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Capitolo 47 - La Caccia


Il nano cacciatore si mise ad annusare l'aria attorno.

Finchè il suo nasone non si mise ad odorare proprio la fanciulla umana proprio dinnanzi a sè.

Improvvisamente, Torgados la guardò con aria torva.

"E' passata di qui..." mormorò lui.

Scansò con una mano l'umana che ostacolava il suo passaggio, correndo via.

"Ehi! Ehi aspetta! Dove vai?".

Lo seguì.

Per essere un nano tozzo e grasso, era piuttosto veloce.

"Tornatene da Arcticbelch, principessa.".

Gli ordinò distrattamente lui, impegnato a seguire la scia di odore nella foresta.

Ma lei, invece di seguire il suo consiglio, si mise a seguirlo.

"A quest'ora avranno già finito da un pezzo di aspettarmi, e comunque non so orientarmi da sola, ricordi?". quella di Lort era solo una scusa per giustificare la sua presenza. In realtà se ci avesse messo la buona volontà, avrebbe saputo tornare indietro benissimo anche da sola. Ma il fatto che Torgados si fosse diretto proprio nella stessa direzione in cui era fuggita Nime le aveva fatto venire un brutto presentimento.

Torgados ringhiò irritato.

"Sei proprio una rompiballe, sai? Mi sa che sei tu il problema qui non i troll!"

"Si, sono piuttosto testarda..." iniziò lei, ma il cacciatore si girò di scatto e alzò l'indice sulla punta del naso.

" Allora se mi devi seguire... meglio se abbassi la voce o meglio ancora se fai silenzio." Sussurrò, digrignando i denti impaziente.

Si rigirò e tornò sui suoi passi, puntando il suo fucile da una parte all'altra della foresta.

Cambiava direzione seguendo letteralmente il suo naso, spostandosi a scatti come fanno i cani da segugio.

"Scusa ma... Cosa stai cacciando, di preciso?" chiese Lort, sussurrando.

Il nano sogghignò, felice di rispondere alla sua domanda.

" Hehe... cosa sto cacciando? Soltanto quella che per me si sta candidando per essere ... la Preda Perfetta." mormorò Torgados, guardando un punto fisso dinnanzi a sé.

"La Preda Perfetta?" ripetè Lort, inarcando un sopracciglio.

"Oh sì ... - rispose Torgados, con una vena di goduria nella voce - sono mesi che la sto cacciando. Mi sembra di esserci vicino, molto vicino, ma quella bestiaccia ogni volta riesce a sfuggire alla mia presa. Ma stasera... hehe... stasera lo sento...".

Caricò il fucile con un CRIC, tanto per enfatizzare le sue parole.

"... sarà l'ultima passeggiata sotto al chiaro di Luna che farà." Concluse, stringendo tra i denti il sigaro mezzo consumato.

Lort lo guardò curiosa.

Sui suoi occhi, fissi nel fitto della foresta a scrutare ogni minimo segno di movimento, guizzava una strana luce.

Stringeva tra le dita tozze l'impugnatura del suo miglior compagno di caccia con fermezza.

Si prese il sigaro tra due ditoni, lo spense e se lo mise dietro l'orecchio, facendo uscire il fumo tra il largo sorriso che sfoggiò.

La paladina intuì che quella sulle sue iridi verdi era la luce di chi nutriva una certa ambiziosa competizione.

" Lo finirò dopo. E' un rito portafortuna che faccio sempre. Sai, per festeggiare la buona riuscita della caccia." Spiegò lui, anticipando la risposta alla domanda che voleva fargli .

Lort capì allora che avanti a lei non c'era solo un nano misogino, pigro e rude : Torgados era un abile cacciatore, ambizioso, senza scrupoli.

Il tipo di spirito che viveva per la caccia , che non si accontentava di miseri cinghiali e cervi.

Puntava a qualcosa di ben più grosso.

Un cacciatore arrogante com'era lui, pensava di averla già presa, e pregustava gli onori che avrebbe ricevuto dai suoi compagni nani.

"E che aspetto ha? La creatura che stai cercando?" chiese.

" Oh, è unica nel suo genere! - iniziò il nano- sembra una specie di daino, però col pelo viola perla, e con delle corna molto strane! E sul collo porta delle strane membrane... tipo tentacoli!".

Concluse lui, mettendosi due dita sotto ogni orecchio.

Lort sbarrò gli occhi.

"Oh! Non guardarmi in quel modo! Non ho le trabeccole, è la verità! Non sono pazzo! Tutti gli altri pensano che lo sia, ma non lo sono. E stanotte ... lo proverò.".

Ma Lort non stava facendo così perché pensava che il nano fosse invasato, ma perché la creatura che Torgados stava per uccidere con il suo fucile era sua sorella Nime!

"Ehm... Torgados? Non devi...".

"Shhh! Zitta!" la bloccò lui, girandosi d'un tratto, avendo appena percepito un rumore.

"Aspetta Torgados! Non puoi...".

Da dietro dei cespugli, apparve la testa di Nime.

Era ancora trasformata.

Ebbe appena il tempo di guardare entrambi, sbarrando gli occhi da cerbiatta alla vista della canna del fucile.

"Eccola!" il nano scattò, sparando un colpo.

Nime lo scansò in tempo, e il proiettile finì per creare una bella strisciata sul tronco di un albero distante.

Il cacciatore fece per avanzare e alzare la canna del fucile su di lei, ma la Creatura, spaventata, si mise e a nitrire e alzò le zampe anteriori su di lui.

Torgados restò paralizzato di fronte alla sua stazza, e così non scansò i suoi zoccoli che si impressero sul suo petto e lo spinsero a terra.

In seguito, la Creatura attraversò la strada davanti a loro e corse via.

"Coff coff... non mi sfuggirai, bastarda!" sbraitò Torgados, alzandosi in fretta e inseguendola.

"NO TORGADOS!!!" urlò Lort, correndogli dietro.

Fu una corsa rocambolesca lungo la foresta oscura.

Nime trasformata era inseguita da Torgados, che a sua volta era inseguito da Lort.

A perdifiato, Lort scuoteva le braccia per attirare la sua attenzione, cercando di avvisarlo del grosso sbaglio che stava per fare.

Ma lui non la sentiva, impegnato com'era a saltare tra i rami degli alberi per raggiungere più in fretta la sua preda.

D'un tratto, lungo la strada, incrociarono i due troll e Vecchietto.

"JEHN!!! FERMA IL NANO!" urlò Lort, incrociando lo sguardo del Gurubashi.

Non se lo fece ripetere due volte: appena il nano saltò per sorpassarlo, lo afferrò per la caviglia e lo sbatté a terra.

L'aveva fatto perché ancora aveva la sfida in sospeso con lui.

"Arò te ne vaj, eh?- gli urlò,sogghignando, strappandogli di mano il fucile- n'aggia ancora finito cut'te, nano 'e merd!".

"Lasciami, figlio di un murloc!!!- sbraitò Torgados- non è il momento!".

Mentre ricominciarono a prendersi a botte, Lort nel panico si rivolse al confuso Lanciascura.

"Non ho tempo per spiegare, Am'ron! Qualunque cosa accada, non lasciatelo scappare!" ordinò lei, correndo per raggiungere Nime.

Ritrovò Nime che vi abbeverava in un ruscello, annaspando per la lunga corsa.

Come sentì la presenza di Lort, alzò la testa dall'acqua, indietreggiando.

"Nime! Aspetta! Non scappare..." la supplicò lei, allungando delicatamente la mano verso di lei.

Dopo un po' di esitazione, la daina si avvicinò a lei, e poggiò il muso sul palmo della sua mano, lasciando tranquillizzare dalle sue carezze.

"Non puoi scappare sempre, Nime. Devi mostrargli che sei tu! Ti ucciderà se non lo fai!".

Nime scosse le corna e i tentacoli, sbuffando in segno di contraddizione.

