16. Lui è ancora potente
Mi risveglio la mattina successiva con Andrey sdraiato a mio fianco me che mi accarezzava i capelli.
Apro gli occhi lentamente e i nostri sguardi si scontrarono.
"Ti sei svegliata! Sono stato molto in pensiero visto che stai dormendo da ieri pomeriggio" dice con tono dolce.
"Visto che ti sei svegliata vado a lavorare. Tu fatti con calma una doccia e rilassati poi vieni nel mio ufficio che dobbiamo parlare." continua prima di uscire dalla stanza, non prima di avermi lasciato un bacio sulle labbra.
Forse qualcosa sto iniziando a provarlo veramente, ma non è possibile... anche se lui è molto gentile in questo periodo, non mi posso lasciare andare visto tutto ciò che mi ha fatto.
Devo comunque cercare di conquistare la sua fiducia per scappare
Pov Andrey
Mi dirigo nel mio ufficio perché tra qualche ora arriverà mio padre.
Quel bastardo !! Anche se mio padre, che ha osato far del male alla mia piccola e non può passare inosservato
Sono nel mio ufficio ormai da due ore, è ancora né mio padre né Lia sono venuti qui. Mi alzo dalla scrivania e mi dirigo a passo svelto verso camera.
Appena entro e non la vedo e vado subito nel panico. Apro la porta del bagno ma lei non è lì, controllo nella grande cabina armadio ma non c'è nemmeno.
Esco dalla camera correndo e scendo in soggiorno, ma non lei non c'è.
Provo a cercare qualche mio collaboratore ma anche loro sono spariti tutti.
Appena esco fuori vedo molti dei miei uomini stesi a terra con delle frecce nel torace. Ecco perchè non ho sentito niente.
Cosa cazzo è successo qui ?!
Pov Lia
1 ora prima...
Sono appena uscita dalla doccia e mi sto preparando per andare da Andrey.
Esco dalla cabina armadio e mi ritrovo davanti l'ultima persona che volevo vedere, suo padre...
"Come stai? Ti vedo ripresa, evidentemente sono stato fin troppo gentile. Adesso è il giunto il momento di sistemare le cose a modo mio, senza mio figlio tra le palle." dice con tono arrogante.
Quando provo ad urlare una mano dietro di me si poggia sulla mia bocca, bloccando il tentativo di chiedere aiuto.
"È inutile che provi ad urlare. Anche se Andrey ti sentisse fuori dalla porta del suo ufficio è posizionato un mio uomo pronto a ferirlo all'istante. Quindi se vuoi che non gli succeda niente vieni con me."
Annuisco con la testa e l'uomo dietro di me lascia la presa.
"Vedo che capisci. Adesso andiamo non voglio perdere tempo per la mia vendetta."
Mi afferra il polso e usciamo dalla casa silenziosamente.
Davanti all'ingresso dove di solito mi aspetta la macchina di Andrey e c'è un furgone nero, lui mi ci spinge dentro e non riuscendo a mantenere l'equilibrio cado a peso morto.
Poco dopo mette in moto e usciamo dalla villa.
———————
Dopo un viaggio a mio avviso interminabile il furgone si ferma. Volkov apre il retro e mi fa scendere.
Ricordandomi le parole di Andrey cerco, anche se mi è difficile, di fare tutto ciò che chiede, perché so che può essere molto più pericoloso.
Entriamo in una casetta diroccata, al suo interno in un angolo lontano c'è una botola che porta a un sotterraneo.
Mi sembra di tornare a quella specie di prigione sotto la villa, c'è un lungo corridoio di un grigio scuro con molte porte che si sviluppano ai suoi lati.
Gli uomini che ci stanno seguendo entrano nella prima porta a destra, mentre io con Volkov proseguiamo dritti.
Si ferma davanti ad una porta blindata, che per mia esperienza non promette nulla di buono. Toglie le chiavi dalla tasca e apre, al suo interno c'è una sedia e con degli agganci per bloccare polsi e gambe, delle catene appese al soffitto, un tavolo, è un armadietto con un lucchetto.
Appena prova a spingermi verso la sedia inizio a ribellarmi.
"La sopra non mi ci siedo!" esclamo cercando di togliere la mano dalla sua presa.
"Invece ti ci siedi senza fare storie!! Oppure ti ci faccio sedere lo stesso ma con le cattive e fidati che non sono gentile quanto Andrey."
"Non sono una stupida come credi! So che se mi siedo lì mi farai del male."
"Facciamo così, se mi dici quello che voglio non ti tocco nemmeno con un dito... Però ti siedi lo stesso!" dice spingendomi di peso sulla sedia e subito chiude le maniglie bloccandomi polsi e gambe.
"Chiama tuo padre e digli che vi vedrete in un posto appartato del vostro paese. Se gli dici qualcosa di sbagliato, non esiterò a spararti" dice con tono tranquillo puntandomi addosso la pistola.
Lo guardo con sguardo di sfida ma non rispondo.
"Forse non l'hai capito! Tuo padre lo prendo anche senza il tuo aiuto, tu mi servi solo per averlo prima. Quindi muoviti e fai come ti ho detto ho morirete entrambi."
Devo fare per forza come mi ha detto... la mia unica speranza è che Andrey stia già proteggendo mio padre anche se questo non mi rassicura molto visto che il padre è riuscito a portarmi via dalla villa, quindi vuol dire che le persone non sono fedeli a lui.
"Va bene faccio come hai detto" dico tenendo lo sguardo basso per la sconfitta.
"Dove gli dirai di incontrarti?" Mi chiede mostrandomi una mappa.
"Qui! -indico il punto- ci andavamo insieme quando ero piccola, è sulla spiaggia. Non ci sono locali e nessuno ci passa mai."
"Perfetto! Adesso lo chiamo e senza fargli capire niente gli dici che vi incontrerete li domani alle 18".
Fa partire la telefonata e dopo pochi secondi risponde.
"Pronto?"
"Papà sono io. Come va ?" dico cercando di essere il più tranquilla possibile, anche se è difficile visto la pistola puntata in testa.
"TU MI CHIEDI COME VA DOPO CHE SEI SPARITA PER PIÙ DI UN MESE ?! DOVE SEI ?" urla dall'altro lato del telefono palesemente arrabbiato.
"Papà appena sono arrivata a Milano e sono andata in chiesa, il prete aveva organizzato un viaggio di un mese in Africa e ho deciso di andare con loro papà. Papà pensavo di avertelo detto, ma evidentemente no. Scusa papà. Non succederà più papà"
"Va bene! È tutto ok?"
"Si si papà, mi sono divertita molto papà"
"Ne sono felice. Adesso dove sei?"
"Sto per rientrare papà. Papà che ne dici se domani alle 18 ci vediamo al nostro posto sul mare? Solo io e te papà"
"Ci sto! Non vedo l'ora di vederti piccola. Ti voglio bene"
"Papà anche io e salutami mamma. Ci vediamo domani papà."
Ed è così che termina la chiamata.
"Bene sei stata brava ragazzina. Adesso io devo andare a sistemare delle cose. Spero che i miei uomini ti facciano divertire".
A quel esclamazione sbianco... spero non sia ciò che ho pensato.
"Cosa vuol dire questo?" chiedo preoccupata, ma lui senza rispondere esce dalla stanza.
Flashback (Lia 12 anni)
"Amore, vieni qui! Ti devo parlare di una cosa importante"
"Si papà. Dimmi tutto" mi siedo affianco a lui e appoggio la testa sul suo petto.
"Lia sai che voi donne siete più a rischio di noi uomini su alcune cose?"
"Si certo, la mamma me ne ha parlato"
"Bene! Voglio che tu ti ricordi una cosa. In caso di pericolo, chiedi di scrivere una lettera o di chiamare un tuo parente per rassicuralo che stai bene, così da destare meno sospetti e per farmi sapere che sei in pericolo, senza che nessuno se ne accorga dici in ogni frase papà. Capito piccola?"
"Va bene, me lo ricorderò"
Adesso capisco il perchè di quelle parole di mio padre.
Lui sapeva che li fuori aveva un grande nemico e mi voleva proteggere. Spero che abbia capito il mio messaggio.
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