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CARNIVORE #4

-Never enough

(Who I am is not good enough)-

Quel giorno, Jimmy tornò dalla partita più contento che mai. Non solo perché i Demoni avevano vinto il Campionato, ma anche perché in trentasette anni della sua vita non si era mai sentito così felice e, soprattutto, vivo. Prima si sentiva come un uccello in gabbia, incapace di riuscire a superare le barriere che gli impedivano ogni via di fuga. Ora, forse, era riuscito a trovare la soluzione che poteva dare una svolta definitiva.

Nonostante lo avesse "usato", Brigitte gli aveva detto una bugia a fin di bene. Se era arrivata a tanto, sapeva di potersi fidare. Non gliene avrebbe certo fatto una colpa. Grazie al loro piccolo-grande sacrificio, l'Organizzazione avrebbe capito che c'era qualcuno che si stava mettendo contro la politica che avevano deciso di adottare.

Ma le voci di Jimmy e Brigitte non sarebbero state sole: avrebbero diffuso questo credo come una setta religiosa, convincendo tutti a svegliarsi dal torpore da cui erano preda da ormai troppo tempo e, in breve, si sarebbero ripresi ciò che gli spettava di diritto.

Sarebbe iniziata una nuova guerra? Possibile. Ma stavolta, quello che stavano preparando non era una lotta tra stati. Era una lotta contro lo Stato. E la ribellione avrebbe avuto successo.

Era questo ciò che pensava mentre si avviava con Eliana verso casa, lungo le buie vie della città. Le stringeva le dita della mano come non aveva mai fatto prima. Quello che stava provando era un sentimento strano di cui non ricordava nemmeno l'esistenza né il nome. Era da così tanto tempo che non lo sentiva piombare nel suo corpo che non riuscì nemmeno a riconoscerlo.

Sapeva solo che dentro di sé non c'era ordine.

Anche se si era messa un'altra donna tra loro due, continuava a rimanere fedele a sua moglie con cui stava iniziando a scoprire, forse troppo tardi, i sentimenti che per lungo tempo erano rimasti relegati dentro di sé.

Arrivati davanti alla soglia di casa, la invitò a entrare per prima, sfoderando un sorriso a trentadue denti. Lei lo guardò stranita e sorpresa allo stesso momento. Quando le chiavi fecero scattare la serratura e la porta si aprì, la seguì, quatto quatto.

Entrata, a due passi dall'ingresso, stava per levarsi di dosso il suo impermeabile di cotone color panna. La aiutò a sfilarselo e l'appoggiò in ordine sull'appendiabiti.

Eliana continuava a farsi tante domande. Non aveva mai visto suo marito così gioioso e solare. Fu così che gli domando: -MA SI PUÒ SAPERE COSA DIAVOLO TI È SUCCESSO?-

Jimmy la ignorò, dandole un bacio sulla guancia e, con lo sguardo più innocente che poteva mostrare, filò nel suo studio, chiudendosi dentro. Si avvicinò alla scrivania e sprofondò sui braccioli della poltrona. Poi, d'un tratto si fece serioso e cominciò a guardarsi in giro.

Quando voleva trovare un po' di pace e tranquillità, abbandonandosi completamente a sé stesso dopo una giornata stressante di lavoro, si chiudeva in quella stanza, il suo rifugio personale, dove ogni cosa lo faceva sentire a proprio agio, dalle pareti azzurro cielo alla scrivania in vetro.

Ciò che amava più, però, era l'immensa libreria che circondava la stanza. Partiva dalla parete di sinistra e si estendeva fino al lato opposto. Conteneva più di tremila tomi risalenti a uno o due secoli prima, quando le numerose case editrici nate in quei periodi avevano dato alle stampe un numero incontrollato di manuali che andavano dai romanzi ai saggi.

Amava navigare tra le pagine di un racconto. Lo aiutava ad evadere da quella che non poteva certo chiamare "vita".

Leggeva di tutto, dalle storie d'amore ai drammi e il tempo che trascorreva lì volava senza che se ne rendesse conto. Lì dentro, passava dai trenta minuti alle tre ore al giorno.

Appoggiò le braccia sulla scrivania e iniziò a piluccare i petali gialli di uno dei tre bellissimi girasoli che erano contenuti in un vaso trasparente gigantesco, posto alla destra del tavolo.

Si abbandonò per un istante alle Cuffie.

Stavano giusto passando la notizia della Finale –Ma passiamo alle notizie di Rugby: oggi si è concluso il Campionato che ha visto la vittoria dei Demoni sui Furiosi per 42 a 36. Ecco le parole del capitano Xavier Benny, numero 10 della squadra vincitrice- Un attimo di silenzio e la solita voce femminile registrata, lasciò posto ad una maschile dall'aria completamente affannata. Il discorso si spezzava spesso.–È stata un'ottima partita...sono contento di aver portato a casa la vittoria...Era da molto tempo che ci mancava e sono orgoglioso... di ciascuno dei miei compagni di squadra...- In sottofondo, i cori dello stadio in festa.

Mentre ascoltava le parole di Benny, si ricordò del fogliettino che Brigitte gli aveva infilato nei pantaloni e subito lo tirò fuori, leggendo il luogo del prossimo incontro: "Magazzini Centro-Città, Complesso 480, Ore 20:30". La data era quella del giorno dopo. In basso, in stampatello maiuscolo, quasi ad evidenziare l'importanza di quella frase, era stato aggiunto un avvertimento:

"DIMENTICA TUTTO QUELLO CHE È SUCCESSO ALLO STADIO E NON FARNE PAROLA CON NESSUNO. INTESI?"

Sorrise. Quanto era esagerata! Come avrebbe potuto spifferare dell'incontro che aveva avuto con lei? Lo avrebbero subito accusato e giustiziato pubblicamente. E non era certo il caso che una cosa del genere avvenisse. Non ora che aveva trovato la chiave di volta per riavere quel suo ego che si era smarrito in chissà quale luogo.

"Ma è pur sempre una donna e, come tale, deve avere il controllo su tutto. E io certo non la biasimo. Specialmente ora che ci siamo cacciati in questo casino, la prudenza non è mai troppa." pensò ridendo da solo.

Memorizzò il luogo che Brigitte gli aveva indicato, fissandolo un'ultima volta, e si disfò del bigliettino, disintegrandolo in tanti piccoli pezzettini come aveva fatto con il primo che gli aveva consegnato.

"Domani ci rivedremo. Chissà di cosa parleremo stavolta".

La sera successiva, si recò al luogo dell'incontro con qualche minuto in anticipo. Una leggera brezza rendeva il clima piacevole. L'uomo si specchiò tra le acque calme del porto guardando la sua figura infrangersi di continuo, senza mai riuscire a rimanere completamente nitida. Quando alzò gli occhi, si trovò davanti una distesa blu popolata da immensi vascelli di acciaio che si muovevano seguendo il moto delle onde. Sembravano tanti bambini cullati tra le braccia accoglienti della madre.

La Luna era alta nel cielo e le stelle le tenevano compagnia.

Poi, c'erano sempre loro, i Carnivores, che vigilavano sulla città pronti a punire un eventuale trasgressore.

Ebbe quasi un brivido quando ripensò a tutte le vittime che si erano lasciati alle spalle.

Non avevano fatto nulla di male.

Non chiedevano altro che un attimo di pace.

Molti erano stati condotti all'esasperazione, non riuscivano più a resistere a quella follia che si insinuava tra le loro orecchie. Ma all'Organizzazione non importava. Tutti, puntualmente erano stati puniti.

Anzi, quasi tutti.

Jimmy e Brigitte erano gli unici a conoscere la verità che si celava dietro quel perfido gioco. Ne conoscevano il regolamento e anche le condizioni necessarie alla vittoria.

Due sole persone potevano accendere il fuoco della rivoluzione?

Lui, sinceramente, era un po' scettico, ma ormai non poteva più tornare indietro. Nel momento in cui aveva deciso di togliersi le Cuffie era ufficialmente diventato un ribelle.

Dove lo avrebbe portato quest'imprudenza? Avrebbe davvero creato un mondo migliore o sarebbe stata l'ennesimo martire? Erano le domande che continuava a porsi mentre si avviava verso i Magazzini Centro-Città, piccoli container numerati a forma rettangolare situati in una zona sperduta del porto, dove spesso andavano a nascondersi tossici o innamorati desiderosi di un attimo di intimità.

Camminò in quella piccola cittadina costituita da parallelepipedi senza volto, cercando di rintracciare il Complesso 480. Non fu facile trovarlo, visto che i numeri non seguivano una progressione, ma erano messi a caso. Raggiunta la destinazione, si fermò, confuso.

E ora?

Brigitte non aveva detto nulla al riguardo nel bigliettino che gli aveva lasciato, perciò attese un po' guardando l'orologio. "Sarà in ritardo" suppose, appoggiandosi con una mano sulla superficie bianca della struttura.

Poco più a destra del luogo in cui si era appoggiato, si aprì una piccola porta da cui spuntò una lunga chioma di capelli neri. L'uomo fu colto alla sprovvista e si spaventò, credendo che qualcuno li avesse scoperti, ma quando si accertò che non c'era niente di strano, si mise sull'attenti, imbarazzato. Brigitte gli fece cenno di entrare, guardandosi intorno, sospettosa. Jimmy eseguì l'ordine e si piegò per entrare in quell'angusto luogo.

Lo spazio era molto ristretto e riuscirono appena appena a starci entrambi. L'unica fonte di illuminazione era una piccola candela accesa, posta tra le loro gambe, stese parallelamente le une alle altre.

Si levarono le Cuffie per la seconda volta insieme e da persone comuni si trasformarono di nuovo in ribelli.

Per conoscersi meglio, parlarono di loro stessi.

Jimmy scoprì che il colore preferito della donna era l'arancione. Era un'informazione alquanto inutile, ma saperlo, per lui, aveva un non so che di sensazionale. Con Eliana non parlava mai, quindi non sapeva niente di lei. Figurarsi una cosa così stupida come il colore preferito.

Brigitte, invece, non fece altro che confermare le sue idee su chi aveva di fronte. Più parlava, più la convinceva. Si trovavano d'accordo su ogni cosa dicessero. Si stava instaurando un rapporto incredibilmente saldo.

Poi, come era già accaduto allo stadio, il tempo a loro disposizione si esaurì e i due si separarono scambiandosi prima un abbraccio veloce e poi un bacio sulla guancia.

Ancora una volta, Brigitte gli infilò nella tasca dei pantaloni un fogliettino. Tutto contento, Jimmy si infilò le Cuffie e aprì il portello del container. –Ci sarò. Aspettami.- Le sussurrò. Completamente incantata, la donna annuì leggermente con la testa. –Lo farò.-

Altri incontri e altre discussioni li intrattennero, ma dopo quasi un mese di chiacchiere e parole, un improvviso e incredibile incidente di percorso ruppe definitivamente l'equilibrio che si era creato nel loro rapporto. Sapevano di essersi messi contro qualcosa di grande, ma non avevano capito quanto effettivamente grande fosse. E questo agire, così tanto avventato, li portò a conseguenze terribili.

Era una serata piovosa e fresca. Per le strade non c'era anima viva. Lo scroscio della pioggia era fortissimo e produceva un forte boato quando si scontrava con il tetto. L'uomo era nel suo studio, assorto nella lettura di un thriller psicologico serratissimo che lo stava appassionando molto.

Eliana non c'era: Si trovava in ospedale per il turno della notte e non sarebbe rientrata fino alle 6 della mattina dopo.

Mentre tentava di comprendere il ragionamento di un poliziotto sul ritrovamento di un cadavere nel bosco, la piccola lampadina rossa posta alla sommità della porta del suo studio iniziò a lampeggiare.

Se l'era fatta installare perché non poteva sentire il campanello a causa delle Cuffie.

"Chi sarà a quest'ora?"

Piegò la pagina che stava leggendo all'estremità in alto, facendo una piccola linguetta e andò ad aprire.

Quando si trovò davanti Brigitte, rimase completamente sbalordito. –CHE CAVOLO CI FAI QUI?- le gridò addosso. Lei lo invitò ad abbassare la voce e a farla entrare senza domandare oltre.

Quando fu dentro, bagnando ogni mattonella del pavimento sotto i suoi piedi, appoggiò l'ombrello nel portaombrelli e si levò di dosso la giacca, leggermente zuppa d'acqua, stendendola sulla sedia di una scrivania di legno, posta vicino all'ingresso.

Sembrava essere preda ad un attacco di panico perché si guardava in giro respirando con la bocca aperta.

Jimmy continuò a fissarla, stranito.

Riconosciuto il suo obiettivo, la donna si avvicinò a gran passi. Premette un interruttore e subito le pareti della casa furono coperte da delle grandissime serrande di legno che fecero piombare i due nell'oscurità più totale. –PERCHÈ STAI ABBASSANDO LE SERRANDE SULLA CASA?- Provò allora a domandarle di nuovo. Non capiva tutte queste confidenze in casa altrui. –SE VUOI FARTI UCCIDERE DAI CARNIVORES, ACCOMODATI PURE.- Gli rispose nel modo più seccato possibile.

Quando si accertò che neanche un piccolo forellino filtrava la luce esterna, si levò le Cuffie e si buttò a peso morto sulla sedia dove aveva appoggiato la giacca. Jimmy fece lo stesso, appoggiando le Cuffie sul tavolo e chiese subito notizie: -Si può sapere cosa ti succede? Perché sei venuta a casa mia senza preavviso?-

Lei continuava a non rispondere.

Era abbastanza pensierosa, fissava le pareti bianche che aveva davanti senza proferir verbo.

–Ehi! Mi ascolti? Sto parlando con te!-

Si ostinava a ignorarlo. Decise allora di lasciarla navigare nelle sue riflessioni e tornare nel suo studio.

"Bah...Prima o poi mi risponderà" pensò scocciato.

Per qualche oretta, sarebbe potuta rimanere a tenergli compagnia, ma poi sarebbe dovuta tornare da dove era venuta. Non voleva discutere con Eliana.

Non ebbe nemmeno il tempo di attraversare il corridoio che portava allo studio che Brigitte si alzò di scatto dalla sedia che, cadendo per terra, fece un rumore assordante. Gli corse incontro e preso per le spalle, cercò di baciarlo sulle labbra.

Lui si scansò e la strattonò con violenza. –MA CHE DIAVOLO TI SALTA IN MENTE? GUARDA CHE IO SONO SPOSATO!- Le aveva risposto con tono irato e spaventato allo stesso momento.

Sulle labbra di Brigitte comparve un sorrisetto beffardo e quasi crudele.

–Sposato? Ah! Bella questa.- Incrociava le braccia in atteggiamento provocatorio.

Cos'era ora quel tono saccente? Perché gli aveva risposto in quel modo così arrogante?

–Ma non capisci che il rapporto con tua moglie è finto? Quelle Cuffie vi hanno mandato il cervello in poltiglia!- Jimmy non poteva credere alle sue orecchie. Era rimasto scandalizzato dal suo improvviso comportamento così insolente.

–Vi?- Domandò confuso e teso –Perché, tu cosa sai di noi due?-

Lei si avvicinò di nuovo e cercò di baciarlo sul collo.

La allontanò tenendo le braccia tese davanti a sé e girandosi dall'altro lato.

-Ma insomma, perché mi rifiuti? Non vuoi sperimentare un nuovo tipo di emozione?-

Stava iniziando a sudare ed era ancora più impaurito. Cosa era successo alla Brigitte che aveva conosciuto qualche settimana prima? Era lei la stessa donna che voleva cambiare il mondo insieme a lui? Per la prima volta, provò nei suoi confronti una sorta di repulsione, quasi ribrezzo.

–Ma che ti prende, Brigitte?-

-Ma come? Non hai ancora capito che l'Organizzazione vi ha messi insieme? Che tu e Eliana non siete altro che pedine nelle mani del Governo?- Rabbrividì sentendo pronunciare per la prima volta il nome di sua moglie da un'altra persona.

La sua affermazione lo aveva spiazzato e lasciato senza parole. In preda ad una confusione totale le gridò contro

–Provamelo!-

La donna abbassò la testa, mantenendo sempre il ghigno. Poi, si toccò i capelli e li lascò scorrere sulle dita della mano sinistra, quasi con strafottenza: –Hai qualche ricordo di quando vi siete sposati? Cerimonia, invitati...-

-CERTO CHE CE LI HO!- Rispose all'istante, completamente nel panico... prima di rendersi conto di non avere effettivamente memoria di quel bellissimo giorno in cui si erano uniti. Rimase per un attimo in silenzio, con gli occhi sgranati e la bocca spalancata.

–Come immaginavo...- Fu la risposta pronta di Brigitte.

Cosa stava blaterando? Cosa voleva insinuare con quella domanda? Possibile che l'Organizzazione fosse arrivata a tanto? Non solo aveva costretto chiunque ad indossare le Cuffie, ma aveva anche creato una falsa realtà ad ciascun essere umano! Che crudeltà!

Mentre se ne stavano indisturbati a godersi i piaceri della vita, l'umanità cadeva in pezzi e con lei ogni sua ideologia, pensiero e filosofia.

Ma c'era di più.

–Senti, sarò sincera con te: ci hanno costruito questo mondo fittizio per evitare nuove rivolte. Per evitare che noi seguissimo l'esempio di quelli che sono insorti prima di noi-

Il tono della voce, era calmo. Sembrava essere di colpo tornata in sé.

La gola di Jimmy era totalmente asciutta. Deglutendo, ebbe appena il coraggio di domandare, balbettando –Prima...prima di noi?-

Brigitte si fece serissima. –Si, è così.- Affermò. -Li chiamano Nero Destino. È un'associazione terroristica che si è costituita alla fine del secolo scorso, quando L'Organizzazione ha preso il potere. Sono anni che ormai li combattono, ma, per evitare di essere scoperti, agiscono nell'ombra. I notiziari non ne parlano perché far sapere una cosa del genere al mondo porterebbe subito alla nascita di sollevazioni generali. E visti i presupposti chiunque si metterebbe contro il Governo. Anche a costo di farsi uccidere dai Carnivores.-

Si avvicinò a Jimmy, il quale, ancora troppo confuso dalla sfilza di rivelazioni, continuava a rimanere impassibile e a tremare.

In quel momento, le ginocchia gli crollarono e cadde per terra, continuando a fissare il nulla.

Brigitte fece in tempo a cingergli il collo con le braccia, evitando che cadesse supino per terra e lo avvicinò a sé.

–Purtroppo non ho finito.-

Ancora rivelazioni? Non era già sufficientemente scioccante ogni minima cosa che gli aveva raccontato?

–Per combattere quelli del Nero Destino, l'Organizzazione chiama alle armi uomini scelti a caso. Sono strappati alle loro... "famiglie" con la forza e costretti a intraprendere la carriera militare anche contro ogni volontà. Ma, almeno su questo punto, hanno un vantaggio rispetto a noi: non possiedono le Cuffie.-

L'uomo alzò la testa di scatto e la fissò negli occhi. Stava cercando di dire "Come non hanno le Cuffie?" ma non riusciva a parlare.

Brigitte intuì la sua richiesta e continuò il suo discorso -Non possono possederle. Devono essere lucidi quando uccidono qualcuno. Qualcuno che ritengono nemici ma che, in realtà, potrebbero essere dalla loro stessa parte. E se un soldato fa una brutta fine, viene fatto il lavaggio del cervello ai parenti rimasti a casa, i quali si trovano quindi a vivere una nuova vita daccapo, senza alcun ricordo della vecchia. Inoltre, appena c'è n'è bisogno, avvengono nuovi reclutamenti. E sappi che il prossimo potresti essere TU!- E per marcare la sua affermazione gli puntò l'indice sul cuore.

Soldati? Uomini che combattevano per l'Organizzazione ma, in realtà, possibili alleati? Ma di cosa stava parlando? C'era però qualcosa che non gli tornava.

–Brigitte...- Fece un respiro profondo per prendere un po' d'aria. -Perché non ho mai visto in giro questi uomini senza Cuffie in giro per la città?-

La risposta della donna arrivò, pronta. –Perché gli viene vietato dall'Organizzazione stessa. La loro diversità potrebbe essere un espediente per portare le persone a farsi delle domande. Ogni tassello si riconduce lì! Capisci in che razza di mondo viviamo? Vengono costretti a indossare le Cuffie in modo da confondersi tra la folla!-.

–Aspetta...- La testa di Jimmy era sull'orlo di scoppiare –Ma tu come fai a sapere tutte queste cose?-

Appena udì la domanda, Brigitte si morse il labbro inferiore, come a voler nascondere un segreto inconfessabile. Aggrottò la fronte e si girò dall'altro lato, evitando di incrociare gli occhi dell'uomo.

–Ti prego. Non fare così.- La implorava. –Arrivati a questo punto, ho bisogno di sapere la verità. Devo venire a conoscenza di chi sei veramente. –

Lei rimase in silenzio, dando cenno di non voler dire una parola. Poi si convinse e, facendo un respiro profondo, parlò –Faccio parte del Nero Destino. Sono stata incaricata dal nostro Rettore di infiltrarmi tra di voi comuni "sottomessi" e trovare nuove reclute disposte a combattere contro l'Organizzazione–

Sulle prime, rimase abbastanza stupito. Aveva iniziato a nutrire qualche dubbio su di lei già da subito, ma sapere che combatteva al suo fianco, lo rassicurò.

–Ma con te, Jimmy...- E iniziò a singhiozzare –Io....Io...Mi sono sentita diversa... Una strana sensazione si è fatta strada in me sin dalla prima volta che ti ho visto. In ogni nostro incontro, il cuore mi batteva all'impazzata.-

Piangendo, sorrise leggermente.- Che strano...Cercavo un nuovo alleato e ho trovato qualcuno con cui sentirmi veramente Brigitte, qualcuno che ha interrotto la mia noiosa e ripetitiva routine. E tu...Mi hai fatto sentire in questo modo come mai prima...e...e...non sai quanto ti sono grata.-

Le lacrime scendevano copiosamente e velocemente dalle sue guance. Era tormentata dall'angoscia più profonda e Jimmy la lasciò sfogare.

Non sapeva cosa dirle.

Capiva a pieno il suo senso di frustrazione.

Ed era questo il motivo per cui aveva deciso di unirsi a lei.

Se esisteva l'Organizzazione, era tutta colpa loro.

O meglio, di quelli che erano venuti prima.

La Quarta Guerra Mondiale aveva consegnato ai posteri tanto dolore e disperazione, lasciando un'eredità dura e difficile da accettare. Il sangue dei morti era stato versato invano. E, come al solito, l'umanità, invece di progredire e di imparare dai suoi errori, era ritornata allo stato primordiale.

Com'era quel vecchio proverbio che aveva letto una volta in un libro?

"Sbagliare è umano. Perseverare è diabolico"

La pace non era auspicabile.

Ma perché è più facile fare del male che fare del bene?

Quasi rimpiangeva di non essere nato prima.

"Perfino io avrei potuto fare la mia parte...Piuttosto che dover sopportare una vita miserabile come questa". Poi il suo pensiero andò ai soldati che combattevano contro il Nero Destino a cui era stato fatto il lavaggio del cervello. "Toccherà anche a me un destino del genere? No, non posso permetterlo. Io sono dalla parte di Brigitte e dalla sua parte resterò sempre."

Nella sua mente, pensieri e parole si rincorrevano senza seguire nessun senso logico. Aveva ancora le idee confuse e forse stava delirando. "In che maledetto mondo siamo finiti?"

Fu senza accorgersene che, preso dalla follia, alzò il volto di Brigitte tenendola dal mento e la baciò sulla bocca.

Lei fu colta alla sprovvista dal gesto e lo fissò negli occhi con sbigottimento. Poi, si sciolse e i due si scoprirono ciò che non provavano più da tempo.

Ecco cos'era quella forte emozione che aveva sentito quando aveva preso per mano Eliana.

Si chiamava "Amore".

Ma quello che provava per sua moglie, era solo una fittizia creazione, per questo non riusciva a coglierne la bellezza. Ora era diverso. Si sentiva puro e rinato come mai prima d'ora.

I due amanti erano lì, seduti per terra. Uno di fronte all'altra.

Per un attimo, sembrò quasi come se esistesse solo il loro mondo e l'ambiente circostante fosse qualcosa di irreale e immaginario. Il tempo si dilatò e i secondi sembravano non passare mai.

Quando si staccarono, uno cingeva il collo dell'altra con le braccia.

Mancava solo l'ultima formula magica. Quella che avrebbe siglato il legame ufficialmente.

Jimmy ruppe il silenzio imbarazzante che si era creato e pronunciò le fatidiche parole

–Ti Amo Brigitte.-

E fu in quel momento che uno strano rumore attirò l'attenzione dei due innamorati.

Qualcosa era caduto per terra.

Un mazzo di chiavi.

Poco distanti, due gambe rigide, tese come un elastico.

Entrambi ebbero un sussulto e alzarono lo sguardo insieme, sconvolti.

Eliana era tornata a casa in anticipo di molte ore.

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