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📌Capitolo 8

ATTENZIONE (Capitolo contenente materiale che potrebbe ferirvi emotivamente e/o mentalmente)

"Cosa c'è ti fa male?", disse Owen ridendo ed alzandosi dalla sedia su cui stava.
"Vuoi provare e vedere come è?", gli risposi indietro.
Sì avvicinò a me e guardò verso il mio collo.
"Cosa stai facendo!?", dissi cercando il suo sguardo con gli occhi per farlo smettere.
"Resta qui, torno subito".
Risi tra me e me pensando, 'come se potessi andare da qualche parte'.

Quasi subito tornò assieme a Riff e gli indicò il mio collo, "noi non abbiamo permesso di toccarla, ma guarda cosa gli ha fatto quell'idiota".
Riff si avvicinò e guardò meglio, mi prese il mento con la mano e lo alzò da un lato.

"Che stai facendo, cosa c'è!?", dissi stufa.
"Hai dei segni, Kain ti ha presa per il collo?", chiese Riff analizzandomi.
"Cosa, sì ma perché!? Fatemi vedere", dissi allontanando il mio volto dalla mano di Riff.
Owen attivò la fotocamera sul cellulare e mi fece vedere.
"E allora? Sono solo dei segni lasciati per aver stretto troppo forte! È normale direi dopo il modo in cui abbiamo combattuto".

"No, non è normale. Non doveva toccarti, ora se lo ha fatto lui possiamo farlo anche noi e dire che volevi scappare come hai fatto con lui", aggiunse Riff.
Owen si mise a ridere come uno squilibrato mentale, "hai ragione!"

Mi si avvicinarono come due nonni pervertiti.
"Ma siete stupidi o cosa?", dissi innervosendomi.
"Shhhh...", disse Riff accarezzandomi le labbra.
"Togliti!", gli gridai contro cercando di allontanarmi ma lui mi prese il volto con entrambe le mani e mi tenne ferma per poi baciarmi.

Sentivo le sue labbra che premevano sulle mie e devo dire che non me lo immaginavo affatto così il mio primo bacio.
Spalancai gli occhi per la sorpresa e poi li strinsi quando sentì la sua lingua toccare la mia.
È stato uno schifo, cercai di togliermi da quella posizione orrenda ma non ci riuscì così usando tutto ciò che avevo a disposizione alzai una gamba e lo ferì dove non batte il sole.

Cadde a terra raggomitolandosi dal dolore indotto e Owen guardò l'intera scena basito. Sputai al bastardo a terra e guardai Owen come per avvisarlo che sarei stata capace di fare lo stesso con lui.

Mi sentì forte solo in quel momento perché poi Owen andò a slegarmi le mani, fui confusa e poi fissai la porta e con tutta quella poca forza rimanente presi la rincorsa, ma lui mi prese da dietro abbracciando la mia pancia e alzandomi mentre cercavo di liberarmi. Mi lasciò sul pavimento freddo con la schiena contro il muro.

"Ora voglio vedere se sei ancora forte e agile", disse stando in piedi e rimpicciolendomi con la sua altezza.
Riff si alzò e lo raggiunse, ancora sentiva del dolore perché camminava piegato in avanti poi toccò la spalla di Owen e quest'ultimo andò a sedersi alla scrivania mettendo i piedi su di essa.

"Ti pentirai", mi disse Riff prima di accanirsi su di me.
Mi prese per l'avambraccio e strinse forte facendomi male, poi afferrò anche l'altro braccio e me lo porto sopra la testa.
Sapevo cosa avrebbe fatto e cominciai ad urlare e gridargli di lasciarmi in pace, cominciai a piangere disperata e cercavo in tutti i modi di liberarmi.

Strinse le mie mani sopra la testa e tra le lacrime vidi il suo sorriso maligno.
Con una mano mi reggeva e con l'altra mi accarezzò il volto poi cominciò ad accarezzare il collo passando le dita sui lividi lasciati da Kain.

"Fermati! Ti prego fermati! Basta!", gridai più forte possibile, mancava poco a rimanere senza voce.
Piangevo e cominciai a tossire sentendo la gola secca. Cercavo di alzare le gambe e colpirlo ma lui era più forte di me, sì posizionò tra di esse e guardò il mio corpo con quel suo sguardo sporco.

"Farò piano, tranquilla!", disse sorridendo mentre Owen rideva facendogli il tifo.
La stanza faceva da eco alle mie grida e alle loro risate, non sapevo più cosa fare, mi mossi in tutte le maniere possibili ma non potevo fare nulla.

"Lo so che ti piace, smettila di muoverti", mi disse quasi sgridandomi.
"Smettila ti prego, ti prego!", cominciai a tossire ancora più forte in preda al panico.
"Ora mi preghi e prima ti piaceva ridere di me. Sei molto furba ma hai dimenticato che sei una ragazza".

Lo odiai ancora di più quando sentì quelle parole, maschilista schifoso.
Urlai ancora più forte quando come per punirmi mise una mano sotto la mia maglietta, toccandomi la pancia ed accarezzandola piano.
Inarcai la schiena al contatto fra il calore della mia pelle e la freddezza della sua.

"Brava, vedi che cominci a capire?"
"Ti prego lasciami, Riff ti prego, ti prego!!", implorai ma non mi ascoltava.
"Non sai quanto sei attraente in questo stato", mi disse per poi fiondarsi sulla mia bocca.
Mi baciò appassionatamente, forse fin troppo, ma a me provocava solo disgusto. Cercai continuamente di scansarmi e di muovere la testa ma non potevo fare molto.

Piangevo a più non posso, quasi non respiravo più per quanto mi sbattevo.
Girai la testa di scatto lasciando il bacio di Riff a mezz'aria, lui si innervosì ancora di più, "devi stare ferma!", disse digrignando.

"Lo hai voluto tu!", mi disse poi toccando ancora la mia pelle, andò verso il basso passando la mano sul fianco e poi sulla coscia, rise, "Owen guarda qui", cercò l'attenzione dell'amico e poi mi alzo la maglietta e passo la lingua sulla mia pancia.

Owen si mise a ridere, "sei grande amico, anzi fammi provare", aggiunse poi alzandosi e venendo verso di noi.
"Vi prego basta, farò tutto quello che volete ma vi prego lasciatemi stare!".

Era tutto inutile, oramai entrambi volevano abusare di me.
Owen mi resse le braccia mentre Riff cominciò a togliermi i pantaloni.
Cercai di agitare le gambe ma non si fermò.
Mi strapparono la maglia e rimasi in intimo, vergognandomi e implorando che cessassero.

Sentivo freddo e mi venne la pelle d'oca.
"Tranquilla tesoro, ti riscaldo subito", continuò Riff, "così stai meglio, ora posso sentire veramente la tua pelle morbida".
Si divertiva a toccarmi ed allungare l'agonia.

Owen toccò le ferite lasciate da Kain come anche il suo amico fece precedentemente, poi mi baciò lì ed arrivò alla spalla in una frazione di secondo.
"Vi prego basta, non c'è la faccio più", dissi a voce bassa poiché non avevo più aria nei polmoni.
"Adesso non sei più forte, sarai sempre una zoccola come tutte le donne", aggiunse Owen.

Mi ferivano verbalmente e si divertivano a vedermi stare male.
Owen passò la mano sul mio petto e poi mi baciò a sua volta;
Avrei preferito morire che trovarmi in quella situazione.
Urlai forte quando vidi che entrambi cominciarono a slacciarsi i jeans, il primo si sistemò tra le mie gambe e l'altro reggendo ancora le mie braccia mi fece alzare la schiena mettendosi sotto di essa.

Non sapevo più cosa fare e ormai sapevo che potevano fare tutto quello che volevano di me.
Non avevo più voce ed ero troppo stanca per continuare a piangere, chiusi gli occhi sperando di non sentire nulla anche se sapevo bene che stavo solo mentendo a me stessa.

Rimasi qualche secondo in silenzio e non sentì più nulla, poi arrivarono alle mie orecchie dei suoni di soffocamento e poi uno sparo.
Fui lasciata a terra, non sentivo più alcuna presenza su di me.
Aprì gli occhi e vidi Kain che teneva Riff per il collo e lo stringeva forte alzandolo di poco. Accanto a me c'era Owen che sanguinava da una gamba e sembrava stesse piangendo.
Non so bene cosa provai vedendoli entrambi in difficoltà ma di certo non avevo alcuna pena per loro.

Ero talmente terrorizzata da non potermi nemmeno muovere e rimasi lì a guardare.
"Siete due cretini", disse Kain con rabbia, "non vi vergognate a toccare una quindicenne? Bastardi", aggiunse poi lanciando Riff a terra e prendendo a calci Owen.
Riff si teneva la gola con una mano e andò verso di Owen mentre Kain ordinava loro di sparire.

Si aiutarono a vicenda a rialzarsi ed uscirono in fretta dalla stanza chiudendo la porta dietro di loro.
Kain guardò la porta ascoltando i loro passi sulle scale. Teneva ancora la pistola con cui aveva sparato ad Owen in mano e vedevo come la reggeva imponente.

Respiravo pesantemente e le lacrime ancora rigavano il mio viso, senza che io le stessi veramente controllando.
Il ragazzo mi guardò e lanciò la pistola a terra con rumore per poi avvicinarsi a me.
Non so perché ma l'istinto fù così forte che pur non potendo alzarmi mi trascinai indietro e alzai una mano verso di lui come per indicargli di fermarsi.

Si fermò, "scusami, non me sono accorto", disse poi con una voce calma e buona. Non sapevo veramente cosa aspettarmi da lui, non sapevo se fosse come gli altri due o meno, ma sapevo che era uno dei cattivi ragazzi.
Quello fu il pensiero che mi fece indietreggiare così.

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