📌Capitolo 14
"Allora se offri tu non devo badare a spese, vieni che devo farti vedere tutto quello che voglio!", l'altra ragazza del gruppo si alzò e portò con sé il povero Blake che senza accorgersene si era preso la briga di pagare tutto.
Si vedeva che si conoscevano da tanto tempo ed erano molto aperti l'uno con l'altro, l'affetto che li legava era palpabile, eppure non tutti sembravano entusiasti.
Quel Kain che in un solo giorno mi era diventato nemico e protettore era scomparso per due anni per poi riapparire casualmente nella mia vita.
Avevo l'impressione che quel ragazzo sapesse più di quanto pensassi ma non avevo la benché minima idea di come approcciare un discorso con lui.
"Potreste dirmi perché mi sono dovuta lanciare sul lato del camion? Non sono davvero sicura di aver capito quello che è successo", mi meritavo una spiegazione in fondo.
"Giusto ti devo una spiegazione, vedi la cinta che ti avevo detto di indossare era metallica ed elettrica, con te che facevi da punto rigido sono riuscito a fare passare il cavo sotto le ruote che si sono sgonfiate al contatto e di conseguenza il camionista è stato costretto ad accostare perché stava perdendo il controllo".
Cercai di non esprimere a voce un 'waaa' come sospresa ma la mia espressione era così chiara che Vince sorrise orgogliosamente.
"Di cosa state parlando?", Avis tornò con un vassoio pieno di pasticcini e dolciumi mentre Blake portava delle bevande in lattina.
"Vince mi ha spiegato meglio la situazione di quando mi sono lanciata sul camion", aggiunsi io spiegando tutto con poche parole.
"Ah sì, ragazzi prima io ed Avis stavamo parlando con Lin ed è probabile che abbiano mentito a qualcuno", Blake si fece serio e si sedette.
"In che senso?", Kain si intromise e vidi come si accomodò meglio al suo posto sporgendo in avanti le braccia per avere un maggiore contatto visivo con Blake e gli altri.
"Beh è probabile che abbiano mentito a qualcuno, o a noi o a lei, perché le storie non combaciano", dopo aver parlato Blake mi guardò facendomi capire che voleva che parlassi io, accennai.
"A me Calamorra ha specificamente detto che è stato lui la causa della morte dei miei genitori e mi ha ricattata per rimanere con lui. Alla villa mi ha fatta partecipare a lezioni private e diversi corsi di autodifesa e altro ma è durato solo un anno perché poi mi ha sparato e sono rimasta quasi sempre nella mia stanza", parlavo e tutti ascoltavano in silenzio.
"Poi parlando con Avis e Blake ho scoperto altro, a quanto pare mio padre era un alleato di qualche gang nemica di Calamorra e sono stati loro ad uccidere i miei genitori. Se facevamo parte della stessa squadra perché avrebbero dovuto ucciderli? E poi mio padre un alleato? Non ne sono così sicura.
Inoltre Calamorra mi terrebbe per ricevere informazioni su mio padre 'l'alleato' ma non so davvero come farebbe. Io non so nulla di nulla e questa confusione mi sta dando davvero fastidio". Finì di parlare con un sospiro, dissi tutto un'pò d'un fiato e guardai le lattine sul tavolo, poi allungai la mano e ne presi una.
"Non puoi fare qualche domanda a Horacìo? Credo che essendo una delle prime persone che hai incontrato saprà qualcosa no?", Vince porse l'idea e sentì lo sguardo di Kain persistere su di me. Sapeva che stavo pensando a lui.
Assieme ad Horacìo anche lui fu uno dei primi che incontrai all'inizio di tutto e come Horacìo poteva sapere qualcosa anche lui poteva benissimo fare lo stesso.
Lo guardai ma il mio sguardo non esprimeva nulla, "forse posso chiedergli qualcosa", ciò che dissi era riferito ad Horacìo certo, ma guardai Kain perché in realtà avrei voluto sapere di più da lui.
"Guardate chi è arrivato", Avis distolse lo sguardo dalla porta del locale e sussurrò indicandoci le persone che entrarono in quel momento.
Guardai a mia volta assieme agli altri e il respiro si fermò in gola quando riconobbi due delle figure dall'altra parte del locale.
"Cosa ci fanno qui, non è il loro solito locale", Blake era infastidito quanto Avis dalla loro presenza.
Non potevo parlare, loro però si accorsero della nostra presenza e si avvicinarono.
Feci per indietreggiare ma solo allora mi accorsi che stavo seduta attorno ad un tavolo e non potevo fuggire da nessuna parte.
"Stai bene?", Avis si accorse del mio comportamento e mi guardò confusa.
"Vi hanno detto anche di quello che è successo prima che andassi alla villa?", dissi io senza distogliere lo sguardo da coloro che stavano venendo verso di noi.
"Non proprio, perché?", non potei rispondere a quella domanda perché ormai stavano di fronte a noi.
"Che casuale incontro! Deve essere stato proprio il destino a farci incontrare tutti qui!"...Sentire la voce di Owen mi fece passare un brivido lungo la schiena e vedere che lui e il suo amico mi guardavano mi fece mancare ancora il respiro.
"Guarda chi si rivede, mi sei mancata bambolina", stavolta fu Riff a parlare e quel tono sarcastico da psicopatico non era apprezzabile.
"Cosa volete", Vince si alzò confrontandoli faccia a faccia, a quanto pareva la relazione tra di loro non era delle migliori.
"Non c'è bisogno di essere così aggressivi Vincent, abbiamo solo sentito che avete un nuovo membro e...volevamo conoscerla, anzi, volevamo rivederla", ancora una volta lo sguardo maligno di Riff incontrò il mio.
"Non vi ho mai sopportati, andatevene, non siete i benvenuti qui", Avis si alzò ed alzò la voce seguita da Blake che cercava di calmare le acque.
"Tranquilla non siamo venuti per litigare, ce ne andremo"
Avis cercava ancora di stargli contro e mostrargli che pur essendo più alto di lei non la intimoriva così decisi di porre fine a tutto e mi alzai per poi toccarle la spalla e prenderle il braccio, "Dai non ne vale la pena".
"Stranamente non sei più spontanea e diretta come due anni fa, è questa la conseguenza alla nostra...avventura?", Riff ora mi stava molto più vicino poiché mi ero alzata per raggiungere Avis e non esitò affatto a riportare ricordi spiacevoli.
Lo guardai e senza preavviso lui mi prese la mano e la baciò come un tempo si faceva per rispetto. Lui non lo fece per rispetto, ma per vedermi tremare al suo tocco.
"Non toccarla", Kain si alzò e venne accanto a me facendomi da ombra, diede una spinta al maleducato che mi si parava davanti attraendo l'attenzione di tutto il locale.
"Andiamo, parleremo un'altra volta", Owen chiamò il suo amico che prima di girare i tacchi mi osservò da testa a piedi e poi sorridendo replicò, "a quanto vedo colui che ti ha rapita ora ti è alleato. I vostri amici sanno del vostro incontro? Ci vedremo ancora bambola".
Se ne andarono e noi stavamo ancora in piedi basiti dall'accaduto. Non è stato un buon incontro e rivedere quei due ebeti non fece piacere a nessuno.
"Cosa è successo tra voi", Vince era serio e guardò me e Kain facendoci sentire colpevoli.
"Sapevamo che voi due vi conoscevate, ma non sappiamo come vi siete incontrati e tanto meno come Riff e Owen conoscano te", alla fine del suo discorso chiese a me e come risposta guardai in basso.
"È difficile da spiegare"
"Ti hanno fatto qualcosa quei due?", Blake chiese con uno sguardo speranzoso che la mia risposta fosse un no.
"Sì, loro...hanno cercato di-", mi era difficile dirlo, era solo una parola ma non riusciva a pronunciarla, dicendola nella mia mente veniva accompagnata da immagini che avrei tanto voluto dimenticare.
"Non dirmi che ti hanno davvero-", Blake aggiunse prima di essere interrotto da Kain.
"Avete capito cosa intende, non c'è bisogno che ve lo dica. Due anni fa Horacìo mi chiese di portare Lin alla vecchia casa in periferia, sono stato io a rapirla".
Non aveva uno sguardo dispiaciuto ma il suo tono di voce lo era e non poco.
"Perché lo hai fatto", Avis chiese non capendo il motivo.
"Io non-"
"Non importa, è passato. Io sto bene, è questo l'importante", non volli sentirlo parlare di cosa è successo.
"Se non vi dispiace io dovrei tornare alla villa, potreste accompagnarmi?", aggiunsi.
"Sì, ti porto io che devo comunque andarci".
Kain si offrì subito di accompagnarmi e mentre prese le chiavi dell'auto dalla tasca per alzarsi e dirigersi all'uscita io guardai i ragazzi e li salutai dispiaciuta, "scusatemi per tutto, ci vediamo ok?".
"Sì certo, stai tranquilla, non è stata colpa tua ma di quegli idioti di Owen e Riff. Spero di rivederti presto", Avis mi abbracciò ed io ricambiai.
"Ciao Lin, alla prossima missione", salutai anche Blake con un abbraccio ed infine Vince che accennò per farmi stare tranquilla.
Li salutai ancora una volta con la mano e poi andai fuori dove Kain aspettava girando le chiavi sul dito, appena mi vide aprì la portiera per farmi entrare e poi salì a sua volta.
Era un'auto bassa e stretta, perfetta per le corse o per i lavori che venivano chiesti da Horacìo ed Estebàn.
Il ragazzo fece partire l'auto ed il suono del motore ruggente era musica per le mie orecchie. Una buona auto si capisce dal suo motore in fondo no?
Uscimmo dal parcheggio del locale e ci dirigemmo verso la villa mentre io guardavo fuori dal finestrino tenendo la cintura di sicurezza con le mani.
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