20; Tremenda vendetta
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«Aish! Il mio povero ripostiglio prima o poi farà una brutta fine, me lo sento!» sbuffò Eun Chan, quando lo storico trio si trovava già da un po' nel ripostiglio di casa Park, per grande insistenza di Ji An.
«Che ci vuoi fare? Quando il grande genio è in azione...» fece spallucce Yuta, non riuscendo a staccare gli occhi di dosso da Ji An, la quale era a qualche metro di distanza da loro, circondata da un'aura di pura genialità, già a buon punto con la sua nuova invenzione.
Dire che ci aveva preso gusto sarebbe stato dire poco, dal momento che, contando solamente le sue invenzioni, questa era già la terza volta che si cimentava in qualcosa di incredibile. Già... incredibile, ma vero a tutti gli effetti.
«Ecco qui... estratto di rosa!» esclamò la genia dopo qualche minuto, sollevando con una mano il suo nuovo esperimento: una minuscola boccetta con al suo interno una strana sostanza di colore rosa, quasi dello stesso colore dei capelli di Taeyong.
Beh, dopo tutto il casino combinato in quel ripostiglio, il risultato - a vederlo così - non sembrava affatto soddisfacente.
«E... a che serve?» intervenne Eun Chan, grattandosi la testa confusa.
«Vi dico solo che avrò la mia vendetta su quel lurido. Quanto al resto, lo scoprirete domani a scuola, e vedrete... vi piacerà» fece la misteriosa Ji An, con un sorrisetto poco promettente stampato in faccia. Non vedeva l'ora che sarebbe arrivato l'indomani, e le successive dieci ore le avrebbe trascorse in una fremente attesa, come mai aveva fatto prima d'allora.
«Non mi piace quel sorrisetto...» commentò Yuta sottovoce, rivolto ad Eun Chan, la quale però era almeno tanto emozionata quanto Ji An, e le era già saltata addosso per spupazzarsela soddisfatta.
Una cosa era certa: ora che coi suoi colpi di genio ci aveva preso già la mano - o meglio, il cervello - avrebbe fatto vedere a Taeyong che mettersi contro una come lei non avrebbe fatto altro che procurargli dei guai.
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Il giorno dopo...
Quel mattino, non appena suonò la campanella, il professore di storia Joji ed il suo immancabile tirocinante Park Bogum fecero il loro ingresso in pompa magna in aula, ordinando ai ragazzi di separare i banchi per l'imminente verifica.
«Ma prof! Adesso ci si mette pure lei con le verifiche a sorpresa? Lei e il professor Lee vi siete alleati contro di noi?» brontolò sfacciatamente Haechan, condendo il tutto con un sonoro sbuffo.
«Zitti e poche storie! Staccate i banchi o vi farò provare quanto fa male il mio bastone se ve lo do sulle vostre teste!» li minacciò Joji, seguito da una risatina divertita di Bogum per sdrammatizzare, mentre gli alunni si ritrovarono costretti ad obbedire silenziosamente.
Verso gli ultimi banchi, tuttavia, c'era qualcuno che stava temporeggiando più del dovuto.
«Mark Lee! I banchi devono restare se-pa-ra-ti»
Il prof Joji riprese il diretto interessato, sputacchiando saliva qua e là e fulminandolo con lo sguardo dalla cattedra. Mark annuì, distanziandosi di circa un metro da Taeyong, ma tenendo sempre d'occhio il suo grande amico, anche durante lo svolgimento del compito.
Ad un certo punto, però, essendo passata già buona parte dell'ora e avendo combinato meno di zero, approfittò della momentanea distrazione del prof e del tirocinante per poter bisbigliare qualcosa a Taeyong.
«Taeyong-ah, aiutami!»
Mark, essendo lo studente menefreghista per eccellenza, ovviamente non aveva mai studiato niente del programma di storia, ma sentiva comunque un barlume di positività rispetto al solito, dal momento che era vicino di banco del genio di turno.
«Non posso aiutarti» scosse la testa l'omino rosa, senza nemmeno guardarlo. La verità era però che non voleva aiutarlo, dal momento che non avrebbe mai voluto condividere il suo genio con nessuno, ma questo Mark non lo sapeva.
Così quest'ultimo si dispiacque parecchio, ma non esitò ad insistere.
«Sei tu il cervellone o sbaglio?»
