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22; Alleanza temporanea





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Ji An era a dir poco avvilita, dopo tutto ciò che aveva appena sentito da Taeyong, e restò immobile a disperarsi per un tempo indefinito, con una faccia tale che sembrava le fosse morto il gatto.

«Ji An? Oh Ji An?»

Una voce appartenente a qualcuno di familiare fece finalmente riscuotere la diretta interessata dai suoi profondi pensieri, e la ragazza si vide agitare una mano davanti alla faccia.

«J-Johnny?! C-che ci fai qui?» balbettò, con uno scatto improvviso, quando mise finalmente a fuoco il ragazzo poco distante da lei.

«Beh... stavo tornando a casa e ti ho vista qui in piedi ferma con gli occhi sbarrati, sembrava quasi che ti avessero pietrificato» le disse Johnny con un'espressione mista fra curiosità e naturalezza, prendendo a scrutarla meglio negli occhi, nei quali vi leggeva ancora una strana espressione.

E non aveva tutti i torti a pensarla così, dal momento che, proprio qualche secondo prima, Ji An aveva ricevuto una risposta da parte dell'omino rosa che l'aveva scioccata non poco.

Ma il peggio doveva ancora venire, dal momento che Taeyong le aveva comunicato senza meno che in qualche minuto l'avrebbe raggiunta fuori dalla scuola, non lasciando assolutamente trapelare alcuna emozione dalla sua voce tagliente, segno che forse aveva già brillantemente risolto la situazione, senza che Ji An avesse modo di vedere i risultati del proprio sabotaggio clandestino.

«Ji An? Ci sei?» continuò Johnny, temendo di nuovo di averla persa, e causandole nuovamente uno strano schizzo d'ansia; dopodiché la ragazza si esibì in due o tre fasulli colpetti di tosse per sdrammatizzare e abbassò la testa, cominciando a sudare freddo.

«S-sì, è c-che... sai, c-credo proprio di essermi dimenticata qualcosa in... in classe» decise di mentirgli spudoratamente, facendo dietrofront, ma venendo immediatamente bloccata dall'allettante proposta di Johnny, che le posò una mano sulla spalla.

«Vuoi che ti accompagni?»

Ji An sussultò e sgranò gli occhi, pronta subito dopo a scuotere la testa con veemenza, per poi congedarsi correndo come una furia verso la scuola, salutandolo a malapena e lasciandolo lì in piedi a pensare quanto fosse diventata più strana del solito in quei due o tre giorni.

Tuttavia, fece giusto in tempo a pensare le peggiori cose, che, una volta trovatasi faccia a faccia con l'omino rosa in persona, braccia ai fianchi ed espressione di sfida dipinta in volto, non potè che tirare un poderoso sospiro di sollievo.

Cioè, per modo di dire, dal momento che, come aveva ben potuto notare, a Ji An era saltato subito all'occhio il fatto che i suoi orrendi capelli rosa fossero immancabilmente tornati tali, e che del suo diabolico esperimento non ci fosse più traccia.

«Mummia, credevi davvero di potermi fregare con quella roba?» l'apostrofò così Taeyong, muovendo qualche lento passo verso di lei mentre si passava incessantemente la mano fra i capelli, della serie 'guardatemi-che-sono-il-più-bello-del-mondo'.

Ji An strinse i pugni, grugnendogli inizialmente contro parole incomprensibili, assieme alle quali riversò su Taeyong tutto il nervosismo che aveva trattenuto nei giorni precedenti.

«Tu... luridissima merda rosa! Come hai fatto?!» gli urlò in preda all'ira e scandalizzata allo stesso tempo, puntandogli un dito all'altezza del petto.

«Vuoi saperlo veramente?» le domandò lui, non potendo fare a meno di incurvare gli angoli delle labbra all'insù, poiché non ce l'avrebbe fatta a resistere tanto a lungo senza poter scoppiare in una crisi di risarella; la situazione lo stava divertendo troppo.

«Ovvio che sì!» ribattè una Ji An alquanto cazzuta, cercando però di non perdere il controllo alla vista di un Taeyong che le si stava pericolosamente avvicinando sempre di più, fino a quasi toglierle il fiato per la troppa poca distanza.

«Beh, sai...» fece il vago lui, un tono di voce terribilmente provocatorio. «Ti sei mai domandata che potresti non essere l'unico genio in circolazione?»

«E questo che cosa c'entra?! Io voglio sapere come hai fatto a ritornare... a ritornare così!» precisò stizzita Ji An, dopo un attimo di esitazione, agitando il braccio buono verso di lui con evidentissimo nervosismo.

«Ho avuto quella nostra cosa da genio, chiamasi anche ispirazione geniale, mummia. Ci trovi forse qualcosa di strano?» scrollò le spalle Taeyong, con il massimo di menefreghismo, picchiettandosi la tempia destra con un dito per un paio di volte.

«Attento, che così danneggi la nocciolina che hai al posto del cervello!» si affrettò a prenderlo per il culo Ji An, sorprendendo non poco se stessa per la voglia di scherzare che le era improvvisamente scaturita da dentro di sé in quel momento, alla vista dell'omino bianco con quella faccia da ebete patentato.

"Diamine, però... avevo fatto di tutto perché quella merda di Taeyong non riuscisse a risolvere il problema in quattro e quattr'otto, eppure... a quanto pare è riuscito a tirarsi fuori dai guai prima di quanto pensassi!" riflettè poi Ji An, delusa, grattandosi inconsapevolmente il mento, mentre Taeyong la osservava con un sorrisetto beffardo dipinto in volto.

«In ogni caso... ho parato la tua pseudo-vendetta in un batter d'occhio, è stato come bere un bicchier d'acqua. E non è stato nemmeno stimolante, tsk» mentì spudoratamente quest'ultimo, portandosi le mani ai fianchi, anche se in realtà il ricordo di quell'orrenda sensazione d'impotenza che gli aveva tenuto compagnia in bagno per ben tre ore in attesa del fatidico colpo di genio non gli era affatto risultata piacevole, anzi.

«Senti, cocco. Qui il genio da quattro soldi sei tu, che non sei mai soddisfatto se non rovini la vita degli altri!» gli fece allora presente Ji An, sperando di stenderlo a suon di paroloni... ma così purtroppo non fu.

Infatti Taeyong questa volta le rise veramente in faccia, reggendosi letteralmente la pancia con entrambe le mani per non piegarsi in due, mentre Ji An cercava a tutti i costi di mantenere la calma; sarebbe veramente stata capace di stenderlo con un solo pugno se solo avesse voluto, tanta era la rabbia che aveva accumulato in corpo sino a quel momento.

Tuttavia la loro conversazione fortunatamente non degenerò in nulla di grave, dal momento che qualcuno di ben poco raccomandabile, nascosto tra i cespugli, che li stava spiando già da un po', decise a suo malgrado di intervenire.

«Ma guarda un po' chi si vede in giro... i due geni della scienza!» esclamò, uscendo allo scoperto e sbucando da dietro le loro spalle in modo inquietante, dopo aver particolarmente enfatizzato le ultime tre parole con un tono alquanto solenne.

«Fatti un po' i cazzi tuoi, Mark» lo zittì subito Taeyong, incenerendolo con lo sguardo; Ji An, invece, pareva alquanto sorpresa da quella sua comparsa improvvisa. Per un po' si era addirittura dimenticata del fatto che ora anche Mark sapesse.

«Yah, yah, cervellone baskettaro dei miei stivali! Modera un po' i toni!» lo rimproverò quest'ultimo, tenendo il mento sollevato, segno che non temeva affatto le sue finte minacce, che piuttosto considerava come input per incrementare la sfida. Sfida che però, a quanto pare, interessava soltanto a lui.

Taeyong roteò gli occhi, incrociando le braccia al petto, dopodiché prese fiato per parlare: avrebbe voluto stenderlo a suon di parole, e chissà, magari questa volta ci sarebbe anche riuscito. Peccato soltanto che Mark lo interruppe ancor prima di incominciare.

«Io e te dobbiamo finire un discorsetto lasciato in sospeso da stamattina» aggiunse infatti, mentre Ji An lo guardava di sottecchi.

«Ti sbagli di grosso. Io e te non abbiamo proprio niente da dirci!» lo indicò allora Taeyong con fare accusatorio, spostando poi lo sguardo su una Ji An sempre più confusa.

«Oh, sì, invece... e riguarda anche la tua amichetta genia Ji An» ribattè Mark, muovendo un passo verso la diretta interessata, la quale rimase non poco spiazzata nel vedere i suoi occhi assottigliarsi sempre di più fino a diventare quasi inquietanti.

"Santi numi... sembra quasi invasato. Ma che vorrà?" pensò la ragazza, deglutendo, mentre Mark le si avvicinava sempre di più.

«Vattene» sputò allora Taeyong, prendendolo per un braccio e tirandolo indietro di qualche passo da Ji An, per poi piantarglisi di fronte a braccia conserte. «Lasciaci in pace. Non sai cosa sono capaci di fare due geni della scienza» rincarò poi la dose, alludendo con un cenno della testa a Ji An, che continuava ad assistere alla loro discussione senza capire un emerito cavolo.

«Ah... non avrei mai pensato che tu... sì, insomma, che tu...» mormorò allora Mark, malizioso, alternando il suo sguardo fra i due.

Tuttavia Taeyong non ebbe nemmeno il tempo di collegare quella frase al suo vero significato, che aveva già preso di prepotenza Ji An per un polso, con un eloquente «Andiamocene», trascinandola poi di corsa il più distante possibile, verso le fermate degli autobus sulla strada.

«Yah! Che fai? Dove stiamo andando?!» si dimenò la ragazza, sussultando non poco a quell'improvviso contatto; anche se, col braccio ingessato che si ritrovava, era più che impossibile cercare anche solo di sottrarsi alla sua potente presa.

Taeyong non rispose, esprimendosi solamente dopo qualche secondo in un verso incomprensibile.

«Il più possibile lontano da quello lì» mugugnò, salendo sul primo autobus - in partenza per chissà dove - che si era fermato proprio lì davanti e trascinando Ji An con sé.

«M-ma... Perché?!» sbottò quest'ultima, riuscendo finalmente a levarsi la sua mano di dosso quando Taeyong ebbe preso posto in uno dei tanti posti liberi in fondo al veicolo.

Lui la fissò serio, aspettando che anche lei si sedesse affianco a lui, dopodiché cominciò il suo discorso senza mezzi termini.

«Ascolta, la situazione si sta facendo grave, quindi mettiamo da parte il nostro odio reciproco per un attimo e collaboriamo a fare fuori quel pazzo di Mark»

Ji An sgranò gli occhi, allontanandosi di qualche centimetro da lui. Già quella vicinanza la inquietava, figuriamoci le sue parole...

«Che cosa?! Mark? Collaborare? Ma di che parli?»

«Da quando ha scoperto che siamo diventati due geni, mi ha voluto ricattare dicendomi che rivelerà in giro il nostro segreto se non lo aiuterò con i compiti e le verifiche» le rivelò Taeyong, con tono insolitamente grave.

Ji An sentì un tuffo al cuore, rendendosi subito conto che il loro segreto sarebbe potuto essere presto in serio pericolo.

Le ritornò poi in mente quella volta in cui, durante un intenso dialogo assieme a Yuta e Eun Chan, era saltato fuori il fatto che avrebbero potuto rinchiuderla in un qualche istituto a farle fare chissà quali test se si fosse scoperto in giro che era una genia, e Ji An rabbrividì al solo pensiero. Tuttavia non diede affatto a vedere questa sua agitazione interiore, fingendosi più menefreghista che mai.

«E perché lo stai dicendo a me? Sono fatti tuoi, veditela un po' da solo»

«Aish! Sarai anche una genia, ma nella vita reale sei proprio una stupida!» commentò Taeyong con un sonoro facepalm, dopodiché le sventolò una mano davanti alla faccia e puntò i suoi profondi pozzi neri in quelli della ragazza. «Sveglia! Se quel bastardo di Mark va a dire tutto in giro, ci rimetteremo entrambi!»

«Non se facciamo finta di niente» scrollò le spalle Ji An senza ricambiare lo sguardo, fingendosi stranamente tranquilla; in realtà anche lei aveva non poca paura, ma si stava sforzando assai per rimanere impassibile, solo per vedere l'imperdibile reazione dell'omino rosa a quella sua apparente indifferenza.

Taeyong fece allora per controbattere, ma proprio in quel mentre si sentì squillare la suoneria di un cellulare. Era quello di Ji An, la quale decise prontamente di alzare una mano aperta verso Taeyong per interrompere la conversazione, per poi rispondere alla chiamata.

«Ehi, socia! Che fai? Poco fa sei sparita all'improvviso, e per di più devi ancora raccontarmi com'è andata a finire la tua vendetta sull'omino rosa!» la squillante voce di Yuta risuonò per mezzo autobus, fortunatamente quasi del tutto vuoto, e Ji An non potè che deglutire, intimorita dallo sguardo di ghiaccio che Taeyong le lanciò subito dopo aver udito quelle parole.

«Oh... i-io, beh... sai, adesso non poss-» cercò di rispondergli una Ji An tutta balbettante; tuttavia, nel frattempo, Taeyong le aveva già fregato il cellulare nuovo di zecca dalle mani, rischiando veramente di farlo frantumare in mille pezzi, se solo non fosse stato per la sua mossa da maestro nel riuscire ad effettuare un salvataggio all'ultimo minuto, per poi portarsi con nonchalance il cellulare all'orecchio opposto rispetto alla posizione di Ji An, così che quest'ultima non potesse intralciare i suoi movimenti.

«Senti, caro amichetto di Ji An, io e lei stavamo giusto discutendo di una questione molto importante, per cui vedi di non disturbarci oltre, intesi?» lo intimorì con la sua voce secca, cercando intanto di scansare con il braccio libero una Ji An piuttosto agitata, che gli stava inveendo contro per riavere il proprio tesoro.

«Zitto, cherry bomb!» fu uno dei tanti insulti che gli sputò contro, dal momento che quei suoi capelli rosa gli ricordavano così tanto un albero di ciliegio... ma non un qualsiasi ciliegio, bensì uno di quelli più fioriti, coi tanti rami intrecciati gli uni con gli altri, e una chioma di fiori tanto abbondante quanto selvaggia, proprio come quella di Taeyong in quel momento.

«Primo, io mi chiamo Yuta! Secondo, cos'è che stareste facendo tu e la mia Ji An?!» sbottò Yuta dall'altro capo del telefono, costringendo Taeyong ad allontanare l'oggetto dall'orecchio per non rischiare di diventare sordo alla sua tenera età di diciassettenne.

Ji An udì il suo migliore amico più che bene, così si affrettò a urlare qualcosa a cui Taeyong non potè che reagire con una smorfia di digusto.

«Niente di cui preoccuparsi, socio! Solo... una discussione sulla nostra cosa da geni. Stai tranquillo, che tornerò a casa sana e salva!»

«D-dici sul serio? Che ti è successo?!» si preoccupò ancor di più Yuta, lasciando trasparire la sua evidente ansia con alcuni respiri affannati. Ma Taeyong aveva già ripreso il controllo del povero cellulare di Ji An, approfittando del momento per poter dire le sue ultime parole prima di chiudere la chiamata con stile.

«Ora, se non ti spiace, dovremmo finire in pace la nostra conversazione. Non provare a richiamarci, perché terrò il cellulare della tua amichetta sotto stretta sorveglianza» sentenziò, per poi chiudere, premendo con forza sullo schermo e dipingersi in volto un'espressione più che soddisfatta, sollevando per l'ennesima volta gli angoli delle labbra all'insù mentre si infilava il cellulare di Ji An in una tasca dei pantaloni.

«Ti picchio!» lo minacciò quest'ultima, stringendo la mano del braccio buono in un pugno e sollevandoglielo all'altezza del suo bel visino liscio e glabro.

«Provaci!» esclamò lui in risposta, alzandosi dal proprio posto con un improvviso scatto e recandosi in fretta e furia fuori dall'autobus, che nel frattempo si era fermato proprio in corrispondenza di un supermercato.

«Ggrrrr... giuro che quando toglierò questo, le prenderai sul serio!» lo minacciò Ji An, sollevando a suo rischio e pericolo il braccio ingessato e puntandoglielo contro, ovviamente dopo essere uscita anch'ella dal bus in fretta e furia, rischiando per di più di inciampare sul gradino.

In tutta risposta Taeyong rise, una risata piuttosto diversa da quelle sue solite... più naturale, quasi bella da vedere, pensò Ji An, per poi ricredersi immediatamente dopo dandosi due o tre botte in testa.

"Quel lurido mi ha appena rubato il cellulare e io vado a pensare a queste cose inutili?!" si auto rimproverò, strizzando gli occhi con nervosismo.

«Oh, avanti, ridammi il mio cellulare!» urlò poi, alzando un braccio per cercare di prenderglielo, ma senza successo. Lui era troppo alto... o forse era lei ad essere troppo bassa, ma dettagli.

«Solo se mi aiuterai a zittire quello stronzo di Mark per far sì che mantenga il nostro segreto» la ricattò inaspettatamente Taeyong, che non era mai soddisfatto se non aveva l'ultima parola.

«Yah! Cosa vuoi che ne sappia io dei vostri problemi da maschietti?» si difese Ji An, di nuovo tentando inutilmente di riappropriarsi del proprio cellulare.

«Sei anche tu un genio della scienza, c'è bisogno che te lo dica io per ricordartelo?» si fece serio all'improvviso Taeyong, squadrandola con fare intimidatorio. Aveva tirato fuori il primo motivo valido che gli era venuto in mente, sebbene non c'entrasse nulla con la domanda che Ji An gli aveva appena rivolto.

«E sei tu quello che ha causato tutta questa situazione di merda, solo per non aver gettato via quello spray a suo tempo, facendo scoprire a Mark ogni cosa. C'è bisogno che te lo dica io per ricordartelo?» gli fece il verso lei, scimmiottandolo più che bene e facendolo assai innervosire. A Taeyong non piaceva affatto che qualcuno riuscisse a tenergli testa nei suoi discorsi da leader, ma, se c'era una persona che men che meno sopportava in queste situazioni, quella era certamente Oh Ji An, la quale adesso se la stava ridendo di gusto alla vista della sua faccia seccata.

Peccato che la cosa durò solo pochi secondi, poiché Taeyong ritornò presto in sé e se ne uscì con l'ennesima affermazione inutile: «Ho sete. Vado a comprarmi una Coca»

Detto ciò, si avviò subito verso il distributore di bibite proprio accanto all'entrata del supermercato.

«Tsk, vedo che aveva molta voglia di parlare» borbottò allora Ji An, portandosi il braccio buono al fianco e osservandolo da dietro mentre camminava con la massima scioltezza verso il distributore.

A vederlo così non sembrava affatto uno dei giocatori più celebri della squadra di basket della scuola, eppure era proprio lui. Lee Taeyong, uno dei pilastri del basket della Taejin dagli ultimi tre anni, ovvero da quando aveva iniziato a frequentare quel liceo.

Era sempre stato un ragazzo di tutta un'altra pasta rispetto alla cara piccola Oh Ji An, la quale, a dirla tutta, non avrebbe mai creduto che i due, nemici mortali sin dalla notte dei tempi, si sarebbero mai potuti trovare sulla stessa lunghezza d'onda, a collaborare per far fuori un'eventuale fastidiosa spia come Mark.

Da quando erano stati folgorati, le loro vite si erano proprio capovolte...

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