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Capitolo 9 - Arrivo al Campo Troll.


Il sole calava all'orizzonte,gli ultimi raggi erano quelli più caldi nella stagione estiva in quella penisola.

Sentendoseli addosso, il trollone cobalto non poté fare a meno di guardare l'orizzonte, e si rese conto che avevano bisogno di un riparo per la notte.

" Dobbiamo trovare nu posto sicuro pe' sta in tenda o sennò simm inguagliati ... - mormorò Jehn ai due dietro di loro – avete portato 'na tenda?".

Am'Ron si tolse il bagaglio da dietro la schiena per controllarselo.

La borsa che portava sembrava abbastanza profonda, per cui si sedette a terra per stare più comodo e cominciò a rovistare dentro.

" ok, tenda ce sta ..."disse ad un certo punto.

"Perfetto. Ci sta spazio pe'me?" chiese Jehn, ma dal modo in cui l'aveva detto, per lui la risposta era già sì.

Quanto era bullo!

Am'Ron si voltò lentamente verso di lui con una faccia sconvolta.

"AH, PE' CHESTO CHIEDEVI? Tu nun ci dormi nella tenda cu' mme!" obiettò Am'Ron.

"MA CHI VUO' DURMI' CU'TTE!!! Faremo i turni di guardia, no?" spiegò Jehn, cominciando ad alterarsi.

"Fattel tu i turni di notte!" ripiegò Am'Ron, ma il litigio venne interrotto dall'unica umana tra i tre.

"Aspettate un momento! Ci fermiamo?! – esclamò Lort a Jehn – Ma ... quanti chilometri avremo fatto da Capo di Rovotorto?" .

Le era sembrato di aver camminato davvero poco.

" N' accummencià mo! – disse Jehn, avendo previsto il fastidio che la mocciosa avrebbe creato – nisciuno si mette a cammenà di notte, è pericoloso! Nun te l'ha insegnato, Sir Stecchino là ...".

"Sir Lou. – lo corresse lei con aria infastidita – e sì, lo so. Ma mi sembra di non essere andata così lontano. E poi ...".

Si guardò attorno. La zona in cui si trovavano non era più così fitta di alberi, segno che avrebbero incontrato prima o poi qualche zona di verde sterminato. Ma la calma che lo circondava non la rassicurava affatto.

" ... Non mi sembra un posto sicuro ..." concluse lei, non nascondendo l'insicurezza nelle sue parole.

" E tien pure ragione ... - confermò Jehn, guardando dove guardava lei, nel fondo della foresta che si stava facendo sempre più buio – purtroppo non abbiamo mezzi più veloci per muoverci, siamo a piedi. Dobbiamo adattarci .".

Ci rifletté per un attimo, e a malincuore ,ritenne che fosse giusto seguire i suoi consigli.

Voleva arrivare al più presto a Zandalar, ma si doveva adattare anche alla situazione in cui stava e sopravvivere con quello che c'era.

E a proposito di questo, si era ricordata che non avevano nemmeno delle provviste.

"Mi pare di aver visto una grotta dieci minuti fa. Potremmo provare ..." suggerì Lort, cercando di essere d'aiuto.

"No no , già vista. – rinnegò lui- Pipistrelli giganti. C'era del guano. Poi se vuoi dormì lì ..." propose lui, ridacchiando.

Rise anche lei : " Dai, che schifo!".

"HEY!" risuonò la voce di Am'Ron dal basso.

Tutti e due sobbalzarono e guardarono verso di lui.

Il Lanciascura li guardava con una faccia imbronciata.

" Io sulla cacca di zoccolette volanti non ci dormo, chiaro?" disse lui stizzito.

"Uo! Nessuno di noi vuole, calma fratello!" rispose Lort, che non si aspettava una reazione del genere dall'amico.

"Pipistrelli ... brrr ..." tremò lui disgustato, e continuò a cercare.

Lort si chinò accanto a lui incuriosita da quanta roba riuscisse a contenere in un solo zaino.

Ad un certo punto, dalla borsa cadde una pietra tonda e levigata, che Lort raccolse in fretta per restituirgliela.

Ma quando la girò ,vide che vi era inciso un piccolo vortice. Sembrava che la pietra avesse uno strato sotto brillante, che dal colore, pareva zaffiro.

"E questa cos'è?" gli chiese Lort, rigirandola tra le dita.

"Quella è la Pietra del Ritorno, serve per ritornare indietro in un punto sicuro. Di solito le locande si prendono l'onere di essere Dimore del Ritorno." Spiegò .

La paladina la tenne tra due dita, ammirandola.

Una Pietra per tornare indietro in uno spazio sicuro. Sarebbe di sicuro tornata utile.

"E' strano che tu me lo chieda. La conoscono tutti, e tutti ne hanno una. Non c'è l'hai tu , Lort?" le chiese Am'ron, dubbioso.

Lort fece una faccia come se fosse appena caduta dalle nuvole .

"Ehm ... no. non credo. Anche se mi pare strano che mio padre non me l'abbia mai data una." Rispose lei, grattandosi la nuca.

"Ma infatti, è impossibile! Controlla nella tua borsa!" le suggerì lui, e Lort prontamente si controllò il bagaglio.

In effetti, in fondo alla borsa, Lort trovò un piccolo pacchettino, tondo e pesante.

Spacchettandolo, scoprì di avere anche lei una Pietra del Ritorno, uguale a quella che teneva il suo amico.

"Te l'ho detto!" disse trionfante Am'Ron.

Lort gli sorrise , facendo saltare la pietra nella mano.

"Che c'è scritto lì?" gli fece notare Jehn, indicando la carta che l'avvolgeva.

Lort rigirò la carta, e fece una smorfia di dissenso: era una lettera del padre.

Lesse:

"Figlia mia, ti ho fatto mettere nella borsa questa Pietra del Ritorno.

Nel caso in cui ti perdessi, ti sentissi sola, e volessi tornare a casa da papà, usala pure.

Ti riporterà alla Locanda dell'Orbo, la tua preferita. Non farmi preoccupare, e mandami tue notizie al più presto. Io sarò sempre qui per te. Ti aspetto, tesoro mio. Ti voglio bene,cucciola. Con affetto, tuo padre, Re Samuel Vuich".

"Papà ..." biascicò Lort, coprendosi gli occhi dall'imbarazzo, mentre i sue due compagni ridacchiavano.

"Ti voglio bene, cucciola ..." mugugnò Jehn in tono canzonatorio.

"Tuo padre si preoccupa per te, è normale ... - la difese Am'Ron – per te chi è che si preoccupa, eh?".

Il Gurubashi lo guardò contrariato.

" mmm ... com'è che dicevi? Di non voler ... dormire sulla cacca ... - mormorò tra sé e sé minaccioso Jehn- me lo devo segnare questo ..."

"Si, vabbe ... e comunque , rispondendo al vostra dilemma, c'è un campo troll a dieci minuti da qui." Concluse Am'Ron, riabbassando lo sguardo sulla sua borsa.

Lort e Jehn sbarrarono gli occhi.

" E PERCHE' NON CE L'HAI DETTO SUBITO?" esclamarono all'unisono.

"Stavate lì a parlà , mentre IO – sottolineò lui, indicando il suo petto – io ... stavo a cercà ..." finalmente tirò fuori la cosa che stava cercando: una mappa.

"... Questa. No problem, cumpà! Am'ron salva la situescion!!!" Esultò, alzandosi in piedi , in una posa trionfante.

I due guardarono ammutoliti il foglio.

Un momento dopo, Jehn stava portando in braccio il povero Lanciascura che si dimenava, dirigendosi verso il rifugio dei pipistrelli giganti.

" Mo vai a durmì rint' a merda vai! 'sta mappina teneva 'a mappa e nun c'ho dice, 'sta mappina !" lo rimproverò Jehn .

"Lasciami!!! Lasciami!!! Me lo so ricordato solo ora!!! Nun è colpa mia!!!" urlava Am'Ron, agitandosi.

" Allora fammi dormire nella tua tenda!" lo minacciò Jehn, fermandosi apposta per dare il tempo alla sua vittima di decidere.

" GIAMMAI!!!" urlò Am'Ron.

Il Gurubashi proseguì "La sentì già la puzza?" sibilò Jehn, minaccioso.

Am'Ron al solo pensiero tornò ad agitarsi.

Alla fine si arrese.

Ma tanto avrebbero raggiunto un posto sicuro dove passare la notte, e soprattutto raccogliere provviste.


"Alla fine di questo tratto, dovrebbe esserci il campo troll ..." dichiarò Am'Ron, scostando le fronde davanti a sé.

A pochi chilometri da loro, si presentava un piccolo assembramento, dove c'erano diverse case fatte in legno, alcune delle quali piazzate su palafitte per difendersi dalle bestie feroci.

A quella distanza , Lort poté riconoscere alcuni ruoli: un' allenatrice insegnava ai suoi cadetti ad usare la magia contro dei fantocci, uno stregone vudu danzava a ritmo di un tamburo,e un addestratore di raptor dava l'ultimo pasto della giornata ai suoi dinosauri dai colori sgargianti.

Un piccolo spazio di vita nel cuore della giungla.

"Okey, ragazzi. Ci siamo ... - si rivolse ai suoi compagni, sfregandosi le mani tutta contenta- ... Dobbiamo entrare al villaggio e presentarci al capo-tribù. Ed io ho ideato un piano ...".

"Nun potresti semplicemente appresentarti lì e basta?" si affrettò a dire Jehn,annoiato.

"Genio, a noi nun c'è fanno niente, ma lei è umana! Se trovano 'na umana, la colpiscono a distanza senza ce pensà!" gli fece notare Am'Ron.

"Lo so. Volevo vedere se fosse accussì scema da darmi retta ..." disse il Gurubashi, sogghignando maleficamente.

"Grazie del suggerimento, caro Jehn ... - rispose lei indispettita- ma adesso osserva come gabberò gli abitanti con questo semplice quanto geniale metodo.".

Si vantò lei, allontanandosi dietro un albero con la sacca che aveva portato con sé dall'inizio del viaggio.

Dietro l'albero si sentirono mugolii e fruscii strani, che fecero guardare tra di loro i due troll con aria confusa. 

Un minuto dopo, Lort uscì gridando :"Taz'Dingo!".

I due troll la guardarono esterrefatti : Lort aveva addosso il costume da troll più approssimativo che avessero mai visto.

Indossava una tunica multicolore, legata alla vita con una cintura nera, abbinata a collane piene di pendagli palesemente fatti a mano.

Alle mani portava dei guanti blu che doveva aver cucito da sola per fare in modo che sembrasse avere tre dita, così come i calzini che portava ai piedi, blu anche quelli, che avevano solo due dita.

Ma la parte migliore era la testa:portava un copricapo fatto di cartone che riproduceva fedelmente (per quanto fedele potesse essere secondo l'immaginazione di Lort) il volto di un troll, con tanto di orecchie lunghe e zanne di carta. Una parrucca fatta di treccine nere e piena di perline e piume colorate adornava infine la nuca.

"Eh? Bello eh?" chiese orgogliosamente lei, dondolando a ginocchia piegate, fiera del suo capolavoro.

"Cosaaaaaa .....?" fu tutto quello che riuscì ad emettere debolmente la bocca di Am'Ron, indicando sconcertato le pezze che portava addosso.

Jehn invece si tratteneva dal ridere. "Nun ci credo. Nun ci voglio credere! Si è fatta pure il costume da troll la scema ..."mormorò con le lacrime agli occhi.

"La scema come la chiami tu – si difese Lort con sufficienza- ha studiato per anni la moda e gli atteggiamenti dei troll, tanto che potrei mischiarmi tra loro perfettamente. Mi serviva solo ..."

Schioccando la lingua e puntando due indici verso di loro " ...l'aspetto giusto ... Cumpà!"

"T-tu vuoi appresentarti lì ... accussì ?" chiese Am'Ron, non smettendo di puntare il dito su di lei.

"Certo! Così nessuno mi riconoscerà!" esclamò lei entusiasta.

Jehn non ce la fece più e scoppiò a ridere come una iena, mantenendosi al tronco dell' albero.

"Oh mio Loa!!! Sei uno spasso!!!" disse tra una risata e l'altra.

"Sì, ridi , ridi pure, miscredente! – esclamò la paladina – ma il mio piano funzionerà! Entreremo nel villaggio senza dare nell'occhio, e potrò avvicinarmi senza problemi al capo!".

