Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 8

Lei
Non andavo fiera di quello che avevo fatto, ma non avevo avuto altra scelta. Se non li avessi uccisi io, probabilmente loro avrebbero ucciso noi, era così che preferivo pensarla. Avevo ucciso dei mostri, non delle persone. Forse l'unico senso di colpa che mi divorava era l'averlo fatto con una tale freddezza, naturalezza, rabbia, odio, che spaventarono addirittura me stessa. Sentii bussare alla porta, era ancora lui.
"Ti ho detto che sto bene."
Dissi sospirando infastidita. Lui entrò e si sedette ai piedi del mio letto.
"Mi sento strano quando siamo lontani."
Disse ignorando totalmente quello che avevo precedentemente detto.
"Non siamo lontani, ci sono solo quattro porte che ci separano. "
Gli feci notare.
"Tu non senti niente?"
Mi chiese. Sospirai. In effetti, da quando era entrato nella stanza, avevo sentito come un sollievo interiore, non seppi spiegarmi bene che tipo di sensazione fosse.
"Andremo avanti così per l'eternità?"
Chiesi voltadomi verso di lui.
"Così come?"
Mi chiese confuso.
"Così!"
Esclamai indicandoci.
"Non possiamo stare lontani l'uno dall'altra, non possiamo vivere senza il sangue l'uno dell'altra, ci preoccupiamo l'uno dell'altra, proviamo le stesse cose, pensiamo, alle volte, le stesse cose, dico così perché è come se avessi sentito che tu stavi pensando che non dovevo dire una sola parola a quel tipo sul nostro asservimento, se io mi ferisco, tu lo senti e viceversa, se uno dei due muore, muore anche l'altro, non possiamo stare con nessun altro. Mi spieghi che esistenza sarebbe?! Tu vuoi davvero passare l'eternità così?"
Diedi voce ai miei pensieri.
"Stiamo in queste condizioni da neanche ventiquattro ore e io già non ce la faccio più."
Ammisi. Lui se ne stava seduto lì, a guardarmi, a riflettere. Sembrava come se solo io avessi pensato a tutto ciò.
"Tu non vuoi passare l'eternità con me?"
Mi chiese.
"Perché, tu sì?"
Chiesi a mia volta. Il silenzio riempì la stanza, sapevo che stava pensando che tutta questa storia voleva dire 0 libertà e lui sembrava il tipo di persona per cui la libertà era tutto. Sospirò per poi lasciarsi andare sul materasso.
"Non abbiamo scelta, possiamo solo provare a controllare la cosa, in fondo, io comando te e tu comandi me."
Tentò. Sospirai.
"Forse non ti è chiaro, ma io non..."
Lasciai la frase a metà. Non potevo dirglielo, l'asservimento non mi permetteva di ferire i suoi "sentimenti". Avrei voluto dirgli che io non volevo davvero passare neanche un altro secondo con lui, figuriamoci l'eternità. Io lo odiavo e ciò non sarebbe mai cambiato.
"Tu non?"
Mi incitò a continuare.
"Nulla, lascia stare."
Dissi andando verso il letto per stendermi. Lui si alzò per stendersi accanto a me.
"Hai intenzione di passare la notte ad osservarmi per paura che possa fare qualcosa, tipo uccidere entrambi?"
Gli chiesi sistemandomi sotto le coperte.
"No, veramente vorrei solo dormire accanto a te."
Rispose semplicemente spostando il suo sguardo su di me.
"O tu dici che dovrei preoccuparmi di te?"
Mi chiese. Non risposi. Si sistemò per voltarsi dalla mia parte appoggiandosi su un avambraccio.
"Sai, saremo pure condannati a vivere per l'eternità insieme, ma preferisco questo alla morte."
Disse guardandomi dritta negli occhi.
"Tecnicamente sei già morto."
Gli ricordai usando le sue parole.
"Già, ma sono ancora qui, su questa terra, e vorrei restarci."
Disse con tono di avvertimento.
"Tranquillo, ci sono alcune cose che vorrei fare prima di morire, perciò, al momento, non c'è nulla di cui tu ti debba preoccupare."
Dissi ammirando il soffitto.
"Quali cose?"
Mi chiese curioso.
"Andare a Londra, per esempio. È sempre stato il mio sogno fin da piccola."
Dissi sorridendo malinconica.
"E cos'altro?"
Chiese ancora.
"Parigi, New York, Chicago, viaggiare insomma, accarezzare un cucciolo di panda, andare a Disneyland, imparare a stare a galla e..."
Sparai le prime cose chi mi vennero in mente, ma alla fine mi bloccai. No, questa non gliel'avrei detta.
"E...?"
Mi incitò a continuare.
"Nulla, lascia stare."
Cercai di porre fine al discorso.
"Magari, potrei aiutarti a coronare questo tuo sogno."
Disse. Risi. Ero certa che ne sarebbe stato felice. A maggior ragione, non gliel'avrei detto. Così decisi di inventarmi qualcosa.
"Mangiare fragole. Ero allergica, perciò non le ho mai mangiate, ma ora credo che potrei provare."
Non era del tutto inventata come cosa. Sorrise divertito.
"Suppongo di sì."
Disse per poi stendersi come si deve e ammirare il soffitto insieme a me.
"Perché il mio cuore batte ancora?"
Gli chiesi improvvisamente.
"Sei una vampira, non una zombie."
Mi fece notare.
"E allora?! Sono comunque morta."
Gli ricordai. Sospirò.
"Batte sì, ma non batte come batteva quando eri umana. Diciamo che ora hai un battito diverso."
Tentò di spiegarmi. Francamente mi sembrava come se nemmeno lui ne avesse la più pallida idea.
"Ma è normale che sia così?"
Chiesi. Volevo capire se era una cosa temporanea, permanente o solo degli asserviti. Sospirò e si mise seduto, invitandomi a fare lo stesso, mettendomi di fronte a lui. Prese la mia mano nella sua e la portò sul lato sinistro del suo petto, sotto il mio sguardo confuso. Non appena la mia mano toccò quel punto, capii cosa stava facendo. Mi stava facendo sentire il suo cuore battere nella cassa toracica. Era un battito regolare, normale, eppure sembrava diverso, era rilassante, l'avrei ascoltato per ore. Volevo sentirlo di più. Chiusi gli occhi e mi concentrai per amplificare l'udito, così riuscii a sentirlo chiaramente. Era musica per le mie orecchie.
"Visto? È del tutto normale."
Aprii gli occhi, cosicché si incontrassero con i suoi. C'era qualcosa in lui che mi faceva sentire bene, mi faceva sentire in pace. Il suo tocco, il suo sguardo, avevano il potere di mettermi a disagio, ma di farmi rilassare allo stesso tempo.
"È strano."
Dissi con le nostre mani ancora sul suo cuore.
"Cosa?"
Mi chiese.
"Mi sembra di conoscerti da una vita e sento come se mi fossi già affezionata a te."
Dissi sincera. Lui sembrò riflettere sulle mie parole, per poi allontanare la mia mano dal suo corpo e lasciarla.
"È ora di dormire, è stata una lunga giornata."
Disse posizionandosi per la notte. La cosa mi lasciò un po' delusa, anche se non capii bene cosa mi aspettassi che succedesse. Mi ristesi e gli voltai le spalle, proprio come lui aveva fatto con me.
"Buonanotte."
Disse.
"Buonanotte."
Risposi.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro