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07:25

"You fall in love

Zing boom

The sky up above

Zing boom

Is caving in

Wow bam..."

Radio New Tones ha deciso di trasmettere "It's oh so quiet" proprio in questo momento. Nina non la ascolta da un'eternità e avrebbe voluto godersela mentre il Gila gli raccontava in sottofondo una delle sue improbabili avventure nelle quali lui e la Selvaggia avrebbero fatto da protagonisti assoluti. E mentre il Gila l'avrebbe cullata raccontando le sue incredibili prodezze, Nina sarebbe fuggita con il pensiero verso un giorno molto lontano in cui Jòn e lei cantavano "You ring the bell, bim bam... " a squarciagola.

Adesso, migliaia di anni dopo, le tocca rimanere di fronte al suo bar a bocca aperta e con le mani sui fianchi. Il viso dai lineamenti duri, incastonato nella cascata di capelli neri corvini, esprime tutta la sua meraviglia per ciò che osserva, e quella nuvola di polvere che si alza davanti a lei stona con le parole cantate da Bjork.

In effetti a preoccuparla non è tanto la polvere che osserva alzarsi a una distanza indefinita, quanto le due esplosioni precedenti. Dietro di lei il Gila è appoggiato alla porta del bar ed è già al secondo bianco della mattinata. Come Nina, scruta l'orizzonte ma fa ben attenzione a non mollare la presa dal bicchiere.

Il bar ristorante La Vedetta è proprio all'inizio del paese, accanto alla seggiovia che porta in cima al Belliga, impianto utilizzato pochissimo e solo in rare eccezionali nevicate che rendono la pista agibile e percorribile fino a Fioranti, nella vallata accanto. I turisti di certo non accorrono a frotte a Cervitore, ma la usano come stazione di ripiego qualora Fioranti sia talmente piena di sciatori da suggerire una località alternativa da cui partire. Ora la seggiovia non è in funzione, nota Nina, anche se Gustavo avrebbe dovuto essere già lì ad attivare i macchinari. Tra poco i turisti della giornata sarebbero saliti e qualcuno avrebbe sicuramente utilizzato l'impianto per salire il Belliga a godersi il panorama. Sarà rimasto addormentato di nuovo, pensa Nina.

- Cazzo, che schioppo! - esclama il Gila tanto per dire qualcosa e interrompendo così le riflessioni di Nina.

- Gila, che cos'è stato secondo te? - gli risponde lei senza voltarsi, quasi ipnotizzata dalla nube grigia che ancora si innalza verso il cielo.

Il Gila posa il bicchiere sul tavolino fuori dal bar e supera la Nina.

- Per me sono quelli dell'ISIS, banda di stronzi del cazzo!

Nina alza gli occhi al cielo. Chiedere un'opinione seria al Gila equivale a buttare pietre nell'Orrido del Grecale.

- Ma smettila, Gila. Che cacchio vuoi che venga a fare l'ISIS qui a Cervitore! - esclama, mentre nel contempo afferra il cellulare.

Tenta di digitare il numero di Ludovico, ma una voce la informa che il numero che ha composto non è al momento raggiungibile.

- E invece sono quelli dell'ISIS, Nina. Hanno mandato su da noi tutti i loro soldati sui barconi e adesso sono pronti a conquistarci. L'ho letto su internet. Facebook!

- Prima Cervitore e poi il mondo. Gila, vai meno su Facebook e smettila con i bianchetti. A proposito, quello era l'ultimo.

- No, cazzo! Dai, Nina. Sei senza cuore.

Nina recupera il bicchiere poggiato sul tavolino e lo riporta al bancone. Afferra la cornetta dell'apparecchio telefonico accanto al bancone e compone un numero.

- Ho detto basta, Gila. Fuori di qua! Anzi... vai su in piazza a chiedere cosa sta succedendo. Renditi utile. Io intanto cerco di contattare Ludov... Merda! Neanche il fisso funziona. Vai, Gila, sbrigati. Ti aspetto qui!

Il Gila fa una finta aria imbronciata e poi sorride. Farebbe di tutto per Nina.. o quasi.

- Va bene, bellezza. Prendo la mia Selvaggia e salgo verso le stelle solo e soltanto per te.

- Sì, ecco, bravo. Andate tu e il tuo rottame. Ah, fammi sapere per favore. Torna qua e raccontami cosa è successo.

Il Gila è già in strada. Monta in sella alla sua Vespa Cinquanta PK del novanta, mette in moto e parte. Lui e la Selvaggia sono in simbiosi. Devono esserlo, perché la Selvaggia è l'unica cosa che il Gila può ancora guidare. I carabinieri ormai gli hanno sequestrato tutto ciò che era possibile sequestrare: auto, patente, libretto. Hanno avuto pietà solo del motorino, perché senza la Selvaggia il Gila si sarebbe davvero ubriacato fino a uccidersi.

All'incrocio, pochi metri più avanti rispetto al bar, viene preso dallo sconforto e si ferma. Se sale a destra, verso il centro, perderà tutta la mattina in discussioni. Se scende a sinistra verso la città trova il bar del Rolando sulla strada, che magari gli fa credito per un ultimo bianchetto. E poi farebbe comunque in tempo a risalire verso la piazza del paese più tardi. Occorre ponderare bene il da farsi: lo infastidisce ritardare il favore alla Nina. Però... va bene, detto fatto, decisione presa.

La Vespa gira a sinistra e Nina, che lo osserva dalla finestra, impreca.

- Maledetto ubriacone buono a nulla.

Il campanello all'ingresso del bar suona e Nina si trova di fronte uno sconosciuto. Un uomo alto e moro la osserva con uno sguardo penetrante. Peccato per la cicatrice in corrispondenza dell'occhio destro, pensa Nina, sennò sarebbe stato uno degli uomini più belli che avesse mai visto. Nina sorride cordialmente cercando di contenere la propria ammirazione.

- Buongiorno!

- Buongiorno a lei - risponde lo sconosciuto con un sorriso che illumina la stanza.

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Il Gila nel frattempo scende verso valle a tutta velocità. Sbanda un po' per via del fatto che la Vespa ha scarsa tenuta di strada, ma soprattutto per il tasso alcolico nel sangue non esattamente a norma. Ma non importa. Si tratta solamente di qualche chilometro. Uno, due, tre tornanti. Strano non incontrare auto che salgono verso il paese, pensa in uno sprazzo di lucidità. Normalmente nel giorno del Santo Patrono già dal mattino i visitatori salgono a frotte. Tornante. La galleria. Un altro tornante. Il ponte.

Cazzo! Quello che vede di fronte, un enorme drago, lo fa sbandare. Cerca di inchiodare e rimanere in piedi. Lo scooter scivola di lato e il Gila si schianta sull'asfalto a una velocità che gli permette di limitare i danni a qualche ammaccatura sul fianco e a una sbucciatura sul gomito.

Si rialza bestemmiando e va a recuperare la Selvaggia.

- ...merda d'una merda. Me lo diceva la Nina e io cretino che non le do mai ascolto. Bevo, bevo, bevo e poi vedo le cose per strada. Pure le allucinazioni adesso. E... -

Nell'imprecare i suoi occhi sono caduti di nuovo sulla strada di fronte a lui. La Selvaggia che ha appena raccolto ricade a terra, facendo risuonare rumori di ferraglia nel silenzio totale del momento. Il drago fatto di polvere scompare in modo lento e inesorabile e il Gila si rende improvvisamente conto che ciò che ha visto poco prima è reale.

Davanti a lui il ponte sull'orrido di Grecale, l'unico collegamento di Cervitore con il resto del mondo, non c'è più, inghiottito dal mostro di polvere in un solo boccone.

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Cari lettori,
Ormai dovrebbe essere chiara quale sia la primissima fonte di ispirazione di questo romanzo.
Capito? No? Ach!
Aiutino: non è un romanzo.
Come sempre attendo i vostri commenti, le vostre critiche e i vostri likes nel caso vi sia piaciuto il capitolo.

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