Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Rabbia e solitudine


Sentirgli pronunciare quel nome, fu come ricevere uno schiaffo in pieno viso. Avrebbe potuto presentarsi con il suo maledettissimo nome, che conoscevo fin troppo bene, avrebbe potuto inveirmi contro dicendo che mia moglie lo desiderava da una vita e lui era tornato. Invece aveva deciso di ferirmi con la lama che faceva più male, sbattendomi in faccia la mia impossibilità di diventare padre, di rendere felice la mia Emily con il dono di un figlio. 

Non so se fu l'orgoglio o la rabbia a gridare più forte, ma le mie orecchie presero a fischiare. 

"Emily che cazzo ci fai con questo qui?" La mia voce era un ringhio, il fiato corto, stavo gridando con una brutalità che non mi apparteneva. 

"Ecco noi siamo andati da mia madre, poi ci siamo fermati qui a parlare della bambina e.."

"Cristo Emily ci sei andata a letto? Dopo tutto il male che ti ha fatto? Hai dimenticato come eri ridotta quando ci siamo conosciuti?"

Serrai i pugni e mi avvicinai a lei con passo deciso, cazzo non poteva farsi rovinare la vita da lui un'altra volta. D'improvviso una rabbia folle mi annebbiò la vista, volevo picchiarla, avevo voglia di colpirla, di farle male. 

Non era da me e questo stesso pensiero mi spaventò. 

"Calmo amico tieni le mani a posto ". 

La voce di Taylor mi riportò per un istante alla realtà, non era lei che doveva soffrire , ma lui, rivolsi tutto il mio odio e la mia rabbia verso quell'uomo 

" Come ti permetti anche solo di guardarla, lo sai che a causa tua è quasi morta, lo sai? È arrivata in clinica con le vene dei polsi tagliate e quando siamo riusciti a riprenderla si è rifiutata di mangiare per mesi..." 

" Basta Jake ti prego non è stata colpa sua "La voce di Emily era un sussurro, rotta dal pianto e dalla vergogna, non volevo che stesse male, accidenti avevo faticato una vita per renderla felice e lei adesso buttava tutto al vento così, lui l'avrebbe fatta soffrire di nuovo ed ecco i primi risultati che si facevano già vedere, stava piangendo, come non la vedevo da anni. 

Maledetto.

Provai un impulso animale, fortissimo, di mettergli le mani addosso. Riuscii persino a visualizzare la scena, lui steso a terra con me sopra e i miei pugni che fendevano l'aria e impattavano sulla sua cazzo di faccia perfetta. 

Lo spintonai. Ma al contrario delle mie previsioni, lui non reagì, razza di codardo, allargava le braccia incassando i miei spintoni e le mie sberle. 

Non sai reagire, non sai difenderla? 

Giunto alla parete con la schiena, voltò persino la faccia in un 'altra direzione e i miei tentativi di fargli saltare i nervi caddero miseramente nel vuoto. 

Mi rivolsi a Emily:

"E tu te lo ricordi quanto hai faticato a rialzarti, vuoi permetterglielo di nuovo? Ma non capisci ha usato la scusa di cercare la bambina per venire qui e per circuirti, magari vuole solo soldi ".

Il suo sguardo mi fulminò all'istante. 

"Cercare la bambina? Hai davvero usato la parola cercare? Come fai a sapere che non è morta e che la vogliamo cercare? "

Mi fermai di colpo. Le mani abbandonate lungo i fianchi, ormai vinto dagli eventi. Mi ero scavato la fossa con le mie stesse mani. 

Il cuore batteva all'impazzata e la bocca, ormai asciutta non riusciva a proferire parola. Non avevo modo per giustificare quello che avevo appena detto e la sua risposta mi fece intendere che la vecchia aveva parlato più del necessario. 

In un istante mi crollarono sulle spalle anni di bugie, anni in cui avevo saputo e tenuto la bocca chiusa, avrei voluto urlarle contro se pensava che fosse stato facile per me, di chiedersi perchè l'avevo fatto, cosa mi era costato in termini di sofferenza, vederla stare male e non poterle dire che sapevo, ma ancora una volta non dissi nulla.

"Esci di qui Jake, vattene dalla mia vista, sei stato suo complice. Mi hai vista strisciare sul fondo della mia vita, dilaniata dal dolore per aver perso la mia bambina, per aver perso lui e non mi hai mai detto che sapevi che era viva. Perché? Perché così mi hai tenuta con te, legata al mio salvatore? "

" Io ti ho resa felice, lui ti ha quasi uccisa ".

