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Mi sentii chiamare da fuori, già capivo chi fosse.
Andai sotto con Venelia e aprii la porta
Matt entrò e dal suo viso era preoccupatissimo
-stai bene?- chiese
-si sto bene- tremai - ancora problemi Matt, sempre questi cazzo tipo di problemi, non si concluderà mai- abbracciai Matt

-andrà tutto bene- disse Matt
Ricordai le parole di Justin, aveva detto la stessa cosa
Ma non era vero, sapevamo entrambi che non era cosi, ci saranno altri nemici

Sentimmo il telefono di casa squillare
Io e Matt ci guardammo confusi se potevamo rispondere o salire sopra.
E se fosse Justin?
Andai a rispondere

#Justin

Joseph era qui in Spagna da due giorni per una consegna al suo solito compratore
-quel coglione ha fatto saltare in aria quel fottuto ospedale e li c'erano mia moglie e i miei figli, o fai qualcosa tu o lo farò io stesso- sibilai a mio zio
Ero incazzato nero, la mia voce era cambiata dalla rabbia.
Joseph restò sorpreso dalla mia visita e quello che le avevo raccontato ma subito dopo diventò serio
-non possiamo attaccare i nostri venditori e compratori Justin- disse indifferente
- cosa? Stai scherzando, cazzo sono tuo nipote- urlai

-Justin ormai non lavori insieme a me- scosse la testa - sarebbe stato completamente diverso - si alzò dalla sedia

-cosa?- urlai di nuovo - mi stai dicendo che non puoi farlo perché ti sei offeso? Ammettilo porca troia, lo stai facendo per vendetta, che cazzo è una specie di gioco?-

-Justin, credimi, se fai qualcosa a noi non ci deve interessare, non mettere in mezzo la mia squadra- disse
- va bene, grazie zio, come al solito sei sempre di grande aiuto- scossi la testa e andai via

Okay, già sapevo che non mi avrebbe aiutato ma porca troia ero suo nipote

Chiamai David
Dissi tutto quello che era successo e restò scioccato
-vediamoci a casa tua- disse per poi staccare
-me la pagherà, eccome- dissi
Presi la mia sigaretta e salii in macchina
-Justin- mi sentii chiamare
Abbassai il finestrino ed era Jonathan
-cosa vuoi Jonathan, sono di fretta- sbuffai
-vengo con te, ho sentito tutto e voglio aiutarti- disse
Ero sorpreso, Jonathan voleva aiutarmi?
-ti ho sempre trattato di merda, perché vuoi aiutarmi?- domandai
-perché li dentro c'erano vittime che non c'entravano un cazzo, per fino i tuoi figli, voglio aiutarti Justin-
Sospirai
-la pistola ce l'hai ?- chiesi
-si, ne ho una per te- disse prendendolo dalla custodia
-oh fantastico- la presi
Lo guardai stranito
-sali o no?- alzai un sopracciglio
Lui salii in macchina e andai a casa mia
Vidi una macchina di David sul vialetto, parcheggiai accanto alla sua e scendemmo
Entrammo e il mio unico pensiero era Madison.

Vidi David che parlava con Matt
- dov'è Madison?- chiesi
-e di sopra, non so come farla smettere di piangere amico- disse Matt
-dovremmo dirlo Matt- rimproverò David
Solcai le sopracciglia
- dirmi cosa? E perché sta piangendo Madison?- domandai
-Justin, stai calmo e respira - Matt mise la sua mano sopra la mia spalla facendomi sedere
-smettetela di girarci intorno - dissi infastidito togliendo la sua mano
- Justin, Enrique ha chiamato Madison e l'ha minacciata dicendo che se non portava lei stessa la droga- prese un sospiro - i bambini moriranno- finì la frase

Non capii più niente avevo il cuore cuore che batteva a mille e mi alzai bruscamente buttando il vaso che c'era sul tavolo
-come cazzo è successo? Perché avete risposto?- urlai
-pensavamo che fossi tu Justin- Matt si alzò dalla sedia
Il mio viso diventò rosso dalla rabbia, avrei picchiato sicuramente qualcuno uno di loro se mi avessero toccato
-dobbiamo creare un piano per distruggerlo- disse Jonathan
-e come?- solcò le sopracciglia Matt.
-avete detto che in ospedale aveva messo le bombe, perciò, perché non ricambiare con la stessa moneta- alzò le spalle
Il ragazzo aveva ragione, sulle mie labbra compariva un sorriso malefico
-sei un genio, ma dove troviamo le bombe, David non può recuperare le sue attrezzature a los Angeles- dissi
-posso farli io, non c'è nessun problema- sorrise
-grazie- misi la mia mano sulla sua spalla

Sospirai.
La mia Madison sarà distrutta e aveva bisogno di me.
Dissi ai ragazzi che ero sopra e che potevano stare a casa mia
Andai nella sua stanza e vidi Madison addormentata con Venelia accanto

Mi avvicinai nel letto e presi Venelia mettendola nella culla
Accarezzai la sua piccola testa
Erano le 4:27 e non potevo dormire, non adesso.
Avvicinai e mi distesi accanto a lei

Aveva le lacrime sulle guance e glieli asciugai con il pollice.

