Capitolo 57 - La Lettera di Gaz
Deglutì.
" Lì... nella tenda. Dio, come urlava quella povera ragazza... e come rideva quel pazzo. ".
Si fermò un attimo per riflettere, scuotendo la testa mestamente.
" Ho avuto il tempo di parlare con lei, sapete? Sembrava... spigliata. Allegra. Riempiva di parolacce tutti quelli che la immobilizzavano o provavano a zittirla. Voleva diventare un'agente di borsa.".
Di nuovo, a scuotere il capo.
" Ma dopo la prima volta, quando la riportarono in gabbia con noi... fu come se avesse perso tutta la vitalità. Tutta l'energia. Quando provammo a chiederle cosa le avessero fatto, lei... - sospirò - ...lei non rispose. Era... sfumata.".
Le tre ascoltatrici impallidirono.
" La seconda volta manco si ribellava. Anzi. La seconda volta manco tornò. Entrò...- sentiva di lasciarsi prendere da un attacco di panico - ...e non uscì più. ".
Si controllò le tasche freneticamente in cerca del suo inalatore.
"Quella mano che usciva da sotto il lenzuolo della barella in cui l'hanno traspo...".
Allargò le braccia per chiedere un pò di spazio per il fiato.
"Oh Sbully, tesoro! "Lo raggiunse Lizzie, trafugando tra le sue tasche e ficcandogli il suo inalatore in bocca.
" Respira! Respira caro...".
Dopo tre tirate di inalatore, l'ingegnere staccò la mano di Lizzie da dosso, ringraziandola con uno sguardo rincuorato.
" Fu allora che mi sbrigai con il lavoro. Per fortuna avevo portato con me Cleaner 5000, che prima si chiamava solo 4000, e ci procurava di nascosto i pezzi.".
Sentitosi chiamare, il robottino trottó attorno al tavolo in cerca di sporcizia.
Non trovandola, tornò al punto dove si concentravano piu germi e batteri,la biancheria di Sbully.
" Purtroppo, l'ultimo giorno non siamo stati così fortunati: senza preavviso, le guardie di quello stregone vennero a prendere Gaz, e a me mancava solo un pezzo! Un solo misero pezzo per completare il motore! E quel che peggio... Cleaner 4000 venne scoperto!".
Ridusse la quarta danesina in briciole tra le mani in un attacco di rabbia.
"Quei maledetti l'avevano preso tra le loro luridi manacce e fatto in mille pezzi. Heh...ma non avrebbero mai dovuto buttarli dentro la mia cella per dispetto. È allora che ho avuto il lampo di genio che sono! 4000 si era appena sacrificato...per essere lui il pezzo mancante!".
Strinse il pugno in aria trionfante.
" Così completai la macchina, aspettai che tornasse Gaz, e insieme volammo via!".
E con le mani imitò il loro volo ridacchiando soddisfatto.
"E quindi questo robot è nuovo?" chiese Nime,indicando il robot pulitore.
"No! È fatto con i pezzi del precedente. Ovviamente è una versione aggiornata,con molte altre funzioni.".
Sospirò, ammirando da lontano la sua piccola creatura.
" Il bello della tecnologia è che tutto si trasforma. Niente è completamente rotto. Tutto proviene da qualcosa che c'era prima.".
Fischiò, e Cleaner5000 arrivò, saltò in braccio al suo padrone e si fece coccolare.
"Il mio preziosissimo gioiellino... ne è valsa la pena impiantare il chip per recepire le emozioni depressive del tuo padrone. Così interviene quando ho più bisogno di coccole e affetto..." mugugnó, lucidando la sua superficie fredda e baciandolo come se fosse il suo animaletto domestico.
"Oh..."mormorò commossa Nime.
"Ha proprio bisogno di uscire e vedere gente... " sussurrò Lort, accostandosi all'orecchio di Lizzie.
"Lo so." affermò la riccia sospirando.
TATATATA! PUBBLICITA'!
(Ebbene sì, ci sono anche qui.)
Giusto per farvi rendere conto di che cosa stiamo parlando...
Progetto in fase di brevettazione NON RUBARE!
Sarete perseguiti penalmente e fisicamente dall'inventore.
E ora, torniamo alla storia...
"E di Gaz che ci sai dire?" chiese Lort.
L'ingegnere lasciò delicatamente andare la sua creaturina, che scattò via a seguire la sua principale direttiva.
"Beh... quando è tornato in cella... mi è sembrato lo stesso di prima." rispose Sbullonato,con aria riflessiva.
"Lo stesso di prima?" ripeté la paladina,con aria dubbiosa.
"Ma sì, lo stesso scorbutico di sempre, heh! Però si capiva che aveva subito chissà quali torture... Ricordo che,mentre lo sollevavo da terra, mi aveva preso per il colletto della giacca e mi aveva sussurrato " è pronta la macchina?" io,in preda all'ansia gli risposi "Quasi. Entro il tramonto dovrebbe..." "No!- aveva detto lui, stringendomi il colletto- Subito, ragazzo! Subito! Dev'essere pronta immediatamente!"".
Deglutí al ricordo di quel vecchio e della sua stretta al collo.
"E quando gli chiesi che cosa gli avessero fatto,mi ha risposto così:" Credimi,ragazzo. Non vuoi saperlo.".
Tutte e tre le ragazze deglutirono di fronte all'imitazione del goblin.
"Non vuoi sapere che cosa vogliono farne di me, di te, di tutti gli altri goblin! Dobbiamo fuggire! Subito!" quello che disse mi diede la spinta per finire in fretta il mio mini elicottero e salvarci da quei pazzi.".
" E adesso? Dopo che vi siete salvati, che fine ha fatto Gaz?".
"Oh, adesso vive ad Hidden Bay. Isolato da tutto e tutti, come me. Ho provato ogni tanto a scrivergli e sapere come va, ma mi ha risposto soltanto una volta... Cleaner5000?".
Il robot, come se avesse previsto coi suoi algoritmi la domanda del suo padrone in anticipo, cominciò ad emettere un rumoroso ronzio, fino a che dalla parte posteriore del suo corpo non espulse un foglio di carta stampato.
" Oh, è pure stampante!" ammirò Nime.
"Hehe, ve l'ho detto che adesso ha molte più funzioni, non solo di pulizia...".
Sbullonato lo prese e lo passò a loro.
" Ecco ciò che mi ha scritto." .
La lettera diceva questo:
"Non puoi immaginare come sto vivendo questi giorni, ragazzo mio.
Ho combattuto e sono resistito. Mi hanno visto forte e adesso mi vogliono studiare. Lo so. Lo sento. Sento lui che mi chiama, ragazzo. Lui mi vuole. Rivuole la sua cavia. Ed io sto continuando a combatterlo nei miei sogni. Negli ultimi tempi, mi ritrovo ad affrontarlo anche da sveglio...".
" Oh dio... " mormorò Nime, interrompendo la lettura ad alta voce.
Continuò :
"...Mi ritrovo dinanzi la sua ombra, là nell'angolo buio della stanza.
Mi fissa e mi studia da lontano, come il topo da laboratorio che sono diventato tra le sue mani. Mi parla! Mi chiama! È nella mia testa!
Non mi sento più forte come lo ero in quell'istante. Mi sento ogni giorno sempre più debole. Sempre più debole. Ho paura...".
Rimasero per qualche secondo tutte e quattro in un silenzio pieno di compassione.
Lort notò che da quel punto in poi le lettere si facevano più sbiadite, come se il foglio fosse stato bagnato.
" Che è successo qua sotto?".
" Ah ehm... - balbettó il goblin imbarazzato - ...era già così quando mi arrivò. Credo che l'abbia accidentalmente bagnato...".
"...Con le sue lacrime." completò la paladina, con aria mesta.
" Sì. Lacrime... che si sono unite alle mie." confessò lui, facendo un mezzo sorriso.
"Però è ancora leggibile. Aspetta...".
