Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

𝟓

𝐊𝐚𝐢

6 anni prima

Allo scattare dell'ora, senza mai staccare gli occhi da lei, do sbrigativamente degli esercizi da fare per la prossima settima al ragazzo della mia lezione e lui si defila raccogliendo il suo zaino e salutandomi educatamente, prima di abbandonare la sala per tornare a casa.

Lei è ancora lì fuori, sempre con lui che non gli stacca gli occhi di dosso nemmeno per un secondo.

Vorrei prenderlo per il collo e allontanarlo in più possibile da lei, e magari anche riempire di pugni quel visino da rincoglionito che si ritrova.

Si accorge della mia presenza, e appena vede il ragazzo della lezione precedente abbandonare la sala, termina la chiacchierata con quel tipo alzandosi in punta di piedi per salutarlo con un leggero bacio sulla guancia. Lui ne approfitta per posare la mano poco sopra il suo fondoschiena.

Pervertito di merda, ci metto un secondo a licenziarti, se solo volessi, mi basterebbe fare giusto due chiacchiere con Stephen.

Mi accorgo solo un secondo dopo di star stringendo tra le mani il mio telefonino.

Mi giro, e lo lancio innervosito sul divanetto. Non posso stare così per colpa sua. Penso alla mia Emy per calmarmi. Non vedo l'ora di tornare a casa per stare un po' con lei.

«Posso?» mi giro bruscamente. Non è possibile.

No, no, no, no. Cazzo.

È sull'uscio della porta, una mano sulla maniglia, la gamba nuda che oscilla, pronta per entrare, che attende soltanto il mio permesso.

«Bianca.» la chiamo. Soltanto ora mi rendo conto di quanto suona bene il suo nome sulla mia bocca. Bianca, Bianca, Bianca...

Le faccio cenno con la testa di entrare.

Cosa vuole da me?

Vuole parlare di quella sera? Forse mi ha visto seguirla, o mi ha beccato mentre la spiavo.

Ci mancherebbe solo questa.

Lei mi ringrazia silenziosamente, chiudendo lentamente la porta. Senza nemmeno chiedere il permesso, abbassa la tendina sulla porta.

Vuole avere un po' di privacy?

Mi metto seduto sullo sgabello del pianoforte verticale, cercando di non darle le spalle, per nascondere l'erezione dolorosa che spinge contro i jeans. Non vorrei si spaventasse, è piccola dannazione. Ma quel vestito bianco, quasi trasparente, lascia ben poco all'immaginazione. Perché si vuole comportare come una dannata adulta, così provocatoria.

«Dimmi tutto.» voglio liberarmi di lei, al più presto.

Lei rimane in piedi, con le mani che torturano il bordo del suo vestitino. Non posso non guardare le gambe sfiorarsi nervosamente, e pensare a quanto sarebbe bello avere la mia faccia tra di loro.

Kai.

E che cazzo.

«Volevo parlare di quel venerdì sera.» chiudo gli occhi, mordendomi il labbro inferiore. Cazzarola, mi ha visto, e adesso? Devo fingere, a tutti i costi. «Non passerò i guai, vero?» chiede, nascondendo la testa dietro un ciuffo di capelli. È così piccola, così pura e innocente.

Kai, smettila.

Non pensare a nulla, smettila subito.

Spingo la mano contro il mio pacco. «Per cosa, esattamente?» inclino leggermente la testa, e i miei occhi cadono, senza volerlo, su quella dannata scollatura su qui prima si erano posati gli occhi del chitarrista di Fya.

«Oh Kai, lo sai benissimo di cosa sto parlando.» rimango colpito dall'improvviso cambio del tono della sua voce. E io che me la immaginavo piccola e indifesa... dove nascondeva questo caratterino? «Credi che io non me ne sia resa conto?»

«Continuo a non capire. Di cosa stiamo parlando?» fingo, strofinandomi i palmi sudati delle mani sulle cosce.

Può un uomo come me provare certe cose per colpa di una ragazza così piccola? Perché mi intimorisce? Perché la sua presenza mi fa aumentare la sudorazione?

«Come no?» mi provoca, posandosi contro il pianoforte, in modo che io possa guardarla dritto negli occhi. «Riesco ancora a sentire i tuoi occhi su di me.» Passa, con un gesto delicato, la mano sul collo fino a scendere giù. Riporto lo sguardo al suo viso, mi voleva portare con gli occhi al suo seno. Bastarda.

«Signorina Mills, per favore.» cerco di guardare altrove, ma è così ipnotica.

«Da quando ci diamo de lei?» mi domanda, corrucciando la fronte.

«Da sempre, signorina Mills.»

«Va bene, allora.» raddrizza la schiena. «Le è piaciuta l'esibizione?»

«Credo che lei abbia confuso, io non ho presente nessuna esibizione.»

«Oh signor Bagley, non deve vergognarsi. Non ci sarebbe niente di sbagliato, mi ha soltanto visto suonare. Non mi ha ancora vista nuda.» ride alla sua stessa battuta. Sento il cuore esplodermi nel petto, non può averlo detto sul serio. È una candid camera? Se è uno scherzo, non è divertente. Per niente.

«Mills! Le parole!» la riprendo alzando il tono della voce. Lei non muove un muscolo, ma continua a guardarmi divertita. Cosa ci trova di così divertente?

La sua mano si infila tra le gambe, sotto il vestito leggero. Oddio, che cazzo ha in mente?

La vedo piegarsi leggermente verso di me. Posa l'altra mano sul bordo dello sgabello. Ho il suo viso a un centimetro del mio, e il suo seno in bella vista. I capezzoli puntati contro di me. Mi rendo conto solo un attimo dopo di avere gli occhi nel posto sbagliato. Li alzo di colpo, ma lei mi ha colto in fragrante. Sorride. Che cosa sta facendo? Perché si sta comportando così?

«Glielo chiederò un'altra volta: le è piaciuta l'esibizione?» I suoi occhi marroni mi entrano dentro e li sento squartarmi le budella. «Beh...» mi passo la lingua sulle labbra, «era un'esibizione» prendo respiro tra una parola e l'altra «un'ottima esibizione, sicuramente. Sono rimasto io-» adesso mi impappino pure con le parole? «Colpito, si.» mi guardo intorno impanicato «colpito.» ribadisco. «Potremmo parlarne anche in altre...» indico prima me, poi lei «"posizioni", non crede signorina Mills?»

Sembra non avermi sentito minimamente. Studia la mia espressione, guardandosi intorno anche lei. Si morde le labbra, guardando le mie. Stringo i bordi dello sgabello per non prendere il suo bel visino e portarlo sul mio. Schiaffeggiarla per i modi con cui si sta rivolgendo a me, Kai Bagley, e soprattutto ad un adulto. Stuzzicandomi senza pudore, come la peggiore delle puttane.

«Peccato.» sbuffa, tirandosi indietro. Soltanto in quel momento riesco finalmente a respirare. Ho trattenuto il fiato per tutto questo tempo.

«Peccato?!» sbotto. Le ho appena fatto un complimento, ma che problemi ha?

«Si, peccato.» Questa volta si lascia andare completamente contro il pianoforte, rilassando le spalle. Guarda le punte dei piedi. «Perché quella non era la mia miglior esibizione» Alza lo sguardo verso di me, sempre con quel suo sorriso beffardo stampato in volo. «Fino ad ora.»

La guardo catturato. Lei ha questo potere su di me. Ogni suo movimento mi fa aumentare il battito, e mi fa provare cose che non dovrei provare.

«Concordo con lei.» faccio un colpo di tosse, lanciando un rapido sguardo alla porta «non era una delle sue migliori, perché-» vengo interrotto dalla sua mano minuscola che mi prende il viso e mi gira verso di lei.

Si avvicina a me, tira fuori la lingua e la passa sulle mie labbra. Molto lentamente. Con una lentezza dilaniante. «Perché questa è la mia miglior esibizione.» La guardo confuso un attimo prima di vederla allargare le gambe e sedersi sopra di me.

D'istinto le cingo la vita, per non farla sbattere contro il pianoforte, quando dovrei allontanarla, alzarmi e lasciarla sola in questa stanza. Parlarne con Stephen, cacciarla dalla scuola per il comportamento non adeguato. Non dovrei combinare casini, soprattutto qui dentro, ma c'è qualcosa che mi tiene incollato a questo sgabello, al suo corpo leggero contro il mio.

Strabuzzo gli occhi. «Signorina Mills, cosa sta facendo?»

Lei continua ad ignorarmi, mi circonda il collo con le braccia. Si tiene a me come fosse una bambina.

Inizia a muoversi, lentamente contro di me e io rimango pietrificato sotto di lei.
Non so che diavolo sta succedendo, e non so come diavolo comportarmi.

La mia erezione spinge contro il tessuto delle sue mutandine. Vorrei strappargliele di dosso e prendermi la sua verginità sopra questo pianoforte. Metterla di spalle, morderla e schiaffeggiarla senza pietà, impartirgli così una bella punizione e insegnarle l'educazione e il rispetto.

«Ti piace così?» si alza, poggiando il sedere sul pianoforte. Tira su il bordo del vestito leggermente, mi prende la mano e la infila sotto il suo vestito.

Ha gli slip completamente zuppi del suo liquido.

Cazzo, è eccitata tanto quanto me.

Posa le mani alla base dei miei jeans, e con un gesto rapido e esperto li apre per tirare fuori il mio pene. «Bianca!» sibilo, pronto a rimettere tutto al suo posto, ma lei mi blocca. Nei suoi occhi vedo una scintilla.

Lei mi vuole.

È quello sguardo a farmi cambiare totalmente idea.

Al diavolo la scuola, al diavolo la sua età e la mia, al diavolo Emma.

Lei è il peccato.

La lascio fare. La lascio prendersi tutto ciò che desidera.

Il cazzo inizia a farmi male tra le sue mani innocenti, mentre lo stringe con convinzione e lo punta contro la sua piccola fessura.

Dove ha imparato a fare queste cose? Come fa ad avere tutta questa esperienza?

Ha solo quattordici fottuti anni, chi le ha insegnato a fare queste cose? Con chi ha imparato?

No, non la scoperò.

Non posso farlo.

Non la scoperò,

non oggi.

Lei non cerca nessun preliminare, vuole solo sentirmi dentro. Riesco a percepirlo dal suo sguardo peccaminoso.

La punta del mio cazzo ormai lucida, passa delicatamente, più e più volte contro la sua intimità. Mi sta provocando, sa benissimo che non resisterò ancora per molto. E a quanto pare nemmeno lei.

«Non dovevamo darci del lei?» mi corregge ansimando contro la mia guancia. Mi lascia entrare, un po' alla volta.

Si sposta per guardarmi negli occhi, e qualcosa si fa strada in me.

Questa ragazzina mi farà diventare matto, io lo so già. Sarà difficile averla intorno, dopo questo ancora di più.

Non resisto, e con un colpo secco affondo nella sua carne.

Lei, con prontezza si porta la mano alla bocca per soffocare un gemito.

Le sue pareti strette mi soffocano il cazzo.

Le mie mani stringono i suoi fianchi, la stringo così tanto da lasciare il segno delle unghie. Voglio vederle addosso i lividi per colpa mia e del sesso più brutale che avrà in tutta la sua vita.

Infilo la faccia tra i suoi capelli, vengo inondato dal suo profumo. Un profumo dolce, alla ciliegia. Proprio una bambina.

La mia testa è un turbinio di pensieri: lei, la mia Emy ad aspettarmi, questa stanza, e poi di nuovo lei e i suoni che escono dalla sua bocca.

«Che cosa mi hai fatto, piccola.»

Lei mi cavalca, ancorata al mio collo. Solo in quel momento mi rendo conto.

La sto scopando.

Non le ho strappato via la verginità.

Mi blocco, e lei mi guarda con le labbra aperte, le manca il respiro. Le ho negato un orgasmo.

Sento un fuoco divampare dentro di me.

Non sono il primo.

Qualcuno prima di me è passato sul suo corpo. L'ha divorata, l'ha fatta godere. Al posto mio.

La metto in piedi, e la scopo contro il pianoforte. Lo faccio senza darle modo di fiatare. Le sto facendo male, il suo corpo mi sta rifiutando. Si fa sempre più stretta, e una lacrima le scende sulla guancia. Non avrei mai voluto che accadesse, non avrei mai voluto liberare il mostro dentro di me.

«Dovevo essere io.» le ringhio in faccia, mordendole il labbro così forte da farle uscire del sangue.

La mia mano la stringe intorno al collo. Spalanca gli occhi impaurita. Voglio spaventarla, voglio farle sentire la mia rabbia. Riesco persino a sentire la vita abbandonare il suo corpo.

Voglio vederla piangere per la paura eppure, mentre stringo con più forza la mano intorno al suo collo, un ghigno le compare sul viso, affondando le dita nella mia schiena.

Cazzo, le piace.

Un tonfo mi fa girare spaventato verso la porta.

E' finita,

ci hanno scoperto.



Riapro all'improvviso gli occhi. Vedo la finestra della mia aula sbattere una seconda volta, per via della corrente. Mi guardo intorno, sono sdraiato sul divanetto della mia aula. Non la sto stringendo tra le mani, sono vestito,

non la sto scopando.

Il ragazzo a cui stavo tenendo la lezione se n'è andato, e lei è ancora lì, insieme al chitarrista, e mi guarda. Sta sorridendo. No, sta ridendo. Cazzarola sta ridendo di me, ha assistito a tutta la scena.

Porca puttana,

era tutto un sogno.

Bianca Mills, tu sarai la mia rovina.


𝐢 𝐧 𝐬 𝐭 𝐚 𝐠 𝐫 𝐚 𝐦 : @𝐛𝐞𝐚𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐮𝐬𝐡𝐞𝐫𝐬, @𝐛𝐞𝐚.𝐫𝐞𝐚𝐝𝐛𝐨𝐨𝐤𝐬

𝐭 𝐢 𝐤 𝐭 𝐨 𝐤 : @𝐛𝐞𝐚𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞.𝐫𝐮𝐬𝐡𝐞𝐫𝐬, @𝐛𝐞𝐚.𝐫𝐞𝐚𝐝𝐛𝐨𝐨𝐤𝐬

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro