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📌Capitolo 17

"Ti prego lasciami andare Riff, ti prego!", appena riparlai lui alzò la fascia impedendomi di nuovo di parlare ed io continuai a piangere disperatamente.
Non sapevo più cosa fare, provai molte volte a strillare e chiamare qualcuno, provai a chiamare Horacìo e Kain perché sapevo che stavano ancora nei dintorni della villa ma nessuno sembrava sentirmi e quella fascia non aiutava affatto.

Riff si tolse la maglietta e i jeans che indossava rimanendo a petto nudo con solo i boxer addosso.
Mi strappò la maglietta per privarmi di essa e fece più o meno lo stesso con i miei leggings. Mi ritrovai ancora nella situazione di pericolo di due anni prima e le cose stavano andando più velocemente mandandomi sempre più in panico.

Il ragazzo si sistemò fra le mie gambe e mi toccò le coscie passando lentamente sui miei fianchi per arrivare al petto ed infine alzarmi il mento per avere maggiore contatto con il mio collo. Piangevo a più non posso e respiravo affannosamente mentre il mio cuore andava a mille per la paura.

Passò le dita su tutte le ferite che avevo facendomi sentire dolore e nausea allo stesso tempo.
Mi sentivo stanca e debole, ero alla sua mercé e mi sentivo una buona a nulla.

Persi tutte le speranze ormai, lasciai che Riff facesse di me tutto quello che voleva mentre le mie lacrime scendevano silenziosamente.
Quella volta fui toccata ovunque a differenza della prima volta e avevo una grande paura di cosa sarebbe successo dopo perché sapevo per certo che tutto quello che avrei fatto sarebbe stato inutile contro certe persone.

Sentimmo forti rumori fuori e Riff come da istinto si voltò finché la porta non fu completante sfondata ed il gruppo che incontrai quello stesso giorno entrò nella stanza.
C'erano tutti, Blake, Avis, Vince e Kain seguiti da un Horacìo molto preoccupato.
"Ehy ma cosa-", furono le ultime parole di quel deficiente che stava cercando di abusare di me prima di ricevere un colpo secco in testa e cadere nel letto accanto a me.

Non riuscì a vedere tutto perché i miei occhi erano inondati da lacrime salate e la mia gola era così secca che persino dopo avermi tolto la fascia non riuscì a dire alcuna parola.
Sentivo voci ma non distinguevo realmente le loro parole.
"Es toda mi culpa, es toda mi culpa!", signor capelli ingellati stava delirando mentre Vince gli diceva di tacere.

"Lin stai bene?", sentì Avis chiamarmi mentre assieme agli altri due ragazzi cercava di slegarmi da quelle catene strane.
"La prendo io, andate fuori e controllate che non ci siano altre persone", la voce di Kain era come musica per le mie orecchie e la sua presenza mi confortava molto.

Uscirono tutti e lui mi avvolse nel lenzuolo del letto e poi mi prese in braccio, portandomi fuori da quell'orribile posto.

Le sue braccia mi sorreggevano mentre avevo la testa appoggiata al suo caldo petto.
Il suo dolce profumo mi inebriava come e volli rimanere lì per sempre, dove mi sentivo protetta e al sicuro, lontano da ogni pericolo del mondo.

Uscendo dalla stanza vidi Avis prendere a calci Joe per poi sparargli e lasciarlo lì assieme al corpo di Owen. Riff era morto ma non sapevo se fosse stato lo stesso per gli altri due.
Avrei voluto essere più forte di così, sapevo che avrei potuto in qualche maniera sfuggire a tutto ciò ma la paura si impossessò dei miei pensieri rendendomi sensibile.

"Nessuno ti toccherà mai più, è una promessa", Kain sussurrò quelle parole facendo in modo che solo io potessi sentirlo mentre voci e rumori coprivano qualsiasi altro suono.

Quel ragazzo, la sua personalità misteriosa e pacata mi era mancata.
In lui vedevo qualcuno con un gran destino e amavo sentirmi protetta da qualcuno come lui.

Non so come ma tra le sue braccia mi sentivo così comoda e a casa, che mi addormentai.
Lasciai che tutti i pensieri negativi e quella energia deludente mi scivolassero di dosso durante il sonno.
Feci fatica a svegliarmi, ero cosciente ma non volevo aprire gli occhi, non volevo rivedere le mura di quella lurida stanza piena di orribili ricordi ma poi come se mi fosse venuta un'idea mi accorsi che il cambiamento non avrebbe mai fatto male.

Un cambiamento psicologico, un cambiamento di carattere e soprattutto di attitudine. Dovevo migliorarmi e sapevo di riuscire a farlo, ripensai a tutto quello che ebbi passato, ricordai momenti brutti ed altri che lo erano un'pò meno ma non ebbi paura di loro, anzi convinsi me stessa che ricordare serviva solo a fortificarmi.

