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HALO #1

-It's coming, coming
But you are not alone-

XXVII SECOLO d.C

-SVEGLIA SOLDATI! È ORA DI ALZARSI! UNA NUOVA GIORNATA DI LAVORO CI ASPETTA! LE RISORSE NON SI PROCURANO DA SOLE!- La voce squillante del Comandante Marcus risuonò in tutta la stanza buia, dove stavano dormendo comodamente venticinque soldati della Halo. I loro sogni furono improvvisamente disturbati da quell'orribile suono che era comparso dal nulla e che prometteva un'altra faticosa giornata di lavoro. Piano piano, iniziarono tutti a svegliarsi, e il leggero rumore delle lenzuola che venivano scosse, fu amplificato e ripetuto da tutti. O da quasi tutti. Anche Chaz, che stava dormendo così beatamente, si era preso un bello spavento, ma, ormai, era abituato a quella sorta di violenza psicologica a cui veniva sottoposto ogni giorno. Iniziò ad aprire gli occhi più lentamente che poteva, fino a quando, sulla sua testa, non cominciarono a comparire dei numeri che, piano piano, diventarono sempre più nitidi. Capì che quei numeri non erano altro che l'ora attuale. Essa, occupava l'intera parete sopra la sua testa ed era stata proiettata sul soffitto da un piccolo robottino a forma di sfera, sospeso a mezz'aria e posto vicino l'uscio della porta: erano le 5 e mezza. Di nuovo. Non aveva minimamente voglia di scendere dal letto. Prima che Il Comandante interrompesse il suo sonno in modo così violento, stava sognando. Era un sogno bellissimo, in cui era circondato da quattro ragazze vestite da cameriere che gli servivano pietanze succulente. Peccato che il Comandante avesse deciso di farlo ritornare alla realtà proprio nel momento in cui una di loro, con voce languida gli aveva sussurrato all'orecchio –Se vuoi, stanotte posso tenerti compagnia.- Al solo pensiero, gli ormoni gli si sballavano. Ma, Forse, era ora di smetterla con quei sogni indecenti e decidersi a mettere in pratica le sue fantasie nella vita di tutti i giorni. Toccandosi i capelli castani, completamente spettinati, si stiracchiò un po' e si girò sul fianco destro per verificare se Theramos e i suoi compagni fossero scesi dal letto. Alcuni erano rimasti ancora un po' sotto le calde coperte, mentre altri avevano già lasciato la stanza, indirizzandosi verso gli Spogliatoi. Theramos, un suo compagno di squadra tutto muscoli, stava facendo le sue consuete duecento flessioni mattutine, contando sottovoce, tra un affanno e un altro. Chaz si chiese dove trovasse tutte quelle energie ad un orario del genere, ma subito pensò che quella strana abitudine, al Signor Duecento-Flessioni-Alle-Cinque-Di-Mattina, non era mai pesata. Dopotutto, da quando era arrivato lì, non vi era stato giorno in cui le avesse saltate. Sorridendo, Chaz cercò nuovamente di prendere sonno, ma, preso dai sensi di colpa, alla fine decise di alzarsi. Si tirò su le lenzuola e un' improvvisa ondata di freddo lo investì. Gli sembrò di trovarsi di colpo su Urano, dove la temperatura poteva raggiungere i -60 °C. Ciò, a causa della sua grande distanza dal cuore pulsante di tutta la Via Lattea: Il Sole. Chaz aveva letto una volta sul Giornale Proiettato che, quando fu scoperto, circa un millennio di anni prima, la temperatura minima registrata era di almeno -220 °C. Ma da quando l'uomo era intervenuto, le temperature si erano mitigate. Cercando di riscaldarsi con le braccia conserte, si diresse verso Theramos e aspettò che l'amico finisse le sue flessioni. Poi lo salutò, ancora assonnato, sbadigliando –Buongiorno Theramos! L'amico gli rispose, sciogliendosi le braccia imponenti – Buongiorno...Chaz...-Ogni muscolo sul suo corpo era perfetto. Non c'era forma che fosse fuori posto. Era di una decina di centimetri più alto di lui e aveva capelli neri, corti e rasati. La montagna di muscoli salutò il mingherlino facendo incontrare il suo possente pugno contro quello piccolo e quasi insignificante dell'amico, così come i due facevano sin dal giorno in cui si erano conosciuti. Chaz era arrivato alla Halo tre anni prima, quando era da poco un ventenne. Solo al mondo, dopo la morte dei suoi genitori in un incidente di cui voleva dimenticare tutto, aveva deciso di arruolarsi nella Halo per dare un senso alla sua vita, ormai vuota, e aiutare il Pianeta Terra e i suoi simili. Correva l'anno 2673. La popolazione terrestre era aumentata in modo esponenziale, sfiorando i venti miliardi. Le risorse non erano più sufficienti per tutti. Molti, avevano deciso di trasferirsi negli altri pianeti del Sistema Solare, colonizzati e resi vivibili nel secolo precedente. Quelli che erano rimasti sulla Terra, perlopiù uomini, donne e bambini che non potevano permettersi un viaggio verso gli altri pianeti, si trovarono davanti un ambiente completamente devastato dall'attività dell'uomo. Era rimasto veramente poco del Pianeta Azzurro , ridotto quasi ad una discarica. Nacque, così, la Halo, una società diffusa in ogni angolo della Via Lattea che aveva il compito di fornire beni di prima necessità a tutti coloro che erano rimasti soli, senza famiglia, abbandonati. In questa categoria rientravano, soprattutto, molti anziani e bambini orfani. Tra i beni di prima necessità, vi era di tutto: cibo, acqua, vestiti e, più di ogni altra cosa, medicine. Nonostante i grandi progressi medici e il debellamento di alcune malattie mortali che, in passato, avevano mietuto moltissime vittime, iniziarono a comparirne di nuove. Queste, si diffusero soprattutto sulla Terra, che era ormai un cumulo di macerie. Una volta, ad un uomo, gli si era di colpo gonfiato l'addome e, senza un apparente motivo, la sua pelle era scoppiata dall'interno, facendolo morire dissanguato. La Halo aveva sede sulla Terra, dove era nata un secolo prima, quando le improvvise migrazioni verso gli altri pianeti iniziarono ad avvenire in modo incontrollato, mano a mano che le bonifiche procedevano. Era divisa in diversi dipartimenti, sparsi nel Sistema Solare e anche oltre. In ognuno, si contavano venticinque soldati e venticinque soldatesse, che dovevano occuparsi di circa cinque milioni di persone. Sulla Terra, la popolazione rimasta era di circa un miliardo. Perciò, erano molti i dipartimenti presenti sul pianeta. E il fallimento anche di una sola missione, implicava la possibile morte delle persone comuni e dei soldati stessi. Ecco perché sulla Halo gravava un peso insormontabile. Chaz si sentiva carico di responsabilità, ma, dopotutto, aveva deciso lui di arruolarsi. Ecco, perché si era promesso di non fallire in quello che si era prefissato di fare.

-Vogliamo raggiungere gli altri?- disse a Theramos indicandogli l'uscita della stanza. –Dopo di te. Prima le signore- lo schernì l'amico, ridendo sotto i baffi. –Quanto sei divertente- Controbbattè Chaz girandosi dall'altro lato facendo finta di essere arrabbiato. Theramos diede un colpetto con l'indice al robottino e quello si accasciò a terra, piano piano, spegnendosi. I due si incamminarono per il corridoi illuminatissimi della sede numero 6 della Halo e raggiunsero gli spogliatoi, dove fecero una doccia e si cambiarono i vestiti. Al posto del suo sciatto pigiama azzurro cielo, ora Chaz indossava una bellissima armatura grigio metallo a strisce rosse verticali con il logo della Halo stampato sulla schiena.

Nella stanza, non c'era quasi nessuno. Erano già andati tutti quanti in Sala Centrale. I due si sbrigarono per fare il più velocemente possibile. Appena finirono di prepararsi, corsero con tutte le loro forse nella direzione della Sala, dove quasi tutti, ormai, avevano già finito di fare colazione. Il grande finestrone, collocato in fondo alla stanza, faceva penetrare i raggi del sole nascente che superarono i vetri e andarono a posarsi sulle mattonelle del pavimento. Le parole dei loro compagni e delle loro compagne si accavallavano. C'era chi si era alzato dal tavolo per parlare con degli amici vicini e chi, invece, taciturno, se ne stava buono a consumare la sua colazione senza proferir verbo, leggendo qualche notizia sul Giornale Proiettato che usciva dai loro Orologi. Nel momento esatto in cui i due si prepararono a varcare la soglia della stanza, tutti affannati, alle loro spalle spuntò una voce maschile che li rimproverava –Theramos! Chaz! Anche stamattina in ritardo! Siete veramente incorreggibili!- Chi aveva parlato, era il comandante di quel distretto della Halo. Il suo nome era Marcus, ma, per tutti, doveva essere il Comandante Marcus. Era un uomo sulla cinquantina, alto e un po' grassottello. Portava dei baffi che, con l'avanzare dell'età, stavano piano piano biancheggiando. Anche lui indossava la divisa della Halo. I due ragazzi cercarono di scusarsi, ma il Comandante non volle sentire ragioni –Ogni mattina la stessa storia! Cosa non vi è chiaro di "Appena vi svegliamo dovete venire giù dal letto"? Eh?- Li guardava con occhio indagatore. Poi, incrociando le braccia, li invitò, in modo un po' sgarbato, ad accomodarsi ai tavoli. –Ho un annuncio da fare. Devo, inoltre, presentare a tutti voi la missione di oggi -Chaz e Theramos trovarono posto in uno dei dieci tavoli circolari sparsi per tutta la stanza, vicino a Leo e Jenn, due loro amici, che iniziarono subito a riempirli di chiacchiere. Non ebbero il tempo nemmeno di iniziare a mangiare che il Comandante Marcus, alzando la voce, invitò al silenzio i presenti. –Signori, signore, buongiorno a tutti!- Il suo tono autoritario aveva zittito tutti quanti –Prima di esporvi la missione di oggi, voglio presentarvi una nuova soldatessa che ha deciso di aggiungersi alla nostra compagnia! Vi presento Bald- La aveva introdotta come se si trovasse su un palco davanti a milioni di spettatori. Improvvisamente, dal nulla, sbucò una bellissima ragazza in divisa che si avvicinò, esitando, al Comandante. Appena la videro entrare, tutti la applaudirono. A Chaz, sembrò di aver visto un angelo: Occhi azzurri, di ghiaccio. capelli biondi e lunghi, sguardo impacciato. Camminava a testa bassa stringendosi le mani sul grembo. Con una piccola vocina timida, mormorò un quasi impercettibile –Ciao a tutti-. Poi si tappò la bocca, serrando le labbra. Dopo la presentazione, come le era stato indicato dal suo superiore, andò a sedersi ad un tavolo vicino. I suoi compagni di tavolo iniziarono a farle qualche domanda per conoscerla meglio, ma lei si mostrava un po' restia nel rispondere. Le domande, per sua fortuna, furono stroncate dal Comandante, che invitava nuovamente tutti a tacere. Improvvisamente si era fatto serissimo. –Ascoltatemi attentamente. La missione di oggi è molto pericolosa, perciò, non vi nascondo che la vostra vita potrebbe essere a rischio.- Il clima di festa per la nuova arrivata, fu immediatamente smorzato. Nella Sala, era crollato un silenzio irreale. Ma, nonostante l'avvertimento del Comandante, tutti volevano sapere di cosa si trattava.

Credits:

Si ringrazia UBM901 per il logo della Halo. La Casa Editrice è onorata del tuo contributo a "Transmissions: Storia dell'Umanità"

TRR

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