Le parole tremolanti dicevano:
"...Non voglio una tua risposta. Non voglio conforto da te, alcuna parola di consolazione. Sarebbe tempo e carta sprecata .
Considera questo come l'ultimo sfogo di un povero vecchio che è rimasto solo, e che ora vive i suoi ultimi giorni nascosto, nell'ombra da dove noi goblin siamo venuti e dove là resteremo. Ammettiamolo, ragazzo. Quel posto al sole che per secoli abbiamo cercato, insieme alle altre creature figlie degli Dei, non c'è . Non c'è mai stato. E mai ci sarà. Non siamo mai stati esseri destinati alla Luce. Vivremo sempre nell'Ombra, servitori di essa...".
Ora era Lort a trattenere in silenzio le lacrime a quelle parole strazianti.
La goblin riccioluta era l'unica a guardare il foglio senza manifestare nessuna reazione.
Sembrava non mostrare nient'altro se non un placido cinismo.
L'ultima parte la citò Sbullonato.
Non ebbe bisogno di vedere dal foglio.
L'aveva imparata a memoria a forza di leggerla:
"...Ma se non altro, in mezzo al buio troverai un paio di braccia, sempre tese, in cerca di amore. È un monito, ragazzo mio: accogli quelle braccia protese verso di te, prendile e stringile più che puoi. Non fare il mio stesso errore. Ho perso un sacco di volte l'occasione di avvolgermi in quelle braccia. E ora non ci sono più lì ad accogliermi."
Silenzio.
Nime piegò il foglio.
Rimasero per un pò tutti e quattro senza parole.
"Capisco.... - disse Lort, dopo un pó - Giustamente adesso vive nella paura di essere scoperto.".
"A differenza di quella povera ragazzina ha reagito bene all'esperimento, e vive nel timore di essere ricatturato e studiato ancora da loro per questa sua condizione...".
Con aria meditativa, Sbully incrociò le braccia al petto e rifletté ad alta voce: " Eh, quelli delle vecchie generazioni come Gaz affrontano i traumi da soli. Eh già... non come noi giovani, che ci costruiamo dei sostituti per compensare il nostro desiderio di interazione sociale.".
"Peccato che abbia lasciato il suo indirizzo, come si fa per ogni lettera." ricordò Lizzie.
"Giusto. Però è passato del tempo... chissà se è rimasto lì. È proprio qui, nella busta dove l'ha spedita." aggiunse Sbully,innalzando trionfante la busta.
"Bene allora. A questo punto non ci resta che prepararci tutti insieme e andare a chiedere maggiori informazioni anche a questo Gaz. - dichiarò Lort, puntando un dito verso il quattrocchi - portaci da lui." .
" Ah. Portarvi... - disse Sbullonato - ma certo! ".
Stavolta non ebbe alcun bisogno di fischiare, il robottino aveva già fatto la ricerca per lui e stampato il foglio dal suo retro.
"Ecco. Queste sono tutte le indicazioni stradali."disse lo scienziato, allungando il foglio verso di loro.
Lort restò a bocca aperta.
"Ma come... non ci accompagni?".
" Ma certo che ci accompagna!" intervenne Lizzie, e le sue parole fecero tremare le orecchie al povero goblin.
"Ma-ma-ma.... Portarvi significa che dovrei... uscire. Di. Casa?".
Iniziò a sentirsi proprio male.
Deglutì forte, gli venne l'affanno, si allargava il colletto della camicia per prendere aria, sudava come una fontana.
"Sbuuuullyyyyy..." intervenne la nostra sexy goblin ricciolina, mettendosi a massaggiare la sua schiena.
Ma lui si liberò della sua presa tentatrice con una scrollata di spalle.
"NO! NO! NO, LISABETH! - strilló - non sono ancora pronto per questo passo! Non mi convincerai a mettere i miei piedi fuori da casa mia!".
"Ma non è vero, tesoro! Sei pronto, invece! - lo incoraggió, stringendo le braccia attorno al petto - quale occasione migliore se non questa? Hai persino una scorta di tre donne forti e muscolose a proteggerti!".
"Di più! Hai la principessa Lort a proteggerti! - lo sostenne la paladina, appoggiando una mano sulla sua spalla - come soldato, sono addestrata a difendere i testimoni. Con il mio Scudo Divino, nessuno ti toccherà, fidati!".
"N - non è solo questo, vostra grazia..." le biglie nere di Sbullonato puntarono sulla porta di casa.
A quel mondo da cui si era escluso.
Tutta colpa della paura.
"Signor Bolt? Non è detto che riesca a risolvere tutti i suoi problemi con una sola uscita... - si aggiunse infine Nime, anche se era strasicura che lui si stava convincendo a venire - ...Ma è un primo passo. Scoprirà ben presto quanto sarà benefico quel passo in futuro. ".
Sbullonato sudava ancora.
Non sarebbero bastate le scorte di inalatori che aveva nel suo armadietto dei medicinali per calmarlo.
Ma così tanto incoraggiamento in una sola volta gli faceva battere il cuore, non per l'ennesimo attacco di panico che lo prendeva e lo bloccava per terra.
Era un battito dettato da una pura e sana dose di adrenalina.
Forse un tentativo, magari un paio d'ore fuori casa, sarebbe riuscita a sopportarla.
"Ok. Datemi solo... un minuto.".
E corse in camera, chiudendosi la porta alle spalle.
Dentro ci fu un gran casino, addirittura si percepì il distinto ronzio di un trapano.
Tutte e tre le donne si guardarono.
Che cavolo stava facendo?
Alla fine, spaccando letteralmente il minuto richiesto, uscì fuori.
Tutte e tre sbarrarono gli occhi.
Sbullonato indossava quella che sembrava una grossa, ingombrante e cigolante tuta da sommozzatore.
Con passi pesanti e rumorosi, avanzó verso di loro.
Dal casco in vetro si intravidero gli occhietti sorridenti e fieri del goblin.
"Eccomi! Sono pronto, mondo!" annunciò, mettendosi in posa coi pugni ai fianchi.
Le tre donne lo guardarono ad occhi socchiusi.
"Cos'è... quella?" gracchió Lizzie.
"la mia tuta." rispose Sbully.
"E tu pensi davvero di uscire con quella lattina addosso?".
"C'è l'avevi già pronta, non è vero?" intuì Nime.
" Non è possibile che se la sia costruita in un minuto. Matematicamente impossibile." dichiarò Lort.
"Non è una lattina! - protestó lo scienziato, offeso - è roba ultratecnologica! Ha bombola d'ossigeno incorporato, depuratore d'acqua, generatore di campi di forza nel caso in cui le persone proprio non riescono a mantenerti la distanza, razzi, tanti razzi, da utilizzare contro i molestatori...".
"Toglitela.".
"... sulla mano destra ho incorporato un sacco di app, da quelle per ordinare da mangiare a quelle per pagare con carte di credito in caso vi mancassero i contanti...".
"Toglitela!".
"... È anche macchina del caffè! Guarda mi esce il caffè dal dito indice! È anche distributore automatico! Ha anche il bagno...".
"TOGLITELA!!!" urlarono tutte e tre.
Convinsero finalmente al povero, insicuro Sbullonato di togliersi finalmente quella scomodissima tuta.
Sebbene fosse davvero accessoriata, in quella circostanza non era propriamente necessaria.
"Almeno lasciatemi portare Cleaner5000!" supplicò lui, e il suo robottino si trasformò in un secondo in uno zainetto.
Con un sospiro, Lort acconsentì.
E finalmente, dopo tanto tempo, Sam Bolt uscì fuori di casa.
Per coronare ancor più il momento, il robot fece partire una musichetta vittoriosa nel momento in cui poggiò il piede fuori la soglia.
Sotto lo sguardo sgomento delle tre.
Il goblin asociale ridacchiò imbarazzato.
"Hehe! Allora ehm... andiamo?".
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