Non so perchè risposi così, sapevo che non era vero, sapevo che avrebbe avuto bisogno di verità per stare bene, per cruda che fosse, la verità è sempre meglio di una bugia. 

Non esistono bugie a fin di bene.  

Sapevo che non era stata una scelta loro restare lontani, abbandonare la propria figlia, gli era stato tutto imposto e io avevo partecipato al gioco, avevo fatto la mia parte, la mia scelta.

" Ti sbagli la sua assenza mi ha quasi uccisa Jake . Mi dispiace ma è finita. Manderò qualcuno a prendere le mie cose ".

" Aspetta Emily parliamone" .

Ero patetico. 

La guardai un'ultima volta, l'odio dipinto tra i suoi lineamenti angelici fu peggio di un dritto in pieno viso. 

Spaziai con lo sguardo verso di lui.

Avrei voluto dirgli di trattarmela bene, che infondo anche se in modo sbagliato l'avevo amata anche io, che avevo cercato di renderla felice con i mezzi che avevo, ma non dissi niente, le parole non trovarono mai la strada per uscire dai miei pensieri. 

Imbucai la porta d'uscita e mi avviai verso la mia auto.

Mi fece male vedere mia moglie con un altro, ma ancora peggio fu sentirgli pronunciare quel nome, sbattermi in faccia a chiare lettere che ero meno uomo di lui. 

Le mani presero a sudare, ma il corpo era tormentato dalle scosse di potenti brividi. Non riuscivo a tenere le gambe e le braccia ferme benché, queste ultime, fossero strette intorno al mio corpo.

Il cuore batteva forte e velocemente, ogni colpo sembrava levarmi il fiato, ne potevo percepire la fibrillazione sotto il costato.

Se non fossi stato un medico avrei pensato di essere prossimo alla morte, invece sapevo bene di cosa si trattava, un attacco di panico.

Da quando era morto mio padre ne avevo patito spesso, non c'era una ragione a scatenarli, anzi si avevano tutti una cosa in comune, mi colpivano quando meno me lo aspettavo e riuscivano sempre e comunque a prendermi in contropiede.

Raggiunsi come potei la mia auto e ci crollai letteralmente dentro.

Cercai di normalizzare il respiro con qualche tecnica di rilassamento, dopo un tempo infinito che non riuscii a misurare ritrovai la calma e la ragione. 

Che cosa era appena successo?

Non so quanto tempo rimasi li a guardare fuori dal finestrino, la rabbia era svanita  e aveva lasciato il posto ad un senso di spossatezza profondo mi sentivo quasi anestetizzato. 

Avviai il motore procedendo lentamente verso casa. 

La casa che era stata mia e di mia moglie. una donna che non sarebbe stata più mia, che adesso abbracciava un altro, baciava un altro, andava a letto con un altro. 

Un uomo che avrebbe potuto darle un figlio, un futuro felice che io non ero mai riuscito a regalarle. 

D'istinto pigiai sull'acceleratore, guidai forte ricercando nei movimenti ripetitivi della guida la concentrazione necessaria per non pensare. 

Per non visualizzare la casa vuota e silenziosa al mio arrivo, il nostro letto vuoto, un solo piatto sul tavolo di cucina e l'assenza del suo profumo mischiato all'aroma del caffè. 

Guidai forte e non sentii il telefono squillare, quindi non risposi, non seppi per lungo tempo quanto quella telefonata avrebbe cambiato la mia vita. 


Spazio Sue

Momento duro per Jake. 

Chi sarà stato a chiamarlo? e perchè era così fondamentale rispondere proprio in quel momento?

Giornate dure, quelle di festa, quando ci sono sedie vuote a tavola, il pensiero di scrivere di Jake e Madison riempie un po' il senso di vuoto. Quanto può essere dura tornare a casa e trovare nessuno ad aspettare, il posto a sedere vuoto sul divano dove però nessuno si siede mai, come se dovessi arrivare da un momento all'altro. Non so se riuscirò ad andare sulla tua tomba, forse nemmeno domani, perchè tu non sei li, sei in ogni parola che scrivo, in ogni cosa che faccio per gli altri, seminando gioia e realizzando sogni, come mi hai insegnato tu. 

Il sole fuori oggi non mi basta.

Tristemente vostra.

Sue

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro