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Morirò

E il tentativo pazzo e selvaggio di fuggire,cercando di buttarmi giù dal lettino,la realtà mi si rivoltò contro: non ero libera, ne tanto meno sarei stata capace di esserlo.
Sentii subito la presa insistente di un gruppo di dottori e giuro, giuro che avevo davvero paura… una grandissima paura, tanto che mi ribellai a quella “violenza” con tutte le mie forze, ovvero con le poche energie che avevo in quel momento, finché non mi ritrovai bloccata sul lettino. E ancora una volta ero stata sopraffatta, spenta, razionalmente vinta: che cosa vogliono da me,cosa volate farmi,questo era quello che non smettevo di chiedermi.
Mi avevano anche impedito di parlare,mettendomi quella maledetta pezza dentro la mia bocca.


Delle grandi mani premevano sulle mie braccia, sulle spalle e sul busto, mentre con le ultime energie mi dimenavo, senza nemmeno cercare di capire la situazione in cui mi trovavo. Qualcuno mi attaccava. Dovevo combattere. Ecco il ragionamento che feci, prima che il mio respiro e il mio battito diminuissero lentamente… mi avevano sedato.
Come un animale in gabbia, che cerca solo di riavere la propria vita…  Lentamente, i dottori lasciarono la presa, il mio corpo ricadde molle sul letto, così da darmi quasi l’impressione di cadere in un burrone;

Vidi passare davanti agli occhi delle immagini, quelle del mio passato, quelle immagini che non ebbi la forza di accettare e di catturare, per farle mie… fui così debole da farmele scappare via. La mia vita… la mia vita mi stava scivolando fra le dita e io la lasciavo cadere, la lasciavo fuggire dalla sua proprietaria.
Mi lamentai per l’orribile sensazione che quella puntura mi stava provocando, la vista si offuscò, di colpo non percepii neppure più la voce dei dottori e le mie palpebre si abbassarono lentamente.
     
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Al mio risveglio sentì una voce
<<Buongiorno>>
Fu la sua unica parola, accompagnata da una specie di smorfia che sperava potesse somigliare ad un sorriso. È lo stesso dottore che avevo visto prima che mi facesse svenire,si,proprio lui…
C’erano diverse fiale poggiate davanti a me dal contenuto liquido e incolore, e delle siringhe.
Un brivido mi fece accapponare la pelle, e il cuore mi andò in gola. Cosa stava per accadermi?
<<Ciao Denise>>
Una voce mascolina e vellutata giunse improvvisamente al mio orecchio. Era una voce che non mi parve nuova, sebbene non riuscissi a relazionarla ad alcun volto conosciuto.
Proveniva dallo stesso ingresso nel quale mi avevano spinta pochi minuti prima, e quasi voltantomi di scatto mi ci vollero poco più di dieci secondi per riconoscere il giovane uomo ben vestito che lentamente si avvicinava a me: aveva i capelli castani ben pettinati, e un sorrisetto sornione e soddisfatto impresso sul suo visetto sbarbato e affilato.
I suoi occhi chiari erano fissi su di me, osservandomi beffardi.
Il dottore mi tolse con un rapido movimento della mano la pezza dalla bocca e iniziai a tossire,cercando di trattenere il senso di vomito.
<<Sei tu,il ragazzo del bancone>>
Sussurrai in un fil di voce, confusa.
Il risolino divertito del giovane uomo alla mia reazione quasi si ampliò in un ghigno sadico e inquietante:
<<Perspicace la ragazza>> Sogghignò scivolando il suo sguardo su tutta la mia figura stesa e legata sulla vecchia barella d'ospedale...
<<E anche molto bella>> Sorrise nuovamente...Poi continuò
<<A dire il vero, qui mi chiamano tutti Jonathan Kisten… O boss nella maggioranza dei casi>> puntualizzò afferrando un piccolo sgabello in legno scolorito, sedendosi al mio fianco.
<<Bene,Jonathan Kisten,lasciami andare subito o giuro che ti ammazzo>>
Non so come riuscì a farmi uscire quelle parole dalla bocca
<<Credi di farmi spaventare?!>>
In realtà no,ma ci speravo per lo meno
<<Dov'è Juliette?>>
Urlai infine
<<Senti stronzetta,qui le domande le faccio io>>
Il suo tono di voce si fece basso e roco e quasi annullando tutte le distanze immerse il viso tra i miei capelli
<<Ammettilo.
Scommetto che un pò ti piaccio>>
<<V-vaffanculo>> sibilai quando le sue dita lunghe e affusolate si allungarono sui miei capelli,afferrandoli con decisione,tanto da farmi mordere le labbra per trattenere un gridolino di dolore.
Tirandomeli con forza,mi costrinse a sollevare il capo e lo sguardo: nelle sue grandi iridi grigi,che diventarono subito rosse,mi parve di vedere un fuoco ardere bramoso.
Mi venne un brivido.
<<Eh sì..>> Sbuffò appena

Le sue mani lentamente erano scese al mio viso, lasciandomi delle carezze lascive e inquietanti. Con i polpastrelli, tracciò lentamente il contorno della mia bocca, mordendosi appena il labbro inferiore con desiderio.
Strinsi le mani sopra le mie stesse catene e sentendo l’adrenalina cominciare a scorrermi nel sangue azzardai un piccolo morso a quelle dita moleste che cominciavano a causarmi un serio voltastomaco. Sfortunatamente il bastardo aveva i riflessi pronti, e il mio colpo andò a vuoto:
<<Uhh… la cagnetta sa mordere>>
Rise scostandosi da me, quasi concedendomi il privilegio di poter prendere un respiro di sollievo. Tuttavia, quando i miei occhi cominciarono a studiare i suoi movimenti, mentre lentamente afferrava una siringa contenente un liquido verde dal banchetto posizionato affianco alla barella sulla quale ero legata, i miei occhi si sbarrarono di colpo.

Ripensai subito alle parole di Max
<<Questo era un laboratorio segreto e qualunque cosa facessero qui, era totalmente sbagliato per l'umanità.
Compievano strani esperimenti sulle cavie umane, modificando i DNA e riempiendo le cellule di radiazioni.
Nessuno è mai riuscito ad arrivare fin qui e distruggere questo maledetto posto,quindi continuano a fare tutto questo senza alcuna pietà.
Il nome di questo laboratorio è "La dimensione"
In sintesi,questo laboratorio viene usato per creare umani in grado di leggere i pensieri e spostare oggetti.
Il resto lo capirai da sola>>
So cosa succederà adesso.
Ora lo so.
Non morirò,non vogliono uccidermi,mi succederà qualcosa di strano che capirò da sola,non appena mi inietterà quella sostanza nelle vene.
Sono pronta.
Lui però cerca di farmi spaventare e vuole farmi credere di essere davvero in pericolo di morte.
Mi vuole terrorizzare,questa cosa forse lo fa divertire.
Ma quello che non sa è che ormai so il segreto di questo posto,so cosa fanno alle vittime come me grazie a Max.
Voglio almeno convincermi che sia davvero così.
Voglio convincermi del fatto che non penso di morire.
Perché io voglio vivere.
E ci riuscirò,riuscirò a sopravvivere.
E giuro che prima o poi mi vendicherò.

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