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Capitolo 2

Raccontai tutta la storia: all'inizio era James l'unico che mi ascoltava, ma poi si avvicinarono anche Sarah e Charles.

-...e la signora mi ha detto di venire qui-

-Anche tu sei come noi, quindi? Benvenuta all'inferno, cara mia- disse Sarah.

-E quindi cosa vorresti fare qui? – chiese James.

-Non lo so, voglio tornare a casa-

-Bella battuta, davvero- ribatté Charles.

-Seguimi. Abbiamo una camera in più, e sarebbe comodo avere un'altra ragazza. Mi sento terribilmente sola insieme a questi maschiacci. E quindi sei una di noi TT. Seguimi- e mi portò verso la sala da pranzo, a sinistra dell'ingresso. Le pareti erano rosse e il parquet di legno. C'era un tavolo abbastanza lungo al centro della stanza e delle sedie, entrambi di legno scuro. Il lampadario era come quello del salotto.

-Questa è la sala da pranzo- disse.

-Scusa, ma cosa vuol dire che sono "una di voi TT"? L'hai detto prima...-

-Oh, certo, tu non lo sai. Noi siamo una specie di maghi, ci chiamiamo Time Travelers, da qui TT, la nostra specialità è viaggiare attraverso alcuni oggetti Incantati indietro del tempo, ma lo facciamo raramente. Di solito questi oggetti sono fatti per viaggiare da un posto all'altro. I nostri antenati erano i Time Travelers, ossia Viaggiatori nel Tempo. Ma noi ormai ci siamo evoluti: loro sapevano soltanto viaggiare nello spazio e nel tempo, ma noi adesso abbiamo sviluppato molti altri poteri. Io, Charlie e James viviamo una vita il più normale possibile, ma vedi è difficile-

-Ah... wow- dissi -adesso fammi vedere il resto della casa-

-Vero. Adesso saliamo alle camere. Dato che ognuno ha la propria privacy, ti farò vedere soltanto la tua, e magari la mia-

Salimmo la stretta scalinata in legno e arrivammo al piano di sopra. C'era un lungo corridoio dove si affacciavano sei porte: tre a destra e tre a sinistra.

-Qui a destra ci sono le stanze di Charlie e Jamie e un bagno. A sinistra ci sono la mia, una vuota che sarebbe la tua e un altro bagno. Adesso ti faccio vedere la tua-

Aprì la seconda porta a sinistra ed entrammo. Notai che la camera da letto era piccola e decorata in modo più modesto rispetto al lusso che caratterizza il resto della casa. Il letto era in legno intagliato e aveva delle coperte rosa. La carta da parati era dello stesso colore, e il soffitto era a cassettoni. Un armadio di legno chiaro di fronte al letto, alla parte opposta rispetto alla porta e un tavolino con la sua sedia (entrambi di legno chiaro) erano sotto la grande finestra. C'era anche un piccolo comodino alla sinistra del letto.

-Qui è dove dormirai. Quell'armadio dobbiamo riempirlo al più presto, eh? –

E poi mi condusse verso il bagno, alla fine del corridoio a sinistra. Il bagno era sobrio ma elegante. La pavimentazione era fatta di piastrelle bianche. C'erano una cassettiera di legno, un lavello con miscelatore a croce in ottone e una vasca da bagno freestanding con delle zampe di leone. Il gabinetto era rivestito anch'esso in ottone.

-Qui finisce il tuo giro turistico. Vieni in camera mia, ti faccio vedere qualche vestito che non uso più... e qualcuno che mi sta piccolo. Penso che tu porti una taglia in meno di me- e mi prese per il braccio, trascinandomi in camera sua. Era uguale alla mia, solo che sul letto c'era una vestaglia piegata e sul tavolino dei fogli. Mi portò davanti all'armadio. Lo aprì e iniziò ad armeggiare con i vestiti che c'erano al suo interno.

-Vediamo... prova questo...- disse, poggiando un vestito sul letto, simile al mio -questo...- e anche quello finì sul letto -e questi tre-

Mi fece indossare tutti: aveva scelto per me qualche vestito corto e qualcuno più lungo e poi l'intimo.

-Grazie, Sarah-

-Di nulla. Prendi questi. Io porto gli altri- mi disse, porgendomi tutti i vestiti corti. Appena finimmo di sistemarli nel mio armadio, lei mi disse:

-Forse faresti meglio a cambiarti. Oggi non dobbiamo uscire-

-Hai ragione. Consigliami un outfit- le dissi, facendole un occhiolino.

-Metti questo. Ci vediamo in sala da pranzo, oggi cucino io. Ah, e tieni anche queste calze. Per non stare a piedi nudi, ancora non è caldo- disse, porgendomi uno dei vestiti che avevamo appoggiato sul letto, uno lungo e morbido, totalmente rosso.

-Va bene, e... grazie-

Andai in bagno con il vestito in mano oltre ai calzini e mi spogliai totalmente: ormai non aveva più senso indossare i miei vestiti: erano tutti sporchi e puzzavano. Riscaldai l'acqua nella vasca e mi ci immersi tutta. Usai i prodotti di Sarah. Era tutto alla lavanda. Nella vasca mi rilassai e cercai di pensare lucidamente, ma non ci riuscivo. Presi un asciugamano e mi asciugai, poi presi l'intimo che Sarah mi aveva dato oltre ai vestiti e lo indossai. Asciugai i capelli con l'asciugamano e feci due trecce. Mi vestii e misi le calze, poi scesi le scale, andando verso il piano di sotto, dove Charlie e James stavano parlando, seduti a tavola di fronte. Sarah stava servendo i piatti. Vidi che aveva cucinato un po' di stufato. Mi sedetti vicino a James, dato che Sarah era vicino a Charlie. Mangiammo in silenzio.

-Buona notte- disse Sarah, salendo al piano di sopra. La imitai poco dopo, appena finii di sparecchiare ciò che rimaneva. Indossai la camicia da notte che Sarah aveva lasciato sul mio letto. Appena mi allungai sul letto e mi misi sotto le coperte il sonno mi assalì, e caddi tra le braccia di Morfeo. Prima di aprire gli occhi dissi:

-Bet, ho fatto un sogno- ma nessuno mi rispose. Aprii gli occhi e mi ritrovai in quella stanza di Boston. Mi alzai lentamente e indossai il vestito celeste del giorno prima. Misi anche le calze e andai in bagno a lavarmi la faccia. Poi scesi al piano di sotto.

-Buongiorno- biascicai, vedendo i ragazzi seduti a tavola a fare colazione.

-Finalmente ti sei svegliata, principessina- ironizzò James -aspettavamo solo te- Gli feci una smorfia e mi sedetti nello stesso posto della sera prima.

-James- disse Sarah, scuotendo la testa, a mo' di rimprovero. Al mio posto c'era una tazzina con del tè, e al centro del tavolo c'erano dei biscotti. Bevvi il tè.

-Quindi... cos'è che fate di giorno? – chiesi, addentando un biscotto. Sapeva di burro, ma era molto buono.

-Sarah resta a casa oppure va a comprare cibo o vestiti. Io e Charlie invece lavoriamo gli stessi giorni di Sarah, di solito, in un'industria. Quindi oggi non lavora nessuno tra di noi. Perché qualcuno dovrà pur pagare l'affitto- disse lui.

-Ah. Ok- dissi io, continuando a mangiare.

-Avevamo progettato una gita fuori porta oggi, ma ci hai rovinato i piani-

-Stupido, portiamola con noi! – disse Sarah.

-Ma non la conosciamo! –

-Però ha dormito sotto il nostro tetto e non hai mosso nemmeno un capello! –

-Basta! Se vi provoco problemi me ne vado-

-No! Non ci pensare nemmeno, Alice! –

-La ragazzina è intelligente, vedo- disse James.

-Lei non va da nessuna parte! –

-E va bene! Voi dovete sempre avere ragione-

-Non è colpa mia se sei nato con un criceto invece che un cervello-

-Stai zitta! – disse James, iniziando a riscaldarsi.

-Smettetela! – dissi. James mi guardò.

-Se devo andarmene, lo accetto. Ma lei- dissi, indicando Sarah -lei non c'entra niente-

-James, Sarah ha ragione. Lei potrebbe aiutarci- disse Charlie guardando il migliore amico.

-E va bene- disse James. I suoi occhi si soffermarono su di me.

-Allora- disse Sarah allegramente, come se nulla fosse successo -a che ora partiamo? –



ANGOLO AUTRICE: 

Un altro capitolo di passaggio - lo prometto, nel prossimo ci sarà più azione XD

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