2. Mi sei mancato
Pov Andrey
Sono passati dodici anni dieci mesi e cinque giorni.
Dodici lunghissimi anni senza nemmeno un informazione su Lia e mio figlio.
Ho creato una squadra apposita che si occupa solo di questo ma si sono nascosti talmente bene che ancora non sono riuscito a trovarli.
Durante questo periodo il mio potere è aumentato molto, adesso sotto il mio controllo c'è anche tutta l'Europa esclusa la Turchia e l'America Latina.
I traffici di droga e armi vanno alla grande. Sono diventato ancora più spietato e senza sentimenti, uccido chiunque mi intralcia nel mio percorso senza pensarci due volte.
Non vedo l'ora di trovarli perché voglio prendermi la rivincita su quel bastardo di Mike Ross. Ma non lo ucciderò anzi lo farò soffrire lentamente dopo essermi ripreso Lia.
"ZAR!! Abbiamo possibili informazioni su di loro!!" mi informa Dominick, il capo delle ricerche, entrando di corsa nel mio ufficio.
"COSA?!?! PARLA!" ordino alzandomi dalla sedia e appoggiandomi alla scrivania.
"Ci sono delle foto sul profilo instagram di Eminem con un ragazzo che vi assomiglia. Questa mattina mia figlia mi ha fatto vedere la sua foto dicendo che le piaceva, quindi geloso come sono ho fatto qualche ricerca. Si chiama Christopher Wilson, abita a Los Angels da 3 anni ma dodici anni prima si sono trasferiti a Oxnar, quando lui aveva solo un anno e sette mesi"
"SI PARTE PER LOS ANGELS!!" esclamo al settimo cielo.
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Pov Christian
Quel bastardo ha convinto mia madre a mettermi in punizione per un mese, senza farmi allenare!
Ormai da un paio di giorni non parlo con nessuno se non con mia sorella e quando apro bocca è solo per litigare con lui.
"Chris mi aiuti ad allacciare le scarpe? Non ce la faccio!" chiede correndo verso di me la mia piccola sorellina.
"Certamente! Vieni qui!"
Appena ho finito scendiamo di sotto dove ci aspetta Mike per andare a scuola.
"Tutti in macchina su!" ci lui incita uscendo di casa.
"Vado a piedi! Entro un ora più tardi perchè manca l'insegnate" dico incamminandomi da solo.
"Allora vieni con me andiamo a fare colazione visto che inizio a lavorare alle 10"
"No grazie non ho fame" rispondo continuando per la mia strada.
"Messaggio da Sofia, torna indietro coglione e vai con papà a fare colazione magari ti sconta un po' di punizione" suona la voce di Siri nelle Airpods leggendo il messaggio di mia sorella.
"Va bene! Andiamo" rispondo un po' seccato ma questo ed altro per diminuire la mia punizione.
Lasciati gli altri a scuola, andiamo con Mike da Starbucks.
"Cosa prendi?" chiede mente si mette in fila per ordinare.
"Un frappuccino e un muffin al cioccolato" rispondo e mi metto a cercare un tavolo libero.
Alcuni minuti dopo torna con i nostri ordini, ringrazio e inizio a mangiare.
"Possiamo parlare senza litigare per una volta? Per favore" domanda appena finisce il suo donut.
"Dipende"
"Perchè non riesci a comprendere il motivo per il quale ho aiutato tua madre a scappare da li?"
"Mi ricordo come stavo con lui, ed era fantastico"
"Ma puoi comprendere che tua madre non stava bene li"
"Questo si, però penso che mi hai tolto l'opportunità di stare con mio padre e vivere la mia vita come avrei dovuto"
"Che vita avresti fatto secondo te ?"
"Non lo so sinceramente, ma non penso che sarei vissuto dentro casa come dice mamma"
"Saresti vissuto nel sangue, negli omicidi, nei traffici di droga. A dieci anni avresti imparato a usare una pistola e appena pronto avresti iniziato ad uccidere persone. Ti ho salvato da tutto questo e non sei mai stato riconoscente! Ho rischiato la mia vita per darne una migliore a te e a tua madre!" dice alzando un po' la voce nell'ultima parte.
"Ma nessuno te l'ho chiesto di darmi una vita migliore! Tu mi hai tolto la possibilità di vivere la mia vera vita !! MI HAI STRAPPATO DA MIO PADRE !! NON L'HO MAI POTUTO CONOSCERE A FONDO PER COLPA TUA!! MAGARI È UN BRAVO UOMO CHE AVEVA BISOGNO SOLO DI UNA FAMIGLIA E TU GLIEL' HAI PORTATA VIA!!" urlo perdendo la pazienza, facendo girare tutte le persone nel locale verso di me.
Senza pensaci mi alzo, prendo il mio zaino ed esco, lasciando li un Mike scioccato.
Per raggiungere la scuola mi metto le cuffie e mi incammino.
Mentre ascolto la mia canzone preferita di Eminem sento una macchina che si avvicina a me. Quando mi giro noto che è una bellissima Ferrari nera.
"Ehi!" mi saluta l'uomo al suo interno ma io non lo considero e procedo per la mia strada.
"CHRISTIAN VOLKOV! Che educazione ti ha dato tua madre! Neanche ti giri a salutarmi" dice severo.
Aspetta. Aspetta. Aspetta. Mi ha chiamato con il mio vero nome?!
Ma com'è possibile le uniche persone che lo conoscono sono la mia famiglia.
"Mi dispiace ma avete sbagliato persona!" rispondo senza rivolgergli lo sguardo.
"Io invece dico di no visto che sei la mia copia da ragazzo!"
Al sentire queste parole mi giro di scatto e incontro quegli occhi di ghiaccio tanto descritti da mia madre e quel volto che è sempre rimasto nella mia mente, solo che è un po' più invecchiato.
"Papà?!" esclamo interdetto.
"In persona!"
Appena la macchina si ferma, senza pensarci un attimo mi fiondo al suo interno abbracciandolo.
"Mi sei mancato figliolo!" sussurra dandomi un bacio sulla testa.
"Anche tu papà!"
Restiamo attaccati così per un paio di minuti poi e lui rimette in moto.
"Conosci un posto tranquillo dove possiamo parlare?" mi chiede mentre siamo fermi al semaforo rosso.
"Si è a 20 minuti da qui"
"Perfetto fai strada!" risponde girandosi verso di me e sorridendomi.
Appena arriviamo a destinazione ferma la macchina e si gira verso di me.
"Allora raccontami cosa mi sono perso!"
"Cosa vuoi sapere di preciso?" domando non sapendo da dove iniziare.
"Tutto quanto"
"Allora in famiglia siamo in 6, ovvero mamma, Mike, io, mia sorella Sofia e i due gemellini James e Jo.
Sofia ha dodici anni mentre..."
"Dodici anni ??" chiede interrompendomi.
"Si! É tua figlia, mamma l'ha scoperto 2 settimane dopo il nostro arrivo in America"
Vedo le sue mani stringersi sul volante e le nocche diventare bianche. È arrabbiato, molto arrabbiato e lo capisco benissimo.
"Papà so che sei arrabbiato ma io sono dalla tua parte. Non ho mai voluto tutto questo! Ricordo un po' quanto mi facevi divertire e stare bene." dico per cercare di farlo calmare.
"Mi fa piacere!" dice calmandosi e lasciando la presa al volante.
"Sofia sa di me?" continua.
"Si. Mamma ce ne ha parlato un po' di anni fa, ma lei non ha la mia stessa idea su di te."
"E cosa pensa? Non mi dire che chiama quel coglione papà?!"
"Purtroppo si! Ma sai lei non ti ha mai conosciuto e quindi non sa bene che persona sei. Quando mamma ci ha parlato di te è stato solo in senso negativo. Ho provato a fargli cambiare idea ma non c'è stato verso" rispondo abbassando la testa amareggiato.
"Ehi piccolo! Tranquillo non è colpa tua!" dice tirandomi verso di se e facendo adagiare la mia testa al suo petto.
"Che ne dici di venire con me ?"
"In Russia?"
"Si. Recupereremo tutto il tempo perso!"
"Ma poi sarò inserito anche io nel giro della mafia?" domando, visto che questa è la cosa che mi fa un po' più paura.
"Solo se tu vorrai. Altrimenti vivrai tranquillamente come gli altri tuoi coetanei." risponde rassicurandomi.
"Si, ci sto! Voglio stare con te papà non voglio perdere altro tempo!"
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