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Capitolo 2 - Terremoto

-"Jack, cos'è stato?"-

-"Ora mi credi? Penso sia un qualche scossa di terremoto..."- dice mio fratello un po' in ansia, un po' soddisfatto perché aveva ragione.

Scendo gli ultimi scalini e raggiungo sul divano mio fratello.

-"Accendi la TV e vediamo se ne parlano."-

~ ...raffiche di vento nella zona costiera, ma il cielo è soleggiato.
Ora le breaking news: piccole scosse di terremoto sempre più frequenti spaventano gli abitanti della zona costiera. Consigliamo di allontanarsi dagli edifici e di stare allerta, le scosse potrebbero aumentare di intensità.~

Spengo la TV, non voglio spaventare Jack ancora di più e per tranquillizzarlo dico:
-"Hey stai tranquillo, adesso vado di sopra a prendere il telefono e chiamo Papà, poi usciamo e lo aspettiamo."-

-"Va bene ti aspetto qui, ma sbrigati."-

Mi alzo dal divano, salgo i primi scalini e una potente scossa fece tremare tutta la casa.
Un momento di panico mi avvolse, mi accovaccio su uno scalino e mi reggo alla ringhiera per non cadere.
Sento la polvere che mi cade sui capelli, il rumore di alcuni soprammobili che cadono e ad un certo punto... un grande tonfo mi spaventa e così apro gli occhi e mi prende il panico.

Una grande trave e alcuni macigni erano caduti dal soffitto e mi bloccavano la strada verso Jack, ma la scossa era terminata.

Non mi sento al sicuro su quelle scale, ma per prima cosa chiedo a Jey (il soprannome con cui lo chiamava nostra madre) se sta bene, poi comincio a pensare a come potermi liberare.
Salgo le scale e vedo che davanti alla mia camera era caduta un'altra trave che mi blocca il passaggio, ma aspetta, una finestra!

Corro verso la finestra, la apro e vedo un albero, quello sul quale mi arrampicavo da bambina... decido di fare la cosa inversa, invece di salire, dovevo scendere.

-"Jack esci, io ora ti raggiungo, ho trovato un modo di uscire"- urlai prima di provare a scendere.

Mi metto seduta sul bordo della finestra e allungo un piede sopra il ramo più vicino, poi una mano sopra quello un po' piu in alto e infine salto e mi agrappo al fusto dell'albero, scendo piano piano con delicatezza e senza fretta e dopo qualche minuto arrivo finalmente con i piedi a terra.

Mio fratello mi corse in contro dicendomi: -"Gurda! Sono tutti per strada."-

-"Dobbiamo chiamare Papà, ma non sono riuscita a entrare in camera... credo che aspetteremo qua fuori per un po', fino a che non arriva."-

-"Okay."-

La paura mi è passata, siamo salvi e questo mi basta, sò che mio padre se la sa cavare.

Andrew Spire (mio padre) è un uomo sulla quarantina, occhi verdi, capelli mossi biondi, abbastanza alto (io e Jay, su questo, non avevamo preso da lui hahah), sicuro di sé e determinato, ma anche piuttosto amorevole.

Fa il vigile del fuoco da quando è giovane e piano piano a fatto strada fino a diventare una delle figure più importanti di quel campo. Sono orgogliosa di lui.

La casa l'aveva costruita tanti anni fa suo padre, ovvero mio nonno, che faceva il costruttore ed era di povere origini.
Era gialla all'esterno e aveva un piccolo terrazzo, all'interno aveva: un grande bagno, una sala open space con la cucina a giorno al piano terra, 3 camere e un bagno al piano di sopra.

La paura fermò i miei pensieri. Una scossa molto forte, più forte dell'ultima, mi fa tremare per una decina di secondi, dove tutti sono immobili come paralizzati e ad un certo punto un silenzio quasi sordo, la scossa finisce... un grande frastuono.

Molte case stavano per cedere ed alcune lo hanno già fatto tra cui la nostra.
La casa che aveva costruito mio nonno, i nostri ricordi, le nostre cose...

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