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8.Security pt 1

12 aprile 2019 ore 16.50, Londra

«Due metri per tre e mezzo, quarantacinque centimetri di acciaio rinforzato più rame per proteggerla dalle tracce termiche, chiusura elettronica di classe tre con una serratura Griffin di ultima generazione e uno scanner palmare biometrico. Se avevate in mente di trasportarla credo non si possa fare, non con un auto qualunque ... sono dieci tonnellate circa».

Min-ho termina la sua analisi del caveau, porgendo la foto scattata da Zoe nuovamente tra le mani di James. Durante la distrazione di Gisele, l'ex membro della SAS britannica, si era infiltrata nella sala vuota e aveva trovato l'entrata del caveau situato su una doppia parete a scorrimento laterale della stanza. Nessun sistema d'allarme e, quando si era trovata davanti la cassaforte, aveva anche capito il perché. Non era stata ripresa dalle telecamere solo grazie al "Caduceo" l'ultimo programma della giovane hacker, lo stesso che le era stato sottratto da Damian anni prima, quando era solo un prototipo e che adesso era stato perfezionato. Prima di inscenare la farsa della sorella che ha perso il fratellino più piccolo, Gisele aveva lanciato il programma, garantendo due minuti di buio a Zoe, durante i quali l'immagine della stanza era stata fissata.
All'apparenza una stanza vuota che restava tale.

«E' impossibile forzarla, questo specifico modello è dotato di un sistema che distrugge il contenuto se non aperto nel modo corretto. Ci servirà la password da inserire manualmente, il badge di accesso e una delle tre impronte digitale che sono registrate nel sistema» continua il ragazzo.

«Il mio Caduceo è più che in grado di surmonter la password, ma per il resto non posso aiutarvi» dice Gisele. «Rendermi invisibile alle telecamere è molto diverso dal superare questo genere di combinazione» esordisce Zoe e subito segue la risposta stizzita della ragazza «Poupée, premendo un pulsante ho accesso a comunicazioni protette, posso violare software militari per trasmettere informazioni false, sarei in grado di far precipitare un satellite dal cielo solo volendo» conclude incrociando le braccia sotto al seno, con un sorriso fintamente ingenuo.

«E come mai non hai ancora messo sul mercato questo prodigio?» chiede scettica Zoe «Avevo intenzione di vendere il prototipo, come ho già raccontato a James ed Emily, prima che mi fosse volé da Damian. Il prototipo però ha il dieci percento delle facoltà che possiede questa versione. Una cosa del genere comprometterebbe gli equilibri mondiali e io ho un'etica».

Lo scambio tra le due viene interrotto da Jam. «Hai detto tre impronte digitali?» Chiede a Min-ho. «Sì, può avere un massimo di tre impronte registrate».

«Una sarà di un esponente della famiglia reale, probabilmente la stessa Elisabetta II». Dopo una breve pausa Zoe continua «La seconda sarà del capo delle guardie reali e la terza dovrebbe essere del responsabile della sicurezza informatica».

«Secondo il protocollo sì, ma non credo che abbiano registrato l'impronta di Damian, è stato pur sempre un ladro». Afferma James sicuro. «In quel caso allora è logico pensare che si tratti dell'impronta del secondo in comanda tra le guardie reali». Gisele si colloca davanti ad uno dei tre schermi presenti sull'ampio tavolo, seguita da Zoe che si pone alle sue spalle curiosa. Le dita esperte della francese si muovono rapide sulla tastiera finché un sorriso di trionfo si fa strada sul suo volto. «La mia ultima conoscenza: Simon Davis» esclama.

«Gisele, fai delle ricerche su tutti e tre: il capo della guardia reale, questo Davis e Damian» dice Jam, per poi continuare «Il capo della guardia reale è in possesso del badge, dovremmo entrare nella sua abitazione e trovarlo. Ci penseremo io e Min-ho» continua dopo un gesto affermativo del più piccolo «Gisele e Zoe voi vi occuperete dell'impronta di Damian, nel caso in cui la nostra intenzione sia errata ci servirà». Zoe e Gisele rispondono senza staccare gli occhi dagli schermi. La sua attenzione si sposta verso di me «Emily, tu e Samuel invece recupererete l'impronta di Davis. Agiremo stanotte».

12 aprile 2019 ore 22.22, Londra

Gisele ha scoperto che Simon Davis è un assiduo frequentatore di questo locale per adulti: "L'Excalibur". Frequentato prevalentemente da polli pieni di verdoni pronti a sbavare per la prima lap-dancer che gli passa davanti. Samuel era già all'interno del locale, fingendosi un cliente, ed io ero riuscita a farmi arruolare tra le ballerine dicendo che vengo dal "Crazy Palace" di New York. Questa è la mia serata di prova, a detta del titolare, e mi sarà più che sufficiente.

Nei camerini, in mezzo alle altre ragazze mi sto preparando per la serata. Tema: sexy principesse Disney.
Mi trucco, mi vesto da sexy Biancaneve: un corsetto blu dalla profonda scollatura a cuore, coordinato con una microscopica gonna gialla; mi pettino per indossare la parrucca, un caschetto di lisci capelli corvini con tanto di frangetta e due meches platino ai lati della testa.

Alle ventitre in punto la sala del locale, tutta pelle e velluti neri, è gremita di gente. I camerieri fanno avanti e indietro tra i tavoli, la musica pompa nelle casse e le ragazze che erano con me nei camerini si agitano sui cubi e attorno ai pali, disseminati per l'intero locale. Noto Samuel al bancone del bar che alza il drink che stava sorseggiando nella mia direzione, mentre con l'altra mano mi indica la sua sinistra dove, su dei divanetti in pelle, Simon Davis è avvinghiato ad una sexy Aurora con i suoi due compagni di bevute, in compagnia di due Ariel ed una Jasmine.

Mi avvicino nella loro direzione e prendo possesso del cubo poco distante dal gruppo, usandolo come il mio personale palcoscenico. Mi muovo sinuosa a ritmo della musica, incatenando i miei occhi ai suoi. Ben presto lo sguardo di Simon mi percorre da capo a piedi, seguendo l'ondeggiare dei miei fianchi. Scivolo su un ginocchio, per poi afferrare il suo bicchiere, da cui prendo un sorso di scotch leccandomi le labbra con fare provocante. La sexy Aurora mi scocca una occhiataccia velenosa quando Simon mi fa cenno di avvicinarmi per continuare l'esibizione corpo a corpo. Mi strofino su di lui, come farebbe una performer consumata e le mie mani salgono lungo le sue spalle, poi al suo collo, fino a intrecciarsi dietro la nuca. Sento le sue mani muoversi sulle mie cosce fino ad arrivare al fondoschiena, le pupille leggermente dilatate mi scrutano lascive mentre mi sussurra all'orecchio di andare in un posto più appartato. Mi alzo, fingendo di fare strada, mentre come da programma Samuel corre in mio soccorso.

«Sei tu Mary Rose, bambolina?» Mi chiede avvicinandosi a noi con passo sicuro, il suo volto un mix perfetto di arroganza e sfrontataggine. Se non lo conoscessi direi che è un rampollo annoiato dell'elite londinese, a giudicare dal suo abbigliamento, il completo scuro scelto per la serata sembrerebbe disegnato su misura.

«Sì, sono io». O almeno così dice il falso curriculum che ho consegnato al titolare del locale.

«Ti ho prenotato per una lap-dance privata, da questa parte». Mi tende la mano che io accetto con finta titubanza, mentre le proteste di Simon non si fanno attendere «Appena avremo finito, sarà tutta tua. Non preoccuparti». E con un occhiolino si congeda, cingendomi le spalle con un braccio. Tranquillamente ci avviamo verso i camerini delle ballerine, adesso disabitati, e prima di cambiarmi indosso dei lunghi guanti neri, per evitare di compromettere le impronte digitali.

Mentre salgo a bordo della moto di Samuel per far ritorno verso l'appartamento, mi domando come se la stiano cavando gli altri.

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