Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

26. Lenzuola

Buon pomeriggio cucciole,

Come va? La scuola vi ha già rotto le palle? Ci penso io a tirarvi su con questo capitolo eh eh...

Eva





Ci stacchiamo, e mi viene in mente tutto a un tratto che non ho la minima idea di come far entrare Vieri senza che nessuno se ne accorga.

Lui fa per aprire la portiera della macchina, ma lo blocco dal braccio, «Ehm... Vieri?»

«Si?» Chiede, aggrottando la fronte, «Ci hai ripensato?»

«No, no... È che...», mi mordo l'interno della guancia, cercando un modo per spiegarmi.

Lui alza le sopracciglia, invitandomi a continuare.

«Ti scoccerebbe entrare dal retro?»

«Ehm... Perché?»

Sembra visibilmente confuso dalla mia richiesta, se non quasi offeso.

«Vorrei evitare presentazioni che è meglio non fare adesso» spiego, sbrigativa.

«Ah. Ci sono i tuoi?» Chiede, leccandosi le labbra.

Scuoto la testa, «No, peggio. C'è la mia babysitter barra governante»

«Non sei un pò grande per avere una babysitter?»

Sbuffo, «Entra da dietro e basta» dico in modo secco.

Lui fa una ghigno ammiccante, ma non gli do il tempo di rispondere e gli punto un dito contro, «L'hai capito cosa intendevo e, se provi a fare un doppio senso, ti picchio» lo minaccio.

Lui alza gli occhi al cielo, esasperato.

Dopo una breve spiegazione a proposito di dove deve andare, scendo dalla macchina ed entro in casa.

Saluto Greta che, come al solito, sta guardando la tv in soggiorno e le do la buonanotte.

Tuttavia lei proprio stasera ha una particolare voglia di chiacchierare, «Com'è andata la serata?»

«Bene!» Dico, con tutta l'intenzione di sgattaiolare via.

Mentre ho già un piede fuori dalla porta, lei continua «Non mi racconti niente?» Chiede, contrariata.

«Ehm... Vediamo, sono andata a una festa e c'era un cane bellissimo, poi abbiamo giocato a Paranoia»

«Paranoia? Che roba è?»

Tamburello con le dita sulla mia coscia, «Un gioco per ventenni in cui ogni frase diventa un doppio senso, molto divertente» gesticolo a caso mentre lo spiego.

«Ah, ho capito...»

«Beh, buonanotte!» ripeto, sfrecciando fuori dal soggiorno. La sento borbottare qualcosa.

Mentre cammino molto velocemente per andare in camera mia prego che nessuno si accorga del mio ospite stasera. Prima di farlo entrare comunque, voglio dare un'occhiata a camera mia, per essere sicura che sia tutto in ordine.

Abbasso la maniglia ed entro, ma mi prende un colpo quando trovo Vieri disteso sul mio letto, che mi guarda come se mi stesse aspettando da ore.

«Come sei...?»

Fa spallucce, rigirandosi tra le mani il libro che avevo lasciato sul comodino, «Sono salito per le scale antincendio fino al balcone e poi sono entrato»

Lancio un'occhiata alla porta finestra, che è stata riparata da pochissimo, e che ho dimenticato di chiudere.

Incrocio le braccia, «E come facevi a sapere quale fosse di preciso camera mia?»

Lui guarda da un'altra parte, «Quando sono venuto a prenderti per andare al sushi potrei averti spiato»

«Mi hai spiato?» Ripeto, incredula.

«Non dovresti girare nuda per camera tua, sai?», torna a guardarmi con un sorrisetto, mettendosi a sedere.

«Vieri!» Lo rimprovero, avvicinandomi per colpirlo sul braccio. Come sempre riesce a bloccarmi prima che possa toccarlo, tenendomi il polso, «Non mi colpirai bimba,» dice a bassa voce, «al massimo lo farò io, sul tuo bellissimo culo»

Posa il libro che aveva in mano di nuovo sul comodino, subito dopo passa il palmo sul mio sedere e, dopo averlo accarezzato, lo colpisce facendomi sussultare.

«Lo sai quanto mi piace quando ti fai fare quello che voglio?» Mi chiede, dandomi un altro schiaffo sul sedere. Non riesco a trattenere un gemito di piacere, anche se so che dovremmo fare più silenzio possibile. Passa di nuovo la mano su di esso, ma stavolta lo stringe e basta.

Posa un bacio sulla mia pancia e in un secondo la mia pelle si riempie di pelle d'oca.

Vieri si alza e mi prende di peso e mi butta sul letto. Si sporge verso di me, posizionando il ginocchio tra le mie gambe, facendomele distanziare.

«La mia bimba, così bella...» sussurra, prima di avvicinare le labbra al mio naso, dandomi un bacio.

Porto le braccia attorno al suo collo, tirandolo verso di me per sentirlo tutto sul mio corpo.

Ma lui fa forza nel senso opposto, sgusciando fuori dalla mia presa, per poi mettersi di nuovo in piedi e iniziare ad aprire i cassetti del mio comodino.

Mi sollevo sui gomiti per guardarlo, «Che stai facendo?» Chiedo, mentre lui cerca qualcosa.

«Spogliati, resta solo con le mutandine» mi ordina, senza distogliere lo sguardo dal contenuto del mio comodino.

Curiosa, mi tolgo le scarpe e i calzini, i pantaloni e la maglietta. «Anche il reggiseno» mi ricorda lanciandomi un'occhiata, proprio quando estrae il suo regalo dall'ultimo cassetto. Infila le batterie nello scomparto apposito e poi rivolge gli occhi verso di me, che sto facendo scendere le spalline del reggiseno lungo le braccia per toglierlo.

«Vieni più vicino» dice, inchiodando gli occhi su di me.

Mi posiziono seduta con l'incavo delle ginocchia che tocca il lato del materasso, e lui in piedi si insinua tra le mie gambe, guardandomi dall'alto.

Si lecca le labbra, come se stesse guardando il cibo più appetitoso sulla terra.

«Pronta?»

«Parla piano» gli ricordo.

Lui schiocca la lingua, «Presto non sarò io quello che deve controllare il tono della voce» commenta, proprio mentre accende il vibratore.

Lo poggia sopra le mie mutandine, e istintivamente prendo un respiro profondo.

«Sono abbastanza sicura che non avrò problemi a fare silenzio» ribatto, scarsamente convinta.

Ma perché devo sempre dire cazzate?

«Ah, si?» Mi sfotte, facendo scorrere il vibratore verso il basso. Lo preme contro la mia entrata attraverso il tessuto delle mutandine, il che mi fa inarcare la schiena e mordere il labbro inferiore.

Si abbassa verso di me, accarezzandomi la guancia con i polpastrelli, «Adesso tu ti rilassi e io faccio tutto, capito?»

Annuisco, allargando un pò le gambe, «Vieri...»

«Cosa c'è?», le sue dita tirano giù le mie mutandine fino a togliermele completamente.

Adesso sono nuda davanti a lui, che è ancora completamente vestito.

Avverto la vibrazione sul mio clitoride e mi sfugge un gemito sommesso.

«Pensavo dovessi fare silenzio, o no?»

Il suo ghigno è così arrogante e compiaciuto, mentre mi sto contorcendo dal piacere sotto di lui, che vorrei tirargli uno schiaffo.

Lo fisso con gli occhi socchiusi, ma proprio in quel momento la vibrazione entra dentro di me e aumenta di intensità facendo sì che mi scappi un gridolino.

«Non essere troppo sicura di te la prossima volta, uhm?» mi canzona, muovendo il vibratore dentro e fuori da me, lentamente.

Vieri posa il pollice dell'altra mano sul mio clitoride, iniziando a tracciare dei piccoli cerchi, che in combinazione con il vibratore mi sta facendo impazzire. Mugolo, muovendo i fianchi contro la sua mano.

«Cazzo...» piagnucolo, proprio quando sento il bassoventre pulsare.

«Trattieniti ancora un pò, bimba» Mi incoraggia, continuando a toccarmi e a penetrarmi.

Non penso di riuscire a trattenere il mio orgasmo per molto, chiudo gli occhi e d'istinto spalanco la bocca, in una smorfia di piacere.

Subito dopo però la vibrazione non c'è più, è sostituita dalle sue dita.

Le sue labbra invece si posizionano sul mio clitoride e iniziano a baciarlo in modo disordinato, facendomi aggrottare le sopracciglia.

Le sue dita non mi penetrano, ma si muovono sinuosamente dentro di me, facendomi sentire una sensazione diversa.

Quando penso di aver capito cosa vuole fare, è troppo tardi e sento già un orgasmo totalmente differente investirmi.

Il rumore di attrito su qualcosa di bagnato riempie la stanza, mentre io cerco di non lasciarmi sfuggire alcun suono, con scarsi risultati.

«Forza, bimba... Si, così», toglie la mano e sento come se una pressione dentro di me si liberasse.

