110
C'eravamo quasi
- questa è casa mia?- guardai a bocca aperta la casa scendendo dalla macchina
- non propri- cercò di finire la frase ma David glielo impedì
- certo che è casa tua, siamo nel posto giusto. Andiamo, la tua famiglia ti staranno aspettando- mi spinse divertito
- e se a loro non piaccio?- chiesi
Risero
- che domande fai? Sono la tua famiglia, ti amano.- disse David
- si ma nessuno è venuto a trovarmi- abbassai lo sguardo
- non l'hanno fatto per cattiveria, abbiamo avuto moltissime cose da fare, molto importanti, non che tu non lo sia. Papà ha un'azienda molto conosciuta dalla Francia e quando c'è un problema o un incontro, lui deve purtroppo prendere l'aereo. Non preoccuparti, quando tu dormivi loro erano presenti- mi spiegò Matt
- mi stai dicendo che sono ricca?- sorrisi perfidamente - che posso comprare tutto ciò che voglio-
Risero ancora
- esattamente- ridacchiò Matt
Ridacchiai ed entrammo
Il soggiorno sembrava vuoto ma dopo un po' urlarono tutti riempendo il soggiorno
-finalmente sei arrivata a casa- un uomo con la barba grigia si avvicinò sorridendo
- Madison, lui è Austin, tuo padre- mi presentò Justin
Vidi il suo sorriso forzato
- davvero? Papà- sorrisi
- tesoro mio, mi sei mancata- mi abbracciò e sentii i suoi singhiozzi -scusa se non sono venuto all'ospedale-
Ci fu un silenzio e vedevo le persone tristi
- non preoccuparti, sono sicura che hai avuto motivi per non essere venuto- ricambiai l'abbraccio
Avevo di nuovo quella sensazione di tristezza
Il ragazzo, che purtroppo avevo dimenticato come si chiamava, soffriva per sua nonna e adesso anche loro soffrivano per me
L'uomo che mi stava abbracciando e che stava piangendo era mio padre.
- per favore non piangere, devi sorridere- dissi
- hai ragione, scusami- staccò l'abbraccio e si asciugò le lacrime con la sua maglietta
- non ti scusare, so che state soffrendo ma vedrete che mi impegnerò a ricordare tutto.Mi dispiace davvero tanto- le mie lacrime rigavano sul mio volto
- non devi forzarti, il dottore ha detto che devi ricordare quando passi le giornate con noi. Ti staremo accanto - disse Justin
- esatto, me l'ha spiegato il dottore- disse il mio papà
- posso davvero chiamarti papà? Sei il mio vero papà?- feci un piccolo sorriso
- certo che puoi chiamarmi papà- mi accarezzò la guancia
- un'altra cosa Madison che dovresti sapere- ridacchiò - quando sei arrabbiata lo chiami per nome-
Risi
- davvero?-
- devi sapere che Matt a volte è capriccioso quando ci si mette- diede una sberla scherzosamente
Ridemmo
Andammo nel salone
Tutti si presentarono ma non riuscivo a ricordare tutti i loro nomi
Così mi avevano dato un quaderno con tutte le foto della mia famiglia e il personale dove c'erano tutti i loro nomi scritti sui fogli.
L'idea era di Cecilia e Shelley
Da come si comportavano sembrava una famiglia stupenda
Ed ero felice che ne facessi parte.
- posso sapere dove sono i miei figli?- chiesi imbarazzata
Mi guardarono stupiti
- Justin ha detto che ho due figli- dissi
Tutti si girarono verso Justin
- che c'è? Doveva saperlo almeno questo, lo sapete che i bambini non riescono a rimanere senza la loro madre-
- Justin, il dottore ha detto che deve ricordare tutto da sola - parlò Austin
- che se ne vada a diavolo, lei doveva saperlo-
- no, ha fatto bene papà, sono stata io a chiederglielo- dissi
Sospirò
- non ci posso credere-
- allora? dove sono i bambini? - chiesi contenta
- mi guardi come se ho fatto qualcosa di terribile, lo sai che i bambini la cercano- disse Justin
- d'accordo, hai ragione-
Mi guardò mio padre
-I bambini sono all'asilo- disse papà
- non mi hai detto che hanno due anni?- guardai Justin confusa - cavolo, non ricordo-
- si, infatti è così- disse Justin- di solito noi chiamiamo l'asilo nido perché sembra un vero e proprio asilo, sono come i baby sitter che insegnano e giocano contemporaneamente - mi spiegò
- ohw, davvero? Quindi sono intelligenti i miei bambini? Sono bravi? Imparano in fretta?-
Ricevetti alcune risate verso Justin e mio padre
- più che altro sono malvagi, hanno due anni rendiamoci conto- disse Matt
- dice così perché lo torturano- disse Justin - e stanno crescendo bene- guardò Matt
Ridacchiammo
- non vedo l'ora di vederli, come si chiamano?- chiesi
- piccola te l'ho già detto in macchina- disse Justin confuso
- davvero? Non ricordo- lo guardai
Rimasero tutti in silenzio
- io non capisco, non ricor - non riuscii a finire la frase che mi sentii in colpa
Non riuscivo a ricordare i loro nomi
- scusate, credo di aver dimenticato il quaderno da qualche parte- inventai una scusa e uscì velocemente
Sentii che mi stavano chiamando ma li ignorai
#Justin
- ragazzi, per favore non fate così. E' tutto normale- disse David
- Ho paura che lei non ricordi più nulla- disse distrutto Austin- secondo me hai fatto male dirle che ha due figli, adesso vorrà sapere chi è suo marito. Justin ma che ti passa per la mente?-
- sono suo marito, non voglio che i bambini non vedano sua madre solo per questa cazzo di perdita di memoria e per giunta non significa che devono soffrire anche i bambini- sbottai
- Justin, ti ricordo che lei è mia figlia e sta affrontando un grosso problema, non puoi dire con facilità che ha due bambini. E' per il suo bene-
Rimasi in silenzio
Notai che c'era ancora lui.
- che ci fai ancora qui? Vuoi seriamente essere preso a calci per andartene?- sbottai a Josh seduto sul divano
- Justin, dacci un taglio. Dimentica il passato e preoccupiamoci del presente, dobbiamo aiutare Madison- disse Austin
- forse non lo sai, ma quel coglione ci ha quasi mandato a puttane il nostro matrimonio. Se una persona che ritieni un amico e che dopo questi anni sei riuscito a fidarti di nuovo, ti tradisce cercando di rubare tua moglie e baciarla proprio nel momento del compleanno dei tuoi figli, lo perdoneresti a un tradimento del genere?-
Rimasero in silenzio
- mi dispiace, so che avete sofferto ma adesso Madison ha bisogno di tutti noi. Datevi una tregua-
- tregua? - feci alzare un sopracciglio - neanche morto, so bene che con questa scusa lui cercherà di portarmela via. So che ne sarebbe capace. Non lo voglio qui, se rispetti me e tua figlia devi buttarlo fuori. Ha già causato abbastanza danni- dissi per poi andarmene
Cercai Madison e la trovai proprio nella stanza dei bambini
Sentii i suoi singhiozzi
- Madison- mi avvicinai a lei
Si girò e mi abbracciò fortemente
- mi dispiace, non riesco a ricordare tutto quanto. Non riesco a ricordare i miei figli. Come può una madre dimenticare i suoi figli? I nomi dei miei figli-
- se avessi saputo che avresti reagito così non te l'avrei detto. Avevano ragione, non avrei dovuto dirlo- accarezzai la sua schiena
- no, no hai fatto bene, scusa se ho dimenticato i loro nomi-
- hey, non preoccuparti, non è la fine del mondo. Non è colpa tua- baciai la sua fronte
- puoi ripetere come si chiamano, per favore?- si staccò prendendo il quaderno e la penna
- il maschietto si chiama Tyler- dissi sedendomi accanto a lei - e la femminuccia si chiama Venelia-
- fatto- disse finendo di scrivere
- scrivi anche questo, amano tanto la loro mamma- dissi accarezzando i suoi capelli
Mi guardò facendo un piccolo sorriso
- sono una brava mamma?- chiese
Eravamo così vicini e sentivo la voglia di baciarla
- dicono sempre che per loro sei una super mamma- dissi
-grazie Justin- appoggiò la sua testa sulla mia spalla
- se c'è qualcosa che non va, devi dirmelo. Per favore, scrivilo nel quaderno, così starai meglio-
Infatti lei scrisse che quando sarà triste doveva cercarmi e sfogarsi
- non abbandonarmi Justin, voglio che tu sia presente perché sento che posso fidarmi di te- disse chiudendo il quaderno
Ci guardammo negli occhi e lei mi accarezzò la guancia
- non ti abbandonerò mai, neanche se mi torturassero a vita-
Ed era la verità
Mi abbracciò, la presi per i fianchi e mi sdraiai sul letto di Tyler portandomela sopra di me
- sei la persona più buona del mondo, so che posso contare su di te- sussurrò come se fosse un segreto
Vorrei dirle che la amavo da morire ma purtroppo non potevo.
Non volevo che lei si confondesse sempre di più.
Chiusi gli occhi godendo quel momento che c'era tra noi.
Le sue parole dolcissime riuscì a starmene tranquillo.
Anche quando mi disse che vorrebbe che fossi suo marito è stato bellissimo. Ma una parte mi preoccupava solo una persona, ed era Josh.
Lui farebbe di tutto pur di averla e, immaginai che per lui pensasse una nuova chance per recuperarla.
Ma io glielo impedirò, lei mi amava anche adesso, ne ero sicuro.
Le starò vicino, farò il modo che lei riuscirà a ricordare del nostro amore, dei nostri figli, tutto.
- a cosa stai pensando?- chiese
-a te- dissi
Vidi il suo sorriso timido
- davvero? Devo preoccuparmi?- ridacchiò
Scossi la testa e le misi una ciocca dietro all'orecchio
- sei bellissima, non riesco a non pensare altro che a te -
- ohw, Justin- arrossì e si nascose mettendo la faccia sul mio petto
Feci una piccola risata e la accarezzai la sua schiena
- sai, alcune volte sembra impossibile sentire queste parole dalla tua bocca, non sembri un tipo dolce. Anzi, quando ti ho visto per la prima volta sembrava che non ti importasse nulla di me. A parte il fatto da come ti vesti sembri un bad boy- ridacchiò
Mi girai per guardarla solcando le mie sopracciglia
- ma cosa dici-
La vidi ancora arrossire ed io ero sorpreso dalle sue parole.
- quindi ti ho spaventato in un certo senso-
- nah, non sei tanto spaventoso- disse sorridendo - mi piacciono i ragazzi cattivi- fece l'occhiolino
Scoppiai a ridere
- dopo tutti questi anni ancora non hai imparato a fare l'occhiolino- dissi
- ecco, hai visto? Sei cattivo- si alzò ma prima di alzarsi, aggiunse uno sguardo di confusione - aspetta, da quanto tempo mi conosci? Quindi mi conosci come le tue tasche?- mi sorrise
- certo, altrimenti non posso chiamarti migliore amica - feci l'occhiolino- vedi? Così si fa l'occhiolino, cogliona-
Rimase a bocca aperta e mi diede uno schiaffo
- cerchi di farmi arrabbiare?- chiese facendo il broncio
Misi una mano sul mio petto
- mai - dissi per poi riderle in faccia
Mi beccai un altro schiaffo da parte sua e si alzò
Mi alzai velocemente facendola sussultare e mi avvicinai a lei
Le accarezzai la sua guancia
- mi hai spaventata - disse con un piccolo sorriso
Non riuscivo a trattenermi, avevo voglia di baciare le sue labbra.
Non sopportavo tutta quella distanza che c'era tra noi.
Il dottore mi disse che non dovevo assolutamente dirgli che suo marito ero io, ma potevo corteggiarla.
- Mi piace quando sorridi - dissi
Adesso o mai più, non volevo perderla.
- mi piacciono i tuoi occhi - aggiunsi
Distolse lo sguardo sorridendo
- le tue labbra- misi due dita sotto il mento per far si che lei mi guardasse negli occhi
Mi avvicinai a lei lentamente, cercando di farlo con calma
- Justin, sono sposata- disse - non posso tradire mio marito, anche se non lo conosco- si allontanò di poco con una voce triste.
La guardai negli occhi e feci un sorriso malinconico
- mi dispiace, poi i migliori amici non si baciano-
Anche se quello che aveva detto, ero contento, significava che lei non bacerà nessuno quando conoscerà il marito, ma ci rimasi malissimo che non potevo baciarla
- perdonami, ti ho messo a disagio- dissi allontanandomi da lei
Sospirai
La tensione si faceva pesante
Volevo spaccare tutto.
- scusami- dissi per poi andarmene
La sentii chiamarmi
Inutile, il suo rifiuto è stato come se mi avesse martellato e accoltellato contemporaneamente al cuore
Avevano ragione i ragazzi, non doveva sapere che era sposata
- fanculo - presi una sigaretta e l'accesi
Uscii da quella casa e mi sedetti sulla panchina
Ero frustrato, non solo, ero triste e incazzato.
Perché l'ho fatto? Merda .Pensai
- Justin che ci fai qui fuori? Fa freddo- alzai lo sguardo e vidi Shelley con i bambini che sorridevano
- papà- urlarono felici i miei bambini
- piccoli miei-
Vennero ad abbracciarmi e ricambiai facendo attenzione con la sigaretta a non bruciarli
- sai, qualcuno ha fatto il monello- disse Shelley guardando Tyler
- che hai combinato?- solcai le mie sopracciglia guardandolo
- non è vero- si coprì con il cappello di lana che gli regalò Madison
- per favore non dirglielo- disse mettendosi dietro Shelley come se fosse spaventato
Solcai le mie sopracciglia e guardai Shelley
- Tyler- alzai un sopracciglio guardandolo- niente segreti a papà - dissi
- io entro, voglio vedere la mamma- disse
Lo fermai in tempo a prendergli il suo braccio
- fermati, ascoltami- mi inginocchiai - c'è una cosa che dovete sapere su vostra madre. La mamma non sta bene e ha bisogno di riposare-
- è vero che la mamma ha perso i ricordi?- chiese Venelia
- chi ve l'ha detto?- guardai Venelia sorpreso
- zio Matt e nonno- disse con una voce triste
-glielo hanno detto al telefono poco fa- disse Shelley
E poi sarei qui quello che sbagliava in questa casa. Addirittura dirlo al telefono come se fosse normale. Toccava a me dirglielo, non loro.
Sospirai
- okay, non è grave, la mamma si ricorderà di voi ma datele tempo- accarezzai la sua piccola guancia
- quindi mamma sta male?-
Annuii
- sapete, c'è una cosa che potete aiutare alla mamma per ricordarsi di noi, ditele sempre di quanto la amiate e abbracciatela ogni volta che la vedete, intesi? Fategli vedere i giochi e giocate insieme a lei. Non chiedetegli mai perché ha perso la memoria, se avete qualche domanda, venite da me, è chiaro?-
Vidi gli occhi di Venelia piene di lacrime
-mamma non si ricorda di me- disse Venelia piangendo
- oh tesoro- si abbassò Shelley
-hey, la mamma si ricorderà di voi, anzi sono sicuro che in questo momento si è già ricordata i vostro nomi. Vi sta aspettando nella vostra stanza - disse asciugando le sue lacrime che rigavano in continuazione il suo piccolo volto
Era incredibile che quei bambini fossero intelligenti da capire tutto
- me lo prometti?- mi guardò
- te lo prometto- feci un piccolo sorriso - adesso smettila di piangere o niente dolce stasera-
Lei annuì
Diedi un abbraccio a tutti e due
- andate, la mamma vi sta aspettando. Sapete cosa dovete fare-
- baci e coccole- dissero insieme
Entrammo e andammo nella loro stanza
Ma mi bloccai ricordando quello che era successo poco fa.
- Shelley, vai tu, io devo fare una cosa-
- stai bene?- mise una mano sul mio braccio come se volesse darmi conforto
- si, devo andare un attimo da Austin - mentii
Annuì e scesi dalle scale andando dove ero prima
Non potevo entrare con i bambini, potrebbe sospettare e in più mi chiameranno papà di fronte a lei.
Dio mio, era troppo per me.
Sentii una voce che mi irritava solo a sentirlo
Lo fulminai con lo sguardo
- non voglio litigare -
- se sei venuto qui allora sei in cerca di guai- sbottai
Mi alzai e presi la sua giacca
- se hai intenzione di portarmela via con la scusa che lei non si ricordi di me, non ti conviene Josh. Non sto scherzando, se vuoi davvero vivere, ti consiglio di andartene e lasciarci in pace- dissi per poi spingerlo verso al muro violentemente - vattene-
- no, non hai il diritto di trattarmi in quel modo. Sono venuto per sapere come stava-
Forzai una risata
- non mi chiamo Josh, non credo a queste cazzate. Sparisci, non voglio ripetere un'altra volta-
- io amo Madison, fin dall'inizio e tu lo sapevi- disse tristemente - me l'hai portata via-
- non è vero, io non ho fatto nulla, io e lei volevamo provarci come finti fidanzati e non so cosa cazzo ci era successo e fu così che quel giorno volevo che lei diventasse la mia ragazza. Lei ti vedeva come un amico, solo che lei te lo diceva un milione di volte e tu non hai mai voluto accettarlo. Cosa ti aspettavi? Che dopo il bacio lei sarebbe caduta ai tuoi piedi? Eh? Traditore, io ti ho lasciato entrare in casa, sei venuto con noi e hai mangiato e dormito qui e tu cosa fai? Mi pugnali alle spalle? Coglione, io ti ammazzo-
Rimase in silenzio
- L'avrei resa felice se tu non ti fossi intromesso. Guarda dov'è, cazzo è sopra e non si ricorda niente perché tu l'hai spinta. L'hai quasi uccisa troppe volte e non capisco come cazzo ha fatto starti dietro, sei un figlio di puttana non hai rispetto per lei- urlò
Sferrai un pugno e in pochi secondi eravamo a terra a prenderci a pugni
Riuscì a colpirmi all'occhio ed io lo colpii in piena faccia
Sentii le urla e i ragazzi che cercavano di dividerci
Lo presi per i capelli vedendo che non aveva più le forze e lo sbattei a terra
- fermatevi ragazzi- sentii Austin che arrivò proprio adesso
Erano quattro persone che cercavano di sollevarmi
- sparisci figlio di puttana, non farti più vedere - urlai
I ragazzi riuscirono a dividermi da lui e lasciai che loro mi prendessero.
Vidi quel bastardo che tossiva e sputava sangue
- sei impazzito? Guarda come l'hai ridotto- urlò David
- non me ne frega un cazzo, lui è venuto, se l'è cercato -dissi guardando il mio nemico a terra
Per me oramai era un nemico.
-David per favore, pensaci tu- disse Austin riferendosi a Josh
Vidi Madison correre verso di lui e si inginocchiò per poi guardarmi con le lacrime agli occhi.
- non guardarmi in quel modo, se lo meritava- dissi
- Matt, portalo dentro- disse Austin
- non esiste, deve andarsene - sbottai
- Justin fai quello che ti dico e non ti muovere da lì- urlò Austin
Rimasi sorpreso dalla sua reazione
Non riuscivo a credere che stava difendendo quel bastardo
Mi diressi verso in casa e notai i miei figli spaventati
- andiamo dentro, forza bambini - dissi spingendoli leggermente per farli entrare
- sapevo che non dovevo lasciarlo solo-
- Matt, non dirmi che lo stai difendendo anche tu- sbottai arrabbiato - lo sai, se lo merita dopo tutto-
- andiamo bambini- venne Cecilia e li portò di sopra
Mi sedetti sul divano
-Madison mi ha rifiutato, mi ha mandato fuori di testa e solo al pensiero che quel bastardo ci provi con lei- non riuscii a finire di parlare e buttai il vaso che era accanto a me
- non puoi comportarti così, di certo non è così che devi conquistarla e il dottore ha detto di non fare nulla. Deve fare tutto lei se non hai ancora capito- disse Matt
Ci fu silenzio sentendo quello che dicevano là fuori
- ti esce il sangue dal naso, tieni- mi avvertì dandomi un fazzoletto
In effetti sentii sgolare qualcosa che usciva dal naso e sgocciolava proprio sulla mia maglietta bianca ormai sporca di terra.
Lo presi mettendo il fazzoletto al naso
- Shelley, porta il ghiaccio a Justin - ordinò -ah, e non dimenticare di prendere altri fazzoletti o una pezza, qualsiasi cosa basta che lo metta al naso- aggiunse
Si sedette accanto a me
- non lo voglio qui, non mi sento sicuro e nessuno di voi lo capisce- dissi
- reagire in quel modo è una stupidaggine-
Rimasi in silenzio
-amico, mi dispiace che stai male, stiamo male anche noi e se ci credi o no anche Josh sta male- disse
-non nominare quel figlio di puttana. Cosa vi prende? Tutto d'un tratto lo difendete?-
- chi l'ha detto che lo sto difendendo? Sto parlando in questo modo per Madison. Pensavo che tu fossi abbastanza intelligente da capire- si alzò per poi andarsene
***
23:42
Non le avevo rivolto una parola da quando Josh se ne era andato
Speravo che almeno questo piccolo dettaglio che era successo tra me e Josh, dimenticasse tutto. Ma sicuramente lei avrà scritto sul quaderno che non le sfuggisse nulla, come se fosse un diario segreto.
In realtà avevo trascorso tutto il tempo ad allenarmi.
Austin ed io ci mettevamo qui nella stanza e allenarci, almeno, non più. Più che altro questa mini palestra la usavo io.
Nonostante quelle ore e la stanchezza, avevo ancora la rabbia dentro e non ero riuscito a passarmela del tutto.
Entrai in camera mia ma subito dopo ricordai che Madison dormiva lì.
Infatti la trovai proprio lì che guardava dalla finestra.
-hey-
Si girò confusa
-tutto bene?- chiesi imbarazzato
- ho appena visto il mio migliore amico picchiare quel povero ragazzo, hai visto come l'hai ridotto?-
- mi dispiace che tu abbia visto quella scena- chiusi la porta
- perché hai fatto a botte? Non pensavo che tu fossi così aggressivo-
-ha detto una cosa che mi ha dato fastidio e mi sono arrabbiato- dissi stranamente calmo
Lei cercò di guardarmi ma non ci riusciva.
- mi hai spiazzata, non ti ho mai visto in quel modo- abbassò lo sguardo
-si invece- dissi
Mi guardò stupita
- e cosa facevo?- chiese timida
- quello che stai facendo adesso- feci un piccolo sorriso - odi la violenza, ma nonostante tutto i litigi, riuscivi a capirmi -
Rimase in silenzio
-ascolta, è l'ora di andare a letto, quindi c'è una cosa che devi sapere- schiarii la mia voce- ogni volta che andavamo a dormire, noi due dormivamo insieme. Vuoi che dorma con te o preferisci che dormo sul divano?- chiesi
Mi guardò sorpresa e la vidi arrossire
- beh, se noi dormivamo insieme okay ma, mio marito non dice nulla?- chiese
Scossi la testa
-bel marito, ma con chi mi sono sposata?- restò a bocca aperta
Con me.
- allora?-
Rimase a fissarmi
- ho capito, non preoccuparti- mi girai verso la porta ma la sua voce mi fermò.
-no, aspetta, non voglio che tu dorma sul divano. Dormirai qui finché non arriverà mio marito, intesi?- disse
Sorrisi per poi girarmi
- bene, grazie- dissi
Sospirò e si sdraiò sul letto.
Notai che fissava il suo quaderno.
-tutto bene?- chiesi mettendomi affianco a lei
- perché hai cercato di baciarmi oggi?-
Mi guardò negli occhi ed io feci la stessa cosa
- non lo so-
Se potessi dire la verità, sarei felice di accontentarla, ma purtroppo non era così semplice.
- te lo chiedo perché oggi ho avuto un altro flashback che noi due ci tenevamo per mano. Perché ogni volta appaiono nel momento in cui sono vicino a te?-
- beh, puoi sempre cercare di scoprirlo senza dire nulla. Ripeto, vorrei dirti tutto, ma non posso - accarezzai la sua guancia
Mi sorrise dolcemente e mi prese per mano, la strinsi leggermente portandola sulle mie labbra.
- ricorderai tutto piccola, abbi pazienza- la incoraggiai
In realtà quello impaziente ero io, non vedevo l'ora di baciarla. Speravo che l'incubo finisse all'istante.
- Justin, non so perché tu odi quel ragazzo, ma spero che tra voi due riusciate a risolvere. Non guardarmi così- disse
La guardai annoiato
- puoi mettere da parte questa discussione e parlare di qualcos'altro? Voglio farti ricordare che anche tu odi Josh- dissi arrabbiato
Rimase in silenzio
- okay, vado a dormire sul divano. Questa storia sta diventando noiosa - lasciai la sua mano e mi alzai
Andai verso la porta pronto ad uscire ma sentii la sua mano
- no, aspetta- mi fermò - scusami, non lo sapevo. Dimentico che l'unica persona che posso fidarmi sei tu, mi dispiace - mi girò e avvolse le sue braccia dandomi un abbraccio
Feci un bel respiro e calmandomi.
- non essere arrabbiato con me- disse
- non sono arrabbiato con te, scusa, non sono abituato -dissi ricambiando l'abbraccio
- come hai detto tu, abbi pazienza- sussurrò
Annuii e la strinsi come per darle conforto
Ti amo piccola mia, mi manchi troppo. Pensai, come se lei potesse sentirmi
MADONNA SANTA
COMUNQUE COME PROMESSO, ECCO IL CAPITOLO
60 VOTIII E CONTINUO
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