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Cap. 7 - Dopo l'allenamento.

Todoroki, senza mollare la presa, fece un passo più vicino a Midoriya, i suoi occhi che brillavano di una luce provocatoria, «Eppure, quella notte... non sembravi così preoccupato», disse con un tono che trasudava sfida.

Midoriya sospirò profondamente, «Sì, e forse avevi ragione... non dovevo...».

Todoroki mise un dito sulle labbra di Midoriya, fermandolo, «Sssh», sussurrò, il suo tono diventò improvvisamente più dolce, «È stato reciproco, lo sai».

Midoriya sentì un brivido attraversargli la schiena al tocco di Todoroki. Annuì lentamente, i suoi occhi che cercavano quelli di Todoroki per trovare un po' di chiarezza, «Ma ho cominciato io... a partire da Kirishima che scherzava e tu mi hai invitato in camera e...».

Todoroki si avvicinò ancora di più, i loro corpi ora erano a stretto contatto. Midoriya gemette involontariamente al calore e alla vicinanza, e questo fece ridacchiare Todoroki.

«Vedi? Fretta o no... qualcosa è successo dopo il primo bacio», disse, provocandolo.

Midoriya arrossì, «Sì, ma... perché mi hai baciato così all'improvviso?!».

Todoroki rispose con nonchalance, «Volevo baciarti, eroe».

Midoriya rimase senza parole per un momento, riuscendo solo a sussultare, «D-davvero?».

Todoroki annuì, «Davvero. E non me ne pento».

Midoriya deglutì.

«Perché non torniamo al dormitorio? Nel pomeriggio avremmo una sessione di allenamento e non voglio arrivare in ritardo...», disse in seguito.

Todoroki lo guardò per un momento, come se stesse valutando qualcosa, «Sì, torniamo».

I due camminarono fianco a fianco, poi entrarono nel dormitorio senza dire una parola, entrambi persi nei propri pensieri. Arrivati davanti alla porta della stanza di Midoriya, Todoroki si fermò, «Ti lascio prepararti per l'allenamento», disse, la sua voce tornata calma e controllata. 

«Ma dobbiamo parlare ancora, Izuku. Non possiamo lasciare le cose così», aggiunse dopo.

Midoriya annuì nervosamente ed entrò nella sua stanza, pensando a cosa c'era ancora da discutere. Sentiva ancora le mani di Shoto su di lui, una fredda, l'altra calda, mentre passavano giù per il suo petto, andando a toccare parti inesplorate.

Quando fu pronto, si diresse verso la palestra della scuola. Il suono degli altri studenti che si allenavano riempiva l'aria, creando un'atmosfera di energia e determinazione. Midoriya cercò di immergersi nell'allenamento, sperando che l'attività fisica potesse aiutarlo a liberare la mente.

Intanto, il professor Shota Aizawa stava supervisionando l'allenamento con la sua solita espressione impassibile, e quando vide Midoriya entrare, un commento secco lasciò la sua bocca, «Midoriya, sei in ritardo».

«Scusi, professore», rispose Midoriya, cercando di nascondere il proprio disagio.

Aizawa lo scrutò per un momento, poi annuì, «Va bene, vai a riscaldarti. Oggi ci concentreremo su esercizi di resistenza e controllo del Quirk, con qualche attività di potenziamento».

Midoriya annuì e si unì ai suoi compagni, ma mentre correva, ogni tanto, lanciava uno sguardo furtivo verso Todoroki, che si stava allenando con la stessa intensità di sempre, come se nulla fosse accaduto.

Dopo il riscaldamento, Aizawa cominciò a organizzare l'esercizio di combattimento. Con un gesto deciso, divise gli studenti in coppie, assegnando a ciascuno un avversario per mettere alla prova le loro abilità. Mentre annunciava i vari accoppiamenti, Midoriya e Todoroki si guardarono, entrambi già consapevoli che sarebbero stati messi insieme.

Quando il loro nome venne chiamato, i due si avvicinarono al centro della palestra e si posizionarono di fronte l'uno all'altro, ciascuno con uno sguardo serio e concentrato. 

«Combattete! E tu Midoriya, vedi di concentrarti!», comandò Aizawa.

Midoriya annuì, cercando di mettere da parte i suoi pensieri e di concentrarsi sul combattimento. Ma appena Todoroki avanzò verso di lui, sentì di nuovo quella tensione che li legava. Schivarono e colpirono, il suono dei loro colpi riempì la palestra.

«Non trattenerti, dammi il massimo», disse Todoroki, con i suoi occhi fissi su Midoriya.

Midoriya annuì, cercando di mettere più forza e determinazione nei suoi movimenti. Ma ogni volta che Todoroki lo toccava, anche solo per bloccare un colpo, sentiva quel brivido di confusione e desiderio attraversarlo.

Il combattimento continuò, e i due si muovevano in perfetta sincronia, come se stessero danzando. Quando poi Aizawa fermò l'allenamento, entrambi erano sudati e senza fiato.

«Bene, questo è abbastanza per oggi», disse Aizawa, «Ottimo lavoro, tutti quanti».

Midoriya e Todoroki si scambiarono uno sguardo mentre si asciugavano il sudore dalla fronte.

«Wow, sei migliorato, Midoriya», disse Todoroki, con un accenno di un sorriso.

«Ora non mi chiami più per nome?», stuzzicò Midoriya, cercando di alleggerire l'atmosfera.

«Non posso, davanti agli altri», rispose Todoroki, mantenendo il tono serio.

«Vado...», mormorò Midoriya, dirigendosi verso gli spogliatoi ancora vuoti. Si spogliò di fretta e aprì il sifone dell'acqua, ma dopo pochi minuti sentì di nuovo le sue mani sui fianchi.

«Per quanto possiamo tenerlo segreto? Anche a lungo direi, ma reprimerlo non servirà a niente», sussurrò la voce di Todoroki nel suo orecchio.

«C-c' è qualcuno?», balbettò Midoriya.

«No, o meglio, non ancora», rispose Todoroki, premendo il suo corpo nudo verso l'altro.

Midoriya si girò di scatto verso di lui, «Shoto, non possiamo farlo qui... è troppo rischioso», disse, cercando di mantenere la calma mentre si allontanava leggermente, con respiro affannoso.

Todoroki si avvicinò di nuovo, e le sue mani si posarono delicatamente sul mento di Midoriya, costringendolo a sollevare lo sguardo. «Non possiamo sempre vivere nel timore, Izuku», disse con voce bassa e intensa, mentre le labbra si avvicinavano alle sue.

Proprio quando Todoroki stava per baciarlo, il rumore improvviso della porta dello spogliatoio che si apriva fece scattare entrambi in direzioni opposte. Midoriya, con il volto impallidito e il cuore che batteva furiosamente, esclamò, «Visto? Te lo avevo detto!».

Todoroki si allontanò subito, il volto leggermente era rosso per l'imbarazzo, «Calmati, Izuku», disse con tono rassicurante, «Non ci ha visto nessuno», poi si avviò per asciugarsi e vestirsi. Lo stesso fece anche Midoriya. Quando poi entrambi furono vestiti e pronti, uscirono dallo spogliatoio mantenendo una certa distanza. 

«Ci vediamo dopo, allora», disse Todoroki, cercando di mantenere un tono neutro.

«Certo,» rispose Midoriya, dopodiché i due si salutarono con un cenno e si allontanarono, ognuno perso nei propri pensieri, mentre il resto della giornata continuava.

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