•1•
Frannie
1 settembre 2020
Settembre probabilmente era uno dei mesi che odiavo di più dell'anno. Il ritorno a scuola era sempre traumatico e quell'anno sarebbe stato anche uno degli ultimi dato che ero al quarto anno.
Certo, probabilmente sarebbe stato anche l'anno peggiore dato che era da poco che io e il mio ragazzo avevamo rotto. Era stato un vero e proprio trauma e probabilmente quello non aveva aiutato la mia situazione.
Mio padre, appena mia madre era venuta a conoscenza della gravidanza, se ne è andato lavandosene le mani delle sue responsabilità nei miei confronti e mia mamma è morta due anni fa di tumore ai polmoni, dopo una lotta durata altri tre anni. Mi sento cattiva a dirlo ma a volte ringrazio che lei se ne sia andata, perchè vederla soffrire mi rovinava ogni giornata. Sarò egoista, ma era davvero qualcosa di insopportabile.
Fortunatamente ho sempre avuto al mio fianco la mia migliore amica Chris, altrimenti penso mi sarei già suicidata. È stata lei, infatti, che mi ha inserito nel suo giro di amici in cui ho conosciuto Matthew, il mio ex-ragazzo. È stato davvero un periodo buio per me quello dopo la morte di mia madre e incontrare lui non fu un'influenza positiva, tutt'altro: iniziai a fumare, di tutto. Dalle sigarette alle canne e probabilmente sarei passata anche a sballarmi se Chris non avesse spifferato a mia zia cosa facevo. La sorella di mamma non credo che si riprenderà mai dalla sua morte e perciò è come se fossi sua figlia. Vivo con lei al momento e ovviamente era contraria alla relazione con Matthew ma cosa puoi dire ad un'adolescente che non ha mai conosciuto suo padre e che ha appena perso sua madre? Nulla, non puoi proprio dire nulla. Anche se spesso sarebbe stato meglio se lo avesse fatto.
Credo di aver raggiunto il picco di buio più pesto quando mi chiese di partire per Amsterdam, la città del peccato. Lí non avevo nessuno a trattenermi e nessuno però tratteneva nemmeno lui. Avevamo già fatto sesso, tante volte purtroppo, e perciò mi fidavo ciecamente di lui; non lo temevo. Quel giorno ad Amsterdam però non so cosa gli prese, ma...
«Mi ascolti quando ti parlo o vuoi rimanere nel tuo mondo per sempre Fra? Dico sul serio, sono a due passi dall'ucciderti.»ero andata a dormire da Chris quella notte e eravamo rimaste d'accordo sull'andare a fare colazione a piedi quella mattina dopo. Da quando mi ero lasciata aveva il costante timore che potessi fare qualcosa di irreparabile. Non tanto per il fatto che lui non c'era più, ma per il motivo.
«Scusa ecco, andiamo?»le dissi col sorriso più falso che potevo fare e poi lei me lo ricambiò, prendendo lo zainetto e iniziando a trascinarmi di sotto.
«Hai preso tutto?»mi domandò poi lei mentre scendevamo le scale di casa sua per andare in soggiorno e fare colazione.
«Si Chris, stai calma, ho preso tutto. Sei troppo agitata per i miei gusti.»le dissi sedendomi al bancone e prendendo due pancake che sua madre aveva preparato.
«Buongiorno ragazze!»annunciò la donna mentre si versava del caffè nel bicchierino di vetro.
«Papà è gia uscito? Dovevo chiedergli una cosa.»chiese Chris ignorando il saluto di sua madre che alzò gli occhi al cielo.
«Si è uscito due ore fa. Chris visto che ci sei, vai a svegliare tuo fratello.»aggiunse poi bevendo il caffè e prendendo la borsa da lavoro.
«Mamma ti sembra che ne abbia voglia?»chiese la mia migliore amica e a quel punto fui io ad alzare gli occhi al cielo.
«Vuoi che arrivi in ritardo all'università? Ah no certo, sono io che la pago tanto!»disse lei chiudendosi la porta alle spalle e poi accennandomi un saluto con la mano. Amavo quella donna.
«Odio quella donna.»sembrò quasi leggermi nel pensiero Chris.
«Ho capito, vado io a svegliarlo.»dissi e lei mi guardò con gli occhi a cuoricino mentre lasciavo la stanza.
Salii le scale facendo più rumore possibile, magari era già sveglio, e poi bussai alla sua porta.
«Avanti.»disse la voce del fratello maggiore di Chris e io aprii per entrare in camera. Non mi aspettavo di trovarmelo senza nè maglietta nè pantaloni, girato di spalle, dandomi una perfetta visuale del suo sedere completamente nudo.
«Porca puttana!»urlò lui mentre io chiudevo la porta di scatto scoppiando a ridere.
«Non sapevo che fossi tu!»gridò poi mentre probabilmente si rivestiva, perchè lo sentivo saltellare per la stanza.
«Sai, ho bussato proprio per questo, per non creare casini!»gli risposi ancora ridendo.
«Sono a casa mia, non pensavo che la migliore amica di mia sorella sarebbe venuta a svegliarmi!»aggiunse poi aprendo la porta e passandosi una mano tra i capelli color cenere e guardandosi allo specchio attaccato alla parete dietro di me.
«La prossima volta chiedi "chi è" prima di dire "avanti", mio caro Yeosang.»lo ripresi io passandogli la mano tra i capelli e scombinandoglieli, sentendolo poi imprecare.
Christina
1 settembre 2020
Quando Frannie ritornò era seguita da mio fratello che si strofinava le mani tra i capelli più e più volte.
«Ti ha cagato un piccione in testa per caso?»domandai io.
«Simpaticona, la tua amichetta mi ha rovinato i capelli!»rispose lui piagnucolando e bevendo poi un bicchiere di spremuta.
«La prossima volta ti ho detto cosa devi fare.»lo riprese lei, portandosi poi lo zaino in spalla e avviandosi verso la porta di casa. La seguii e aspettai che anche Yeosang facesse come noi, cosicchè avrei potuto chiudere casa.
«Cosa deve fare?»chiesi perplessa mentre infilavo e giravo la chiave nella porta e sentendo poi un "niente!" teso da entrambi.
Mah, sarà.
Il rapporto tra me e Yeosang era sempre stato come quello che hanno un cane e un gatto. Ci davamo fastidio a vicenda di continuo ma alla fine, se l'altro avesse avuto bisogno, ci saremmo stati a qualsiasi costo.
Il fatto che lui era stato adottato ci rendeva quasi più come migliori amici che come fratello e sorella. I miei lo avevano adottato perchè non riuscivano ad avere figli e poi, qualche anno dopo, avevano avuto me.
Anche con Frannie lui si comportava come se fosse un'altra sorella minore da proteggere, soprattutto dopo la perdita di sua madre. La mia famiglia per lei era stata quasi una seconda casa e anche i miei tenevano a Frannie e la sgridavano come se fosse figlia loro.
«Sei silenziosa, che hai?»domandai ad un certo punto del tragitto, quando eravamo quasi davanti al bar che frequentavamo.
«Niente, sto solo pensando.»mi rispose con un'alzata di spalle e calciando un sassolino. Conosco quello sguardo, lo conosco fin troppo bene purtroppo.
«Stai pensando a quella testa di cazzo? Perchè se lo stai facendo ti ammazzo davvero stavolta.»le dissi rallentando il passo. Non mi interessava più di tanto andare a mangiare un cornetto caldo appena sfornato, preferivo piuttosto parlare di quello. Era un argomento che lei evitava fin troppo e non ero mai riuscita a farla aprire, nemmeno con me.
«No, non sto pensando a lui. Sto pensando che siamo quasi all'ultimo anno.»mentí lei. Sapevo che era una bugia perchè quando mentiva iniziava a giocare con le mani, proprio come stava facendo adesso. Fui tentata dall'approfondire quello che in realtà volevo sapere io, ma lasciai perdere: potevo farla innervosire e non avrebbe portato a nulla.
«E quindi? Non sei contenta?»chiesi io curiosa.
«Si beh insomma, dopo non ci vedremo più. Non ne avremo motivo almeno.»spiegò lei guardando verso il basso. Mi bloccai. Sentire quelle parole mi gelarono il sangue e mi sentii anche un po' offesa in realtà.
«Non dirlo nemmeno per scherzo, non ho bisogno di un motivo per romperti le scatole. Sei la mia migliore amica, rimarremo sempre insieme. Costi quel che costi, ok?»le dissi girandomi verso di lei e porgendole la mano. Lei si voltò e me la strinse con la sua, poi l'abbracciai forte a me. Aveva sempre creduto che per me fosse un peso quando in realtà senza di lei non andavo da nessuna parte.
«Grazie.»mi sussurrò tra i capelli. Non credo che lei se lo volesse lasciar sfuggire per come iniziò a tossire subito dopo aver pronunciato quella parola.
«Di cosa?»domandai io facendo finta di nulla.
«Di tutto, di esserci sempre per me e di aiutarmi e sopportarmi in qualsiasi situazione mi trovi. Ti voglio davvero bene, senza di te non saprei cosa fare dell'80% della mia inutile vita.»aggiunse poi e sembrò quasi una dichiarazione. Erano rari momenti del genere tra me e lei perciò lo apprezzai moltissimo.
La strinsi ancora di più e ricambiai il "ti voglio bene", poi le lasciai un bacio sulla guancia e continuammo per la nostra strada per il bar davanti a noi.
Ero convinta che questo sarebbe stato un anno scolastico fantastico, probabilmente il nostro anno. Eravamo due ragazze single quasi diplomate che andavano alla scoperta del mondo. Cosa potevamo volere di più?
👇🏻Spazio autrice👇🏻
Ciao a chiunque stia leggendo questa roba, sono l'autrice di questa storia sugli Ateez🙃
Alla fine di ogni capitolo inserirò uno spazio autrice dove potrete non so, commentare e fare domande riguardo la storia o riguardo qualsiasi cosa, basta che non siano commenti spam. Ci vediamo al prossimo capitolo👋🏻
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro