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𝐁𝐢𝐚𝐧𝐜𝐚

3 anni dopo

«Quindi, cosa hai deciso? Ci andrai a parlare?» mi metto a sedere sul letto per guardare meglio il mio ragazzo e il suo fondoschiena nudo. Victor è davanti allo specchio della mia camera da letto, e si sta sistemando il ciuffo che ho provveduto, qualche attimo prima, a scompigliare con le mie dita mentre era avvinghiato al mio seno. Odio questa sua ossessione, essere sempre costantemente in ordine, anche nei momenti meno opportuni, come questo. Finito l'amplesso è corso davanti al suo riflesso, come se fosse di vitale importanza sistemare prima quel dannato ciuffo di capelli, che stringersi al mio fianco.

Cerco di non farci più caso ormai, sono cinque anni che stiamo insieme, anche se siamo una coppia a tutti gli effetti da solo due anni e qualche mese. Cerco di pensare che lui è fatto così, e che non posso fare nulla per cambiarlo. Devo accettare anche le sue stranezze.

«Si, è arrivato il momento. Avevo preso un appuntamento per le sedici e trenta.»

E' il grande giorno, o almeno credo che lo sarà. Firmerò il contratto con la mia nuova etichetta discografica: la HyperSonic Music.

Una delle più stimate e ambite nel panorama musicale, e anche quella che mi ha vista crescere negli ultimi anni. Sono loro che mi hanno formata, e che mi hanno dato la spinta giusta per fare della mia passione anche un lavoro.

Era da un po' che nella mia testa girava questa idea. La mia vecchia casa discografica non mi dava più soddisfazioni. Troppe cose non funzionavano, a partire dagli ultimi singoli. Per carità, hanno avuto il loro meritato successo, ma non le sento mie. Non posso cantare un qualcosa che non riconosco, prima o poi qualcuno se ne accorgerà. Io per prima me ne sono resa conto cantandole, prima in studio e poi sui vari palchi. Ho scelto l'HyperSonic perché ho la sicurezza di poter rendere molto di più con loro, di dare voce alla vera me con i miei testi, la mia musica.

«Posso venire anche io?» chiede, quasi pregandomi. Si gira verso di me, riesco finalmente ad avere un po' della sua attenzione. So anche perché. C'è un motivo ben preciso a questa sua domanda.

Lo guardo storto. «Non iniziare.» mi infilo i jeans in un gesto poco femminile. Mi preparo a quella che  sarà una delle più difficili conversazioni tra me e il mio fidanzato. Fosse poi la prima volta che ne discutiamo.

«Lo sai che a me quel tipo non mi piace.»

Il tipo di cui parla Victor è Kai Bagley, co-fondatore della HyperSonic Music. Pianista, compositore e produttore. Compagno secolare di una delle mie amiche più care, Emma Barnes, cugina del vero fondatore della HyperSonic, Stephen Chapman.

«Victor, è fidanzato.» gli ricordo, come se non lo sapesse o come se potesse cambiare qualcosa. E' da quando gliel'ho presentato che ha sempre avuto dubbi sulla vera natura del mio rapporto con questa persona.

«E quindi?»

«Devi stare tranquillo.» so che è inutile tentare di tranquillizzarlo. Victor quando ha una teoria, o anche solo un presentimento, non lo smuovi. La sua è la verità assoluta.

«Lo sai com'è fatto Kai, non ha mai nascosto il suo interesse nei tuoi confronti.» Vorrei dirgli che ha torto, che Kai non è quel tipo di persona, ma è così evidente. Il primo ad accorgersene fu proprio lui. Eravamo ad un party release di un album di Fya, la sua protetta. (O sarebbe meglio dire la protetta di tutta l'Hyper Music, soprattutto dopo tutti i bei soldoni che hanno incassato grazie a lei.) Ero stata invitata, considerando il - bellissimo - rapporto che ho con Emma. Con me portai Victor, che era curioso di partecipare ad uno di questi eventi esclusivi, non sapendo che poi sarebbero diventati quotidianità grazie a me. Non so cosa accadde, non so nemmeno come Victor notò alcuni atteggiamenti, che persino a me sfuggirono. A partire dal modo in cui mi guardò tutta la sera, e di come più di una volta si dovette sistemare il pacco. Sue testuali parole. Potrei dire che Kai non sarebbe mai capace di fare una cosa del genere, soprattutto davanti alla compagna, ma non lo escluderei del tutto.

Victor non sa tutto, mi ripeto per autoconvincermi che se lo penso inizierò a credere che non è mai esistito nulla.

«Lo vedi solo tu però, a me non interessa.» mento. «e adesso basta, non ho più voglia di intraprendere questo discorso.» Victor studia la mia espressione, sperando di trovare e captare qualcosa. Victor è stato il primo a notare gli sguardi, le attenzioni eccessive di quell'uomo, e conoscendolo so che almeno una volta ha pensato che io stessi alle sue avance.

Victor non sa nulla.

Tra me e Kai non c'è mai stato niente, e non ci sarà mai nulla. Il nostro è sempre stato un rapporto... strano, non si può nemmeno identificare come amicizia. Non saprei davvero definirlo. Perché tra me e lui non c'è mai stato nulla.

Non dovrebbe esserci nulla.

Questo fino a tre anni fa, quando mi scrisse.

Era estate, avevo sedici anni e mi stavo godendo le vacanze, tra compiti assegnateci per la scuola e un amore impossibile con un ragazzo più grande, che non piaceva troppo ai miei genitori. Si, sto parlando proprio di Victor. Ai tempi era già il mio ragazzo.

Una sere di quelle, Kai mi scrisse. Io e lui non avevamo mai parlato molto, soprattutto per telefono. Già era tanto scambiare due parole con lui alla sede dell'Hyper, figurarsi in chat. La mia ammirazione per lui, sin dai primi anni lì dentro, era alle stelle.

Così iniziò tutto: con un messaggio su Instagram.

Io e Kai iniziammo a scambiarci messaggi, sempre più frequentemente, e in quel momento tutto mi sembrava chiaro. Le occhiate veloci tra la gente, le interruzioni a lezione, le battutine e il suo sguardo sempre puntato su di me.

Kai era attratto fisicamente da me, e la peggiore delle consapevolezze era che anche io lo ero. Attratta da lui, e dalle attenzioni che mi dava.

E tutto ciò non mi bastava.

Sapevo di fare un torto a Victor, ma non credo di essermene mai pentita. Ho iniziato quello stupido gioco a sedici anni, e non volevo smettere. Non mi è mai mancato nulla da parte del mio ragazzo. Kai mi faceva provare tutt'altro, senza avere nemmeno bisogno di toccarmi. Mi faceva sentire venti volte più desiderata, rispetto a ciò che che provavo stando nella stessa stanza con Victor.

C'era un'unico problema (c'è tutt'ora). In realtà, più di uno. (Si, oltre al fatto che io fossi fidanzata ed era già abbastanza.)

Kai, adesso, ha trentacinque anni e io venti, ed è fidanzato, appunto, con una delle persone a me più care. Una sorella maggiore, o anche una zia, considerando che è più grande, anche se di poco, (di due anni, credo) rispetto a Kai.

Quindi il torto non lo sto facendo solo ad una persona, ovvero Victor, ma anche a lei. Ne sono consapevole.

«Ti accompagno?» continua disperatamente facendomi ritornare alla realtà.

«Victor...»

«Ok va bene, ho capito. Vuoi andarci da sola.» farfuglia qualcosa sottovoce, gli lancio un'occhiataccia anche se di spalle. Crede davvero che io voglia stare sola con Kai, ma non posso nemmeno negarlo. E' da tempo che non sto con lui sola in una stanza per più di due minuti. C'è sempre stato qualcuno, pronto a interromperci - ma poi per interrompere cosa?

«Victor non iniziare, non è questione di andare o meno da sola. Non posso fare brutta figura, sono grande e vaccinata, sto per firmare un contratto importante e non ho bisogno che tu mi tenga la manina mentre lo faccio.»

«Va bene va bene, ho capito.» Vorrei credergli, ma so che sta solo facendo lo sforzo di sembrare un minimo credibile.

Mezz'oretta dopo Victor abbandona casa mia e ne approfitto per prepararmi e sistemare le ultime cose, anche se lo sto facendo da settimane. I testi, i vestiti, i discorsi da fare. Devo solo presentarmi ed essere il più convincente possibile. Tutto questo davanti alla persona che mi fa perdere le parole di bocca e cedere le gambe.

Devo convincere Kai Bagley.

Voglio essere sua.


i n s t a g r a m : @beatricerushers, @bea.readbooks

y o u t u b e : Beatrice Rushers

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