"Preferisci morire piuttosto che rivelare i tuoi poteri?" esclamò Lort, tenendo la testa della daina con ambo le mani, fissandola nei suoi tondi occhi chiari.

In essi si leggeva la paura di essere scoperta, le narici fremevano.

"Ci sono qui io." La rassicurò Lort, accarezzandole il morbido mano perlaceo.

L'animale la guardò nell'intensità dei suoi occhi scuri.

Vi vide tutta la sicurezza e la protezione di cui aveva bisogno.

Si accostò ancor di più a lei, strusciando la testa sulla sua.

Uno sparo e un crepitio interruppero il loro momento.

Si girarono a vedere dietro a Lort la figura bassa del nano cacciatore.

Era distante da loro e correva zoppicando, che si divincolava da qualcosa.

O, per meglio dire, da qualcuno: da Vecchietto, saldamente aggrappato alla sua schiena che teneva il cappuccio del cacciatore abbassato al suo viso, per impedirgli di mirare.

Dopo un po', il nano si levò semplicemente il mantello da dosso e lo gnomo scivolò via da lui, ruzzolando a terra.

Col fiatone, stanco e cogli occhi arrossati dalla fatica, alzò il suo sguardo su di loro.

"Per te è finita!".

Puntò il fucile .

"No! Torgados! Fermati!".

La daina scattò come per allontanarsi.

BANG!

"NOOOOO!!!!!" urlò Vecchietto, rialzando la testa da terra.

La Creatura crollò a terra con un pesante tonfo.

"AHA!!!SIII!!!" esultò Torgados, avendo vinto finalmente.

Aveva guadagnato un occhio nero e la caviglia sinistra slogata per via della lotta col Gurubashi, e una parte delle vesti era stata bruciacchiata da una delle saette di Am'ron durante la fuga.

Ma ne era valsa la pena, almeno secondo lui.

"ASSASSINO!!!" strillò Lort, correndo verso Nime.

In preda al panico si chinò sul corpo peloso che era preda degli scossoni.

Cercò il punto dove il proiettile l'aveva colpita, in entrambi i lati del suo dorso, ma il corpo era immacolato.

" Nime! Nime! Oh per l'amor del cielo! Dove ti ha colpita?" chiese, in preda al panico.

Allora cercò sulle zampe, e finalmente lo trovò: il proiettile aveva preso di striscio la zampa destra posteriore, proprio sopra lo zoccolo.

"Togliti di mezzo, Loretta!" sbraitò Torgados, scostando in malo modo l'umana davanti a sé.

Puntò il fucile ricaricato alla fronte della creatura agonizzante.

"Solo un colpo e...".

Non riuscì a finire la frase.

Gli si bloccò il fiato in gola.

Il daino si tramutò sotto i suoi occhi.

Quelli che a fissarlo supplichevolmente all'inizio sembravano essere dei comuni occhi da cerbiatta, si rivelarono essere le grossi e chiare iridi ricoperte di lacrime di Nime.

La pelliccia scomparve, e il corpo accasciato di sua sorella riapparve ricoperto di vesti logore e sporche di terra.

L'espressione del nano mutò in puro terrore.

"Ni... Ni... Nime!- balbettò Torgados, in un fil di voce- la Creatura che cacciavo per tutto questo tempo... eri tu, Nime?!".

"ESATTO, IDIOTA DI UN NANO! E' QUELLO CHE CERCAVO DI DIRTI! STAVI PER UCCIDERE TUA SORELLA!" lo rimproverò la paladina, rivolgendosi a lui, col volto pieno di lacrime.

Lo spinse via violentemente, ritornando ad occuparsi di Nime.

"Fa male... brucia tantissimo!" disse Nime, scoppiando in lacrime, tremando per il dolore.

La canna dell'arma di Torgados tremò, fino a che non la lasciò cadere ai suoi piedi con un rumore sordo.

Rimase lì in disparte, pietrificato, ad assistere alla scena.

"Cazzo! Siamo arrivati tardi!" esclamò Am'ron, raggiunto il gruppo insieme a Jehn'naroh.

"Am'ron, aiutaci!- urlò Lort, aiutando la sua amica a mettersi seduta- è viva, ma ha una ferita grave!".

Am'ron corse e si inginocchiò davanti alla giovane draenei.

Nime, sentendo la sua presenza, smise per un attimo di singhiozzare.

Tra le lacrime, distinse la figura del giovane troll, piegato su di lei con le sue zanne minacciose.

"AH! UN TROLL!!!- urlò lei, scostandosi da lui e protendendo un braccio sopra di sé- NO! NON MI UCCIDERE!!! TI PREGO NON MI UCCIDERE, NO!!!".

Il Lanciascura dapprima non capì.

Poi si ricordò che per i draenei i troll sono dei nemici, e allora cercò di tranquillizzarla.

"Calmati, è tutto a posto! Sono amico di Lort! Nun ti farò del male!".

La piccola draenei smise di disperarsi, anche se le lacrime non smettevano di solcarle le guance.

Il troll delicatamente sollevò lo zoccolo insanguinato, esaminandolo.

"Deve fare molto male, eh? Heh ...- sorrise Am'ron alzando lo sguardo sul suo volto - ora ti curo io! Fidati, sono uno scia...".

La Draenei aprì gli occhi spaventati, ancora guardinga verso il troll che cercava di aiutarla.

Le sue chiare iridi, ora che aveva pianto, sembravano come quelle piccole pietre bianche levigate che si possono trovare sott'acqua, sulla riva del mare.

Am'ron ne rimase come abbagliato.

E perse improvvisamente la capacità di parlare.

"Scia... scia... scia... scia..."ripeté, incantato come un disco, con una faccia da pesce lesso.

Fece così per un minuto, finché la draenei non ruppe il momento di disagio che si era creato.

"Scia... mano?" tentò di completare lei.

Guardò anche lei dritto negli occhi il troll dalla pelle verde scura che aveva davanti.

Ne aveva sentiti di racconti di troll sanguinari e assassini che distruggevano villaggi e abusavano di povere fanciulle indifese come lei.

Nei suoi incubi avevano sempre un aspetto terrificante e spaventoso.

Ma quello che aveva di fronte non le sembrava spaventoso, anzi. 

Forse solo un po' strambo.

Le venne spontaneo abbassare il braccio e le difese nei suoi riguardi.

"Eh? Ehm... sì. Ora t'a rong 'na mano..." mormorò Am'ron , completamente rincitrullito dal bel visino della giovane draenei.

"Che ti prende, Am'ron? Guariscila, su!" lo riportò alla realtà Lort, schioccandogli due volte le dita davanti al naso.

Il Lanciascura scosse la testa, balbettando.

" Oh, ehm, sì! sìsìsìsì! Subito!" rispose lui, con una voce in falsetto.

Aprì la borraccia che aveva con sé e si bagnò le mani d'acqua.

Rinchiuse entrambi i palmi sullo zoccolo e si concentrò.

Successe come nella palude : l'acqua si animò sul suo palmo, circondando la ferita.

Nime sentì la sensazione fresca dell'acqua sulla sua pelle, e il bruciore sparire come era venuto.

Ricomparve il bagliore tra le mani di Am'ron.

Poi si dissolse, e Am'ron poté togliere le mani.

Le iridi di Nime brillarono per lo stupore quando videro che sul suo zoccolo non c'era più nessuna ferita.

"Ma... E' incredibile!" disse Nime, rialzandosi quasi subito, aiutata da Lort.

Si guardò gli zoccoli, trottando soddisfatta.

Si rialzò anche Am'ron da terra, molto impacciato.

"Allora voi siete davvero uno sciamano! Grazie per avermi guarito!" esclamò Nime, fissando rincuorata il suo guaritore.

Se prima i suoi occhioni a mandorla lo avevano rincretinito, quel dolce sorriso sulle sue morbide labbra fecero partire un grande tepore tra le costole del Lanciascura.

Il caldo che sentì aumento, nonostante la fresca notte estiva, e al tempo stesso, cominciò a sentirsi leggero.

Forse per via della miriade di neuroni che stavano esplodendo nella sua povera testa.

"Eh sì. Il nostro sciamano, Am'ron, è anche il nostro guaritore ufficiale!" sorrise Lort, presentadoglielo.

Risvegliato dalle pacche dietro la schiena della sua amica paladina, il Lanciascura si scosse.

"Dehehehe! P... piacere! Hehe!" disse, ridacchiando e sorridendo come un ebete, incapace di controllare quella vocetta in falsetto che le usciva dalla gola.

"Ma che ti prende?" gli sussurrò la paladina, guardandolo in faccia per capire cosa avesse che non andava.

Per distogliere l'attenzione sul suo imbarazzante amico, le presentò il Gurubashi.

"Lui invece è Jehn'naroh. Lo Schiattamuort! " annunciò Lort, mostrandole con orgoglio il suo guerriero alto come un armadio.

Il Gurubashi si era intanto avvicinato a loro, e non sapendo che fare si era piazzato proprio dietro la draenei.

Quando Nime si girò e vide le grosse inanellate zanne del troll, la collana di teschi umani e l'aria minacciosa, impallidì.

Quello somigliava proprio al tipo di troll che aveva incontrato nei suoi incubi peggiori!

"Cià, sorema." Salutò il Gurubashi, agitando svogliatamente la mano.

"Non è adorabile? " aggiunse Lort, squittendo tutta contenta.

La draenei non disse nulla, troppo concentrata a non farsela sotto dalla paura.

Indietreggiò e si mise alle spalle di Lort, tremando come una foglia.

Il Gurubashi inarcò un sopracciglio, non comprendendo quel suo strano comportamento.

"S-s-...salve." Balbettò lei, con un cenno nella mano.

"E poi c'è...Vecchietto?" lo chiamò Lort, notando solo ora il suo corpo accasciato, con la faccia schiacciata sul terreno.

"Un povero vecchio ha rischiato la vita per salvarmi? Oh, spero non si sia fatto niente!" esclamò Nime, raggiungendo di corsa la vecchia carcassa.

Si chinò e delicatamente la girò.

Vecchietto roteava gli occhi, mugolando.

Quando recuperò la vista, la prima cosa che vide davanti a sè furono...

"TETTE!" gracchiò il vecchio gnomo, poi si alzò di scatto affondando il suo muso baffuto e sporco nel davanzale di Nime.

"Vecchietto!" lo rimproverò Lort, sconvolta da quel piccolo gnomo ubriaco e pervertito.

"Oh, per fortuna sta bene!" si rincuorò Nime, prendendo il braccio l'anziano gnomo, che si stropicciava il nasone tra quei due piccoli bignè.

"Bella... ragazza... belle... tette! " mormorò lo gnomo riprendendo aria dall'auto soffocamento.

Nime scoppiò a ridere, cercando a fatica di alzarsi.

"Beh, non siamo normali, come puoi vedere...- disse Lort, tendendole una mano per aiutarla – ma siamo noi!".

La draenei sorrise, sorridendo ai suoi soccorritori.

Torgados era ancora a terra, traumatizzato, incapace ancora di elaborare il terribile errore che stava per compiere.

"Ecco. E questo è il motivo per cui ho fatti tardi per la cena, zio..." .

Finì di spiegare la paladina, di fronte al re Arcticbelch.

La tavola non era stata ancora liberata, anche se si vedeva che il re aveva favorito sul pollo arrosto e sul secondo a base di patate al forno.

Dukegrond Arcticbelch non era offeso dal ritardo della sua regal ospite.

Piuttosto, era piacevolmente sorpreso dalla novità: la draenei che il suo Rifugio aveva accolto ben diciassette anni prima aveva finalmente dimostrato le sue potenzialità.

I draenei non appartengono ad Azeroth. Sono una razza nativa del pianeta Argus, spostatasi ad Azeroth dopo una tremenda invasione molti secoli fa.

"E' una cosa incredibile, Nime! Finalmente abbiamo scoperto le tue capacità! Perché non l'hai mostrato prima?" esclamò Magni, alzandosi per ammirare più da vicino la timida Nime.

Lei, che prima di raggiungere il palazzo si era vestita in maniera decente per il re, togliendosi sotto obbligo di Lort quel caldo e pesante mantello con cappuccio, se ne stava lì sugli zoccoli, facendo piccoli cerchi a terra con i piedi.

"S- sì signore... - mormorò lei- n- non l'ho fatto per... ora che ci penso non lo so perché...".

Il re nano inarcò un sopracciglio.

"La mancanza di legami con il pianeta Argus impedisce loro di diventare druidi. Gli manca il contatto con la loro terra natia, con un habitat ben diverso da quello di qui. Ma tu, Nime, sei unica. Sei la prima in assoluto della tua specie!".

Le faceva quei complimenti con molto entusiasmo, cosa che faceva sentire molto a disagio Nime.

La paladina le poggiò una mano sulla spalla, sorridendo fiera di lei.

"Non so neanche io come sia possibile una cosa del genere..." ammise Nime.

"Beh... Forse per via del fatto che sei giunta da noi appena nata...- presuppose Arcticbelch, lisciandosi la lunga e folta barba nera- in ogni caso, è una scoperta incredibile. Quello che ti suggerisco è di partire e trovare la tua comunità. Le tue abilità potranno essere utili lì...".

"Allora... non sono la sola!- lo interruppe la giovane, agitando la coda nervosamente- Ci sono altri come me?".

La domanda lasciò non poco sorpreso il re.

" Ma certo che ce ne sono! Beh, non molti in realtà. Sono piuttosto isolati, a Dreanor per esempio. Si rifugiano dai demoni e dagli orchi loro nemici... ma ci sono! Non lo sapevi?".

"No. Non lo sapeva..." mormorò Lort, con voce incattivita.

"Non me l'avevano mai detto..." mormorò Nime.

Entrambe girarono lo sguardo in direzione di Torgados.

Spaventato non tanto dallo sguardo minaccioso di Lort (di lei semplicemente non gliene poteva fregar di meno) quanto alla voce arrabbiata di Nime (non aveva mai sentito sua sorella tanto arrabbiata in vita sua), girò lo sguardo da un'altra parte, fischiettando nervosamente.

"L'hai fatta grossa, nano demmerda." Pensò Jehn, intuendo subito e pregustandosi la cazziata che il suo piccolo rivale avrebbe ricevuto dopo.

Forse intuì qualcosa anche Dukegrond, poiché si mise a ridacchiare.

"Nime, hai raggiunto i diciotto anni. Sei una draenei adulta, anche se, secondo la tua gente saresti adulta già da quando ne hai compiuti sedici...".

Altra occhiataccia rivolta al fratello, a cui ha dovuto chiedere il permesso persino per uscire di casa a fare la spesa per due anni in più .

"... E' giunta l'ora per te, Nime, di percorrere la tua strada e seguire il tuo destino.- annunciò Dukegrond Arcticbelch solennemente, con le braccia aperte- mia cara Loretta, prenderesti tu la responsabilità di consigliarla su cosa portarsi per il viaggio?".

"E me lo chiedi pure?" esclamò Lort, abbracciandosi affettuosamente Nime.

"Ahilui, però. Mi sa tanto che porterò un po' di lavoro in più a Nylos...".

Lort bloccò il momento di affetto per fissare lo zio.

Se l'era completamente dimenticata.

"Nylos?" sussurrò lei.

"Vieni avanti, Nylos Flameblood." Disse il re nano, invitando con un cenno della mano la figura nascosta dall'altra parte della sala.


Mai fatto un "angolo dell'autrice" ma... Sorpresa!

https://youtu.be/KSiGiPH0_Ks

Con la collaborazione di due miei grandi grandi grandissimi amici doppiatori ( CAIA MUSES e GIUSEPPE FERRARA) , adesso Nime e Am'ron hanno una voce!

Spero vi piaccia! Ci vediamo al prossimo capitolo!


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