Bugie e verità
Nei giorni che seguirono l'atteggiamento di Emily mi insospettì parecchio, avevo come la sensazione che ci fosse qualcosa che non mi stava dicendo, conoscevo bene i suoi atteggiamenti e le sue espressioni. Quando mentiva per esempio le tremava leggermente il mento e lo sguardo vagava inesorabilmente nel vuoto incapace di sostenere il mio, come se potessi leggere dentro i suoi occhi la verità.
Riprese a dormire nella stanza degli ospiti da principio tormentata nuovamente dai suoi incubi.
Ebbi la prova che era successo qualcosa il giorno in cui la chiamarono dalla struttura che ospitava sua madre, per dirle che era arrivata alla fine dei suoi giorni.
Tornai a casa e trovai un disastro assoluto.
I suoi amati libri erano sparsi sul pavimento, anche alcuni oggettini che teneva sulle mensole, cose comprate nei nostri viaggi, oggetti che facevano da ponte ai ricordi felici che avevamo costruito insieme, a cui teneva tantissimo, erano sparsi sul pavimento in frantumi.
Mi aveva detto che aveva cercato di inseguire un geco, ma Emily era cresciuta alla tenuta, in un luogo di campagna, circondata dalla natura e da animali di ogni tipo, non aveva paura di nulla, se avesse trovato un qualsiasi essere vivente in casa nostra avrebbe cominciato a giocarci non ad inseguirlo.
Aveva avuto un crollo emotivo, era evidente, ma perchè nascondermelo?
Mi dissi che sicuramente la notizia di sua madre aveva avuto il suo peso, non si erano mai riconciliate davvero ed erano anni che non avevano rapporti, raramente qualche telefonata, forse erano sensi di colpa quelli che l'avevano indotta a fare questo disastro. Era riaffiorata la rabbia per quello che aveva dovuto subire.
Quando era venuto a mancare suo padre, sette anni prima, era rimasta come anestetizzata, lui era così duro con lei che persino le emozioni più profonde rimanevano bloccate al suo cospetto.
Forse erano affiorate tutte insieme, adesso.
Mi diressi verso il bagno, abbandonando i vestiti dove capitava, una bella doccia mi avrebbe rasserenato, poi avrei sistemato tutto.
Adoravo la sensazione dell'acqua calda che scorreva lungo la schiena, dilavava la stanchezza e le tensioni, ma non poteva togliermi di dosso la sensazione di disagio che da qualche giorno mi portavo appiccicata all'altezza del petto.
Sospirai vinto dai pensieri, mi sfuggiva qualcosa, la sensazione che seguì fu come una rivelazione, il suo passato aveva bussato alla porta chiedendo un conto che non eravamo pronti a pagare.
Mi sedetti sul letto ancora avvolto nell'accappatoio, fissai a lungo il vuoto, svuotato da questa nuova consapevolezza.
La certezza del rischio che potevamo correre come coppia, mi tolse il fiato per un istante.
I suoi genitori le avevano nascosto molte cose, costellando la sua vita di bugie. La portata di alcune era davvero immane. L'avevano fatto per il suo bene, per restituirle una vita che un'estate d'amore aveva mandato a gambe all'aria.
Rampolla di una famiglia bene, ricca e con il futuro già segnato, nel mondo della moda, come sua madre o come avvocato, come suo padre, cosa che lui aveva caldeggiato fin dalla sua prima parola.
Non avevano fatto i conti con la caparbietà che la sua stessa genetica le aveva imposto. Emily non ci pensava nemmeno a fare l'avvocato, voleva fare il veterinario.
Per la sua famiglia l'affronto fu quasi pari alla dichiarazione della sua imminente maternità, il suo fidanzamento con un poco di buono orfano e senza futuro non aveva reso la sua posizione migliore.
Suo padre aveva preso in mano la situazione convincendo Taylor a sparire per sempre, probabilmente offrendogli denaro, si sa che quel tipo di persone si lasci ammaliare da qualche spicciolo. A tempo debito aveva fatto sparire la bambina abbandonandola all'ospedale del paese come una figlia di nessuno, con solo una coperta come legame con la sua madre naturale. Nessuno sapeva dove era finita e, dato che Emily era convinta che non fosse sopravvissuta al parto, era fondamentale che la notizia non trapelasse.
Io lo sapevo da quando avevo dovuto annunciare a mio suocero che non ero in grado di dargli un erede.
"Non mettere mai a nudo le tue debolezze, ragazzo, tienila soggiogata, stretta, mia figlia è un cavallo di razza, se lasci andare le briglie ti porterà dove vuole lei."
Su suo consiglio avevo vissuto con il peso di queste bugie come una palla di lava incastonata nel petto, a tratti bruciava così tanto da farmi stare male. Poi Emily, aveva trovato pace, vinta dal passare inesorabile del tempo e io con lei.
Adesso l'imminente dipartita di sua madre portava a galla informazioni che non potevo controllare, a breve sarei stato l'unico custode dei segreti della sua famiglia, ma dovevo accertarmi che in questo frangente seppur breve non trapelasse nulla. Del resto non avevo misura del ruolo di sua madre in tutta la faccenda, supponevo che, visto il modo di ragionare del vecchio, anche lei fosse allo scuro di molte cose.
"Non mettere a nudo le debolezze..."
Dovevo controllare ancora quest'ultimo aspetto e poi sarebbe tutto finito.
Passai il resto della serata e della notte rimuginando sugli eventi e sulle eventualità.
L'indomani decisi che sarei andato in ospedale per il turno, avrei lasciato le consegne a chi poteva sostituirmi e l'avrei raggiunta, starle accanto, a ragione, sembrava l'unico modo per contenere i potenziali disastri.
La giornata passò densa e frenetica, forse più del solito.
Madison mi scrutava di sottecchi ma non azzardava a fare un passo in più verso di me, il nostro rapporto era giustamente contenuto tra i muri delle nostre scelte, corretto, pensai, ma un vero peccato.
Rilasciai un sospiro mentre chiudevo la porta del mio studio.
Una volta arrivato a casa mi apprestai a preparare qualcosa da portarmi dietro, un cambio d'abiti, qualcosa di comodo. Emily alloggiava in un albergo poco distante dalla struttura e molto probabilmente la mia presenza le avrebbe fatto bene. Aggiunsi un paio di pantaloni e una polo, così nel caso in cui ci fosse venuta voglia di andare a mangiare qualcosa insieme.
Trascinando il trolley sul pavimento dell'ingresso pensai che fosse opportuno recuperare le chiavi di scorta della mia auto, non si sa mai nella vita, essere previdente mi aveva sempre facilitato in molte situazioni.
Tirai il cassetto del comò in ingresso dove tenevamo ordinatamente riposte le chiavi delle nostre auto, della casa al mare e della tenuta. Mi accorsi con orrore che queste ultime non erano al loro posto.
Un senso di nausea profonda mi salì insieme ad un rigurgito acido.
Se aveva deciso di mettere le mani li dentro, allora la crisi era più profonda del previsto.
La tenuta era luogo di ricordi molto dolorosi, di mancanze profonde. I suoi genitori non l'avevano mai venduta, sua madre non voleva, ma Emily non ci era mai voluta tornare.
Mettere piede li voleva dire fare i conti con tutte le perdite che costellavano la sua vita: Taylor la bambina, persino i suoi cavalli.
Se fosse tornata li da sola l'impatto sulla sua psiche e sul nostro futuro sarebbe stato devastante.
Immerso nei miei pensieri non mi accorsi del rombo di un motore che si avvicinava al cancello di casa e nemmeno dei passi sul ghiaino del vialetto. Stavo aprendo la porta per uscire di casa quando mi trovai davanti il giovanotto che mi aveva portato Emily a casa quando era caduta appena una manciata di giorni fa.
A guardarlo con attenzione non era poi così giovane, aveva un bel fisico ma doveva avere all'incirca una quarantina di anni come Emily.
Un brivido freddo mi percorse la schiena foriero di un bruttissimo presentimento.
Le mie sensazioni erano corrette perchè mi chiese informazioni su di lei.
Razza di idiota.
L'avrei rimesso al suo posto.
Lo scrutai da capo a piedi, indossava un paio di jeans che avevano visto giorni migliori, le converse consumate all'osso, maglietta bianca stretta che metteva in risalto un fisico invidiabile, questo glielo dovevo, ma se possibile mi metteva ancora di più le mani nel sangue. Il giubbotto di pelle nero poi lo rendeva rozzo e fuori moda.
Per concludere la sagra del cliché appena fuori dal cancello aveva posteggiato in mezzo alla strada una Kawasaki.
Eccolo il tipo di uomo che non sopportavo, spocchioso e perennemente scocciato. A torto o a ragione sembrava portare sulle spalle il peso del mondo, il suo sguardo supponente mi fissava come se in me vedesse poco meno di un verme.
Parassita della società che ad andar bene non aveva lavorato un solo giorno in vita sua.
Erano sempre così questi scarti umani, arrabbiati e convinti che la loro posizione scomoda fosse conseguenza delle nostre comodità. Io il mio ruolo me lo ero sudato e guadagnato, mentre tu giocavi a fare il ragazzaccio io stavo giorni e notti piegato sui libri, bianco come un cadavere anche nel pieno della stagione estiva, perennemente stressato e fuori forma, stanco fino allo sfinimento, con un occhio che tremolava in prossimità della sessione d'esame e la colite da stress. Ero fermamente convinto che il proprio futuro vada scritto e scolpito con il sudore della propria fronte. Non ci sono pasti gratis in natura.
Lo trattai come meritava, voleva informazione su mia moglie? gliele avrei date e gli avrei spiegato che non ostante gli fossi grato di averla soccorsa, non avevamo bisogno di lui.
"Mia moglie non se ne fa niente di te, a lei non manca niente!"
Sussurrai questa frase tra i denti mentre il rombo del motore della sua Kawasaki si diffondeva fastidiosamente nell'aria.
Anche se se ne era andato, sentivo i suoi occhi su di me, il modo in cui mi fissava e scrutava con lo sguardo mi aveva davvero infastidito.
Anche se Emily mi aveva detto che la mia presenza non era necessaria ero certo che le avrebbe fatto bene vedermi, soprattutto se aveva intenzione di entrare in quella casa, starle accanto era l'unica cosa che potevo fare.
La sensazione di fastidio piano piano svanì, mi dimenticai di lui, del suo sguardo, del suo modo supponente.
Mi dimenticai di lui, per il momento.
La sua immagine però sarebbe rimasta per sempre nella mia memoria, impressa con il fuoco dell'odio più profondo.
Spazio Sue
Jake e Taylor si sono incontrati e scontrati. Jake sta andando da Emily e Taylor? Chi ha letto Lies già lo sa cosa sta per accadere...
Sto per scrivere uno dei capitoli più difficili...mi ci vorrà tanta tanta ispirazione.
Buona lettura
Sue
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro