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Donnola annoiata, danno assicurato


Ho fatto il Remake di questa storia genere: comico / demenziale, erotica e PWP. Modern AU che si interseca con delle basi Canon. Le coppie si alternano: Pain / Itachi; Itachi / Deidara; Pain / Deidara; Kisame/ Deidara; Kisame / Pain; Kisame / Itachi.



Itachi si stava annoiando da matti a casa da solo. Era una bellissima domenica estiva ma Kisame lo aveva mollato lì senza tante cerimonie per andarsene a pesca.

Questa vena di cannibalismo sotterranea è veramente un bijou, Kisamino mio dolce.

Pensò distrattamente mentre si prendeva l'aria fresca del condizionatore in faccia sdraiato sul divano. Guardò con aria annoiata il giardino inondato di sole attraverso la finestra della casa di pietra, sarebbe stato un vero peccato sprecare una giornata come quella.

Kisame era tutt'ora convinto che Pain non conoscesse la posizione della sua dimora.

Quella sanguisuga non si farebbe nessuno scrupolo a chiamarci anche nei fine settimana, se permetti, Itachi, io avrei anche di meglio da fare.

Certamente lo squalo aveva le idee ben chiare su come trascorrere le sue giornate libere e in che modo non farsele rubare da Pain.

Il problema è che io sono incluso nei tuoi giorni di vacanza solo quando hai voglia... in tutti i sensi. Nel caso contrario il risultato è questo.

Itachi sospirò passandosi il braccio destro dietro alla testa. Pain la posizione di quella casa la conosceva eccome, d'altronde anche il moro aveva dei giorni in cui aveva un'impellente voglia di qualcosa. Il Deva faceva semplicemente finta di niente perché da certe situazioni ci guadagnava innegabilmente anche lui.

Se devo essere sincero, il risultato che volevi non lo hai ancora ottenuto, vero, Pain?

Itachi sogghignò, se avesse saputo gestire bene la situazione le giornate libere, sia sue che di Kisame, sarebbero state al sicuro per sempre. Decise quindi che forse non era il caso di passare la giornata in quella posa sexy e seccata a leggere libri tutto da solo, oltretutto cominciava a prenderci gusto agli sguardi libidinosi che gli percorrevano tutto il corpo mentre i presenti, imbarazzati, cercavano di nascondere le gote rosse e il gonfiore nei pantaloni.

Sorrise tra se prendendo il telefono, pensò di invitare Deidara e Pain per una grigliata decisa sul momento.

Sul momento si fa per dire! Quello stolto di Deidara sicuramente non ci arriva, ma tu sì, Pain, vero?

I due, naturalmente, accettarono subito e lui non ne fu per niente stupito, ci sarebbe stato da divertirsi! Si alzò dal divano per prepararsi, indossò dei pantaloni di pelle nera molto attillati e una maglia smanicata dello stesso colore, anch'essa molto aderente, la cui scollatura gli lasciava scoperto il collo fine, su cui brillavano i tre cerchietti metallici della sua collana, e l'inizio dei pettorali tonici e non esagerati. Infilò degli stivaletti neri di pelle con i lacci, si truccò leggermente gli occhi giusto per dare risalto al suo sguardo magnetico e alle lunghe ciglia. Nonostante tutti gli armeggiassero con le mani dentro i capelli, non gli piaceva tenerli sciolti, non ci si sapeva vedere, li pettinò con cura e si rimise il suo elastico rosso.

D'accordo, Kisame, tu sei l'unico a cui consento di trafficarci quando sono sciolti. Anche perché rischierei di ritrovarmeli tutti strappati in men che non si dica.

Avrebbe dato fondo alla dispensa di Kisame, purtroppo lo squalo amava divorare bistecche in quantità industriali, cibo che a lui non piaceva per niente. Trovò delle piccole costolette che un pochino gli piacevano, bene era salvo, quelle erano sue, d'altronde il pranzo sarebbe stata solo un'anteprima. Sistemò della legna sulla griglia e poi distrattamente ci sputò su, una fiammata improvvisa e violenta come se avesse tirato della benzina.

Ops! Forse ho un po' esagerato, chi avrebbe detto che una sputazza facesse un effetto simile?

Si riavviò i capelli che gli erano ricaduti sugli occhi. Stava controllando se per caso avesse fatto danni, pena...il pene supersonico di Kisame infilato chissà dove, quando sentì un rumore di pneumatici sul vialetto. Erano già arrivati, non si stupì, Pain, con tanto di Rinnegan, avrebbe potuto pilotare anche una navicella spaziale, per questo spingeva sempre la sua Skoda Superb grigia metallizzata a 250 km/h fissi. Provò una punta d'invidia.

Però avrebbe potuto anche fondere il motore... a quel punto Rinnegan o no vedrai che te ne vai a piedi!

Sorrise impercettibilmente pensando alla scena.

Andò ad aprire il cancello, quello scroccone e furbacchione di Deidara naturalmente aveva usufruito del passaggio. Pain gli fece l'occhiolino senza dire una parola e lasciando impassibile come sempre il suo grazioso viso.

"Uh uh! Il Deva è un pilota formidabile, sono tutto elettrizzato!" quasi gridava Deidara ocheggiando come sua abitudine, poi, emettendo un fischio di approvazione: "Per la miseria, Itachi, non mi avevi detto che avremmo mangiato un manzo intero."

