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-per favore, voglio solo parlarti -

Rise
-cosa devi dirmi? I tuoi mi dispiace me li asciugo nel culo Justin, non voglio niente a che fare con te - cercò di aprire la porta ma la fermai
-smettila, arrabbiarsi non aiuta a risolvere un bel niente- alzai la voce leggermente
-oh, tu puoi farlo giusto?- picchiettò il suo mento - tu riesci tutto quanto, non è cosi?- forzò la sua risata -insomma, sei stato via per otto mesi senza telefonarmi e chiedermi come stavamo. Come sei riuscito a dimenticarci?-
-non sono venuto qui per litigare, sono venuto qui per sapere come sta mio figlio- dissi freddamente
-stanno a meraviglia, lo saranno di più se tu non avrai rapporti con loro- disse per poi mettere la sua mano sulla sua bocca
Stavo per aprire bocca per rispondergli ma quando sentii "loro", solcai le sopracciglia
- loro? Loro chi? - chiesi confuso -Stiamo parlando di nostro figlio, e si, verrò qui a trovare mio figlio che ti piaccia o no- mi interruppe
-sono gemelli-
La guardai incredulo
Mi guardò interminabili secondi e sospirò
-gemelli?- balbettai, annuì portando un foglio
-questa è l'ecografia di oggi, sono due, un maschio e una femmina- sorrise dolcemente guardando la foto
Mi diede il foglio e vidi due bambini
-gemelli- sussurrai -gemelli- risi e mi misi a sedermi - gemelli- ripetendo più volte sempre con il tono più incredulo
-si Justin, sono gemelli- sentii la sua piccola risata
Misi l'ecografia sul comodino e guardai la pancia di Madison.
-posso?- chiesi prima di appoggiare la mia mano sulla sua pancia
Ci pensò, dopo un po' prese la mia mano e lo appoggiò insieme la sua mano sulla pancia
-è duro- risi, accarezzando la pancia
-ci mancava se fosse morbida Justin- rise
Sorrisi, presi i suoi fianchi e appoggiai la mia guancia sopra la sua pancia
-qui dentro ci sono i miei figli- rimasi incredulo solo nominarli
-Justin- mi chiamò con il suo tono imbarazzata
-aspetta, ancora un altro po' , per favore - sorrisi

-Justin - disse dolcemente
Alzai la sua maglietta e diedi un bacio vicino al suo ombelico
Sentii la sua mano che mi accarezzò la testa
-quando arriverà il momento della nascita piccoli miei, vi porterò tanti peluche e tanti giocattoli- dissi come se fossi un bambino - potremmo giocarci insieme, portarvi al parco. Non vedo l'ora di vedervi, vedervi camminare per la prima volta, sentirvi la vostra prima parola e la risata, per non dimenticare di rompere le scatole alla mamma-
Sentii i suoi singhiozzi
-Justin, io, non posso farcela, non così-
Alzai la testa e mi alzai guardandola dritto negli occhi, eravamo vicinissimi ma era come se un muro ci bloccasse e non ci permettesse a stare insieme, ma so che potevo abbatterlo di nuovo. Lo speravo.
-non riesco a dormire la notte, non penso altro che a te e ai bambini, e noi- abbassò lo sguardo - ho tanto bisogno di te nella mia vita, ma tu perdi il controllo. Ho paura che lo farai anche con i bambini e sento che sto diventando depressa, non vado in giro, non so ancora com'è Spagna, non sono andata a Madrid non sono andata da nessuna parte, nemmeno una passeggiata, mangio sempre con forza per i bambini, ed io- si fermò a prendere fiato- io non voglio stare cosi Justin- pianse
-Madison- le accarezzai la sua guancia - mi dispiace, mi spiace che ti ho causato troppo dolore, per questo sono andato via, ti faccio sempre del male senza accorgermene e il problema è, che sono troppo egoista per lasciarti andare, io ti amo, ho sempre il pensiero di te e di me che formiamo una famiglia insieme- misi la mia testa sulla sua fronte- e il pensiero che non succederà mi divora ogni giorno, le tue labbra, i tuoi occhi che riescono a farmi calmare, il suono della tua voce, sei sempre nella mia testa- chiusi gli occhi e li aprii di nuovo, mi avvicinai alle sue labbra
- Justin, io non credo che sia una buona idea- disse allontanandosi
-ne ho bisogno piccola- guardai le sue labbra e mi avvicinai prendendola per i fianchi

Sentimmo bussare e mi allontanai
-tesoro io e Matt stiamo andando a fare la - la voce di Cecilia cessò quando mi vide- spesa- finì la frase scioccata- scusate, vi ho interrotto- si scusò balbettando
- non preoccuparti Cecilia -sorrise Madison- stai andando al supermercato?- chiese imbarazzata
-si, vuoi qualcosa?- chiese Cecilia premurosa
-stasera abbiamo un altro ospite, puoi avvertire tutto il personale per favore?- chiese gentilmente
- nessun problema- ci sorrise e sparì

-Un altro ospite ?- Solcai le sopracciglia - chi sarebbe? - chiesi confuso
-tu idiota, stasera mangi qui- sorrise imbarazzata
-davvero?- sorrisi - non sei più arrabbiata?- chiesi
-non più, sei il padre di miei figli e non voglio che i miei figli crescano senza un padre premuroso- sorrise dolcemente
- la tua famiglia?- chiesi

Immaginavo che non mi vorranno qui
- loro ti difendono sempre Justin- sospirò - hanno sempre una buona parola su di te - continuò
- la tua famiglia sono gentili- sorrisi abbassando lo sguardo poi il mio sorriso svanì -e noi? - la guardai
Vidi la sua tristezza nei suoi occhi, come se lo volesse ma non ci riusciva. 
-devo pensarci Justin, quando sarai arrabbiato si vedrà e vedremo come ti comporterai - disse -mio padre sarà felice di vederti- disse cambiando il discorso

-e io felice di vedere tutti, e di vedere te con il bel pancione, di un po' hai ingoiato un cocomero? - la presi un po' in giro
Restò scioccata per quello che  avevo appena detto
-stronzo- urlò lanciandomi un cuscino
-che c'è? Stavo scherzando- risi
-non è divertente- esclamò - sei un cretino- mise le braccia a conserte

Era così bella, non era cambiata in questi otto mesi, non riuscivo a starle lontano.

