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Dobbiamo fare qualcosa

Alex si solleva dal mio letto,io lo scruto, lo studio. I miei occhi, rapidi e silenziosi, si soffermano sul suo bel viso, sui lineamenti marcati... la fronte alta e superba, le labbra carnose appena schiuse, il mento pronunciato e i capelli biondi, innumerevoli fili d'oro che gli incorniciano il volto. E, per ultimo, il collo, robusto e possente, che pare esser stato scolpito da mano divina.
Indifferente si toglie la sua maglietta davanti a me,per cambiarla con un'altra.
Gli sono talmente vicina che posso udirlo respirare e vedere il petto nudo e scultoreo alzarsi e abbassarsi a ritmo con il suo respiro. Mi chiedo se sia mai stato così tranquillo come lo è adesso,le mie guance si dipingono magicamente di rosso a causa dell'imbarazzo.
<<Non hai mai visto un ragazzo a petto nudo?>> mi guarda dritta negli occhi <<Ti metto così tanto in imbarazzo?>> mi chiede alzando un sopracciglio <<N-no,io..nel senso che il tuo fisico>> ma che diavolo sto dicendo? Non riesco più neanche a parlare,cerco di riprendere il controllo <<Hai la tartaruga,sembri allenato e mi piace>> mi blocco ancora una volta <<È un bel fisico>> sto facendo la figura della stupida

<<Direi che mi sono sempre tenuto in movimento,da quando gli uomini della dimensione vogliono uccidermi>> Si avvicinò sempre di più <<Non saremo mai più al sicuro,mi dispiace dirlo ma è così>> fece una pausa,mi guardò le labbra,il suo viso era a pochi centimetri dal mio <<Dobbiamo fare qualcosa>> disse,mettendo una mano sul mio viso <<C-cosa?>> gli chiesi sussurrandolo,non era per niente facile stare vicino ad Alex,soprattutto adesso che è a petto nudo.
<<Prima di tutto devo cambiarmi e credo che tu voglia aspettarmi al piano di sotto insieme agli altri>> esclamò <<O forse mi sbaglio e vorresti stare qui con me>> mi sta per caso sfidando? Ma chi si crede di essere. Okay,ha un bel fisico,ma questo non è un buon motivo per darsi delle arie.
<<Qui con te?>> lo guardai schifata <<Non ci tengo assolutamente>> mi tremava la voce <<Ah si?>> feci un passo indietro,eravamo fin troppo vicini <<Non sei per niente credibile,lo sai?>> un sorriso beffardo spuntò sul suo viso <<Pessima recitazione>> iniziò a ridere e io ancora sconbussolata andai via da li,anche infuriata direi dopo le cose che mi aveva detto.
Una volta uscita dalla stanza chiudo la porta alle mie spalle. Che grande stronzo. 

Nel corridoio incontrai Max e Juliette che stavano parlando,li raggiungo e loro si voltano verso di me <<Alex,dov'è?>> mi domanda Juliette <<Si cambia un attimo e arriva>> annuisce senza dire altro.
A quel punto scendiamo al piano di sotto,forse Alex ha intenzione di fare qualcosa e io sono tanto curiosa di sapere che cosa esattamente.
Nel frattempo Juliette si sofferma a guardare tutto quello che si trova nella casa,c’erano candele posate sulla tavola e luce di un oro intenso e morbido che accendeva di riflessi i calici e i piatti, e gettava ombre preziose su una natura morta di frutta e pane. Il rosso sensuale delle mele, il verde traslucido dell’uva, profumo d’arance; ombre fragranti sui panini dorati al chiarore di un candeliere di bronzo, dove tre candele andavano liquefacendosi in lunghe colate di cera.
Tutta quella situazione era surreale e più andavamo avanti peggio era.
C'erano anche delle mappe e dei libri davvero strani con dei disegni davvero incomprensibili,quando finiva di sfogliare i libri,li lanciava per terra,questa situazione mi stava davvero annoiando,tutto sembra inutile qui,mentre eravamo tutti attenti a guardare quella strana roba,dopo un poco ci raggiunse anche Alex,che come noi osservò attentamente quello che Juliette stava facendo.

Ecco,adesso siamo al completo,non manca più nessuno.
Ad un certo punto in una pagina di un libro vidi uno strano simbolo,sentii una morsa di disagio che partiva dallo stomaco per propagarsi per tutto il mio esile busto, il cuore cominciò a battere più forte rimbombandomi nelle orecchie <<Gira il libro>> dissi a Juliette <<Giralo al contrario>> lo urlai così forte che sobbalzò e immediatamente fece quello che le avevo chiesto di fare.
Fu in quel momento che Juliette rimase immobile,a fissare quella immagina e come me stava vivendo i miei stessi ricordi.

Il simbolo era proprio quello che avevamo visto per la prima volta quando eravamo ancora delle bambine e uscivamo fuori in giardino a giocare a nascondino.

Provai pena, pena soprattutto per me stessa rendendomi conto che tutto l'orrore che vedevo non era che la parte migliore, quella velata dalla mia mente di bambina, avevo rabbia nel non poter cogliere fino in fondo la verità.
Rimasi immobile e per la prima volta mi resi conto di quanti suoni provenissero dall'esterno. C'erano tante voci indistinte, forse qualche gemito, pianti, mobili che si rompevano e urla strazianti e poi la mia mamma,si,proprio lei,che mi mancava così tanto.
Perchè il passato era venuto a trovarmi quando lo credevo morto e sepolto? 
La risposta non la devi cercare fuori, perché la risposta è dentro te.
Questo è quello che percepii una volta che le parole di mia madre divennero un suono udibile alle mie orecchie.
Non liberartene mai,di quei ricordi. Lasciali vivere li. Dentro di te. A volte sono migliori,di questo malato presente.
È nel ricordo che le cose prendono il loro vero posto,i ricordi sono come i sogni : si interpretano.
<<M-mamma>> urlai in un attimo,non riuscivo a smettere di piangere,singhiozzavo <<Mamma sei viva>> mi sentivo la testa pesante,forse stavo mettendo tutto a fuoco <<È come me,i-io devo capire che sta succedendo>> iniziavo ad agitarmi,stavo tremando <<La zia sarà sicuramente con lei,sono ancora vive,dobbiamo fare qualcosa>> in fretta mi volto e cerco di uscire da li.
Alex mi afferra per un braccio e cerca di tirarmi verso lui ma io sfilo il mio braccio dalla sua presa che non aveva avuto il tempo di stringere.

<<Non provare a toccarmi,hai capito?>> sono così nervosa che potrei fare del male a chiunque in questo momento <<Non puoi uscire da qui>> sbotta lui urlando,mi alza pure la voce adesso <<Non te lo fare ripetere più>> il suo sguardo è serio e la sua voce ha un suono severo.
Gli lancio un'occhiata fulminea, poi volgo lo sguardo verso mia cugina, che mi ricambia tanto allibita, quanto spaventata.
<< D-denise... >> balbetta smarrita,sta piangendo ed è così fragile in questo momento,non posso vederla così in questo stato.
È proprio per questo che devo fare qualcosa,perché questa storia deve assolutamente finire.
Nel momento in cui cerco ancora di andare via,Alex mi metto di nuovo le mani addosso e io a quel punto non ho nessuna intenzione di andarci piano e con le buone maniere,gliel'ho già detto una volta,peggio per lui.
Uomo avvisato mezzo salvato.
Lo spingo così forte che indietreggia di almeno qualche centimetro.
Ma non ho ancora finito.
Cammino verso di lui e i miei occhi sono diventati colore rosso fuoco.
Gli afferro il colletto della maglietta, strattonandolo. Ho le guance inondate di lacrime,non so dove diavolo sto trovando la forza e come riesco a fare queste cose,credo sia dovuto al fatto che non sono più umana.
Metto una mano davanti il petto di Alex e poi la sposto verso destra e in un attimo anche il suo corpo si muove,Alex fa un volo e finisce sopra il tavolo vecchio e sporco di quella stupida casa.
Alex si massaggia la testa poi si solleva,si avvicina a me e un sorrisetto gli attraversa il viso <<Sai che dopo questo,potrei ucciderti?>> a quel punto una scarica di adrenalina mi percorre tutto il corpo.
I miei occhi però ritornano normali,scuoto la testa ma Alex mi afferra il volto, stringendomi per il collo e facendomi mancare l’aria.
Poso le mie mani sulle sue, nel vano tentativo di allentare la presa.
Fortunatamente mia cugina Juliette lo richiama <<Alex,smettila immediatamente>> urla,mentre lui non le da ascolto <<Ho detto smettila>> gli occhi di Alex diventano neri e mia cugina si catapulta su di lui spingendolo dalle spalle.

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