Detto questo si avviò verso il villaggio.

Am'Ron guardò prima il Gurubashi, poi la ragazza un paio di volte, e infine si affrettò a raggiungerla incespicando nell'erba alta.

"Ehm, Lort? Io ci ripenserei ..." balbettò Am'Ron trattenendola.

"Io no. – rispose lei- Andiamo, fidati di me, Am!"

"Ma-ma ... ne sei sicura?" le chiese.

"Sì. " Rispose lei continuando a camminare.

"Sicura sicura?" insistette Jehn, compatendo la strana coppia da lontano.

"Sicurissima ." Rispose ancora lei, cercando di non inciampare sull'orlo del suo abito.

"SICURA, SICURA ,SICURA?" insistette Jehn, solo per prenderla in giro.

"JEHNNA'! FUNZIONERA'! MUOVI IL CULO E SEGUICI!" lo rimproverò Lort, puntando un dito ai suoi piedi.

Circa un minuto dopo, si ritrovarono le lance e i coltelli dei troll puntati sui loro colli.

Uno di loro si avvicinò all'intrusa e le levò la maschera,sotto gli occhi di tutti.

"C'hai preso per stupidi? Si vedeva da lontano che nun sij nu troll." Dichiarò lui.

L'umana lo guardò facendo un sorriso imbarazzato.

Invece di essere preoccupato per quella situazione, Jehn non la smetteva di ridere sotto i baffi.

"Ok, hai vinto. Non ha funzionato, adesso piantala." Mormorò lei, rivolta a lui.


Li portarono verso il capo, o meglio,la Capa, colei che gestiva le attività di quel piccolo campo.

Era una troll massiccia e alta, dalla carnagione violacea.

Quando si presentarono a lei con l'umana, spintonandola più in avanti rispetto ai due troll con le punte delle loro lance sul fondoschiena, la Capa incrociò le braccia e la fissò con aria minacciosa.

Lort a sua volta, la osservò: la possanza della sua corporatura, la posa e quel brutto grugno che teneva.

Le ricordava la sua corpulenta educatrice.

"Capa, abbiamo trovato questi due troll che accompagnavano l'umana fino a qui!" spiegò il troll di prima, quello che aveva smascherato Lort.

"la piccerella cercava di infiltrarsi mascherandosi come noi!" aggiunse sghignazzando, sollevando la maschera di cartone che ancora portava con sé.

Tutti gli altri soldati si misero a ridere.

La Capa prese la maschera e la rigirò tra le mani.

Dopo un po', lanciò un'occhiata raggelante alla ragazza.

" Come al solito, nun avete capito 'na zanna. – disse lei dura, rimproverando le sue guardie, che smisero di sogghignare improvvisamente- chesta nun è 'na umana qualsiasi. Chesta è a' famosa principessa che ha ricevuto la benedizione di Shirvallah.".

Si alzò un breve brusio tra i pochi abitanti.

A quanto pare, la fama di Lort si era già diffusa e l'aveva preceduta.

Solo quella mattina, si era diffusa la notizia tramite i turisti di passaggio lì di una fanciulla umana che aveva fatto pubblicamente il patto col Loa della Tigre.

Mai si sarebbero aspettati di trovarsela lì.

"Signora- cominciò Lort, rialzando le spalle- siamo qui solo di passaggio, perché ci serve un posto dove passare una notte o due e procurarci delle provviste per il viaggio. Le chiediamo cortesemente di poter restare qui.".

Il modo con cui si era posta era gentile e quanto più educato possibile.

Ma la Capa, squadratala da capo a piedi, le fece un sorriso strafottente e le rispose con sufficienza.

"Tsk!Se eri qui solo di passaggio ... - la Capa allungò in malo modo la maschera in faccia a Lort – perché ta' sij vestuta accussì? ".

Lort provò a rispondere a tono, ma incrociò i suoi occhi tondi,autoritari e gelidi.

D'un tratto, si accorse di non sapere come risponderle.

Eppure era solo una troll, un po' più grossa e alta almeno due spanne più di lei!

Si guardò attorno, incrociò gli sguardi di tutti quei troll della foresta.

Alcuni la guardavano con diffidenza, invogliandola a rispondere con aria di sfida.

Anche se aveva fatto un patto con il Loa della Tigre Shirvallah, era un'umana.

Qualsiasi risposta avesse dato, non sarebbe stata mai abbastanza credibile per loro.

I soldati che li avevano scortati, invece, la guardavano sogghignando malignamente, come dei bulletti pronti a picchiarla.

E la Capa era quella che li avrebbe sguinzagliati su di lei al minimo cenno di debolezza.

Cos'era quella sensazione? Era un'atmosfera ben diversa da quella che aveva sentito allo stadio.

Sentì crescere dentro di sé il disagio.

Intervenne Am'Ron per lei : " Temeva di essere attaccata perché umana , Capa! Perciò si era travestita così ...".

Le si affiancò , poggiando una mano sulla sua spalla. Lort lo guardò con occhi grati.

"... E anche perché desidera essere un troll, ed essere accettata come tale." Aggiunse Jehn, non muovendosi dal suo posto.

Lort girò la testa verso di lui con aria sconvolta, come se avesse appena rivelato un intimo ed inviolabile segreto.

Intorno a loro, si sentirono rumori di sorpresa.

" Pensate che ha studiato per anni il nostro mondo pe'ce imità !" continuò Jehn.

Rispose al dissenso di Lort con uno sguardo innocente, che diceva "Che c'è? Nun dovevo dirlo?".

Altri brusii ,seguiti stavolta anche da qualche risata.

Lo sguardo gelido scomparve sulla brutta faccia della troll , che rimase incredula a ciò che aveva udito.

"Ah ! Ma allora è vero quello che si dice? – esclamò la Capa ,puntando un dito verso la piccola umana – 'a principessa Lort, 'a figlia d'o re Vuich ... vulisse addeventà 'na troll come noi?!".

Si rivolse alla gente allargando le braccia stupefatta.

"HA! Ma avete capito un po'? Essa? 'na troll? Cu sta faccia?!" disse, alzando la voce per farsi sentire anche dall'ultimo della fila.

Risate sguaiate la seguirono.

Lort si sentiva di nuovo come il momento prima di colpire il gong allo stadio.

Umiliata,con la bile che ribolliva dentro di sé, e adesso si aggiunge pure il tradita dal Gurubashi cobalto alle sue spalle.

" E sape pure parlà trollese, 'a principessina!" aggiunse Jehn, ricevendo una forte gomitata allo stomaco da parte di Am'Ron.

"Smettila!" lo rimproverò il Lanciascura, ma il Gurubashi fece spallucce , facendo di nuovo quell'aria innocente.

Tutti ulularono per l'ammirazione.

"Ah si? E fammi vedere ... - disse la Capa, mettendo violentemente il copricapo in testa a Lort , troppo irrigidita dalla rabbia per reagire - ... fammi vedere come fai 'a troll.".

"Sì, dicci qualcosa in trollese! Vogliamo sentirti!" invogliò qualcuno, e questo provocò la reazione a catena di proposte imbarazzanti da parte degli abitanti del campo.

A Lort fischiavano le orecchie dalla rabbia, e sentiva di scoppiare, proprio come aveva fatto allo stadio.

Ma questo breve discorso che sentì da parte dei suoi due compagni troll la fece cambiare idea.

"Era davvero necessario sputtanarla così, Jehnà?" sussurrava stizzito Am'ron al troll blu, il quale si limitò a incrociare le braccia e a dire "Pecchè? Nun mi pare che fino a mo Lort si vergognasse di dire di voler essere un troll!".

"Si, ma vedi come sta?" insistette il troll verde, che voleva difendere a tutti i costi la sua amica.

" Se se la prende perché qualche troll le ride in faccia ... beh, chist è nu problema solo suo." Concluse il Gurubashi, con voce seria.

Le ultime parole di Jehn erano state molto dure. Dure, ma giuste.

Aveva ragione, pensò Lort, non doveva permettere di lasciarsi intimidire dalle loro risate.

Si aggiustò la mascherona con le zanne di cartone sulla testa, e sotto gli occhi attoniti dei sue amici, fece esattamente quello che quell'energumena della Capa le aveva chiesto: fare il troll.

"Beh, Cumpà, che v'aggià dì? Sto' accà!" esclamò lei, molleggiando sulle ginocchia con tono confidenziale.

La gente rimase lì ad osservarla per un attimo senza alcuna reazione.

" So' venuta dalla grande città pe'essere cumme a voi! V'ho studiato, v'ho osservato! La vostra filosofia accussì semplice , le vostra cultura, i Loa ... ah, m'avete colpito!" si tenne le mani al petto con aria accorata. Non poteva fingere quella che il suo cuore veramente provava, ma molti dalla folla si invogliarono, credendo di assistere ad una messa di scena .

"Mi sono immaginata mille volte di avere tre dita per mano, ho sognato di spaventare i miei nemici con le vostre splendide zanne! Di diventare berserker e di mazziare tutti con 'ste braccia! Di ballare come voi!!!" e così , sotto un ritmo che sentiva solo nella sua testa , cominciò a danzare.

Qualcuno dalla folla, invogliata dallo scherno, iniziò a suonare un tamburo a ritmo, e si iniziò a sollevare un battito di mani a ritmo .

Am'Ron si coprì il volto con le mani straziato alla vista del suo ballo. Jehn era troppo esausto e sconvolto per ridere.

Persino la sua danza si poteva dire fosse approssimativa tanto quanto il suo vestiario!

Ma Lort era convinta di saper ballare: saltava, ondeggiava gambe, testa e braccia a tempo del tamburo.

Incalzava, sempre di più, incoraggiata dal quel battito di mani. Era convinta al cento per cento che li stesse conquistando.

Non si rendeva conto, poverina, che era oggetto di scherno per loro. 

La gente voleva solo ridere di lei.

"Mettetemi alla prova, affidatemi tutte le missioni che vi pare! Io le supererò tutte, perché io non c'avrò il corpo, ma in me c'è lo spirito da troll!"

Concluse quella manifestazione con una spaccata , a braccia allargate.

Tutti risero , e applaudirono ,tra schiamazzi e fischi.

Anche la Capa applaudiva bonariamente, tant'è che i pettorali pulsavano a tempo delle sue risa.

La afferrò per un braccio, e la sollevò di peso come un sacco di patate.

"Ah, umani! A saperlo non ne avrei uccisi accussì tanti e me ne sarei tenuto qualcuno pe'me! C'è bisogno di una bella risata ogni tanto da queste parti!".

Le diede una pacca sulla schiena tale che a Lort sembrò che le fece saltare il cuore di un battito.

Le cascò la maschera a terra, e si affrettò a raccoglierla.

Nonostante i gesti "affettuosi" della troll fossero piuttosto invasivi e violenti, la nostre eroina li interpretò come un buon segno: ingenuamente, credeva di aver conquistato la sua fiducia, e nel modo meno violento possibile!

Questo la rassicurò e la fece sentire più sicura di sé.

"Sì ... - mormorò Lort, assicuratasi che oltre alla maschera, non le fosse cascata pure la scapola – ma comunque ci serve rifugio da voi, almeno per una notte!".

"Eh?" rispose la Capa, smettendo di ridere alle sue parole.

" Voglio dire ... - si schiarì la voce e continuò - sono in missione per liberarvi tutti dalla rinascita di Hakkar, lo Scortica-anime. Potremmo essere l'unica possibilità per potervi salvare dall'imminente minaccia di un Loa genocida e assetato di sangue. Non volete questo?"

Al sentir nominare lo Scortica Anime tutti si ammutolirono.

Ci fu un momento di silenzio dove la Capa e gli altri abitanti si scambiarono uno strano, stranissimo sguardo d'intesa .

L'energumena le fece un sorriso di sbieco." Beh. Hai del fegato,Lota ... mi piaci." .

"il nome è Lort."la corresse lei.

" 'O sacc cumme te chiami! - sibilò feroce la Capa, che odiava essere corretta.

Ma trattene l'impulso di tagliarle la lingua .

Sospirò, e con un sorriso caloroso sulle labbra disse:

"D'accordo, umanuncola. Facciamo così, vi posso far restare ..."

"Davvero?" chiese Lort, sbigottita.

"Certo. Anche più di un giorno! - aggiunse la Capa, divenuta improvvisamente servile - dopotutto, principessa ... Avrete bisogno del nostro appoggio per sconfiggere Hakkar ...".

Diverse teste annuirono e sibilarono consensi un po' da tutti.

Am'Ron e Jehn si guardarono attorno confusi. 

Come è stato possibile un cambiamento di giudizio di massa così repentino?

" Nun mi piace, cumpà ... " sussurrò Am'Ron .

" Manco a me." affermò Jehn.

" Ma ottenere la nostra fiducia nun è accussì semplice. Dovrai superare ...delle prove . Se riuscirai a farle, e bene bene anche ... avrai il nostro appoggio. Anzi! Ti dirò di più ..."

La Capa abbassò il volto per essere sicura di avere la completa attenzione della ragazza.

"... Potrai entrare anche nella nostra tribù,ed essere considerata ... Una di noi. "

Lort rimase sotto-shock a quelle ultime parole.

" Avete sentito, cumpà? - alzò la voce, rivolta alla folla- se avete delle com... missioni, da adesso in poi affidatele a lei. Sarà la nostra schiav ... Ehm ... recluta in prova! Vabbuó? ".

Gli abitanti si guardavano soddisfatti, alcuni sfregandosi addirittura le mani.

Am'Ron notò un' ombra di cattiveria negli sguardi della Capa e del suo seguito.

Intuì cosa stava per accadere.

" Ehm ... Lort? - mormorò Am'Ron, avvicinandosi al suo orecchio- io ci penserei bene prima di accettare ... Non è come sembra ...".

Ma era inutile sperare di ottenere la sua attenzione: la ragazza si era isolata mentalmente da tutto il resto.

Si sbalordì persino Jehn dell'improvvisa catalessi dell 'nzallanuta .

"ehm ... Lort? Yuhuu! Lort? S'è shcassata Lort ..." la chiamò lui, agitando una manona davanti agli suoi occhi.

"Una di noi ... Una di noi ... Una di noi ...".

Queste parole riecheggiavano nelle pareti del cranio della paladina.

Finalmente le si presentava l'occasione della vita.

Finalmente sarebbe entrata in un gruppo di troll.

Sarebbe stata l'inizio del suo strepitoso percorso di iniziazione.

Prima un piccolo campo troll. Poi una tribù più grande.

Poi una ancora più grande. E ancora più grande.

E poi Zandalar,la capitale dei troll.

E dopo, sarebbe entrata a far parte del loro mondo ... Troll, a tutti gli effetti!

"SFIDA ACCETTATA!!!" urlò improvvisamente, facendo saltare in aria dallo spavento Am'Ron e Jehn.

Persino la Capa rimase piuttosto scossa dalla sua reazione: l'omuncola aveva gli occhi irritati dall'euforia, le narici dilatate e un filo di bava scivolò sull'angolo di quel suo sorriso innaturale.

Per un attimo pensò che fosse malata di rabbia e indietreggiò disgustata .

"Ehm ... o ... key?- mormorò lei- Benvenuti allora! Verrete scortati fino al posto dove potrete piazzare le vostre tende!"

Fece un cenno col capo e delle guardie li invitarono a seguirli.


E così Lort passò del tempo con la tribù.

Le offrirono addirittura una tenda dove potersi riposare durante la notte.

Una tenda molto piccola, che se proprio ne dobbiamo parlare, Lort la vedeva anche poco resistente alle intemperie, con un bel buco sopra di essa.

"Spiacente, maestà. Avevamo solo questa." Avevano detto i troll che l'avevano accompagnata fin lì.

"Non fa niente. Mi piace addormentarmi guardando le stelle di notte." Disse Lort, non lasciandosi intimidire dal trattamento poco ospitale.

La sfida di sopravvivenza era già partita.

Doveva esserlo per forza, visto che la tenda, oltre a presentarsi per quella che è, era anche stata piazzata all'esterno del confine, tra l'erba alta e le erbacce.

Seguivano solo le regole:tutti coloro che erano interessati a far parte di una tribù dovevano stare fuori. Non potevano godere ancora di tutti i privilegi finché la comunità non avesse deciso di farli unire a loro.

Ma lei non si lasciò intimorire nemmeno da questo.

Ci teneva davvero a far parte della stessa comunità che venerava il suo Shirvallah, e quindi, con grande entusiasmo e buona volontà , era pronta a dormire anche senza una tenda.

Pronta ad affrontare qualunque prova.


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