Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Calunnia

-Teenie, ma... non è giusto!- protestò Queenie, scioccata.
"Non è giusto". Espressione interessante, no? Del resto, chi decide cosa è giusto e cosa no? Ciò che può sembrare giusto a una persona potrebbe non esserlo per un'altra. Niente è completamente bianco o completamente nero. Sarebbe tutto molto più semplice in tal caso. Ma la giustizia è relativa, per quanto ci si sforzi di negarlo.
Queenie Goldstein, però, aveva solidi princípi morali e ragioni più che valide per ritenere quell'evento "non giusto":
non riusciva a capire come fosse possibile solo pensare di dare dell'assassina a sua sorella, la persona più onesta al mondo. E per giunta dopo tutto quello che aveva fatto per l'intero Mondo Magico!
-È stato Abernathy, non tu!- continuò. -Gli leggerò la mente e dimostrerò...-
-È sparito.- tagliò corto Tina, demoralizzata. Queenie si avvicinò a lei e la guardò con un'espressione a metà tra la sorpresa e la curiosità. -Nessuno ha idea di dove sia andato, e probabilmente già pensano che abbia ucciso anche lui...- la sorella maggiore si rabbuiò ancora di più. -certo, un paio di volte ci sono andata molto vicino, ma... io non sono un'assassina!-
-Deve esserci un modo per provare la tua innocenza!- insisté Queenie.
-Come intendi convincere tutta la città? Nessuno ci darà ascolto!- ragionò Tina, spaventata. - Sai cosa dicono i No-Mag, Queenie? "Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire". Là fuori tutti vogliono credere che sia stata colpa mia, perché è la soluzione più semplice.-
-È ridicolo! Chi potrebbe mai accusare te?-
-Per adesso tutta New York, ma ti farò sapere quando la cosa si allargherà all'intero continente.- il sarcasmo di Tina era amaro, tagliente, un barlume della rabbia che ancora celava sotto la sua aria di apparente rassegnazione. Queenie, però, era decisa ad aiutarla.
-Non è così, non può essere così- la Legilimens agitò freneticamente il capo.

-Ma, Queenie... per un attimo ci hai creduto persino tu!-
-Perdonami, Teen. Ho interpretato male i tuoi pensieri...- Queenie abbassò lo sguardo. Si vergognava di se stessa per aver dubitato della sorella.
-Lo so.- rispose Tina. La sua voce suonò più fredda di quanto avrebbe voluto. -Non è questo che intendevo...-
-Comunque sia ho sbagliato, mi sono affidata completamente al mio potere e... e non a te- sospirò Queenie.
-Non preoccuparti, sei perdonata. Almeno tu hai creduto in me, alla fine...-
-Lo faranno anche loro-

-Dici così solo perché non hai letto quell'articolo. Faceva sembrare tutto così reale, era così ben costruito... l'accusa sembrava inequivocabilmente fondata...-
-E su cosa si fonderebbe questa accusa, sentiamo?-
Tina ripensò con orrore a quelle parole, al senso di orrore e di impotenza che aveva provato leggendole, e tremò impercettibilmente.
-Ero già stata più di una volta nella Cella della Morte, sono brava negli incantesimi di memoria, volevo sbarazzarmi di Abernathy, hanno interpretato male il fatto che negli ultimi tempi mi fossi avvicinata alla Picquery e per di più degli Auror hanno testimoniato contro di me- elencò.
-Non mi sembrano ragioni molto forti...- la interruppe Queenie, ma Tina sembrò quasi non sentirla affatto.
-Hanno detto che erano di guardia quella notte e mi hanno vista entrare...- continuò. -e la cosa peggiore è che è vero: ero lì quando la Picquery è morta.
-Ma anche Abernathy...-
-Gli Auror sostengono di non averlo visto. Invece per quanto riguarda me... in qualche modo sono riusciti anche a scattarmi delle foto mentre entravo nella Cella della Morte.-

Queenie non seppe che dire. Per la prima volta, rimase senza parole, incapace di consolare sua sorella in alcun modo.
-Mi chiedo solo come diavolo abbia fatto Kate Sertier ad ottenere tutte queste informazioni...- mormorò Tina.
-Teen...- realizzò improvvisamente Queenie. -Kate non ha agito di sua iniziativa!-
-Come fai a saperlo?- Tina la guardò scettica. -Sarebbe abbastanza crudele per farlo-
-Non si è mai occupata di politica- spiegò lei.
-Sai che non sa resistere agli scandali, non importa di quale natura siano...-
-Non ha proferito parola quando la Picquery è morta. Eppure aveva un bel po' di materiale per le sue calunnie...-
-Quindi qualcuno le ha chiesto di scrivere l'articolo passandole tutte le informazioni...- dedusse Tina.
-Hanno cercato di incastrarti, Teen- confermò Queenie.
-Dici che...?- Tina sapeva perfettamente che una sola persona poteva avere a che fare con quella storia, e Queenie fu d'accordo con lei:
-Abernathy ha colpito ancora.-
Quella consapevolezza fece esplodere la rabbia repressa di Tina, che non fu più in grado di controllarla.
-Posso?- chiese alla sorella. Lei si guardò intorno e valutò la situazione prima di risponderle:
-Un minuto. Non un secondo di più- concesse, prendendo la bacchetta ed evocando una barriera protettiva.

La sorella maggiore si alzò in piedi e respirò profondamente.
Fu a quel punto che liberò tutta la sua ira, una furia distruttiva che la rese irriconoscibile: iniziò a urlare a pieni polmoni, nel disperato tentativo di esternare la sua collera, il volto trasfigurato dalla rabbia, i lineamenti stravolti. Faceva davvero paura, sembrava posseduta da qualche forza oscura che non accennava a lasciarla andare. Anche Pickett, spaventato, si rintanò nella sua tasca.
La strega si fiondò in direzione della credenza e prese, uno alla volta, tutti i piatti di ceramica che trovò, scagliandoli con incredibile forza contro la parete opposta. Tutto era in frantumi, e la distruzione si era impossessata della casa. Sembrava ci fosse un uragano in atto, il che non era molto diverso da quello che stava effettivamente accadendo. Intimamente consapevole del fatto che non avrebbe fatto alcun male a sua sorella, Tina iniziò a tirare coltelli, che si conficcarono nel muro con una precisione assurda. Attraversarono il campo visivo di Queenie con velocità inaudita, distruggendo l'arredamento o rimbalzando contro la sua barriera magica. Non sarebbe stato semplice rimettere in ordine quel disastro.

Mancavano appena dieci secondi al termine della sfuriata di Tina quando Queenie sentì la presenza di pensieri dall'accento inequivocabilmente britannico che si avvicinavano sempre di più.
Accadde tutto in un istante: Queenie urlò alla sorella di fermarsi, ma lei non la sentì. Era ormai troppo tardi, non c'era modo di fermarla. L'ultimo coltello, il più affilato, fu scagliato, ma Tina non si era resa conto che, in quello stesso istante, Newt era emerso dalla sua valigia e stava passando.

Proprio nella traiettoria di lancio.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro