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21. Il piano di Chris

Pov Andrey

"Papà so che ti hanno chiuso. Guadagna tempo, fai come ti dico. Ho un piano" sento rimbombare la voce di mio figlio attraverso la cimice nell'orecchio.

Sentire queste parole mi rassicurano un po' anche se la vedo molto difficile uscire da questa situazione di merda.

"Volkov che piacere rivederti, il nostro ultimo incontro è stato 10 anni fa ricordi?" dice con tono strafottente mentre si avvicina a me.

"Come posso dimenticarlo White? Ti ho fatto saltare in aria un deposito da trecento milioni di droga, queste soddisfazioni non si dimenticano facilmente" rispondo continuando a tenere le mani alzate.

"Non penso che sei nella condizione di fare lo spiritoso Volkov. Se non te ne sei accorto la tua vita è in mano mia" afferma fermandosi a pochi metri da me.

"Devo dire che hai attuato un bel piano. È stata la prima volta che qualcuno mi ha preso di sorpresa"

"Sono felice di sentirti dire ciò, per questo devo ringraziare quel Mike Ross. È stata una pedina davvero importante in questo piano"

"Mi dispiace ma il tempo per ringrazialo è andato a farsi fottere un oretta fa" dico con un sorrisino in volto.

"Come immaginavo l'hai ucciso"

"Ovvio, come potevo farmi sfuggire una tale soddisfazione. Anzi non me lo sono goduto molto, volevo farlo soffrire tantissimo ma il tuo attacco non ha reso realizzabile questo mio desiderio"

"Mi dispiace averti interrotto durante la tua vendetta. Spero che almeno un po' ti sia divertito"

"Mi sono dovuto accontentare del naso rotto da mio figlio e delle dita mozzata lentamente"

"Devo dire che questo Christian non è un bambinone come lo definiva lui, un po' di palle le ha"

"Molto più di quanto tu possa credere" dico mentre mi ribolle il sangue nelle vene per come lo definiva quel figlio di puttana.

"Vorrei conoscerlo. È per caso nascosto nella macchina o è rimasto sotto le macerie?"

"Per tua sfortuna nessuna delle due" rispondo mostrando uno dei miei migliori sorrisi.

"Mi servono due minuti, stanno arrivando gli altri" mi avverte la voce di Chris.

Sentendolo parlare dalla cimice mentre fornisce istruzioni, devo dire che non è male ciò che ha organizzato, speriamo che funzioni.

"Com'è avere affianco una famiglia falsa? Una donna che non ti ama, due figli che non hai visto crescere e altri due che non sono nemmeno tuoi" chiede mentre si accende una sigaretta.

Povero illuso, non sa quello che gli attende tra poco.

"In realtà ti devo un po' correggere. Ho una donna che mi ama anche dopo tutto quello che le ho fatto, due figli che mi adorano e ai quali starò sempre affianco. Invece i gemelli anche se non sono miei cercherò di dargli tutto ciò che posso. Accetterò di tutto per far felice i miei cari.
Penso invece che non te la passi allo stesso modo, vero White? Come sta William, mi sono giunte voci che il premio di peggior padre dell'anno è andato proprio a te. Il modo in cui lo tratti, l'allenamento a cui lo sottoponi, ti avverto che questo ti sta portando a scavarti la fossa da solo. Te lo dico per esperienza, è successo con mio padre e prima ancora con mio nonno" dico sfidandolo.

"Non mi serve il tuo aiuto per i miei affari di famiglia! Adesso mi sto annoiando a parlare con te. Di le tue ultime parole Volkov" esclama minaccioso estraendo la pistola dai pantaloni e puntandomela contro.

"Papà siamo pronti. Stai al suo gioco, poi al mio via abbassati"

"Fammici pensare le mie ultime parole sono... vattene a fanculo. Non mi avrai mai" esclamo mantenendo il contatto visivo con lui.

La sua espressione muta da calma a goduta in pochi secondi, perchè pensa di avermi battuto ma non sa che tra poco quell'espressione l'avrò io.

Mette la mano sul grilletto, prende meglio la mira sul mio petto.

"VIA!!"

Mi abbasso di scatto coprendomi la testa con le braccia e nell'aria rimbombano solo rumore di spari.

Pov Christian

Pochi attimi prima...

"Papà so che ti hanno chiuso. Guadagna tempo, fai come ti dico. Ho un piano" gli dico appena noto nel video del gps la sua macchina bloccata in mezzo a una via.

Decido subito di chiamare le uniche persone che ho come contatti sul telefono, ovvero i figli degli uomini di papà. Spero che sappiano già quello che è successo alla sede e che siano già un po' pronti.

Compongo una chiamata di gruppo e fortunatamente rispondono tutti e dieci subito.

"Volkov perchè cazzo ci hai chiamati? Mi hai interrotto mentre stavo a rimorchiare" esclama scocciato Milad, ovvero quello che sopporto meno di tutti.

"Se pensi che rimorchiare sia più importante che salvare il culo al tuo Zar ben venga, sarò lieto di riferirglielo se uscirà vivo dalla situazione in cui si trova. Altrimenti ti spaccherò il culo io stesso"

"Cosa è successo ?!" domanda Edvard, colui con cui vado più d'accordo.

"Mafia americana. Adesso non vi sto a spiegare. Mettetevi in macchina o in moto adesso e venite all'indirizzo che vi mando. Il più veloce possibile! La vita di papà potrebbe finire da un momento all'altro"

"Arrivo subito. Sono già in macchina comunque"

"Idem"
"Anche io"
"Stessa cosa" rispondono tutti.

"Vi ho appena mandato la posizione e il disegno di come ci dobbiamo posizionare.

Il segno rosso è dove si trova papà.
Il giallo è dove stanno gli americani, sono due macchine a sinistra e a destra con cinque uomini disposti in fila per ogni lato, vicino a papà c'è White.
I puntini blu siete voi. Lascerete le macchine un po' distanti e vi posizionerete a piedi dietro i muri.
Il puntino verde sono io, sto salendo in un palazzo e suonerò a qualcuno. Dal balcone punterò White.
Al mio ' via ' papà si abbasserà, voi sparerete al uomo più vicino mentre io al braccio di White.
Tutto chiaro? State arrivando?"

"Due minuti e siamo li" rispondono tutti insieme.

Lascio la telefonata attiva nella tasca del giubbotto mentre salgo velocemente le scale del palazzo nel quale sono entrato grazie al portone aperto.

"Mi servono due minuti, stanno arrivando gli altri"

Suono alla prima porta del secondo piano che mi trovo davanti e fortunatamente mi apre subito un uomo sulla quarantina.

*Cosa ci fai alla mia porta ragazzo?" domanda irritato.

*Avete un terrazzo che sporge a sud?*

*Si, ma puoi dirmi cosa vuoi*

*Mi chiamo Christian Volkov e se non mi fai usare il tuo terrazzo fai una brutta fine* lo avverto in modo minaccioso.

Nel sentire il mio nome sbianca, come tutti d'altronde e subito si sposta dalla porta facendomi segno di entrare.

Apro lentamente il balcone e sporgendomi di pochissimo analizzo la zona.

"Volkov siamo tutti arrivati e in posizione" mi avvisa Edvard.

"Perfetto. Tenetevi pronti al mio via"

"Papà siamo pronti. Stai al suo gioco, poi al mio via abbassati"

Sento papà rispondergli, White mette la mano sul grilletto.

"VIA!!" urlo sparando al suo braccio e prendendolo in pieno, mentre la sua pistola vola ad alcuni metri di distanza.

Il mio urlo ha distratto anche gli altri uomini che hanno alzato lo sguardo verso di me, e senza rendersene conto erano già stesi a terra.

Appena cessati gli spari papà si alza dal suolo, si avvicina alla pistola di White raccogliendola e poi mi cerca con lo sguardo.

"OTTIMO LAVORO FIGLIOLO!!" urla quando capisce dove sono. Gli sorrido e poi mi precipito subito fuori per andare da lui.

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