Cap. 54 - Per essere onesto.
Midoriya guardò Todoroki con curiosità, e quest'ultimo sospirò, incrociando le braccia, «Beh, Izuku... Bakugo e Kirishima sapevano tutto prima di te, delle mi incertezze. Soprattutto Bakugo, a dire il vero», confessò, lanciando un'occhiata di traverso a Bakugo.
Midoriya spalancò gli occhi, «Aspetta, perché Kacchan? Da quando?»
Bakugo sbuffò rumorosamente, alzando gli occhi al cielo, «Ha rotto me e Kiri, sono tre giorni che voleva parlarti, che si deprimeva, voleva tornare da te...».
Todoroki scosse la testa, visibilmente divertito, «Vero. Ogni giorno mi diceva che stavo perdendo tempo e che dovevo parlare con te».
Bakugo incrociò le braccia, sguardo irritato, «Certo che sì! Per quanto tempo pensavi di continuare a fare il finto tonto, eh? Mi hai rotto le scatole per tre giorni con quella tua indecisione, anzi me e il mio tesoro rosso. 'Oh, devo parlarci' e poi niente. Ci hai fatto impazzire, Shoto! Se non ti avessimo dato una spinta, probabilmente staresti ancora lì a rimuginare!».
Kirishima rise affettuosamente, dandogli una pacca sulla spalla, «È vero, Bakugo continuava a lamentarsi di quanto stessi rallentando la cosa. Onestamente, anch'io iniziavo a preoccuparmi. Ma sai, a modo suo, voleva solo aiutarti».
Midoriya guardò Todoroki con sorpresa, «Quindi... avete parlato di me tutto questo tempo? E Kacchan ti ha spinto a parlarmi?».
Todoroki annuì con un sorriso, un po' imbarazzato, «Sì. Anche se non lo dimostra, Bakugo è stato... d'aiuto. Mi faceva notare quanto fossi indeciso e come stavo perdendo l'occasione di chiarire tutto con te. Ogni volta che provavo a rimandare, lui mi ricordava che stavo solo peggiorando la situazione».
Bakugo grugnì, cercando di non sembrare troppo coinvolto, «Non è che me ne importi più di tanto, ok? Solo che eravate troppo melodrammatici, voi due! Era frustrante guardare!».
Kirishima rise ancora, «Già, ma alla fine tutto è andato per il meglio, no? E siamo tutti felici per voi! Era ora che smetteste di rimuginare».
Midoriya arrossì leggermente, guardando Todoroki con dolcezza, «Non posso credere che ci sia voluto così tanto... Mi dispiace di averti fatto aspettare, Shoto».
Todoroki scosse la testa, sorridendo, «Non importa, Izuku. Ora siamo qui, e questo è quello che conta. E poi, meglio tardi che mai».
Bakugo si schiarì la voce, evidentemente imbarazzato dal momento sentimentale, «Ok, basta con questi discorsi da soap opera! Abbiamo perso già troppo tempo. Se avete finito di fare gli smielati, possiamo muoverci?».
Kirishima annuì entusiasta, «Esatto, ragazzi! Dobbiamo goderci il momento adesso! Che ne dite di venire con noi al centro commerciale? Stavamo pianificando un giro».
Midoriya e Todoroki si scambiarono uno sguardo, sorridendo.
«Sì, perché no?», risposero insieme.
E così, tutti e quattro si misero in cammino, con Bakugo leggermente più avanti, che cercava di mascherare il suo imbarazzo, mentre Kirishima rideva affettuosamente alle sue spalle.
«Certo che voi due siete proprio incredibili, eh!», esclamò, osservando Midoriya e Todoroki con un sorriso sincero, «Dopo tutto questo tempo, finalmente vi siete dichiarati! E noi... beh, siamo solo felici di avervi dato una mano. Ora più che mai, visto che Shinso ha chiuso il sito».
Midoriya, ancora un po' imbarazzato, grattò nervosamente la testa, «Grazie, davvero. Non so come avrei fatto senza di voi, e soprattutto... senza Shoto. E sono felice per il sito, ora potete stare tranquilli, anche se sinceramente ho perso fin troppo tempo agli allenamenti che non ho toccato il computer o telefono per un po'».
Todoroki sorrise affettuosamente a Midoriya, «Abbiamo tutti avuto molto a cui pensare ultimamente, ma sono felice che il problema del sito sia risolto. Possiamo concentrarci di nuovo sulle cose davvero importanti... come noi», disse, con tono dolce e risoluto.
Bakugo, sempre un passo avanti, sbuffò senza voltarsi, «Sì, sì, è tutto bellissimo. Ma ora che avete finito di fare i piccioncini, concentriamoci su qualcosa di più concreto, come trovare qualcosa di decente al centro commerciale. Non ho intenzione di passare tutto il giorno a sentirvi blaterare di sentimenti!»
Kirishima rise, afferrando Bakugo per una spalla in un gesto amichevole, «Tranquillo, Baku! Facciamo un bel giro e rilassiamoci. E magari ti compriamo qualcosa che ti faccia sfoggiare un po' di stile in più!»
Mentre il gruppo camminava verso il centro commerciale, l'atmosfera si fece sempre più rilassata. Tra risate, battute e qualche piccola discussione alimentata dal solito tono burbero di Bakugo, la serata si rivelò essere sorprendentemente piacevole per tutti.
Dopo qualche ora di shopping e una cena veloce, i quattro amici tornarono al dormitorio, stanchi e allegri. Kirishima e Todoroki si allontanarono per andare a sistemare gli acquisti nelle loro stanze, mentre Midoriya e Bakugo rimasero nel corridoio.
Midoriya sembrava esitare, poi guardò Bakugo, che già si stava dirigendo verso la propria stanza, e lo chiamò con una voce timida, «Kacchan, aspetta un attimo... possiamo parlare? Da soli?».
Bakugo si fermò, lanciandogli uno sguardo incuriosito, «Che c'è adesso, Deku? Hai ancora qualche dubbio sulla tua love story con mezzo-e-mezzo?», stuzzicò, il suo tono era sarcastico, ma non del tutto ostile.
Midoriya scosse la testa, imbarazzato, «No, non è di quello che voglio parlare... cioè, riguarda Todoroki, ma... è una cosa diversa. Ho bisogno di dirti una cosa che ho tenuto per me per un po' di tempo, ricordi quel segreto di cui ti parlai? La cotta?».
Bakugo alzò un sopracciglio, ora davvero curioso, «Spit it out, Deku. Non ho tutta la notte».
Midoriya si prese un momento, «Vedi, Kacchan... ti dissi che la cotta era per Uraraka, beh... non era vero. Non era lei la persona a cui pensavo, ti ho mentito».
Bakugo incrociò le braccia, «E quindi? Cosa c'entra questo con me?».
Midoriya abbassò lo sguardo, mordendosi leggermente il labbro inferiore, «È che... per tutto questo tempo, quella persona... eri tu, Kacchan, eri tu che mi piacevi, poi ho cominciato anche a vedere Uraraka come più di un'amica, ma è stato breve».
Il silenzio cadde tra i due, pesante e denso, mentre Bakugo fissava Midoriya, immobile, «Cosa... hai appena detto?», riuscì infine a dire, la sua voce incredibilmente bassa, quasi soffocata da quel turbinio di emozioni che non riusciva ancora a definire.
Midoriya sollevò lo sguardo, «Kacchan... quella cotta di cui ti avevo parlato non era per Uraraka. È stata una bugia che mi sono raccontato per non affrontare i miei veri sentimenti. La verità è che... quella persona... eri tu».
Un altro lungo silenzio calò tra loro, e Midoriya riusciva quasi a sentire l'aria diventare più pesante. Bakugo non si mosse, come se fosse bloccato in una sorta di paralisi emotiva.
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