Allora aprì gli occhi, ero decisa a ricominciare da quel momento andando avanti e diventando più matura, crescendo non solo fisicamente ma anche mentalmente preparando me stessa ad assolutamente qualsiasi cosa sarebbe successa.
Quella fu una promessa per me stessa e potete stare certi che la mantenni fino al giorno d'oggi.

Mi guardai intorno, non stavo più nella mia stanza alla villa e allora ricordai cosa successe prima che mi addormetassi.
Serrai i denti e corrucciai la fronte rendendo me stessa più forte.
Mi ripresi quando notai che mi trovavo in una stanza sconosciuta, un letto non mio, probabilmente in un posto altrettanto sconosciuto.

Sentì delle voci dietro la porta e guardai immediatamente in direzione di essa per capire chi ci fosse dietro.
"Aspetta Miles, lasciala dormire!"
"Devo vederla ora, non mi interessa!"
"No aspe-"
Aprirono la porta e feci contatto visivo con la prima persona ad entrare, un volto mai visto prima di allora ed una voce che sicuramente apparteneva a qualcuno con un forte desiderio di dare ordini.
Riconobbi Avis dietro che mi guardò ed accorgendosi che ero sveglia diede uno schiaffo dietro alla testa del ragazzo davanti, "vedi? L'hai svegliata!"
"Ahia, la smetti di colpirmi?", fui certa al cento per cento che dalla voce di quel ragazzo ebbi capito anche che tipo di persona era e a dirla tutta non ero sicura se fossimo andati d'accordo o meno.

"Buongiorno Lin, scusa se ti abbiamo svegliata", Avis mi guardò con un espressione dispiaciuta.
"Tranquilla, ero già sveglia", dissi io.
"Buongiorno Aelin io sono Miles e-"
"No, tu ora vieni con me e la lasci stare finché non si alza", la mia amica prese Miles per il colletto della maglietta e lo tirò indietro facendolo uscire dalla stanza assieme a lei.

"Ma, ma io devo-"
"No, niente ma", aggiunse lei per farlo stare zitto.
"Lin quando te la senti esci, noi aspetteremo di sotto ok?"
Mi lasciò lì, a farmi domande su come ci sarei arrivata sotto pensando che mi sarei persa in quella...casa.
Scossi la testa per fare sparire le paranoie e mi alzai dal letto, poi mi venne un'idea da bambina curiosa.

Guardai bene la stanza e poi mi accorsi che stavo indossando un pigiama rosa con un orsacchiotto ricamato sopra. Mi sfuggì un sorriso e poi andai davanti allo specchio che rifletteva la luce in tutta la stanza.

Vidi il mio riflesso ed era come se mi vedessi per la prima volta, passavo le mani sul mio corpo ammirando i cambiamenti che ho avuto durante gli ultimi due anni. Non cambiai molto in volto ma divenni più alta e la crescita era evidente.

Mi accorsi di una porta bianca accanto e non potei evitare di aprirla, c'era un piccolo bagno e ne approfittai per farmi una doccia veloce e scacciare tutti i pensieri.
Non ci misi molto e quando uscì cercai i vestiti da qualche parte per la stanza.

Ovviamente non c'erano, non ebbi altra scelta che aprire l'armadio che c'era e prendere una maglia e dei pantaloni.
Uscì dalla camera chiudendo la porta alle mie spalle e mi incamminai per il corridoio arrivando a delle scale che portavano al piano di sotto, scesi e mi ritrovai sull'uscio della porta del salotto dove sedevano tutti, tranne Kain.

"Lin! Ti sei alzata!", Blake era molto sorpreso e anche gli altri lo erano ma non quanto lui.
"Chica, ero così preoccupato. Stai bene?", Horacìo mi guardò dispiaciuto.
"Sì am...Avis ho preso dei vestiti dall'armadio, spero non ti dia fastidio", dissi io ignorando le loro facce sconvolte.
"No, no assolutamente. Non c'è alcun problema", disse lei alzandosi e venendo verso di me.

"Vieni, siediti qui con noi", mi sedetti accanto a lei e poi guardai tutti non capendo il motivo della loro reazione.
Incontrai lo sguardo con quello del ragazzo che era entrato in camera.
"Posso sapere cosa succede?", chiesi rivolta a lui ma anche agli altri.

"Sì allora, Aelin lui è Miles e lavora con i federali", Vince come al solito spiegò con poche parole ma precisamente.
"Piacere Aelin, sappi che ti abbiamo osservata per molto tempo", disse Miles.
"Sì, ecco è un'pò difficile per me capire tutto quello che mi viene detto, soprattutto se sono molte informazioni quindi, potreste essere più...espliciti?", so di sembrare stupida ma volevo solo sapere cosa stava succedendo.

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