Qualcosa di liquido mi gocciola giù dalle cosce, ma non ho le forze di tirarmi su e guardare.

Resto distesa sul letto, con gli occhi socchiusi e una percezione estremamente piacevole.

«Tutto okay?» Chiede Vieri, preoccupato.

«Uhm», sbatto gli occhi, frastornata.

Sento la sua mano sul mio viso, «Eva, rispondimi»

«Mi sento come se sto fluttuando» dico, con gli occhi chiusi.

«Oddio, questo è strano»

Mi sfrego gli occhi con una nocca, «Cos'è successo?» Chiedo, guardandolo.

«Hai appena... squirtato» spiega, guardando verso le mie gambe e accennando un piccolo sorriso.

Rivolgo anch'io lo sguardo verso quella direzione e noto che si, ha ragione.

«L'avevi mai fatto?»

Scuoto la testa, mentre lui si stende a pancia in su accanto a me.

«Il papi ti fa fare esperienze nuove, visto?» Dice, incrociando tra loro le dita delle mani e posizionandole dietro la testa.

Lo fisso inquietata, «Ti prego non parlare di te in terza persona»

Lui scoppia a ridere, «Perché? Ti eccita?»

Mi giro verso di lui «Mi inquieta» dico, con una smorfia, «Adesso, sai cosa potresti fare?» Chiedo, poggiando la mano sul suo bicipite.

«Cosa?», i suoi occhi brillano in attesa della mia richiesta.

«Cambiarmi le lenzuola» rispondo, alzando gli angoli della bocca.

La sua faccia cambia espressione in un nanosecondo, «Tra tutte le cose che potevi chiedermi...» si alza, sbuffando, «Dove sono le lenzuola pulite?»

Gli faccio cenno verso il mio armadio e lui apre l'anta, le prende e le mette sulla scrivania.

«Io mi vado a dare una sciacquata veloce» dico, camminando verso il bagno.

«Molto veloce, spero» ribatte, mentre tira via le lenzuola sporche.

Ridacchio, «Velocissima»

Lascio la porta aperta, inizio a far scorrere l'acqua e mi infilo in doccia.

Mi lavo accuratamente senza bagnare i capelli e mi sciacquo, facendo il più svelta possibile.

Esco dalla doccia pochi minuti dopo, infilandomi l'accappatoio.

Mi accorgo in quel momento che Vieri mi sta guardando, appoggiato allo stipite della porta, a braccia incrociate.

«Sembri un piccolo pulcino, bimba» commenta, facendo sporgere in fuori il labbro inferiore e aprendo le braccia nella mia direzione.

Io mi avvicino e lo abbraccio, ondeggiamo lentamente da un alto all'altro in silenzio.

«Ti ho fatto il letto» dice poi, staccandosi di poco e accennando verso la camera.

«Grazie», gli lascio un bacetto sulla guancia.

«Non ricordavo di preciso com'era prima, però-»

Lo bacio sulle labbra questa volta, interrompendolo, «Va benissimo, così, grazie»

Lo prendo per mano e lo tiro verso il letto, «Adesso stenditi»

Lui fa come gli ho detto, «È il mio turno?» Chiede, compiaciuto.

«Si, si, il tuo turno di essere controllato» lo canzono, mentre mi metto a cavalcioni su di lui.

Vieri piega le braccia posizionando i palmi dietro la testa, con una smorfia si lamenta «Per forza?»

«Dai, non fare il bambino» lo rimprovero, «Togliti la maglietta, dai»

«Uff, va bene», risponde, «ma solo perché mi stai sopra nuda»

Mi guarda curioso quando inizio a fare le procedure per controllare che nel suo addome sia tutto a posto, «Cos'è questa roba con le dita che fai?»

«Si chiama percussione, dai suoni che produce capisco se gli organi dentro di te sono danneggiati» spiego, concentrata.

Vieri accenna un sorrisetto diabolico, «Vorrei percuoterti io in questo momento»

Gli lancio un'occhiata, scuotendo la testa, «Okay, la percussione va bene»

«E ora?»

«Adesso la palpazione» rispondo, pronta già alla sua battuta.

E ovviamente lui ribatte: «Pensavo che fossi io quello che doveva farla a te»

«Sei un cretino»

«Grazie»

«Ora stai zitto che sennò non capisco»

«Ma non devi ascoltare niente, devi solo toccare, no?»

«Chiudi la bocca, papi»


SPAZIO PER TUTTO QUELLO CHE VOLETE

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro