Tanto
La comunicazione per i ballerini era stata un fulmine a ciel sereno.
Soprattutto perché non era affatto per i ballerini, era per lei.
Dopo quasi due mesi di pace, se così poteva chiamarsi essere sempre in bilico tra la conferma della maglia e l'eliminazione, ecco che quel giorno Veronica Peparini aveva deciso di mandarla in sfida.
Non stai migliorando abbastanza, recitava la lettera che le aveva indirizzato.
Il ballerino che ho trovato invece, John Erick, è molto più avanti e potrebbe crescere ancora all'interno della scuola.
Diceva anche di non avere niente contro di lei, ma Cosmary ne dubitava.
Non le aveva mai fatto un complimento, mai apprezzato neppure un briciolo del suo impegno.
Perfino la Celentano, che tutti consideravano la maestra più severa e talvolta spietata, aveva riconosciuto più volte la sua voglia di fare e la sua costanza nel metterla in pratica.
<< Si può? >>
<< Non ho voglia di parlare con nessuno, Alex >>
Sdraiata sul letto a pancia sotto, la testa nascosta tra i cuscini da quasi un'ora.
Elena e Cristiano avevano provato a starle vicino, ma lei aveva mandato via anche loro.
Non c'era bisogno che nessuno le dicesse niente, sapeva perfettamente come sarebbe andata a finire.
<< Quindi sono come tutti gli altri io? >>
Si era avvicinato, lo sentiva da come la sua voce aveva guadagnato un po' di volume.
<< Sai già cosa penso a riguardo >>
Lui sospirò, quasi divertito da quella risposta.
Portò la mano ad accarezzarle i capelli mentre si sedeva accanto alla sua testa.
La sollevò con delicatezza, portandosela sulle gambe ed appoggiando le spalle contro la testiera del letto.
<< Non puoi davvero essere ancora arrabbiata per quello >>
Cosmary ruotò su se stessa, restando stesa a pancia all'aria e con la testa sulle gambe di lui.
<< Non credevo di dover chiedere il permesso per essere arrabbiata >>
Alex alzò gli occhi al cielo, ma sorridendo.
Non sembrava prendere affatto sul serio quella situazione e questo la faceva andare fuori di testa.
<< Non pensavo che fosse così importante dire stiamo insieme oppure no >>
<< Non lo è infatti >>
<< E allora qual è il problema? >>
Sembrava meno divertito di prima, forse un po' annoiato dalla sua irritazione.
Ma, una volta tanto, Cosmary non aveva intenzione di badare alle sue emozioni più che alle proprie.
L'aveva ferita e non poteva far finta di niente, non quando ogni giorno si affezionava un po' di più a lui.
<< Il problema è che non c'hai pensato neppure un attimo, è stato come se non vedessi l'ora di tenermi a distanza >> si alzò dalle sue gambe, sedendosi di fronte a lui.
<< Ed é sempre così quando siamo davanti agli altri, sembra che ti dia quasi fastidio starmi vicino >>
<< Lo sai che... >>
<< Aspetta >> lo interruppe << So già cosa dirai, che non ti piace mostrare queste cose in pubblico >>
Alex annuì appena, perché era chiaro che fosse quello l'argomento della sua difesa.
<< Io lo so che sei fatto così, mi piaci proprio per questo >> continuò lei, con la voce così triste che Alex cominciò davvero a sentirsi in colpa.
<< È solo che... >>
Cosmary non aveva mai pianto per un ragazzo.
Non davanti a lui almeno.
Eppure, mentre pronunciava quelle ultime parole, la voce le si incrinò ed una lacrima le solcò il viso.
<< Ehi >> sussurrò Alex, portandole una mano sulla guancia.
Lei vi si appoggiò, chiudendo appena gli occhi in un gesto che lui trovo estremamente tenero.
Non aveva mai avuto intenzione di farla stare male, non era neppure convinto che lei ci tenesse abbastanza da poterla ferire, non fino a quel momento almeno.
<< Mi sento come una bambina a chiederti attenzioni e certezze, non mi è mai capitata una cosa così >> mormorò lei, prendendo la mano di lui e tenendola tra le sue.
Sollevò lo sguardo fino ad incontrare il suo, trovandoci qualcosa di diverso dal solito.
Era come se finalmente avessero trovato un punto d'incontro, come se le sue rimostranze avessero finalmente trovato un senso anche per lui.
<< Io non pretendo che cambi, non voglio >> continuò << Ma a volte vorrei che ti aprissi di più con me, che mi parlassi di te, che mi dicessi cosa provi. E vorrei che anche davanti agli altri il tuo sguardo verso di me non cambiasse, che qualcosa mi facesse capire che non siamo io e te, ma comunque noi >>
Alex non aveva ancora proferito parola.
Quel discorso lo aveva spiazzato: era convinto che Cosmary si fosse solo innervosita per la cosa di Alice, non che avvertisse tutte quelle mancanze.
E, più lei gliele presentava, più lui si sentiva un coglione.
Com'era possibile che non se ne fosse accorto?
Ma, più di tutto, com'era possibile che non riuscisse a dimostrare all'esterno neppure la metà di ciò che provava?
La sua testa era una camera blindata, il suo cuore anche peggio.
Come poteva pretendere che lei vi entrasse, se lui stesso sbagliava la combinazione a giorni alterni?
<< Dì qualcosa >>
Alex sospirò, spostando lo sguardo dai suoi occhi alle loro dita intrecciate.
Forse poteva aprirsi un po', ma certamente non ci sarebbe riuscito se lei continuava a guardarlo con quegli occhi da cerbiatta ferita.
<< Mi sento un coglione >> esordì, facendola ridacchiare appena.
<< Mi è già successo in passato che le mie ex volessero di più da me, ma non ho mai fatto tanta difficoltà a dimostrare ciò che sento >> mormorò, grattandosi la nuca con la mano libera.
<< Forse è il contesto, non lo so. Forse è che tu mi spaventi e... >>
<< Io? E perché? >>
Alex si mordicchiò la guancia dall'interno, già in imbarazzo dopo aver detto a malapena due parole.
<< Tu sei tanta roba, in tutti i sensi. Sei tanto bella, tanto estroversa, tanto luminosa, tanto affettuosa, tanto fisica... >> elencò, continuando ad evitare il suo sguardo come un bambino che ha paura di dire la verità.
<< Tutto questo mi fa impazzire, ma a volte mi fa anche paura. Io non sono così tanto >>
Cosmary sorrise, rendendosi conto che quella era la prima volta in cui lui si apriva davvero con lei, almeno un po'.
Gli prese quindi la guancia con una mano, costringendolo a guardare di nuovo.
Se davvero stava vivendo quel primo momento di vera intimità mentale, voleva viverlo con gli occhi dentro ai suoi.
<< Tu sei tanto che io non sono, tanto che nessuno è >> sussurrò e vide le fossette sbucare agli angoli del suo mezzo sorriso.
Sembrava essersi rilassato a quelle sue parole, almeno un po'.
<< Quando mi dici queste cose, a me sembra assurdo che tu davvero non percepisca ciò che ho dentro >> mormorò allora.
<< Ma poi ci rifletto e so che è vero, è colpa mia, io dimostro a malapena la metà di quello che provo per te >>
Cosmary avrebbe voluto rimanere seria, ma quelle parole le evocarono un sorriso così grande da non riuscire a trattenerlo.
<< E cosa provi? >> non riuscì a trattenersi dal chiederlo.
Alex sorrise appena a sua volta.
E finalmente smise di grattarsi la nuca a disagio, portando quella mano al fianco di lei per avvicinarla un po'.
Cosmary passò le gambe ai lati del suo busto, trovandosi a cavalcioni su di lui.
<< Tu mi piaci tantissimo, più delle mie paure e della mia riservatezza >> mormorò, avvicinando il viso al suo.
Cosmary gli accarezzò il viso con le nocche, vedendolo socchiudere gli occhi a quel gesto.
Perché non poteva essere sempre così?
Dio, Alex in quel momento era perfetto.
Era bello, era dolce, era sincero e spontaneo...era tutto ciò che avrebbe potuto desiderare ed il fatto del non lo fosse sempre, purtroppo per lei, lo rendeva ancora più speciale.
Gli schioccò un bacio a fior di labbra, non riuscì a trattenersi.
Ed Alex sorrise sulle sue labbra, allontanandosi soltanto per dirle un'ultima, ma imprescindibile, verità.
<< Comunque non m'importa di quello che ho detto prima, noi stiamo insieme >>
Cosmary avrebbe voluto saltare di gioia, ma non voleva sembrare una fan entusiasta, così decise di puntare sull'ironia.
<< E chi ti dice che io lo voglia? >> schioccò la lingua, facendolo ridacchiare.
Alex portò le mani sul suo fondoschiena, spingendola ancora più verso di sè.
<< Te lo dico io >> sussurrò sulle sue labbra, o forse fu solo il respiro tra un bacio e l'altro.
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