I suoi occhi si aprirono e quando alzò lo sguardo, balzò in aria abbracciandomi e cominciò a piangere
-hey, piccola non piangere, sono qui- baciai la sua testa più volte e accarezzai la sua schiena

-Enrique- nominò il nome di quel bastardo - mi ha - balbettò
-tranquilla, so tutto. Non succederà - dissi prendendo il suo viso
-non voglio perderli Justin- singhiozzò
Sentii un groppo in gola e non riuscii a mandarla giù
-non succederà, dovrà passare sul mio cadavere piccola- sibilai
-ti prego non dire cadavere, non voglio perdere nemmeno te Justin - mi abbracciò

- finirà tutto questo, giuro su dio che finirà tutto- dissi all'orecchio

#Matt

Jonathan portò delle attrezzature per le bombe, spostammo le cose che c'erano sul tavolo e li misi da parte

-devono essere belli esplosivi ragazzi, voglio che quel figlio di puttana sia morto- dissi ai ragazzi
-stai tranquillo, metteremo le bombe in ogni angolo del magazzino e la casa di Enrique-

-L'ultima bomba sarà grande e potremmo lanciarla dentro casa- parlò Jonathan

-amico voglio che sia morto, se questo scappa siamo fregati- strinsi leggermente i miei capelli

-non scapperà, se lo vedrò ancora in giro la prima cosa che farò è ficcargli una pallottola sulla sua cazzo di testa- disse Justin scendendo insieme con Madison
-hey, stai bene?- chiesi guardando Madison preoccupato
Vidi che annuì e non rispose.
-sta bene, è solo spaventata ma la mia piccola è forte, anche se aveva sbagliato prendere il telefono - baciò sulla sua fronte- oh e non sapete l'ultima, Madison è riuscita ad intimorire Enrique all'ospedale- disse Justin abbracciando Madison ridendo
David sgranò gli occhi
-davvero?- rise
Lei annuì sorridendo

Non riuscii a realizzare, immaginavo Enrique confuso quando Madison lo minacciava
Risi

La vidi sedersi e mi guardò sorridendo
Era cosi bello vederla sorridere.

-bene, adesso io e Matt dobbiamo andare- disse Justin
Lo guardai stranito
-dove andate?- chiese Madison confusa
-dove andiamo?- domandai
-dobbiamo setacciare la zona, quel bastardo sarà al club a divertirsi - fece una smorfia
- amico, ci saranno i suoi scagnozzi- rispose David
-non preoccuparti, lui è un genio- disse Madison
La guardammo confusi e sorpresi
-grazie piccola, qualcuno che mi da un po' di fiducia- disse Justin guardando ognuno di noi

Rimasi ancora scioccato.
-Madison non dice niente? Sto sognando? Sei un alieno? Che fine ha fatto mia sorella? -
-smettila Matt- rise
-beh, se lo dice Madison, per me va bene ma dovrai stare attento ugualmente Justin, quel bastardo di Seth sarà dentro e i suoi scagnozzi saranno davanti al cancello - disse David

#Madison

Ascoltavo ogni parola, ogni dettaglio che dicevano i ragazzi, era strano, prima non volevo che Justin andasse a lavorare ma adesso si trattava la vita di miei figli, volevo assolutamente che restassero fuori da tutto e da tutti, voleva uccidere i miei figli, questo aveva fatto traboccare il vaso.

Anche se volevo tutti costi che Justin uccidesse Enrique, la mia paura più grande era perdere Justin e che i miei figli vivessero senza padre.

Si alzarono tutti tranne me, l'ansia cresceva, non volevo che succedesse qualcosa nemmeno ai ragazzi
Se succedesse qualcosa di brutto a Justin sarebbe tutta colpa mia.

I ragazzi mi lasciarono da sola con i miei pensieri senza salutarli.
Ero troppo distratta a pregare
-Madison-

Ritornai dalla realtà e vidi Justin sedersi accanto a me
-dimmi- abbassai lo sguardo
-stai tranquilla, tornerò, non mi vedrai nemmeno un graffio quando verrò qui- mi accarezzò la guancia
- solo, fai attenzione, ho fiducia in te ma stai attento- dissi come se stessi supplicando
Era cosi, supplicai a Justin ad essere più prudente.

Abbracciai Justin non riuscendo a guardarlo negli occhi.
-piccola devo solo setacciare la zona, non sto andando via per sempre- rise
-no Justin, non scherzare, è pur sempre pericoloso, ti sto lasciando andare con la consapevolezza che quel posto sia pericoloso ed io sono spaventata-
-hey- mi accarezzò la schiena -non preoccuparti, andrà tutto bene- disse per poi prendermi il viso e guardandomi negli occhi- il tuo Justin è più forte di loro, sai perché? Perché so che a casa mi aspetta una bellissima moglie e i miei bellissimi figli- sorrise

Sorrisi a quelle parole dolcissime
-okay-

-andiamo?- entrò Matt -oh, ho interrotto qualcosa?- chiese
-no, andate- sorrisi alzandomi dalla sedia
-vai in macchina, ti raggiungo tra due minuti- disse Justin alzandosi dalla sedia
Matt andò via.

-no, vai Justin ma state attenti - accarezzai la sua guancia
-certo piccola - sorrise
Si avvicinò dandomi un bacio dolce sulle labbra e andò via

MI SENTO CATTIVA LASCIANDOVI COSI HAHAHAH
ALLORA
VOLEVO SOLO DIRVI GRAZIE PER GLI AUGURI, SUL SERIO STO SORRIDENDO PER LA VOSTRA DOLCEZZA.
VOLEVO SPOSTARE QUESTO CAPITOLO IERI MA NON AVEVO IL TEMPO PERCIÒ ECCO A VOI IL CAPITOLO SFORNATO (?)
VI ADORO

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