Undicesima canzone.
Avevano due mesi per prepararsi.
Avevano due mesi per non fare totalmente schifo a quella competizione.
Aveva due mesi per riuscire a dimenticare Kuroo abbastanza da non saltargli addosso appena lo avesse visto.
Si mise le cuffie e fece partire la musica imboccando la strada per andare a scuola.
La voce di Kuroo arrivò fino al suo cervello "Non credo riuscirò a farmela passare se continuo ad ascoltare la sua voce"
Cambiò canzone e tranquillo riprese a camminare, neanche si era accorto di essersi fermato.
Ad un tratto sentì qualcuno tirargli la giacca della divisa e si voltò, incontrando così una folta chioma di capelli marroni.
Yamaguchi sembrava volesse dire qualcosa, avrebbe dovuto ascoltarlo...ma quella musica era così bella.
Riprese a camminare dandogli le spalle e il moro, come sempre, lo seguì.
Fissò la porta dell'aula, con ancora le cuffie premute sulle orecchie, e fece per aprire ma qualcosa lo bloccò.
Tadashi gli aveva afferrato un braccio, spingendolo verso il basso e fissando i suoi occhi in quelli del biondo.
Con la mano libera Kei si tolse le cuffie mentre la musica andava avanti:<<Cosa c'è?>>
<<Stai...stai bene? Magari non hai voglia di entrare->>
<<Sta zitto Yamaguchi>>
<<Scusa Tsukki>>
"Ma perché finisco sempre con il trattarlo male?" Il biondo si morse il labbro inferiore entrando dentro la stanza.
La lezione cominciò ma tutte le attenzioni di Kei erano rivolte a Yamaguchi "Devo chiedergli scusa per come mi sono comportato. Devo essere meno stronzo"
Arrivò la pausa pranzo e Kei si alzò subito, trascinando Tadashi sul tetto e mandando un messaggio anche agli altri tre.
<<Tra poco ci raggiungeranno>>
Il moro annuì solo, sedendosi per terra e fissando il proprio Bento come se fosse la cosa più interessante del mondo.
Kei lo imitò, mettendosi le cuffie e facendo partire la musica.
La voce di Kuroo, ancora, gli riempì il cuore e il cervello.
Entro due mesi dovevano diventare come loro, questo aveva pensato.
Con la coda dell'occhio aveva visto le labbra di Tadashi muoversi ma aveva preferito continuare ad ascoltare la canzone.
"Ma quanto sono demente?!" Si tolse le cuffie:<<Hai detto qualcosa?>>
<<No, niente di importante Tsukk->> si bloccò:<<Tsukishima>>
Kei alzò un sopracciglio:<<Tsukishima?>> da quando lo chiamava così- oh.
<<Me lo hai detto tu di non...chiamarti più Tsukki...quindi...>> abbassò lo sguardo di nuovo, sperando invano che Tsukki gli desse il permesso.
<<Vero. Quando arrivano gli altri chiamami>> poi si infilò di nuovo quell'enorme paio di cuffie e si mise a dormire sul pavimento.
Tadashi lo osservò e la sua brutta abitudine tornò a farsi viva.
<<Ma a me piace di più Tsukki di Tsukishima>> disse sapendo di non essere ascoltato da nessuno.
<<Quel soprannome è mio...vuoi togliermi anche quello?>>
Silenzio.
Tutto quel dannato silenzio che regnava perennemente quando erano insieme: perché sì, Tadashi parlava, ma Kei no.
Lui si isolava, rimaneva da solo, facendo sentire solo anche Yamaguchi.
E alla fine la tristezza di uno diventava la malinconia dell'altro.
Hinata e Kageyama arrivarono poco dopo insieme a Yachi e agli strilli che li contraddistinguevano.
Kei si alzò e parlò:<<Tacete idioti! Tra circa due mesi ci sarà una gara e noi parteciperemo. Quindi dovremo provare più spesso se non vogliamo fare totalmente schifo>>
I tre iniziarono ad esultare e a festeggiare con i Bento in mano.
Finito di pranzare Yachi corse in classe seguita dal biondo e da Tadashi, mentre Hinata e Kageyama rimasero sul tetto a insultarsi.
Arrivato quasi in classe Yamaguchi si accorse di aver lasciato le bacchette sul tetto:<<Io vado a recuperarle, voi andate pure>>
I due biondini annuirono riprendendo a camminare:<<Tsukishima-kun...hai forse subito una delusione d'amore?>>
<<Che?>>
<<Bhe...hai lo stesso sguardo che avevo io quando sono stata rifiutata>> disse a testa bassa e fissandosi la punta delle scarpe:<<Con Yamaguchi ne hai parlato?>>
<<Certo che no. E poi non è vero che sono stato scaricato>>
<<Ma lui è il tuo migliore amico>> gli fece notare anche sapendo che in realtà il moro non vedeva il biondo solo come un amico.
A quell'affermazione Kei non rispose.
Tadashi corse fino al terrazzo e aprì leggermente la porta.
Sentì dei gemiti soffocati e degli ansiti:<<Kagey-ah!>>
Iniziò a sudare freddo e sbirciò: Hinata, senza maglia e con i pantaloni slacciati, e Kageyama, con una mano dentro i boxer del più basso, si stavano baciando in modo lascivo mentre il corvino pizzicava i capezzoli a Shoyo con l'altra mano.
Gli occhi lucidi e pieni di lussuria di entrambi, i gemiti di piacere del più piccolo, il liquido bianco che andò a sporcare i loro petti.
Tadashi sentì il suo membro gonfiarsi e alla figura dei suoi due amici si sostituì quella sua e di Kei.
Ora, nella sua mente, era lui quello baciato con passione.
Hinata posò la fronte contro quella di Kageyama che cominciò ad accarezzare i suoi capelli con dolcezza e a lasciare piccoli baci sul suo viso.
Chiuse la porta e, con il viso in fiamme, corse via.
In lontananza vide Kei e Yachi che parlavano tranquillamente:<<Dovresti parlarne anche con lui no?>>
Il biondo storse il muso e Yamaguchi gli passò vicino:<<Yamaguchi>> lo chiamò senza però essere degnato di uno sguardo.
"Quindi ne ha parlato anche con Yachi?"
Il moro arrivò in classe e prese la sua roba:<<Prof, non mi sento bene, torno a casa>>
Se ne andò sotto lo sguardo spiazzato di Kei:<<Ehi Yamaguchi>> lo fermò afferrandolo per un braccio.
<<Ugh>> uscì dalla sua bocca mentre stringeva le gambe e il viso diventava sempre più rosso.
Gli occhi erano lucidi, le lacrime premevano per uscire e le lentiggini risaltavano.
Kei lo trovò...carino. Eccitante anzi.
<<Davvero non ti fidi di me?>> uscì dalle sue labbra.
<<Come?>>
<<Ne hai parlato anche con Yachi-san...davvero di me ti fidi così poco?>>
Tadashi si liberò della presa dell'amico e se ne tornò a casa.
Dentro di lui un misto di gelosia, eccitazione, tristezza e delusione.
Gelosia per quel rapporto così bello, per il semplice fatto che almeno i suoi due amici stavano insieme, mentre lui non era degnato di uno sguardo dalla persona che amava.
Eccitazione...bhe...lasciamo stare.
Tristezza per la sua solitudine.
Delusione per Kei, che conosceva da anni ma che non si fidava di lui.
Che aveva preferito parlarne con Yachi-san quando invece era stato lui a sentirlo piangere tutta la notte.
Si buttò sotto le coperte con ancora qualcosa di duro tra le gambe e prese e strusciarlo contro il materasso, venendo poco dopo.
Tsukki, dal canto suo, era indeciso se mandare o no un messaggio al moro.
Era preoccupato per il suo amico, non si era mai comportato così.
Fissò a lungo il telefono ma poi lo rimise a posto iniziando a cantare mentre gli altri suonavano.
Il posto sul divano era vuoto e la figura di Tadashi che correva via si fece viva davanti ai suoi occhi.
Fermò tutto e afferrò il cellulare mandando un messaggio all'amico d'infanzia.
Anche quel giorno Tsukki cantò una canzone triste...forse per colpa di Kuroo solo a metà.
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