«Solo perché sono stato folgorato, non significa che capisca questa roba!» biascicò Taeyong in risposta a denti stretti, voltandosi lentamente verso di lui e fulminandolo con lo sguardo.
I suoi occhi scuri puntati minacciosamente su quelli di Mark stavando indubbiamente ad indicare che non voleva sentire altre lamentele, altrimenti lo avrebbe veramente freddato seduta stante.
Fu così che Mark rinunciò, alzando gli occhi al cielo con espressione delusa.
«Ma che bel genio!» sussurrò, guardandolo di sottecchi, dopodiché si rimise con la testa giù a far finta di ragionare su quelle domande di cui non capiva un accidente, mentre tutti gli altri avevano già quasi finito il compito.
Poco dopo suonò infatti la campanella, che decretò immancabilmente la fine della verifica; tutti gli alunni si videro così costretti a consegnare il compito alla cattedra, nessuno escluso, mentre il professor Joji li osservava dall'alto al basso - o meglio, dal basso all'alto - con un'espressione compiaciuta stampata in faccia.
Quando Haechan glielo aveva chiesto lui non aveva voluto ammetterlo, ma era verissimo il fatto che avesse spudoratamente copiato la tattica di Lee Pil Mo per i compiti a sorpresa, dal momento che, svegliatosi un po' troppo a scoppio ritardato dal suo sonno dogmatico, si era reso conto che nessuno dei suoi studenti studiava mai le lezioni di storia in modo diligente.
E ora gliela avrebbe fatta pagare a tutti, sì... a tutti quelli che facevano i finti buoni poiché, in realtà, giocavano tutti al cellulare durante le sue spiegazioni, per poi copiare spudoratamente durante le verifiche e prendere comunque dei voti alti.
Quando tutti gli studenti ebbero consegnato e il professor Joji fu filato via a passo felpato, Taeyong si affrettò ad uscire dall'aula per andare in bagno, ma, non appena trovatosi in corridoio, sentì una mano poggiarglisi sulla spalla.
Quindi si voltò di centottanta gradi, sbalordito nel vedere chi non si sarebbe mai aspettato.
«Grazie tante, amico»
Era di nuovo Mark, a cui a quanto pare non era andato giù il fatto che Taeyong l'avesse palesemente ignorato durante quella verifica impossibile, lasciandolo cuocere nel suo brodo dell'ignoranza.
«Che c'è?»
«Avresti anche potuto aiutarmi, ora che sei diventato un cervellone» insistè Mark, fissandolo dritto negli occhi, senza tuttavia scorgerne alcuna emozione. Aveva uno sguardo freddo come il ghiaccio, che ovviamente rispecchiava appieno la personalità di Taeyong.
«Non potevo farlo, mi avrebbero scoperto» si discolpò quest'ultimo, con fare sprezzante.
«Mh... e dici che sarebbe stato così grave?» lo sfidò Mark, abbozzando un sorrisetto beffardo che faceva quasi concorrenza a quelli di Taeyong.
Il ragazzo lo osservò senza capire il senso del discorso, piegando la testa di lato.
«Più grave del fatto se si scoprisse in giro che sei un genio?» continuò allora Mark, girandogli intorno e avvicinandosi con fare provocatorio al suo orecchio.
Taeyong allora reagì come un ninja che si mette in posizione di difesa, squadrandolo con una faccia da killer che avrebbe messo paura a chiunque l'avesse guardato in quel momento. Già... a tutti, ma a quanto pare non a Mark, che dopo l'episodio della sua mano mancante ora si sentiva in vena di sfide più che mai.
«Non t'azzardare a dirlo a nessuno, o sei morto» sibilò il ragazzo dai capelli rosa, cercando di minacciarlo, ma senza successo.
«Ah, sì? Beh, onestamente non credo proprio che saresti capace di uccidermi» fece spallucce Mark, sollevando di nuovo lo sguardo e puntandolo in quello del suo capo banda.
«Aish! Falla finita, devo andare al cesso!» si spazientì Taeyong, scrollandoselo di dosso, dopodiché cominciò finalmente ad avviarsi in bagno.
«Solo se ti allei con me» gli stette dietro Mark, con insistenza.
«Ma di che cazzo stai parlando?» ruggì l'altro, al limite dell'agitazione, che riuscì però a mascherare efficacemente con un'espressione di pura ira.
«Hai sentito bene. Alleati con me per farmi prendere dei voti alti a scuola, e il tuo piccolo segreto rimarrà tale. Altrimenti... beh, potrebbe giusto sfuggirmi di dire qualcosina in giro»
Nel dire quelle parole, Mark parve abbozzare un sorrisetto malefico, mentre si sfregava le mani con insolita impazienza.
Taeyong invece fu soltanto capace di sgranare gli occhi; ci aveva visto giusto quando aveva pensato che, se uno come Mark avesse mai scoperto la verità, sarebbe stata la fine. E infatti in quella situazione era proprio stato così, dato che adesso Mark avrebbe cercato di tenerselo stretto con i ricatti per utilizzarlo come gli pareva e gli piaceva per i suoi scopi personali.
«Tu... tu non sai di cosa è capace un genio della scienza» cercò allora di intimorirlo con occhi vitrei, mentre nel frattempo il prof Lee Pil Mo - che avrebbe tenuto loro la lezione dell'ora successiva - si stava avvicinando all'aula, scorgendoli fuori dalla porta e richiamandoli severamente ad entrare per evitare di prendersi una bella nota.
Fu così che il loro acceso dialogo cadde momentaneamente nel nulla, anche se, purtroppo per Taeyong, sarebbe stato ripreso presto... molto presto.
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«Bene, beduini del deserto, ieri ho corretto i vostri lavori a gruppi e ho qui pronti i risultati. Chiamerò un gruppo alla volta e vi consegnerò la scheda di valutazione che sarà comune a tutti i membri del gruppo, e che andrà ovviamente ad incidere sulla vostra media scolastica» annunciò il prof, una volta che tutti si furono sistemati ai propri posti in laboratorio.
Alcuni erano tanto in ansia, come ad esempio Eun Chan che, nonostante si fosse impegnata parecchio, temeva seriamente che la sola presenza dei suoi tre compagni di gruppo scansafatiche fosse bastata a Pil Mo come scusa per abbassare già il loro voto di due decimi.
A dire il vero anche Yuta non era da meno, sapendo che era stato l'unico attivo dei tre ad aver veramente combinato qualcosa - che fosse giusta o no stava a Pil Mo giudicarlo -, ma nel loro caso un'eventuale insufficienza sarebbe stata più che meritata.
«Gruppo 1, composto da Nakamoto Yuta, Park Jay Min e Jung Jaehyun.» annunciò Pil Mo, facendo alzare in piedi in contemporanea i due maschi, mentre Jay Min, completamente menefreghista, continuò a masticare il suo chewing-gum restandosene stravaccata sul banco come se niente fosse.
«Il lavoro, sebbene sia risultato incompleto in alcuni punti, è pur sempre risultato vagamente sufficiente, per cui ve ne tornate a casa con un bel 6. Certo è che avreste potuto fare di meglio» sentenziò, consegnando il foglio di valutazione ad un Yuta piuttosto deluso, mentre invece Jaehyun avrebbe quasi fatto i salti di gioia.
«Gruppo 2, composto da Park Eun Chan, Lee Mark, Kim Doyoung e Ten.» annunciò ancora Pil Mo, facendo alzare in piedi di scatto la ragazza, che si recò subito alla cattedra, seguita dagli altri tre con un'andatura alquanto flemmatica.
«A voi assegno invece un bel 7.5. Tutto bene nel complesso, nonostante alcune piccole imprecisioni. Non mi sarei mai aspettato di poter dare un voto così alto in un gruppo in cui è presente Lee Mark. Complimenti.» disse loro ironicamente, porgendo il foglio ad Eun Chan che quasi glielo strappò dalle mani dall'emozione; anche Doyoung sembrava abbastanza soddisfatto, pur non avendo combinato nulla, mentre Mark e Ten annuivano meccanicamente.
Immediatamente dopo, Pil Mo continuò con la consegna dei risultati.
«Gruppo 3, composto da Oh Ji An, Seo John e Lee Taeyong.»
Anche loro tre si alzarono, accorrendo alla cattedra in quattro e quattr'otto per poter sentire il responso del professore.
«A voi faccio invece i miei più sinceri complimenti, perché vi ho visti sempre lavorare con entusiasmo ed il risultato finale è stato quasi perfetto; vi ho assegnato un bel 9» proclamò, facendo emozionare non poco Ji An e Johnny, mentre Taeyong sghignazzava sotto i baffi per il fatto di aver incassato un voto tutt'altro che meritato.
"Ridi, ridi, che presto avrò la mia rivincita... e allora vedremo chi è il vero furbo." pensò Ji An, guardandolo di sottecchi e non vedendo ancor di più l'ora di mettere in atto il suo piano - tanto più che adesso, grazie ai complimenti di Pil Mo, si sentiva più sollevata che mai, pensando che il professore avesse rivalutato le sue capacità.
Tuttavia, proprio mentre faceva per tornare seduta al suo posto, il prof le mise una mano su una spalla e le disse parole che la ragazza avrebbe di gran lunga preferito non sentire.
«Oh Ji An. Quando suona la campanella non andartene subito, ti devo parlare.»
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Yuta ed Eun Chan si stavano incamminando verso la mensa, quando il ragazzo non potè che uscirsene con una lamentela che serbava dentro di sé da quando aveva ricevuto i risultati del lavoro a gruppi.
«Che palle... lo sapevo che avremmo preso un votaccio» mugugnò, a testa bassa.
«Yah, ti lamenti per un 6? Park Jay Min e tanti altri se lo sognerebbero un voto così!» ribattè Eun Chan, adocchiando la ragazza annoiata incamminarsi verso la mensa tutta ciondolante.
«Già... ma l'ha potuto prendere solo grazie a me» precisò il giapponese, annuendo con convinzione e tenendo gli occhi socchiusi in una striscia sottilissima.
Proprio in quel mentre, videro sopraggiungere di corsa una Ji An con il fiatone, pronta a dire loro il responso di Pil Mo.
«Ragazzi... il prof ha miracolosamente detto che mi darà una seconda chance!» biascicò con un sorriso, appoggiandosi tranquillamente alla spalla di Yuta con il gomito buono.
«Dici sul serio?! Ma è grandioso!» Eun Chan sgranò gli occhi, incredula, e Yuta fece altrettanto.
«Sì! Ha detto che, se continuo ad impegnarmi tanto, potrebbe ricredersi su di me e sulle mie capacità... anche se il 2 dal registro non me lo toglierà, ovviamente» aggiunse la ragazza genia, che era comunque sollevata, nonostante l'ultima frase non fosse il massimo della gioia.
«Vedrai, gliela farai pagare a quel Taeyong, così imparerà a non importunarti più!» esclamò Eun Chan, stringendo un pugno con atteggiamento impavido.
Ji An fece lo stesso, prettamente convinta che questa volta sarebbe stata lei a condurre le operazioni subdole, ma i suoi castelli in aria vennero quasi subito interrotte dall'eccessiva curiosità di Yuta.
«Allora, Ji An-ah, il tuo genio quest'oggi non colpisce?»
«Infatti, io e Yuta ci stavamo chiedendo come mai stessi aspettando così tanto per entrare in azione con quella tua nuova invenzione» asserì Eun Chan, guardandola negli occhi in attesa di spiegazioni.
«Non è ancora il momento, devo aspettare la lezione di ginnastica» fu tutto ciò che diede loro in risposta Ji An, prima di dare l'ennesima occhiata furtiva alla provetta chiusa sigillata dentro il proprio zaino, che si portava dietro da quella mattina senza mai essersene separata neanche un attimo.
«E come mai?» insistè Yuta, volendo sapere ogni minimo dettaglio.
«Vi posso solo dire che il casino più totale avverrà stasera, e che il nostro bell'omino rosa finirà per pentirsi amaramente di tutte le sue azioni avventate di questa e della scorsa settimana... A cominciare dall'aver tinto di rosa quei suoi capelli orrendi» sibilò Ji An in un fil di voce appena udibile dai suoi due soci, i quali spalancarono simultaneamente occhi e bocca, non potendo credere alle loro orecchie.
Da come Ji An aveva appena parlato, sembrava veramente che sarebbe stato qualcosa da temere assai, ma a dirla tutta le sue parole inquietanti non erano affatto bastate a descrivere quella che sarebbe stata la sua più soddisfacente vendetta.
Già, perché nessuno di loro si sarebbe aspettato che la situazione sarebbe degenerata nel delirio più totale nel giro di qualche ora.
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