3. Limone
Vi piacciono Eva e Vieri? :) Buona lettura <3
Eva
Il ricevimento continua, gli sposi aprono i balli, e proprio quando Vieri mi guarda e fa per parlare, magari per chiedermi di ballare, una nonnina lo prende per il braccio e dice «Giovanotto, vorresti ballare con me?»
E in quel momento le lancio un'occhiataccia. C'ero prima io.
Mentre lui si alza e va via mimandomi un "dopo vengo a prenderti" (che mi fa sorridere come una scema), Teo mi si avvicina il più possibile e mi guarda minaccioso, «Quando volevi dirmelo che te la fai con el filosofo de veldà?»
«Chi?»
«Villabanks» dice esasperato.
Alzo gli occhi al cielo, «Non me la faccio con Villabanks» Non ancora. «E tu invece che mi dici di Amanda?»
Lui inizia a balbettare frasi senza senso e allora lo zittisco, «Hai intenzione di dirle che ti piace?»
Lui ci pensa un attimo e poi fa «Uhm, no» con tanto di sorriso scemo.
«Bah, fai come vuoi»
«La vecchia ti ha rubato lo spasimante a quanto pare.»
«Ma che spasimante?! Gli ho solo sputato addosso la bruschetta.»
«Non le sai dire le bugie, sai?»
Scuoto la testa e mi allontano dal tavolo, prima che un altro moccioso mi chieda di nuovo se ho giochi sul telefono.
Dato che il mio Martini è andato a farsi benedire, mi verso dell'acqua e scrivo a Tanya che Vieri è qui.
Lei mi risponde in un nanosecondo: Oddio non ci credo! S C O P A T E L O ! Adesso, subito, prendilo e fallo tuo!!!!!!
Digito in risposta: Mi sembra un pò estremo eh...
Lei ribatte: Estremo è il sesso che dovreste star facendo e invece stai qua a parlare con me :)
E allora io dico: Ma magari prima limonare, come primo passo, che dici?
E lei: Si dai ci può stare
Okay, obiettivo della giornata: limonare con Villabanks.
Lo cerco tra la folla e appena lo vedo trattengo una risata: sta cercando di scollarsi gentilmente la nonnina, ma non mi sembra che ci stia riuscendo.
Lui si guarda intorno e quando mi vede mima con la bocca un "aiutami" e allora vado verso di lui.
Non appena sono abbastanza vicina poso una mano sulla spalla di Vieri e facendo una faccia seccata gli dico «Sbaglio o mi avevi promesso un ballo?»
Lui mi regge il gioco e fa «Ah si scusami, l'avevo dimenticato...» poi si rivolge alla vecchietta «Le dispiace se...?»
Lei ci guarda e dice «Certo, caro... Ma fate i bravi, mi raccomando!» E mi lancia un'occhiata di avvertimento. Simpatica.
Si allontana, e allora Vieri mi dice «Posso avere questo ballo?»
Io faccio un inchino e annuisco.
Mi prende per i fianchi e mi avvicina a sé, io poggio le mani sulle sue spalle e iniziamo ad ondeggiare tra le alte persone, mentre un lento risuona dall'impianto del DJ.
Non è per niente male a ballare.
«Ovviamente nonna Bettina ha tutto un altro fascino» dico ironica.
«Si sai, penso di essermi preso una cotta per lei»
Io rido, «Anche se ti eri promesso che era l'ultima volta?»
«Ah... Vedo che qui qualcuno ha ascoltato le mie canzoni» dice con un sorriso compiaciuto.
«Proprio così, ma non ne capisco granché di spagnolo»
«Che peccato... Porque tienes una linda sonrisa»
Io aggrotto la fronte mentre cerco di tradurre ciò che mi ha detto, e devo dire che sentirlo parlare spagnolo mi fa un certo effetto.
«Non ho capito granché però suonava bene quindi facciamo finta che fosse un complimento.» Faccio spallucce.
Lui sorride e scuote la testa, il suo naso si arriccia in un modo adorabile. Le sue mani sono ben salde sui miei fianchi, ma mi sembra che i nostri corpi siano un pò troppo distanti. Lo attiro più vicino a me e lo guardo innocentemente, «Eri troppo lontano» mi giustifico.
«Traviesa» mi dice, con aria di sfida.
«Okay questo lo voglio sapere cosa significa»
«Lo sai già che lo sei.»
«Si, ma non in spagnolo» dico ovvia.
Lui ride sommessamente e guarda da un'altra parte, riesco a sentirlo dire «Cattiva»
«Uhm... Non mi pare che ciò ti disturbi, anzi»
Vieri fa per rispondermi, ma viene interrotto dal tintinnio di un bicchiere: qualcuno sta per fare un annuncio.
Guardo verso il palchetto del DJ e vedo zio Jacques con Irina, «Vi ringraziamo tutti di cuore per essere venuti, veramente. E grazie mille per tutti i regali» Ma quando li hanno aperti? «Per ringraziarvi, abbiamo nascosto un tesoro in questo palazzo, chi lo troverà potrà tenerlo! Dividetevi e andate a cercarlo!»
«Dai andiamo!» Mi dice lui e inizia a trascinarmi fuori dalla sala.
«Come mai tutto questa voglia di trovare questo tesoro?»
Mi porta fino ad un corridoio pieno di quadri e porte e si gira a guardarmi «Mi piacciono le sfide» ammette.
«Uhm si, sembri proprio il tipo a cui piace competere.»
Mi avvicino a lui, mettendogli una mano sulla spalla e avvicinandomi al suo orecchio per dire «Chi arriva prima in fondo al corridoio?»
Ci guardiamo per un attimo, dopodiché schizziamo lungo il corridoio, ridacchiando come due scemi.
Per un soffio Vieri arriva prima di me ed inizia a fare un balletto della vittoria.
«Sei arrivato prima solo perché avevo i tacchi e sono più bassa di te»
Lui aggrotta la fronte, «E che c'entra che sei più bassa di me?»
Incrocio le braccia e dico ovvia: «Hai le gambe più lunghe»
«Non penso questo mi abbia dato un vantaggio determinante anche se...»
Non gli do il tempo di finire la frase che gli metto una mano sulla bocca. «Shh»
Lui si toglie la mia mano dalla bocca e dice sottovoce «Okay non accettare la sconfitta, però così...»
«Hai sentito anche tu?» lo interrompo.
Lui scuote la testa, e io gli indico l'altro lato del corridoio. Dopo pochi secondi si sentono di nuovo delle voci, provenienti proprio da lì.
Prendo Vieri per il braccio e ci infiliamo dietro ad una pesante tenda rossa.
«Perché ci siamo nascosti?» Mi chiede a bassa voce.
«Penso che siano Teo e Amanda»
«Ma chi è Amanda?»
«Una sua "amica" di cui è palesemente perso.»
«Ah»
Sbircio dalla tenda e li vedo infilarsi in una delle stanze del corridoio, a giudicare da come camminano penso anche che siano un pò brilli.
«Si sono appartati in una stanza» dico.
«Ah, e quindi?»
«E quindi voglio scoprire cosa vogliono fare.»
«Tesoro, non penso tu debba spiarli per immaginare cosa stiano per fare.»
Mi giro verso di lui per guardarlo male, ma mi rendo conto che siamo molto più vicini di quanto pensassi. Mantengo lo sguardo sulla macchia di pomodoro che ha sulla camicia perché, per qualche motivo, ho paura di incrociare i suoi occhi.
«Eva?»
«Si?» É la prima volta che pronuncia il mio nome.
Allunga le dita verso la mia guancia e delicatamente mi fa alzare la testa per guardarlo negli occhi.
«Sei molto bella, ti dona questo vestito.»
Sorrido, presa alla sprovvista. «Anche se puzza di Martini?»
«Anche se puzza di Martini.» Ripete lui.
«Grazie, anche tu non sei male»
Lui ride sommessamente e dice «Non c'è bisogno che ricambi il complimento»
«Lo penso davvero che sei bello anche tu»
Mi prende per la vita e mi avvicina ancora di più a sé, «Ah quindi adesso sono bello?»
Alzo gli occhi al cielo, «Come se non te lo dicesse qualsiasi ragazza che incontri.»
«Uhm, mi dicono che sono figo, ma bello non me lo dicono spesso.»
I nostri visi sono a pochi centimetri di distanza e sento il suo respiro sulle mie guance.
Non so come rispondere a ciò che ha detto, la sua vicinanza mi fa uno strano effetto.
Guardo le sue labbra e quando torno a guardarlo negli occhi, vedo che anche lui stava guardando le mie. Mi avvicino di poco e i nostri nasi stanno quasi per toccarsi, le sue mani sono ancora ferme sui miei fianchi. Fa scivolare le braccia dietro la mia schiena fino ad incrociarle e adesso mi tiene stretta contro il suo petto.
Inclino la testa di lato e gli tocco la guancia con la mano, al che lui chiude gli occhi, come per godersi ancora di più il mio tocco.
Dopo pochi millisecondi li riapre, «Sarebbe stupido baciarti adesso?» mi chiede sottovoce, tanto che riesco a sentirlo a stento.
Scuoto la testa, «No, per niente.»
E in un attimo colma le distanze tra noi e mi bacia lentamente.
Mi alzo sulle punte, mentre le sue mani si muovono sul mio corpo: una sale verso il mio collo, l'altra scende verso il mio fondoschiena.
Il bacio inizia lento e sinuoso, finché non lo spingo leggermente contro il muro e lui mi attira ancora di più a sé. Vieri inizia a lasciarmi dei baci dalla guancia fino al collo per soffermarsi lì. Inizio a respirare in modo più pesante e ad avere i brividi, sentendo il suo respiro sul mio orecchio. «Tutto okay?» mi chiede e io annuisco in risposta.
D'un tratto però si allontana e con un tono molto basso dice «Dovremmo tornare di là», aggiustandosi il colletto della camicia.
Sbatto gli occhi un pò di volte, non capendo: perché ha deciso di fermarsi adesso?
Mi metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e, schiarendomi la voce, dico «Si, certo... Ehm... Io dovrei andare un attimo in bagno»
Lui mi indica la porta alla sua destra su cui sta scritto "TOILETTE".
Mi avvio in quella direzione e lo sento dire «Ti aspetto qui.» Annuisco distrattamente.
Una sensazione strana mi monta dentro, come se fossi stordita. Dopo aver chiuso la porta del bagno, mi siedo sul coperchio del gabinetto e poggio i gomiti sulle ginocchia.
Prendo il telefono, non ho la minima idea di quanto tempo sia passato, ma guardando l'orario noto che si tratta solo di mezz'ora.
Sento qualcosa cadermi sui capelli, lo prendo e osservandolo capisco che è un pezzo di festone dorato come quelli nella sala del ricevimento.
Alzo la testa per capire da dove arrivi e lo vedo: un pacco regalo sospeso dal soffitto.
Ho trovato il tesoro.
Corro fuori dal bagno e dico «Vieri! L'ho trovato!»
Ma nel corridoio non c'è anima viva.
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