32; Un nuovo alleato
╭⋟───────────────╮
╰───────────────⋞╯
⋘ ──── ∗ ⋅◈⋅ ∗ ──── ⋙
• FLASHBACK •
Sabato, 17/09/2016
(Due giorni prima della gita a Jeju Island)
E così, dopo una settimana alquanto movimentata, era di nuovo sabato, per grande gioia del coach Lee Jongsuk e dei membri della squadra di basket allenata da quest'ultimo, il quale avrebbe come sempre preferito di gran lunga farsi una passeggiata in riva al mare, piuttosto che stare a sgolarsi una mattinata intera per incitare i suoi giocatori ad avere più grinta.
«Su, su, muovete quei culi! Non siete mica al bar!» cercava di ravvivare la loro fiacchezza, battendo ripetutamente le mani per spronarli, ma invano.
I ragazzi, infatti, quel giorno sembravano più distratti del solito, persi in un altro mondo; questo perché una consistente parte di loro sarebbe andata in gita a Jeju di lì a due giorni, non dovendosi quindi più preoccupare del basket per ben quarantotto ore.
«Coach, potrei fermarmi un attimo? Mi fanno veramente malissimo le gambe» ansimò Doyoung, la cui resistenza fisica stava via via diminuendo, non a mano che il tempo scorreva.
«Aigoo... che fatica!» sbuffò Jaehyun, passandosi una mano sulla fronte sudata.
Era davvero caldo per essere quasi in autunno, e i ragazzi stavano giocando ininterrottamente da quasi due ore, eppure Jongsuk pareva non demordere.
«Sì, questa mattina anche io sono davvero affaticato!» si aggiunse a loro Renjun, guardando il coach Lee con espressione supplichevole, il quale, suo malgrado, vedendo un così alto grado di deconcentrazione tra i suoi studenti, dovette cedere alle loro richieste e lasciarli riposare per un po'.
«Aish! E va bene, schiappe che non siete altro, potete fare una pausa! Ma vedete di ritornare qui tra venti minuti carichi più che mai, altrimenti vi farò rimanere un'ora in più a fare flessioni e addominali!» esclamò, con tono intimidatorio, ottenendo fortunatamente l'effetto sperato.
Così, nel giro di dieci secondi, la palestra si svuotò di colpo, lasciando un Lee Jongsuk tutto solo a leggere il giornale mentre aspettava che i suoi studenti avrebbero fatto ritorno.
Una volta negli spogliatoi, tutti i ragazzi cercarono di riprendersi il prima possibile, chi mettendosi a bere litri e litri di acqua, chi andandosi a sciacquare la faccia in bagno, chi semplicemente stando un attimo seduto sulle panche per riposare le gambe.
«Sto davvero morendo di caldo... Taeyong-ah, che ne dici se-» mormorò Jaehyun, vicino al suo amico, ma ricevette già da subito una risposta negativa.
«Non adesso.» lo interruppe infatti Taeyong, con una mano in avanti, mentre tirava fuori il cellulare dal proprio borsone.
Erano le 10:30. L'orario perfetto: né troppo presto, né troppo tardi.
«Mh?» mormorò Jaehyun, confuso.
«Devo fare una cosa» rispose l'omino rosa con fare evasivo, omettendo tatticamente il fatto che si trattava di una chiamata alquanto importante. Dopodiché, senza dargli ulteriori spiegazioni, si allontanò dallo spogliatoio, uscendo in uno dei tanti corridoi deserti della scuola.
«Yah! Dove vai?!» cercò di fermarlo Jaehyun, ma Taeyong aveva già chiuso la porta degli spogliatoi dietro di sé, accingendosi a chiamare chi di dovere.
Quella chiamata era davvero fondamentale, dal momento che avrebbe decretato o meno il cambiamento del suo immediato futuro.
Taeyong optava quasi sicuramente per la prima alternativa, ma non poteva esserne sicuro al 100%, o almeno... non finché il ricevente non avrebbe risposto.
Ora che Mark sarebbe rimasto fuorigioco per un po', il genio, dopo averci pensato su, era giunto alle sue conclusioni: doveva assolutamente approfittare di questo tempo prezioso per trovarsi un altro compagno, di modo da rendere il suo duo un trio.
Già, perché mentre Ji An era circondata da ben due bracci destri, di cui uno - quel dannato Yuta Nakamoto, o come diamine si chiamava - anche abbastanza intelligente e con la testa sulle spalle, lui invece... beh, lui si ritrovava praticamente da solo con la propria genialità a dover fronteggiare la sua nemica numero uno, dato che quell'idiota del suo amico Jaehyun, sbadato com'era, non valeva neanche come mezza persona.
Sì, aveva assolutamente bisogno di una terza persona a dargli una mano, di un vero braccio destro, una persona - come si suol dire - con le palle quadrate, coraggiosa, ma che nonostante tutto gli avesse portato il dovuto rispetto, essendo lui e solamente lui il genio.
Voleva qualcuno da non mettere troppo in soggezione, che non si facesse comandare a bacchetta, anzi... a cui lasciare pur sempre una minima libertà d'azione; qualcuno che Ji An non conoscesse e di cui non potesse mai sospettare nulla, che avrebbe potuto spiarla in tutta tranquillità senza poter dare nell'occhio, dato che la ragazza non avrebbe mai dovuto immaginare di stabilire con il suddetto individuo un collegamento che la portasse proprio a Taeyong.
Doveva essere una persona forte, scaltra, capace di agire nell'ombra, un braccio competente nell'affiancare la mente geniale di Taeyong, che avrebbe dovuto saper fare tutto ciò che il genio gli avrebbe chiesto di fare.
Persona che, svolgendo delle ricerche matte e disperatissime dal computer di casa sua, il genio aveva già adocchiato la sera precedente, consultando l'archivio scolastico e giungendo a captarne alcune informazioni dai social network più disparati.
E così l'aveva trovato: un ragazzo del terzo anno come lui, di bella presenza, dai capelli color miele e dal viso più che proporzionato, abbastanza intelligente e popolare per i suoi gusti, molto abile nel kick boxing e dotato quindi di notevole forza fisica, per di più - last but not least - appartenente nientemeno che all'altra classe che avrebbe partecipato alla gita a Jeju Island con loro.
Un ragazzo che, visti i suoi precedenti, non avrebbe potuto non allearsi con Lee Taeyong, il genio del male in persona.
Sembrava proprio la persona che faceva al caso suo.
E, se avesse voluto vederlo in azione al suo fianco quanto prima, magari già in gita, quello era il momento ideale per chiamarlo, componendo il numero di cellulare che era riuscito a ricavare subdolamente dagli archivi scolastici.
«Wong Lucas.» esordì dunque, non appena sentì il ragazzo rispondergli dall'altro capo, pronunciandone con chiarezza nome e cognome.
«Sì? Chi parla?» fece lui, rivelando di avere un tono di voce molto più profondo di come Taeyong si era immaginato.
«Sono Lee Taeyong, e frequento la tua stessa scuola, di cui sono l'indiscusso capitano di basket» si presentò il mittente, lasciando l'altro piuttosto perplesso.
«Come sai il mio nome? Ci conosciamo, per caso?»
Taeyong prese un profondo respiro, lasciando qualche secondo di suspance, dopodiché decise di rispondere con la sua solita aria da misterioso.
«Non ancora... Ma, se farai qualcosa per aiutarmi, io aiuterò te»
«Ma se neanche ti conosco! E poi, sentiamo, che cosa potresti fare per me?» ribattè Lucas, sempre più confuso.
«Vieni stasera alle 21, fuori da scuola, se vuoi scoprirlo» furono le uniche parole di Taeyong, con le quali stava finalmente per ottenere ciò che voleva... se solo la sua preda non si fosse rifiutata di abboccare.
«Spiacente, ma non sono interessato» disse infatti il ragazzo, diventato improvvisamente inespressivo.
Taeyong ebbe momentaneamente uno schizzo di rabbia, che però si affrettò subito a reprimere.
«Stai facendo un grosso errore.» lo avvertì poi, cercando di risuonare minaccioso.
«Va' via, sparisci!» Lucas continuò per la sua strada del menefreghismo, con un tono di voce più che eloquente, e stava quasi per chiudergli il telefono in faccia, se solo Taeyong non l'avesse nuovamente cercato di spaventare con altre parole angoscianti.
«Fidati di me: sarai tu a rimetterci, se non mi ascolterai» sentenziò, secco.
«Ahahah, non vedo proprio come potresti farlo» non si scoraggiò Lucas, ridendogli in faccia.
Fu allora che Taeyong si vide costretto a tirare fuori il suo lato da ricattatore professionista, dovendo però abbassare di qualche decina di decibel il volume delle proprie parole, per evitare di farsi sentire da qualche orecchio indiscreto in giro.
«Ho svolto delle ricerche, mio caro Lucas, e adesso so tutto su di te. In realtà il tuo vero nome è Wong Yukhei, e appartieni ad una famiglia di immigrati clandestina, poichè tu e i tuoi cari siete esuli dalla Cina, dato che tuo padre...»
«Stai zitto, accidenti! Come hai fatto a sapere tutte queste cose?! Sei un membro della CIA?» lo interruppe Lucas, con voce spezzata, cominciando seriamente a preoccuparsi di ritrovarsi davanti ad uno stalker di prima categoria.
«Ho i miei metodi, sai?» ridacchiò Taeyong, per poi continuare. «E non esiterò ad insegnarteli, se accetti di venire stasera con me»
«E... e se non volessi?» fece Lucas, ancora titubante, sebbene spaventato al punto giusto.
Non era del tutto convinto di mettersi nelle mani di un tale individuo, tanto più che, non si sa come, era già venuto a conoscenza del suo misterioso passato.
«Beh, in tal caso... potrebbe accidentalmente sfuggirmi di rivelare la tua vera identità a chiunque all'interno della scuola» lo avvertì Taeyong, convinto che questa volta avrebbe sicuramente fatto centro.
«V-va bene, va bene! Ci vengo!»
E infatti, non si sbagliava.
Le sue parole facevano sempre il loro dovere, e Taeyong amava se stesso per questo.
In quattro e quattr'otto era già riuscito a convincere colui che sarebbe ben presto stato il suo futuro fedele scagnozzo.
«Allora ci vediamo alle 21 davanti alla Taejin... Mi raccomando, puntuale»
⋘ ──── ∗ ⋅◈⋅ ∗ ──── ⋙
Dieci minuti prima dell'orario prestabilito al telefono, Lucas Wong si trovava già davanti alla scuola, appoggiato ad un albero, con indosso un cappellino nero con la visiera.
Si guardò intorno titubante per un po', fino a che non vide arrivare lui.
«Molto bene, Lucas, sei puntuale.» esordì Taeyong con un sorrisetto, non appena gli si fu avvicinato di soppiatto.
Il ragazzo sussultò: se l'era visto sbucare all'improvviso da dietro l'angolo, senza nemmeno aver percepito i suoi passi, pur non essendoci anima viva nei dintorni.
La sua faccia era scarsamente illuminata dai lampioni presenti tutt'intorno agli edifici scolastici, ma gli trasmise comunque la giusta dose di inquietudine, con quel suo sguardo così intenso e penetrante.
«Allora, Lee Taeyong, che cosa vuoi?» gli domandò subito Lucas, cercando di non tradire il suo timore.
Era sempre stato un ragazzo coraggioso, ma, in casi come quello, dove Taeyong sapeva già tutto su di lui mentre Lucas non l'aveva mai visto in vita sua, cagarsi in mano dalla paura non sarebbe stato così strano.
«Non così in fretta.» fece Taeyong, guardandosi intorno e lasciando l'altro piuttosto confuso.
«Eh?»
«Vieni, andiamo da qualche parte dove nessuno ci può vedere, per parlare a quattr'occhi come si deve» gli spiegò l'omino rosa, per poi fargli cenno di seguirlo con la mano.
Andarono a sedersi su tavolo da picnic del vicino parchetto deserto, coperto da alberi e male illuminato, il luogo ideale - seppur alquanto squallido - per parlare senza essere visti né sentiti da anima viva.
Sebbene fosse sabato sera e non facesse nemmeno troppo freddo, infatti, il luogo era completamente desolato.
Ma fu di gran lunga meglio così, dato che, in neanche cinque minuti, terminato il riassunto sulla storia della propria vita da parte di Taeyong, Lucas era già esterrefatto come non lo era mai stato prima d'ora, gli occhi fuori dalle orbite e la bocca spalancata.
«Aspetta, aspetta... e così tu saresti un genio della scienza?! Che diavolo vuol dire?»
«Semplice: riesco ad avere dei flash geniali improvvisi che mi portano a creare invenzioni a dir poco surreali» ribadì Taeyong, con un'espressione maligna dipinta in volto.
«Mh... dovrei crederti?» sollevò un sopracciglio Lucas, diffidente.
Non gli sembrava affatto verosimile. Del resto, però, Taeyong aveva scoperto tutto su di lui chissà come, quindi non ci sarebbe stato troppo da stupirsi.
«Sta' a guardare» disse allora il genio, recuperando un piccolo telecomando dalla tasca della giacca e premendo qualcosa che, in un batter d'occhio, lo portò ad assumere le sembianze di Lucas.
«Per Diana! Ma sono io!» si scandalizzò il ragazzo, indicando il falso se stesso ad occhi spalancati.
«Calma, calma, non urlare» lo zittì Taeyong, per poi riassumere immediatamente le proprie fattezze.
«Tu... tu... sei diventato me! Come è possibile?!» balbettò Lucas, respirando affannosamente.
Il battito cardiaco gli era improvvisamente schizzato a mille. Ora non riusciva proprio a mascherare la sua agitazione.
«Beh, immagino che questa mia breve dimostrazione-trasformazione sia stata più che esplicativa» sussurrò l'omino rosa, dopo che gli si fu avvicinato pericolosamente. Ce l'aveva seduto di fronte, e ora i loro visi erano ad una trentina di centimetri di distanza.
«Come ci sei riuscito?!» insistè Lucas, gli occhi che gli brillavano dall'esaltazione.
«Oh, niente di difficile: è soltanto un'interfaccia polimero-tissutale grazie alla quale riesco ad assumere le sembianze di chiunque io voglia. Mi basta avere un capello della persona che voglio diventare, e il gioco è fatto» gli spiegò Taeyong, con tanto di schiocco di dita finale.
«Ma l'hai creata tu?!»
Lucas continuava a non credere ai suoi occhi.
«Esattamente» annuì il genio, sollevando un lembo della giacca e della maglia, e lasciandogli per un attimo intravedere il body grigio attillato che stava indossando.
«Porca miseria... sei davvero un genio, allora!» esclamò il biondino, gasato.
«È quello che sto cercando di dirti da prima»
«E come avresti fatto a diventarlo?!» Lucas volle subito soddisfare la propria curiosità.
A quella domanda, Taeyong si era già preparato una risposta bell'e buona, non avendo ancora lui stesso idea di come diamine avesse fatto a diventare un genio.
Indi per cui, si avvalse della sua parlantina incantatrice e cercò di risultare più evasivo e veritiero che mai allo stesso tempo.
«Questa è una lunga storia, ma prima o poi te la racconterò.»
Lucas annuì, per poi sollevare un sopracciglio.
«Okay, va bene, ma quindi...? Io cosa c'entro in tutto ciò?»
Taeyong non potè fare a meno di esprimersi con un sorrisetto malizioso.
«Adesso viene il bello.»
«Non capisco...» scosse la testa Lucas. In meno di un minuto, la sua vita era stata stravolta da una strabiliante rivelazione, e adesso aveva il cervello in uno stato piuttosto confusionario.
«Devi sapere che io purtroppo non sono l'unico genio della scienza in circolazione» cominciò allora a spiegargli Taeyong, mentre Lucas era sempre più speranzoso di arrivare al succo del discorso nel minor tempo possibile.
«C'è un'altra persona oltre a te che ha i tuoi stessi poteri?!»
«Esatto. Quindi tu, Wong Lucas, d'ora in avanti sarai il mio fedele braccio destro, e mi aiuterai a sconfiggere Oh Ji An, la mia nemica numero uno, nonché il suo codazzo di amichetti» annunciò solennemente l'omino rosa, tenendo i suoi potenti occhi scuri puntati in quelli del ragazzo biondo.
Lucas di tutta risposta deglutì, stranito, non riuscendo a metabolizzare tutto in una volta.
«Aspetta, aspetta, una cosa per volta.» lo fermò poi, scuotendo la testa. «Io il tuo braccio destro? In che senso, scusa? E poi chi sarebbe questa Oh Ji An? Non ne ho mai sentito parlare prima d'ora!»
Taeyong tirò quindi fuori il proprio cellulare, andando a cercare una foto della ragazza per mostrarla a Lucas, e, dopo avergliela messa sotto il naso, gli ripetè il suo compito.
«È lei. Frequenta la mia stessa classe, e sarà il tuo obiettivo da seguire per le prossime settimane»
«Cioè? Dovrei starle dietro come un cane?» volle capire il biondo, e nella sua voce si poteva leggere un tono quasi scocciato.
«Non esattamente, però il concetto è quello.» disse Taeyong, pronto ad illustrargli per filo e per segno tutto il resto. «Comincia con il seguirla semplicemente, senza dare nell'occhio, ma, dato che lei non ti conosce, non sarà difficile passare inosservato. Poi, pian piano, prendici sempre più confidenza, diventaci amico, e, standole vicino, magari falla anche invaghire di te, ma senza concederti. Di certo il fascino non ti manca, e poi, si sa, le ragazze innamorate sono molto più vulnerabili e facilmente controllabili, no? Così facendo, se tu mi aiuterai a portarla sempre più fuori strada, io avrò finalmente campo libero per mettere in atto il mio piano perfetto, senza che nemmeno se ne accorga, e prevalere su di lei come il genio indiscusso!»
Terminato il suo monologo, durante il quale a Taeyong si erano illuminati sempre di più gli occhi dall'eccitazione, il suo interlocutore pareva esterrefatto quanto bastasse a cominciare a sentirsi piuttosto in soggezione.
«Ah, ovviamente lei non dovrà mai sapere che ci conosciamo, né quindi vederci insieme, oppure tutto il mio piano salterà in aria. Per questo dovremo comunicare di nascosto, tramite messaggi» aggiunse Taeyong, alludendo con la testa al proprio cellulare appoggiato sul tavolo.
Lucas, sebbene stesse già dando l'idea di uno che sarebbe stato volentieri al gioco, pareva comunque abbastanza scombussolato; forse era perché aveva ricevuto tantissime informazioni in poco tempo, e doveva ancora assimilarle per bene.
«Okay, ho afferrato il concetto, e aiutarti non sembrerebbe essere troppo difficile, ma...» mormorò infine, curioso soltanto di sapere un'ultimissima cosa. «Perché hai scelto proprio me, tra tutti? E poi, posso sapere che cosa ci guadagno io, in tutto ciò?»
Taeyong sospirò: era arrivato il fatidico momento della rivelazione. Non doveva mostrarsi titubante per nulla al mondo, altrimenti tutta la sua abile messinscena non avrebbe retto affatto.
«Sebbene tu abbia dei precedenti abbastanza oscuri, so che sei un ragazzo in gamba, con la testa sulle spalle, che sa quello che fa e non agisce troppo istintivamente. Di conseguenza, ho preso una decisione importante. Se agirai da brava spia come si deve, aggiornandomi costantemente su tutti i movimenti di Oh Ji An e aiutandomi ad attuare il mio piano, allora... io farò di te un genio.»
Com'era ovvio che fosse, le ultime cinque parole di Taeyong non erano altro che una grandissima cazzata, ma questo il povero Lucas non poteva minimamente saperlo.
Anzi, Taeyong si era basato proprio su questo fatto: risultare credibile ai massimi livelli, sebbene di verosimile in lui e in tutto ciò che lo riguardava ci fosse ben poco... o forse addirittura nulla.
«Farai di me un genio?! Dici sul serio?!»
«Mai stato più serio. Dimostrami fedeltà assoluta, oltre che grande abilità nell'eseguire i miei ordini, e non indugerò a raccontarti tutto e a passarti i miei poteri» proseguì Taeyong, con gran serietà. «In questo modo saremo sempre due contro uno, e nessuno potrà mai sconfiggerci»
Ora avrebbe addirittura giocato sul fatto del "due sono meglio di uno", ed è inutile specificare che il biondo abboccò come un pesciolino.
«Formidabile...» mormorò, dipigendosi in volto un'espressione alquanto fomentata.
«Allora, ci stai?»
Lucas annuì deciso: fu il gesto decisivo che lo portò a schierarsi dalla parte oscura.
«Contaci. Quando devo cominciare?»
«Lunedì, fra due giorni, non appena partiremo per la gita. Sarà l'occasione perfetta per entrare in azione» sentenziò Taeyong, avendo già in mente un piano perfetto, che non avrebbe esitato a mettere in atto non appena si fossero presentate le circostanze giuste.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro