovevo farcela.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro