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28. Finita

Tell Jesus, that the bitch is back (per ora) ;)

Mi rigiro nel letto per ciò che resta della notte, chiedendomi perché io sia stata così stupida da lasciarlo andare via così. Le lacrime mi solcano le guance e tiro su con il naso: mi rende terribilmente frustrata non sapere dove stia andando e cosa stia facendo Vieri. Pensavo che finalmente stesse andando tutto bene tra noi e invece, ancora una volta, mi sta nascondendo qualcosa. Tocco il materasso accanto a me, ma so già che è freddo e vuoto.

Sbuffo, passandomi una mano sul viso. Poi sento la porta aprirsi, ma non voglio neanche girarmi per vedere chi è.

Avverto però un odore di buono, di qualcosa da mangiare e il mio stomaco brontola.

A prescindere da chi sia entrato, forse se resto ferma e fingo di dormire se ne andrà.

Ovviamente no.

«Ehi», è Tanya. Non ce l'ho più con lei, anche perché, a pensarci bene, Vieri ha detto delle cose vere su come mi sono comportata. Le do comunque le spalle perché non ho le forze di girarmi a guardarla.

Sento il corpo estremamente pesante.

«Greta ha preparato la colazione per tutti...» prende una pausa, per poi dire, «Mi dispiace di non averti detto di me e Teo»

Mi schiarisco la voce, prima di parlare, «Non preoccuparti» la rassicuro, ma con una voce estremamente roca, «È tutto okay, ho esagerato io.»

Sento i suoi passi avvicinarsi sempre di più al bordo del letto, «Stai bene?»

Lancio un'occhiata verso di lei, che nel frattempo ha fatto il giro del letto.

«Una meraviglia» rispondo, e non provo neanche a mettere un pò di convinzione nel mio tono, perché il modo in cui tiro il naso subito dopo mi tradisce.

«Oh, tesoro» dice Tanya triste, avvicinandosi per abbracciarmi. «Che è successo?»
Affondo nelle sue braccia, ma non voglio scoppiare nuovamente a piangere, «Se n'è andato, non so quando torna, non so dov'è»

Soffoco un singhiozzo, «Ogni volta che le cose tra noi vanno un pò meglio... Lui scompare nel nulla o si comporta da idiota» prendo un sospiro prima di continuare, «Poi c'è la questione dei delinquenti che gli stanno alle calcagna e-»

«Quali delinquenti?» Mi interrompe Tanya, sciogliendo l'abbraccio per guardarmi negli occhi.

Mi ricordo in quell'istante che non gliene ho nemmeno parlato, «Persone che gli hanno fatto un favore adesso... lo usano per fare cose losche»

«Okay...», lei sospira aggrottando le sopracciglia, «In qualche modo, non chiedermi come, me lo aspettavo... e mi stupisco anche che lui non sia un drogato»

Mi stropiccio l'occhio con il pugno, «Lo era» chiarisco io.

«Uhm...» dice, come se adesso tutto avesse senso.

Restiamo un pò in silenzio, e lei mi fissa come se aspettasse che dicessi qualcos'altro.

«Che c'è?»

«Cosa hai intenzione di fare?»

Guardo verso la finestra, nella speranza di vederlo rientrare da un momento all'altro, «Non lo so... posso non fare niente?»

«Eva...»

«Fingermi morta?»

Mi incenerisce con lo sguardo per poi darmi una botta sulla fronte, «Non è tra le opzioni»

«Ahi, mi hai fatto male! Sono un soggetto fragile al momento!»

Lei alza gli occhi al cielo, «Farà più male se non vedi di chiarire cosa sta succedendo una volta per tutte»

Sbuffo, affondando di nuovo nel materasso, «Non voglio fare niente, Tanya. È tutto inutile»

Resto a fissare il soffitto in silenzio e anche la mia migliore amica rimane in silenzio.

Finalmente dico la frase a cui ho cercato di non pensare per tutto questo tempo: «Per me è finita.»

«Ti hanno mai detto che l'obiettivo di usare delle posate è mangiare senza sembrare un cavernicolo?» Chiedo a Teo, mentre lo guardo ingurgitare mezzo chilo di pollo, con contorno di riso e verdure. Dieta di ogni ragazzino fissato con la palestra, ovviamente.

Lui non si disturba neanche ad inghiottire e mi risponde, masticando «E allora che gusto ci sarebbe? Non potrei darti fastidio»

Alzo le sopracciglia, infastidita, «Dio, sei così stupido quando fai così», rivolgo lo sguardo verso la mia migliore amica, «E tu ti frequenti con questo... coso» la accuso, puntandole il dito contro.

Tanya fa spallucce, «Si, ma è così adorabile»

«Bleah» Esclamo, tornando al mio pollo. Lo spingo da un lato all'altro del piatto con la forchetta, tenendomi la testa sul palmo. In realtà avrei anche evitato sedermi a tavola, ma non me la sentivo di preoccupare tutti, per cui ho provato almeno a mangiare qualcosa.

Mi ritrovo a pensare a cosa stia facendo Vieri, se sia nei guai, se la sua fosse l'ennesima trovata per evitare che fossi in pericolo. Ma più di tutto mi chiedo se ci sia un modo per tirarlo fuori da tutta questa storia.

«Gli hai fatto fare almeno 10 chilometri a quel povero pollo, Eva», Greta mi tira fuori dalla mia spirale di pensieri, e accenno solamente un sorriso tirato, sperando che nessuno si accorga del mio umore.

Ovviamente impossibile.

«Che fine ha fatto il giovanotto che era nella tua camera stanotte?» Chiede Greta facendomi sobbalzare.

«Intendi Villacoso?» Borbotto sfottendola, facendo finta di non voler morire.

Lei mi fulmina con lo sguardo, «Non è divertente»

«È sgattaiolato fuori dalla finestra, non so dove sia e non so neanche quando lo rivedrò... o se lo rivedrò» farfuglio.

Lei inarca le sopracciglia scuotendo la testa, «Uomini...»

«Siamo creature semplici in realtà» sbotta Teo, prima di alzare gli occhi al cielo.

«Talmente semplici che a volte mi chiedo se abbiate un cervello» ribatto, sorridendo in modo finto.

D'un tratto mi si chiude completamente lo stomaco e sento un senso di nausea che mi costringe ad alzarmi da tavola.

«Tutto okay, Eva? Non hai quasi toccato cibo»

«Penso che andrò a farmi un giro» dico, cercando di uscire il più in fretta possibile da casa.

Mi infilo le scarpe da ginnastica e sgattaiolo fuori, mormorando un "ciao", senza neanche guardarmi indietro.

A passo svelto giro infondo alla strada e mi allontano un pò. Per la fretta ho dimenticato le cuffie, quindi non potrò neanche ascoltare un pò di musica. Fanculo.

Cammino per dei minuti, quasi fino a uscire dal mio quartiere di Milano.

Dopo qualche giorno, non è ancora cambiato niente. Dormo, provo a mangiare e a stare un pò con gli altri, ma non è cambiato niente. Tanya mi ha fatto compagnia, ma niente sembra tirarmi su il morale.

Sento il telefono vibrare, lo estraggo dalla tasca sbuffando. Aggrotto le sopracciglia quando mi rendo conto che è Eleonora. Ci siamo scambiate i contatti al concerto, ma non ci siamo scritte.

«Pronto?» Dico, curiosa di cosa abbia da dirmi. La paura che sia successo qualcosa di grave a quell'idiota mi balena in testa.

«Ehi, Eva»

Mi rassereno quando sento il suo tono rilassato. Tuttavia, ho l'impressione che ci sia qualcosa che non va.

«Tutto okay?» Mi chiede, vaga.

Annuisco anche se non può vedermi, «Si»

Inizio a giocare con un filo della mia maglietta.

«Sicura? Non vorrei essere invadente, ma dal tono non sembra per niente»

«Non è niente» dico, sbrigativa, «Tu stai bene?»

«Si, io tutto bene...»

«Ele?»

«Uhm?»

«Perché ho l'impressione che tu abbia qualcosa da dirmi?»

Lei fa una pausa, dopodiché dice «Si tratta di Vieri»

Sussulto sentendo il suo nome, ma poi mi passo una mano sulla fronte, «Cosa è successo?»

«Si sta mettendo nei casini a livelli che non credevo neanche possibili: si è infilato in un sacco di risse solo per menare e farsi menare. Per non parlare di altre cose che-»

Cerco di raccogliere tutte le mie forze per dire la frase che devo dire: «Non sono affari miei quello che lui fa»

Lei resta interdetta, «Come? Io credevo...»

«Ele, se vuole fare cazzate io non sono nessuno per impedirglielo»

«Ed è qui che ti sbagli!» Esclama, vittoriosa.

Sbuffo, mentre lei continua: «Tu sei l'unica che può fargli tornare la ragione»

Ridacchio, notando solo in quel momento lo stato in cui la mia camera è ridotta. Che schifo. «Non credo proprio» dico, tornando con la mente alla conversazione.

«Senti» dice, più dolcemente, «immagino che tu sappia che tipo di gente lo sta ricattando»

La mia unica risposta è un «Uh-uh».

«Se continua così lo faranno fuori.»

SPAZIO PER DIRMI CHE NON MI ODIATE / TEORIE SU COSA SUCCEDERÀ

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