Una volta che ti avvicini ad una persona che ti fa ridere e che ti fa sentire speciale, sei spacciato.

Resterei qui ad ammirare tutta la sua bellezza.
-perché mi guardi?- chiese imbarazzata -sono cosi grassa?- si guardò allo specchio
Andai ad abbracciarla da dietro
-no, sei bellissima, e anche se saresti grassa, non cambierebbe nulla- sorrisi dandole un bacio sul suo collo, sentii il suo profumo. Non riuscii a fermarmi, e continuai facendo una scia di baci
Inarcò il collo facendomi venire più facile, diedi un morso aggiungendo la lingua
Mi tirò i miei capelli leggermente dalle punte.
Girai il suo corpo e guardai le sue labbra
-voglio baciarti- mi avvicinai - voglio assaporarti- vidi che non reagì cosi mi avvicinai ancora di più - ti voglio-
Finalmente dopo tanto atteso le mie labbra toccarono le sue, aggiunsi la mia lingua picchiettò il suo labbro inferiore chiudendo la sua bocca.
Capii il suo gioco, così scesi la mia mano fino ad arrivare il suo fondoschiena e strizzandolo
Aprì la sua bocca, entrai la mia lingua e le nostre lingue si rincorrevano, presi le sue cosce e le sue gambe li incrociò ai miei fianchi
Sentii la sua mano ad accarezzarmi il collo e gemetti dal dolore, si staccò, la feci scendere lentamente e mi toccai il collo sperando che il dolore sparisse
-Justin che hai?- chiese preoccupata
-niente, è solo un graffio- le dissi per farla rimanere tranquilla
Guardò il mio collo e restò scioccata.
Mi sedetti
- che ti è successo?- chiese allarmata - menomale che è solamente un graffio Justin, qui c'è un taglio, come te lo sei fatto?- guardò la mia ferita da vicino

-una rissa piccola, un ubriacone del cazzo- ricordai la scena
-vuoi che ti passo la pomata?- chiese- è ancora fresca- mi guardò
Sorrisi e annuii

Prese una pomata, abbassai la testa appoggiandola sopra la sua pancia e lo passò sulla ferita e sentii ancora bruciare
-ti ha cucito David?- mi diede un bacio sulla testa
- si- gemetti dal dolore accarezzai la sua pancia dolcemente
-quando è successo?- chiese
-due giorni fa, fai piano- strinsi i denti
Dopo un po' finì di passare e massaggiare la ferita.
-grazie piccola- aggiustai il colletto della giacca di pelle, dopo un po' pensai, mi amava ancora?- piccola- si girò- mi ami ancora?- chiesi timido con il tono triste
-Justin- sospirò- si, ti ho anche odiato- si mise seduta
Feci una piccola risata
-anch'io, mi odio anch'io- distolsi lo sguardo
-tu? Mi ami?- chiese timida
La guardai di scatto solcando le sopracciglia
-certo, ti ho sempre amato - esclamai

-Lavori ancora li?- chiese ancora
-si- sussurrai ma mi sentì
-non ti importa di me- rise amaramente
- cosa? Ovvio che mi importa di te, cazzo di domande fai?- solcai le sopracciglia
- allora perché non me lo dimostri? Lascia quel lavoro- rise amaramente - parliamo seriamente, non è nemmeno un lavoro- scosse la testa - ci siamo lasciati per questo, ricordi?-

-sposami e lascerò quel lavoro- dissi freddamente
- ah, ora fai l'offeso?- si alzò
-no, senti, non ricominciare, sai cosa dobbiamo fare per far si che smetta di lavorare - presi la sigaretta e prima di accenderla la prese dalla mia bocca
-vai fuori- indicò la porta
-cosa ho fatto?- la guardai confuso
-esci, qui non si fuma- mi prese il mio braccio
-non ce l'hai con me, vero?- chiesi impaurito
-no, voglio solo che non fumi nella mia stanza- fece una piccola risata
-oh- sorrisi e mi diede la sigaretta -vieni con me sotto?-
Annuì, andammo sotto e andammo fuori

***

-sono le 19:50, tra poco verranno gli ospiti e Matt e Cecilia con la spesa- guardò l'orologio
-chi sono gli ospiti?- chiesi confuso
-mio padre ha invitato i suoi amici con la famiglia- disse sorridendomi
-e dimmi, sai chi sono?- chiesi
-si, ho fatto amicizia anche con i ragazzi- sorrise
Sgranai gli occhi
-in che senso?- domandai confuso non capendo se era una battuta per farmi ingelosire
-nel senso che ho fatto amicizia Justin- mi guardò stranita - non posso avere amici adesso?- sbuffò
-femmine si, maschi no- dissi alzando le sopracciglia
- esiste un'amicizia tra femmine e maschi, stai zitto gelosone - mi spinse scherzosamente

*FA LA PARTE SCIOCCATA* CHE SUCCEDERÀ??

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