Il moro sospirò roteando gli occhi, era terribilmente sciocco il biondino. Tuttavia sarebbe stato il sale di quella giornata.

Pain parcheggiò davanti alla casa di Kisame come se tutto gli fosse dovuto e scese, aveva una canottiera grigia infilata nei jeans e una cintura di pelle marrone come gli stivaletti. Teneva le mani in tasca, i suoi piercing sulle braccia e sul petto quasi tutti scoperti, Itachi ammiccò con le lunghe ciglia, gli guardava la collana di filo spinato con le perline rosse sulla pelle chiara. Pain piegò la testa di capelli di fiamma da un lato, fissava il moro senza lasciar trapelare emozioni.

"Ehi mister Figus!" Deidara prese a braccetto Itachi masticando sgraziatamente la gomma "Quando lo squalo non c'è la donnola balla, vero?"

Quel biondo era tanto fastidioso quanto carino, a Itachi piacque un sacco il modo in cui i suoi strani occhi azzurri gli stavano incollati ai pettorali. Deidara indossava una camicia di jeans a maniche corte chiusa con degli automatici argentati, pantaloni corti marrone scuro con delle grosse tasche laterali che lasciavano scoperte le gambe rosee e delicate, ai piedi dei sandali de pelle marrone scuro allacciati con delle fibbie, i lunghi capelli biondi al vento con quel ciuffo un po' anni Ottanta sulla testa, Itachi si era sempre chiesto se simboleggiasse un'esplosione.

Riesci ad essere talmente esuberante da essere scontato, un paradosso che solo uno come te può fare stare in piedi.

Il moro lanciò un'ultima occhiata a Pain e poi si lasciò condurre da Deidara verso il tavolo che stava preparando, il Deva li seguiva con il suo fare attento e misterioso.

Deidara si stravaccò sul dondolo, si era impadronito senza chiedere di una bottiglia di vino e aveva iniziato a versarsi un bicchiere dietro l'altro.

Itachi tagliava l'insalata velocissimo con un coltello, la faccia abbassata con il capelli che gliela coprivano parzialmente. Era certo di percepire lo sforzo che stavano facendo gli altri due per non fissargli impunemente il fondoschiena.

Pain, seduto al tavolo, si era messo a giocherellare con il cellulare. Deidara, che già iniziava a essere un po' brillo, si sedette di fronte a lui e lo apostrofò con un sorriso beffardo: "Nagato, parlo con te stavolta. Bisogna che tu prenda atto di essere brutto come un dito in un occhio, fidati se a dirtelo è un artista come me. Tuttavia questo tuo Deva è davvero un bel bocconcino e gli anche messo tutti i piercing al posto giusto"

Pain si era rimesso il telefono in tasca e fissava il biondo come per capire dove aveva intenzione di arrivare. Era folle da sobrio ma da ubriaco pareva fuggito da un manicomio.

Il biondo si sentì autorizzato a proseguire : "Sappi che se anche riuscirai a farti la donnola dai bollenti spiriti o me non penseremmo certo a te in quei momenti, se tu fossi qui di persona ci faresti dar di stomaco" piegò la testa all'indietro con una risata sguaiata.

Itachi scosse la testa sospirando, ma senza voltarsi e proseguendo il suo lavoro, che Deidara avesse qualche rotella fuori posto ormai era chiaro a tutti da una vita, per questo ormai nessuno ci faceva più caso lasciandolo stare.

Pain non mosse un muscolo, semplicemente riprese il cellulare ricominciando a giocherellare.

"E tu, Itachi, bello come il sole, e poi stai con quella bestia di Kisame quando potresti avere chiunque ai tuoi piedi"

Itachi posò il coltello sul tavolo e stavolta si girò a guardarlo, nei suoi bellissimi occhi neri uno sguardo severo ma la sua voce era pacata e suadente: "Kisame è grosso e rude, ma almeno non è sciocco come lo sei tu."

"Fiuuuu! Non ti arrabbiare" esclamò Deidara alzando le mani "Non ci tengo a finire come carbone nella tua griglia."

Per tutta risposta il moro si rivolse a Pain addolcendo lo sguardo: "Mi aiuti?"

Il Deva non se lo fece ripetere due volte, scattò in piedi per dare un mano a Itachi a cucinare. Si posizionò di fianco a lui alla griglia, mentre la carne sfrigolava circondò con il braccio destro le spalle di Itachi, giocherellò con la sua lunga coda nera, poi la sua mano scese a circondare la vita dell'affascinante moro. A quel punto Deidara, che si stava versando l'ennesimo bicchiere di vino, decise di interromperli, detestava non essere al centro dell'attenzione: "Tu che ti mangi, Itachi? Non puoi andare avanti a schifezze e dango, se ti viene il diabete Sua Estrema Bellezza Nagato e Tobi non avranno pietà."

"Tranquillo, Deidara" gli rispose Itachi accennando un sorriso "le brioches le lascio a te così puoi far esplodere la carta"

Il rosso e il moro si guardarono scoppiando a ridere mentre il biondo ci rimase male, anche se veder ridere quei due era un evento davvero straordinario.

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